TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non
voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva
loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo
uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non
capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate
discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano
discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro:
«Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro:
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi
accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il santo battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi
al suo sacrificio. Questa è la radice della nostra esistenza cristiana, la sua
sorgente profonda: il frutto deve essere l'umiltà, l'esistenza che ne sgorga
deve essere un'esistenza donata nel servizio. È questo un punto centrale della
vita cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle "precedenze" è
completamente rovesciata: il primo è colui che si fa il servo di tutti, come
Gesù, il cui primato è stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla
croce. La vera dignità è nella possibilità offerta all'uomo di imitare l'umiltà
del Verbo Incarnato. Una conseguenza sconvolgente: il piccolo è il "sacramento"
di Gesù e quindi in lui accogliamo il Padre.
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì Della XXV Settimana
Del Tempo Ordinario Anno B
San Pio da Pietrelcina
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,16-18)
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso.
Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato.
23 Settembre 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,16-18)
Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Oggi leggo questa frase che senz'altro piace a quelle persone che sono rimaste
vittime di persecuzioni o di false accuse: "Non c'è nulla di segreto che
non sia manifestato". Parole che dispiacciono a quanti non hanno la
coscienza serena, sono invece di grandissimo conforto e motivo di gioia a
coloro che desiderano la giustizia e chiedono nella preghiera che quanto è
nascosto sia svelato e la verità conosciuta dalle persone coinvolte.
Moltissime persone per varie ragioni sperano e pregano perché ottengano
giustizia al più presto. Anche per diatribe familiari o nell'ambiente
lavorativo attendono nella sofferenza e chiedono la realizzazione della frase
sopracitata, che si completa in questo modo
"Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato. Nulla di nascosto che
non sia conosciuto e venga in piena luce".
Luce. Parola semplice, parola meravigliosa. Per ognuno di noi è una parola
carica di ricordi... Il lampo nella notte fa paura, i primi raggi del sole
all'alba ridanno coraggio e speranza. C'è forse uno spettacolo più bello, un
momento più esaltante di quando si raggiunge la cima di una montagna mentre
spunta il sole?
Come ogni avvenimento importante anche questo è preceduto da alcune prove.
Dapprima la notte, una notte buia e fredda, a volte glaciale, resa ancora più
penosa dai venti. Il momento tanto atteso tarda a giungere, bisogna aspettare,
bisogna saper aspettare. Mentre le stelle sbiadiscono lentamente, l'orizzonte
lontano si copre dolcemente di un alone chiaro, che si fa rosa col passare del
tempo. Il momento atteso arriva, infine, quando una riga rossa sottile si
staglia nel cielo e si ingrandisce a vista d'occhio verso l'est. Si leva il
giorno.
La luce della fede, questa luce preziosa, si accende nelle nostre anime allo
stesso modo, se sappiamo aspettarla, sollecitarla con la preghiera. E la grazia
segue la luce, la luce diventa grazia. Dio è presente.
Con il battesimo noi abbiamo ricevuto questa piccola luce nel nostro cuore,
nell'intimo della nostra anima. Ma può capitare che, col passare degli anni, la
fiamma di questa piccola torcia diminuisca e tenda a spegnersi. Dobbiamo allora
fare molta attenzione, vegliare e non accettare che si spenga definitivamente.
Dobbiamo ravvivarla e conservarla sempre al centro della nostra vita in balia
di dubbi e domande. Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché possa
illuminarci, guidarci nelle nostre scelte, nelle nostre decisioni o nelle
nostre azioni, ed inondi tutta la nostra vita.
Dobbiamo proteggerla e tenerla sempre accesa affinché la nostra vita sia essa
stessa una luce per tutti quelli che incontriamo e che, come noi, cercano
Cristo, fonte di ogni vera luce grazie al suo Amore infinito.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 8,19-21)
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano
avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano
vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che
ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La Sacra Scrittura parla della "casa di Dio", il Vangelo della
famiglia di Gesù, ed è facile vedere il rapporto, poiché nella Sacra Scrittura
la parola "casa" può significare sia un edificio sia una famiglia.
Per esempio, quando la Bibbia parla della "casa di Davide" può essere
la sua abitazione, ma più spesso si tratta della famiglia, della stirpe di
Davide.
Secondo le parole di Gesù, se noi ascoltiamo la parola di Dio e la mettiamo in
pratica, diventiamo suoi fratelli, anzi sua madre, formiamo cioè la sua
famiglia: siamo la "casa di Dio", cioè nello stesso tempo la sua
famiglia e il suo tempio. Si realizza così il progetto di Dio di abitare con
gli uomini, non soltanto in mezzo a loro, ma in loro e di unirli tutti in
un'alleanza che fa di essi un unico edificio, un'unica famiglia e addirittura
un unico corpo, il corpo di Cristo.
Sentiamo risuonare le parole della Sacra Scrittura: "Mia delizia è stare
coi figli degli uomini"; "Ecco verranno giorni nei quali con la casa
di Israele e con la casa di Giuda io concluderò un'alleanza nuova. Porrò la mia
legge nel loro animo, la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed
essi il mio popolo" (Ger 31,31.32); "E il Verbo si fece carne e venne
ad abitare m mezzo a noi" (Gv 1, 14). E ancora: "Stringendovi a lui,
pietra viva,... anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione
di un edificio spirituale" (1 Pt 2,45); "Voi non siete più stranieri
né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio... Voi insieme
con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio" (Ef 2, 19.22);
"Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua
parte" (1 Cor 12,27). Dalla profezia alla realizzazione: attraverso i
secoli Dio ha fatto intravedere il suo meraviglioso disegno fino alla sua
realizzazione nella pienezza dei tempi.
Tutte le nostre azioni devono tendere a questo scopo: formare il tempio di Dio,
la famiglia di Dio, il corpo di Cristo. Per giungere a questa meta il mezzo
essenziale è ascoltare la parola di Dio, accogliere la parola di Dio che ci
trasforma, facendo di noi pietre vive che possono entrare nella costruzione
della casa di Dio. La parola di Dio è potenza di Dio ed è capace di assimilarci
al suo progetto perché davvero possiamo "santificare il suo nome"
essendo famiglia del Signore, corpo di Cristo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 9,1-6)
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i
demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a
guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane,
né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete
là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla
loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di
loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando
la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite
Dinanzi ad ogni discepolo di Gesù ci sono due forze o potenze invincibili da
qualsiasi energia o risorsa che proviene dal cuore, dalla mente, dalla scienza,
dalla dottrina, dall'intelligenza, dalla sapienza dell'uomo. Nulla che
scaturisce dall'uomo ha la potestà di eliminare, cancellare, abolire queste due
forze che sono il demonio e la malattia.
Dinanzi a queste due forze l'uomo sperimenta tutta la sua pochezza, il suo
niente. L'impossibilità non è neanche imparziale. Essa è assoluta. L'uomo
semplicemente non può. Questa la sua verità. Gesù conosce questa naturale
incapacità dell'uomo e dona ai suoi discepoli la forza e il potere su tutti i
demòni e di guarire le malattie. Conferisce loro un potere divino, una forza
celeste, una capacità soprannaturale.
Questo potere e questa forza agiscono in loro in un solo modo: se sono
finalizzati unicamente ed esclusivamente per l'edificazione del regno di Dio
tra gli uomini. Questa forza e questo potere non sono fine a se stessi. Dio non
manda i discepoli nel mondo per sanare i malati e per liberarli dal demonio,
per poi lasciarli nel mondo del peccato o dell'ignoranza di Dio, nella non fede
e nella non verità.
Gesù manda nel mondo i suoi discepoli per edificare il regno di Dio, segno di
questa loro opera è la distruzione del regno di satana e dalle sue conseguenze
che sono la morte, la malattia, la sofferenza, il vizio, il peccato, ogni altra
schiavitù materiale e spirituale dell'uomo. Se non vi è edificazione nei cuori
del regno di Dio, il potere diviene debolezza e la forza inesistente, vana. Non
agisce perché separata dal suo fine.
Gesù chiede ai suoi apostoli una grande libertà dai beni di questo mondo. Li
vuole anche liberi dalla ricerca di comodità e di agi. Si devono accontentare,
essere gioiosi per quel poco che ogni giorno il Signore darà loro, servendosi
della carità dei suoi figli. La libertà dal denaro e dalle cose di questo mondo
è la verità del discepolo di Gesù. Un discepolo di Gesù è vero se è libero
dalle cose di quaggiù. È falso se è attaccato alle cose di questo mondo. È
doppiamente falso se si serve del suo ministero per arricchirsi o fare denaro a
basso prezzo, al prezzo della sua simonia mascherata che lega la sua
prestazione del sacro e delle cose sante alle offerte.
La credibilità del discepolo del Signore è data tutta dalla sua libertà dalle
cose della terra. È questa la prima santità che lui deve mostrare al mondo. Se
è libero, è santo: se non è libero, non è santo. Se è libero è credibile. Se
non è libero, mai sarà credibile. Sarà sempre giudicato, condannato. Lo si
vedrà come un impiegato del sacro, mai come un missionario di Gesù Signore.
Il missionario di Gesù deve sempre essere rivestito di libertà, santità,
prudenza, saggezza. Deve possedere nel cuore un solo desiderio: che il Signore
lo rivesta di credibilità e lo accrediti nella verità del Vangelo. Solo così
ogni persona da lui incontrata potrà accogliere la Parola da lui seminata nel
cuore ed entrare nel Regno.
Vergine Maria, Madre di Dio, rivesti il nostro cuore e la nostra anima della
tua stessa libertà e santità. Angeli e Santi di Dio, rendeteci missionari
credibili della Parola.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e
non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai
morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi
profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del
quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
E cercava di vederlo
Erode sente parlare di Gesù. I suoi miracoli lo incuriosiscono. Cerca di vedere
Gesù. Il suo però non è desiderio di salvezza. Neanche è ricerca di verità e di
giustizia, sapendo che Gesù è un profeta. Vuole solo vedere qualche segno
operato da Gesù. Il Padre celeste oggi non permette che Gesù ed Erode si
incontrino, anche perché sappiamo dagli stessi Evangelisti che le intenzioni
del Re non erano neanche tanto oneste. Lui infatti lo cercava per ucciderlo.
Non voleva che un altro profeta gli creasse fastidi all'interno del suo regno e
della sua famiglia. Gesù non è dalle mani di Erode, ma sempre nelle mani del
Padre e lo dice con infinita fermezza. Lui morirà a Gerusalemme. Questo è scritto
per Lui e questo dovrà compiersi.
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via
di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a
quella volpe: "Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani;
e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e
il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un
profeta muoia fuori di Gerusalemme". Gerusalemme, Gerusalemme, tu che
uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho
voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali,
e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico
infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto
colui che viene nel nome del Signore!» (Lc 13,31-35).
Il desiderio di Erode viene esaudito il giorno della condanna a morte di Gesù.
Erode avrebbe potuto impedire che Gesù morisse. Non lo fece. La sua curiosità
non si è realizzata e lui lo rimandò a Pilato. I miracoli per Gesù sono segni
di salvezza, non opere mirabili, di prestigio per soddisfare il cuore
impenitente del re e neanche per salvare la sua vita. Di certo sarebbe stato
sufficiente un solo prodigio ed Erode mai avrebbe rimandato Gesù nuovamente a
Pilato. Ora però lui ha visto e la visione di Cristo lo condannerà per
l'eternità. Ha visto, ma non ha creduto.
Tutta l'assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo:
«Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di
pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo
interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato
disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest'uomo alcun motivo
di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo,
insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a
qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell'uomo era Galileo e, saputo che stava
sotto l'autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava
anch'egli a Gerusalemme.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava
vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto
da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla.
Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano
nell'accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece
beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In
quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro
vi era stata inimicizia (Lc 23,1-12).
Dio sempre offre la grazia della salvezza ad ogni uomo. Le sue vie sono
misteriose. Esse sono pensate dalla sua sapienza eterna. Nessun uomo dal
Signore viene abbandonato. Tutti cercati. Da tutti Cristo è mandato. Ognuno si
perde per sua colpa.
Ogni incontro con una persona di Dio è dono di salvezza da parte del Padre. Lui
ti ha cercato, ti ha accolto nella sua casa, non lo hai riconosciuto, lo hai
insultato, schernito e oltraggiato. Sei responsabile del tuo rifiuto. Avresti
dovuto riconoscerlo, convertirti, umiliarti dinanzi a Lui, chiedere umilmente
perdono, affermare la sua innocenza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci desiderare Cristo
Gesù.
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Venerdì Della XXV
Settimana Del Tempo Ordinario Anno B
San Vincenzo de' Paoli
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Gesù domanda: Le folle, chi dicono che io sia?
Ma voi, chi dite che io sia?
27 Settembre 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano
con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?».
Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli
antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo
di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell'uomo –
disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei
sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Parola
del Signore.
Vincenzo (Pony presso Dax, Francia, 1581 – Parigi, Francia, 27 settembre 1660), sacerdote, parroco si dedicò dapprima all'evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633).
RIFLESSIONI
«Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto» Lc 9,20-21
Il popolo ha pareri molto diversi sulla vera identità di Gesù: alcuni lo
considerano Giovanni Battista, altri Elia, altri uno degli antichi profeti.
Gesù allora - in un contesto di preghiera e prima dell'annuncio della passione
- si rivolge direttamente agli apostoli: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro
gli risponde senza esitare e con sicurezza: «Il Cristo di Dio».
Questa stessa domanda ha percorso i secoli e si ripropone per ciascuno di noi:
siamo anche noi pronti a dare una risposta così chiara e decisiva? Troviamo
anche noi un momento per rispondere a questa domanda: «Chi è per me Gesù?»: il
Signore stesso ci interroga e ci stimola nel profondo della nostra coscienza.
Anche la strada della croce ci può aiutare a conoscere meglio, Gesù,
presentatosi come il Messia sofferente, ma alla fine risorgente dalla morte.
Riconoscere Gesù come il Cristo significa seguirlo come Dio e Signore della
vita, come l'amico sincero e generoso da imitare; accoglierlo anche nel dolore
e nell'aridità del cuore, considerarlo come l'unico che può riempire di gioia e
di felicità una vita.
O Signore, aiutami a riconoscere la tua presenza nella Parola divina,
nell'Eucarestia, nelle persone che mi poni accanto: spesso sei per me
nostalgia, fuoco, tormento, desiderio... diventa per me dono immenso d'amore,
l'assoluto della mia esistenza.
«Dopo Pietro tanti si sono lasciati interpellare da questa domanda, [Lc 9,20:
"Ma voi chi dite che io sia?"] perché il cammino di fede non può
prescindere da essa. Non si può essere cristiani senza un rapporto personale
con il Signore, senza dirsi chi è Lui per me, e chi sono io per lui. Ogni
risposta, però, suona vuota, se non tocca la mia vita, se non esprime quanto mi
sono messo in gioco con lui e per lui. Perciò, non si tratta tanto di consultare
il catechismo, o altri libri (anche se questo mi aiuta ad approfondirne sempre
più la conoscenza), ma ciò che di Lui porto scritto dentro di me. Infatti
Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che vivo di lui; non le mie parole, ma
la mia passione...»
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù
disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio
dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che
non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo
argomento. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Essi però non capivano queste parole
Nessuno può comprendere le cose di Dio e neanche quelle della terra, se il
Signore non lo riempie di sapienza, saggezza, intelligenza. Per avere questi
santissimi doni divini è necessario che noi eleviamo al Signore una preghiera
incessante, ininterrotta. Non appena abbiamo ricevuto la sapienza, di nuovo
essa va richiesta senza mai smettere. Salomone la chiese, poi non la chiese più
e fu la sua rovina. Si perdette nella sua stoltezza. Divenne idolatra. Lui
innalzò la preghiera una sola volta.
Sapendo che non avrei ottenuto la sapienza in altro modo, se Dio non me
l'avesse concessa - ed è già segno di saggezza sapere da chi viene tale dono -,
mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il mio cuore: «Dio dei
padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e
con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu
hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il
giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e
non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio
della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la
giustizia e le leggi. Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto, privo della
sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla. Tu mi hai prescelto come re
del tuo popolo e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie; mi hai detto di
costruirti un tempio sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora,
immagine della tenda santa che ti eri preparata fin da principio.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi
il mondo; lei sa quel che piace ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi
decreti. Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi
assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. Ella
infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie
azioni e mi proteggerà con la sua gloria. Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con giustizia il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre.
Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il
Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla opprime
una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose
del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la
sapienza e dall'alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero
raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò
che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza» (Sap 8,21-9,18).
Chi vuole conoscere il mistero di Cristo Gesù, nel quale è racchiuso tutto il
mistero di Dio e dell'uomo, del tempo e dell'eternità, non pensi che gli basti
la vicinanza con Gesù Signore. La vicinanza fa vedere, non fa comprendere.
Anche se si vede non si comprende. La visione e le parole, i miracoli e i fatti
sono di Gesù, la comprensione è sempre frutto dello Spirito Santo. È un suo
dono da chiedere senza interruzione. Chi vuole comprendere Dio e l'uomo deve
avere gli occhi fissi su Gesù e il cuore piantato nello Spirito Santo. Avendo
noi tolto Cristo dai nostri occhi e lo Spirito di Dio dal nostro cuore, mai
conosceremo chi è Dio e mai chi è l'uomo. Ogni non vera conoscenza di Dio si
trasforma in non vera conoscenza dell'uomo. La negazione di Dio diviene
negazione dell'uomo. L'idolatria è vero cannibalismo spirituale.
Gli Apostoli non comprendono. Non possono comprendere. Vedono, manca loro
l'intelligenza per capire. Sono ancora privi dello Spirito Santo. È Lui la sola,
eterna, perenne comprensione del mistero di Cristo Gesù. Anche quando lo
Spirito del Signore si sarà posato su di essi, loro non devono cadere
nell'errore di Salomone, pensando che esso basti. Questo errore possono anche
commetterlo Vescovi, Presbiteri, Diaconi, Cresimati. Lo Spirito va ravvivato
giorno dopo giorno, chiesto in ogni istante.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a ravvivare lo
Spirito.