III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
III DOMENICA DI
AVVENTO ANNO C - GAUDETE
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 3,10-18)
Giovanni rispose: «Io vi battezzo con acqua.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
15 Dicembre 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo
fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha
da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che
cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto
vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?».
Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi
delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in
cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi
battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel
suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
L'annuncio profetico di Giovanni Battista trova un'eco in quelli che lo
ascoltano. Vanno da lui per domandargli: "Cosa dobbiamo fare?". Giovanni si
rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione necessaria è il
compimento del comandamento dell'amore del proprio prossimo, espressione reale
dell'amore di Dio. Giovanni non esige la durezza della vita che egli conduce,
non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno verso di lui.
Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e
come realizzare i propri doveri verso il prossimo, e nello stesso tempo
indicare loro chiaramente dove risiedono l'ingiustizia e l'errore che devono
essere superati.
Quando gli si domanda se egli è il Messia, Giovanni Battista risponde di no, e
non accetta alcun legame alla sua persona, nessuna adesione personale qualunque
essa sia. Con umiltà proclama che il Messia si trova sulla terra, che lui solo
possiede il battesimo vero. Questo non si farà con l'acqua, ma con lo Spirito
Santo e il fuoco, per tutti coloro che vorranno vivere la conversione completa.
Solo il Messia potrà riunire il frumento e bruciare la paglia in un rogo,
dettare il giudizio della misericordia. Giovanni non è neanche degno di slegare
i suoi sandali; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino
del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i
capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai
queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io
vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove
veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: "Dal cielo", ci risponderà:
"Perché allora non gli avete creduto?". Se diciamo: "Dagli uomini", abbiamo
paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta» Rispondendo a
Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi
dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La situazione in cui si trova oggi Gesù è una di quelle in cui tante volte noi stessi cerchiamo di incastrarlo, quando non siamo disposti a lasciarci sorprendere dalla possibilità dell'amore, rimandando il tempo della nostra conversione. Capita sovente che di fronte alla possibilità di dire il nostro semplice sì al disegno di Dio sulla nostra vita - attraverso lo stare di fronte alle circostanze in modo semplice - noi gli poniamo invece interrogativi e domande volti soltanto a chiuderci in noi stessi e a tenerlo lontano. I dubbi che tante volte facciamo crescere nella nostra mente non sono reali. Non sono domande decisive per la nostra vita. Sono già simili a delle scuse che accampiamo per evitare di dar credito a ciò che Lui ci indica.
III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Martedì Della III
Settimana Di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
Gesù Cristo è il centro dell'universo.
Il Padre lo ho promesso, i patriarchi e i profeti l'hanno atteso.
Il popolo cristiano lo ha conosciuto
e attende la Sua ultima venuta nella Gloria.
17 Dicembre 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi
fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò
Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse
generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Perché Matteo, all'inizio di questa lunga serie di nomi che è la genealogia di
Gesù, scrive che Egli è «figlio di Davide, figlio di Abramo»?
Davide fu il secondo re del popolo ebreo e visse mille anni prima di Gesù, e
Abramo era stato chiamato da Dio ad essere il padre, il capostipite di quel
popolo e visse molti secoli prima di Davide.
Quando Davide divenne re d'Israele (con questo nome viene spesso definito il
popolo ebreo) desiderò ardentemente di costruire una «casa» per il Signore,
poiché al suo tempo l'Arca santa -che conteneva le Tavole della Legge «scritte
dal dito di Dio» (Es 31,18), un vaso di manna e il bastone di Aronne- era
custodita ancora sotto la tenda che Mosè aveva eretto nel deserto.
Tutti gli ebrei consideravano quella tenda come il luogo della presenza di Dio
sulla terra. Il Signore gradì tanto il desiderio di Davide di costruirgli una
casa e in quell'occasione mandò a lui il Profeta Natan per annunciargli che il
suo regno sarebbe stato reso stabile in eterno. Ciò significava che non sarebbe
mai mancato, sul trono di Davide, un suo discendente.
La genealogia che leggiamo nel Vangelo ha lo scopo di dimostrare che Gesù
discende dal re Davide, infatti il Messia doveva necessariamente avere questa
relazione con l'antico re. Nella Bibbia troviamo numerose profezie di Profeti
sul regno di Davide che non sarà mai distrutto e che durerà per sempre.
La relazione tra Davide e Gesù presentata nel Vangelo di Matteo, serviva a
rivelare agli ebrei che veramente quel regno era ancora in vigore e che il
nuovo e vero Re era arrivato in mezzo a loro. A Gesù comunque non occorreva
questo sigillo per dimostrare che era il Figlio di Dio.
La parola greca Christòs è la traduzione della parola ebraica Messia e questa
parola significa: consacrato con l'unzione, cioè Re. Dire Gesù Cristo è lo
stesso che dire Gesù Messia o Gesù Re.
Ma per gli ebrei questo re doveva essere eterno e proprio questo dissero a
Gesù: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno».
Dopo l'Ascensione di Gesù, il suo Vangelo si è diffuso ovunque e il suo Regno
era già fondato, migliaia di cristiani missionari giravano per le città
predicando la salvezza nel Signore e annunciando che il Messia era venuto e il
suo Spirito era rimasto nel mondo, perché quel Cristo era il Figlio di Dio.
L'Avvento ci deve aiutare a focalizzare meglio il Bambino che nasce, dove
nasce, perché nasce. Dio che si incarna è un evento unico e non si finisce mai
di meditare i motivi della sua Incarnazione, ed è la meditazione di questo
mistero a permetterci di conoscere la Persona di Gesù.
Non è mai sufficiente pregare anche ogni giorno, è indispensabile meditare
sulla Persona di Gesù, per conoscerlo di più e fidarci pienamente di Lui.
Quanti cristiani hanno piena fiducia in Gesù Cristo? Per piena intendo
l'abbandono totale alla sua Volontà.
Il Natale è una chiamata alla purezza interiore. Molti uomini, forse, non
vedono niente, quando giunge questa festività, perché sono ciechi di fronte a
ciò che è davvero essenziale: hanno il cuore pieno di cose materiali o di
sporcizia o di miseria.
È l'impurità di cuore che rende insensibili alle cose di Dio, come pure a molte
cose umane rette, fra cui la compassione per le sventure degli uomini.
Da un cuore puro nascono la gioia, la capacità di penetrare il divino, la
fiducia in Dio, il pentimento sincero, la conoscenza di se stessi e dei propri
peccati, la vera umiltà e un grande amore a Gesù e agli altri.

III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Mercoledì Della III
Settimana Di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Giuseppe prendi con te Maria tua sposa.
Ella darà alla luce un figlio.
E tu lo chiamerai Gesù.
18 Dicembre 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come
gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del
Signore.

RIFLESSIONI
Adonai, pastore della
casa di Israele, autore della Torà, vieni a salvarci per mezzo della tua forza!
Nella Bibbia le genealogie sono numerose. In particolare quella riguardante
Cristo può sembrare monotona. Eppure è sublime. Ci aiuta a capire che il Messia
è ben radicato in una stirpe di uomini (santi e peccatori).
Nella genealogia di Matteo, di cui oggi abbiamo letto l'ultimo paragrafo,
Cristo figura all'inizio e alla fine, quasi a significare che egli abbraccia
l'intera umanità.
Gesù, il cui nome significa "Dio salva", è davvero discendente di Davide,
figlio di Maria e Figlio di Dio.
La profezia di Isaia si realizza. Il salvatore è anche " Dio con noi ". Colui
per mezzo del quale l'Eterno si avvicina a noi.

III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Giovedì Della III Settimana
Di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,5-25)
Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita.
Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio. E tu lo chiamerai Giovanni.
19 Dicembre 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della
classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome
Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al
Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza
del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta
dell'incenso.
Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare
dell'incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma
l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e
tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai
gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli
sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà
colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli
d'Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la
potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli
alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e
mia moglie è avanti negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che
sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto
annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo
indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che
nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta,
sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che
cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la
mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre.
La storia della salvezza è opera che Dio compie attraverso l'uomo, nell'uomo,
per l'uomo. Senza l'uomo nulla può compiere per l'uomo. L'uomo è lo strumento,
in Cristo diviene il sacramento, della salvezza, della redenzione, della vera
giustificazione. Ma gli uomini non sono tutti uguali. C'è l'uomo che crede
all'istante come Noè e Abramo. C'è invece l'uomo che deve essere quasi
obbligato, come Mosè. Ci sono gli uomini che hanno bisogno di segni. Ci sono
altri uomini che Dio si prepara prima di essere formati nel seno materno. Il
primo di cui si rivela questa preparazione è Geremia.
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi
alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè,
Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi
disse: «Non dire: "Sono giovane". Tu andrai da tutti coloro a cui ti
manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a
loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore
stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le
mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra
i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e
piantare» (Ger 1,5-10).
Viene il Messia sulla nostra terra. Urge che gli vengano preparati i cuori. Dio
scende sulla nostra terra, sceglie una famiglia senza vita e in essa e per essa
si crea l'uomo che dovrà andare avanti annunziando la presenza del Salvatore e
invitando tutti alla conversione così che lo si possa accogliere degnamente.
Sarà un uomo speciale, perché lo Spirito Santo lo colmerà fin dal grembo della
madre. Neanche un attimo dovrà essere senza la mozione e la conduzione dello
Spirito del Signore. Lui dovrà essere tutto di Dio. Mai dovrà appartenere a se
stesso. Lui dovrà essere corpo attraverso il quale parla, opera, agisce lo
Spirito Santo.
Per Zaccaria quanto l'Angelo gli sta rivelando è troppo grande per essere
creduto. Dubita e per questo rimarrà muto fino al giorno del compimento di ogni
parola ascoltata. Il mutismo di Zaccaria è di grande significato nella storia
della salvezza. Esso rivela che senza fede non si possono cantare le opere
stupende del Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci cantori delle
opere di Dio.

III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Venerdì Della III Settimana
Di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
«Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola»
20 Dicembre 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
+++
Chiave di Davide,
scettro della casa di Israele, tu apri e chiudi le porte del regno. Vieni e
strappaci dalle tenebre!
Chiedi un segno per te. Un segno dell'amore di Dio per noi e della sua venuta
in Gesù per salvarci. I segni spettacolari, i prodigi non sono sempre i più
convincenti.
Dio ha scelto un segno, un povero segno che solo l'umile credente ha compreso:
quello dell'Annunciazione.
Non mediteremo mai a sufficienza l'episodio dell'Annunciazione. Da questo segno,
posto all'inizio dell'Incarnazione, si rivela il vero volto di Dio e del suo
Messia.
Ma, prima, Maria doveva accettare nella sua fede: "Eccomi, sono la serva del
Signore".

RIFLESSIONI
Maria dialoga con l'angelo. Abbiamo letto l'incontro fra l'angelo e Zaccaria,
nella solenne cornice del rinato tempio, vicino al gigantesco altare degli
incensi, in un contesto che farebbe tremare i polsi anche al più temerario,
qui, invece, è tutta un'altra atmosfera.
Certo: la paura c'è, come accade a chiunque si avvicini e sfiori il mantello di
Dio, c'è paura ma anche tantissima concretezza e forza. La ragazzina
adolescente discute alla pari col principe degli angeli: non si spaventa,
chiede, obietta, cerca di capire. No, non fa problema il fatto che non conosca
uomo: se Dio diventa uomo può anche far partorire una vergine. Sì, sarà
chiamato grande suo figlio, sarà la luce per tutti popoli. Tua cugina
Elisabetta, la sterile, è incinta.
Non temere, Maria, nulla è impossibile a Dio. Ecco, tutto è chiaro. Folle, ma
chiaro. Incomprensibile, ma chiaro. Maria lo guarda. Tutto il creato guarda
Maria. Se prendesse tempo, se volesse ancora riflettere, chi potrebbe
biasimarla? Chi non compatirebbe un'adolescente che si fa carico della salvezza
del mondo?
Maria ha riflettuto, consegna il messaggio al messaggero: Dio faccia di me ciò
che ha deciso.

III DOMENICA DI AVVENTO GAUDETE E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Sabato Della III
Settimana Di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-45)
Benedetta tu fra le donne.
E benedetto il frutto del tuo grembo!
21 Dicembre 2024
***

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito
il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi,
il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore.
***
O sole che sorgi,
splendore della gloria divina, sole di giustizia, vieni ed illuminaci!
"Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le
colline " (Ct 2,8).
Fra qualche giorno arriverà. Saprò riconoscerlo e accoglierlo?
Sacre parole del Cantico dei cantici, che ci sono date perché possiamo farle
nostre.
Dal momento in cui Maria ha dato alla luce il Bambino, la donna-umanità, la
Chiesa, veglia e prepara la venuta del Messia.
Non serve a nulla celebrare una volta all'anno la natività del Salvatore se
egli non nasce ogni giorno nel nostro cuore. Concedici, Signore, un cuore così
grande da contenere la tua venuta.

RIFLESSIONI
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Le vie di Dio sono per noi mistero indicibile, impensabile, inimmaginabile.
Esse non sono da volontà, desideri, pensieri, gesti, consuetudini, usi, forme e
modalità che hanno la loro origine nella nostra immanenza. Esse non sono dalla
terra, anche se la terra vi partecipa, ma solo nella sua strumentalità umana.
Il Signore lo aveva promesso: Giovanni sarebbe stato ricolmo di Spirito Santo
fin dal grembo di sua Madre.
Non aveva rivelato però le modalità storiche. Queste nessuno le conosceva.
Nell'Antica Scrittura sempre lo Spirito Santo era dato direttamente da Dio.
Anche con i settanta anziani, al tempo di Mosè, è Dio che prende lo Spirito di
Mosè e lo posa su quanti erano stati prescelti. Ora avviene qualcosa di
inimmaginabile, inaudito fino al presente: la Vergine Maria è la prima "Portatrice"
e "Datrice", la prima "Mediatrice" umana dello Spirito
Santo. Con Lei è iniziata la Nuova Alleanza. In essa l'uomo è costituito
"Datore" dello Spirito Santo, per sacramento e per santità. È grande
il mistero che oggi si inaugura attraverso la Vergine Maria.
La Vergine Maria è piena di Spirito Santo, colma di Lui. Da Lei Egli si travasa
con ogni abbondanza, raggiunge Elisabetta, la costituisce profeta del Dio
vivente, ma prima ancora santifica il bambino che lei porta nel grembo e lo
ricolma di sé, secondo la parola proferita dall'Angelo a Zaccaria quando era
nel tempio. È questo il ministero di ogni discepolo di Gesù: essere un
portatore vero dello Spirito Santo. È portatore vero se è colmo di Lui, se è
pieno di Lui. Lo deve portare alla stessa maniera della vergine Maria. Non come
un fiumiciattolo che durante la stagione estiva si secca. Ma come un fiume in
piena che straripa lungo il suo percorso e invade la terra circostante.
Quando lo Spirito Santo inonda i cuori, questi vengono da Lui illuminati dalla
nostra verità. Elisabetta è illuminata dallo Spirito del Signore sulla verità
di Maria. Ella è la Madre del Signore, è la benedetta fra le donne, cioè la
Madre del Messia di Dio. Ella è tutto questo perché ha creduto in ciò che il
Signore le ha detto. La beatitudine della Vergine Maria nasce dalla sua grande
fede. Dio le ha parlato. Lei ha creduto in ogni sua Parola. Si è resa
disponibile. È beata e benedetta nei secoli eterni. Oggi il mondo non conosce
il nostro mistero. Non conosce il mistero della Chiesa, del Sacerdozio, del
Cristiano, non conosce neanche il mistero dell'essere uno uomo e l'altra donna.
È questo un segno che noi non siamo più portatori dello Spirito Santo. Il mondo
ci vede nella falsità perché non possediamo la verità dello Spirito del
Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa' di noi dei veri portatori dello
Spirito Santo. Angeli e Santi di Dio, rendeteci grandi fiumi di verità e di
grazia.
