IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 17,5-10)
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
È un male molto diffuso tra i credenti quello di considerare la fede come un atteggiamento puramente intellettuale, come la semplice accettazione di alcune verità. Cioè una fede che si traduce in una presa di posizione teorica, senza una vera incidenza sulla vita. Questo squilibrio ha come conseguenza lo scandalo della croce: l'esitazione davanti alle difficoltà che incontriamo ogni giorno e che sono sovente insormontabili se noi non siamo abbastanza radicati in Dio. Allora ci rivoltiamo con la stessa reazione insolente e insultante che scopriamo nelle parole del libro di Abacuc.
Le due brevi parabole del testo evangelico ricordano due proprietà della fede: l'intensità e la gratuità. Per mettere in rilievo il valore di una fede minima, ma solida, Cristo insiste sugli effetti che può produrre: cambiare di posto anche all'albero più profondamente radicato. Per insistere sulla fede come dono di Dio, porta l'esempio del servitore che pone il servizio del suo amore prima di provvedere ai suoi propri bisogni. È l'esigenza del servizio del Vangelo che ci ricorda san Paolo (1Tm 1,1), ma questo stesso apostolo ci avverte che "i lavori penosi" trovano sempre l'appoggio della grazia di Dio.

TESTO-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc, 10,25-37)
Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Hai risposto bene; fà questo e vivrai
La vita non è nello studio della Legge e neanche nel suo insegnamento. La vita è nella scelta della Legge come unico e solo principio di azione e di pensiero.
Questa verità viene annunziata dall'Apostolo Giacomo ai discepoli di Gesù. Mai dovranno divenire soltanto ascoltatori della Parola, ingannando se stessi.
Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all'ira. Infatti l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla (Gc 1,19-25).
Il dottore della Legge conosce i due comandamenti dell'amore o della carità. Ora sa anche che prossimo è ogni uomo bisognoso dinanzi ai suoi occhi. Se vuole la vita, deve solo osservare quanto il Signore gli ha comandato. La Parola di Dio va conosciuta per essere osservata. Lui dovrà vedere ogni uomo come suo vero prossimo. Lo dovrà amare come ama se stesso e servire come serve se stesso.
Nella parabola di Gesù sono rivelate due essenziali verità: prossimo è ogni uomo, anche se è nemico e persecutore. Dinanzi ad un urgente bisogno del prossimo, tutte le leggi rituali cadono. Prossimo per Gesù è ogni peccatore. Sono anche i suoi persecutori e carnefici. Per gli uni espia i peccati, per gli altri chiede anche perdono.
Madre di misericordia, Angeli, Santi, fate che ogni uomo sia prossimo per ogni uomo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Troverete ristoro per la vostra vita.
Gesù è mediatore della vera vita per ogni uomo. Il suo ristoro, la sua consolazione, la pace e la gioia, la serenità e ogni altro suo dono, non sono però fuori di Lui, sono in Lui. Si prende Lui come nostro giogo, Lui come mitezza e umiltà, Lui come unico modello di obbedienza al Padre, Lui come unica e sola Parola di vita eterna, Lui come vero Pane di vita e di ogni benedizione, e la pace scenderà nel cuore. Urge porre somma attenzione per non stravolgere la sua verità di mediatore. La sua mediazione non è semplicemente per Lui. Ma è anche in Lui e con Lui. La mediazione è la sua stessa persona. Lui viene per darci Lui come nostra vita, nostro ristoro, nostra pace. È Lui che deve vivere in noi, con noi, per noi. Se Lui rimane fuori di noi, non vi è alcuna mediazione. È Lui il fuoco che deve consumarci dentro e trasformarci in vita eterna.
Gesù deve essere come il fuoco per la legna. Lui non è come un fiammifero dal quale si accende il fuoco e poi viene spento, perché inutile al fuoco. Lui è il fuoco che tiene accesa la nostra legna. Se Lui è tolto dal cuore, all'istante il fuoco si spegne e noi diveniamo gelidi nell'amore, nella fede, nella verità, nella speranza, nella vita. La sua mediazione è la sua trasformazione in nostra vita, nostra luce, nostra verità, nostra giustizia. Pensare che Cristo Signore sia un mediatore esterno, vederlo come un "Latore" di preghiere, un "Portatore" di grazie, un "Datore" di un qualche bene celeste, un profeta che ci annunzia la Parola di Dio, è non aver compreso nulla della sua mediazione. È Lui il Mediatore e la Mediazione, il Dono e il Datore del dono, la Grazia e il Portatore nei cuori di ogni grazia, la Parola e il suo Annunziatore. O Cristo Gesù diviene nostro fuoco e nostra vita, oppure la sua Mediazione è infruttuosa per noi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri in Cristo Signore.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Padre, sia santificato il tuo nome
Santificare il nome di Dio ha un altissimo significato.
La prima grazia che i discepoli di Gesù dovranno chiedere al Padre celeste è la liberazione dalle loro impurità. Ogni immoralità nel corpo dell'uomo disonora Dio. Il suo nome viene profanato, umiliato, disprezzato. Un discepolo di Gesù mai dovrà vivere in un corpo corrotto, immorale, impudico, immondo e il corpo è sempre immondo quando lo si nutre con la trasgressione della Legge Santa del nostro Dio. L'uomo prima si deve nutrire di santità, poi si potrà nutrire di pane. Ogni pane che mangia è velenoso, se lo mangia con corpo immondo. È questo il motivo per cui prima si santifica il corpo, poi si chiede a Dio il pane quotidiano, dopo si chiede ancora una volta che il nostro corpo rimanga nella più grande santità. Non serve il pane ad un corpo immondo.
Corpo, spirito e anima sono ancora immondi quando in essi rimane il non perdono. Non appena qualcuno pecca contro di noi, neanche si deve permettere che l'odio, il rancore, la sete di vendetta entri in noi. Lo esige la santità del nome di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate santo ogni corpo per Gesù.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,5-13)
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato.
Per comprendere bene, secondo luce divina, l'insegnamento di Gesù, è cosa buona metterlo in relazione con la richiesta fatta da Salomone a Dio. Egli non chiese beni particolari. Chiese la fonte e la sorgente dalla quale scaturisce ogni vero bene che è la Sapienza. Conosciamo la preghiera del re per chiedere la Sapienza.
«Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua parola, e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Anche se Gesù lascia libero il cuore perché chieda ogni bene materiale e spirituale al Padre, suggerisce in modo assai delicato che il vero bene sempre da chiedere al Padre è lo Spirito Santo, che è la Sapienza Eterna che assiste Dio in ogni sua opera. Anche Cristo Gesù, nella sua missione di Salvatore e Redentore dell'uomo, è perennemente assistito dallo Spirito del Signore. Lo Spirito Santo è sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore del Signore. Con Lui che governa la nostra vita, tutto si trasformerà per noi in bene. Con Lui, non abbiamo bisogno di nulla.
Senza la sapienza che viene dallo Spirito Santo, l'uomo consuma invano le sue energie. Dopo aver lavorato, essersi affaticato, aver consumato tutte le sue energie, mette il bene guadagnato in un sacco bucato, governato da persone che nella loro stoltezza sanno solo allargare i buchi, anziché chiuderli. Alla fine della sua vita, senza lo Spirito Santo, finirà nel sacco bucato del fuoco dell'inferno, dal quale mai più si esce. Niente è più necessario all'uomo dello Spirito Santo. Va chiesto con insistenza.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: "Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito". Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nel Vangelo di oggi, Cristo ci dà una lezione sulla lotta di Dio contro Satana. Questa lotta diventa drammatica quando Cristo fa uscire Satana dagli indemoniati. Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che fa la guardia al suo palazzo". Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui", perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, cioè con lo Spirito Santo (cf. Mt 12,28). Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino. È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che il regno di Satana è ormai finito. Coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l'hanno. Non ne verranno dati loro altri. Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù mostra loro che sono sotto l'influenza dello spirito malvagio.
Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, ci è impossibile una posizione neutrale: ognuno deve pronunciarsi per o contro Gesù. Chi in questa lotta non è con lui, è con Satana. La cosa peggiore che l'uomo possa fare è, dopo la conversione e il battesimo, cadere di nuovo nel peccato, tradire Gesù, respingere lo Spirito Santo e divenire preda del male. In verità, Cristo sulla Croce ha sconfitto il male, ma noi, poiché siamo deboli e peccatori, soggiacciamo spesso ad esso, dunque resta per noi un rischio mortale.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Una donna dalla folla alzò la voce.
La vera beatitudine di ogni uomo mai potrà essere di origine umana. Anche perché la natura umana giace nella morte. Se è nella morte potrà solo generare frutti di morte per la morte. Mai essa potrà generare un solo frutto di vita. Essa è invece un dono di Dio fatto a coloro che osservano la sua Parola, camminano per le sue vie, obbediscono ad ogni suo comando, ascoltano la sua Parola e la mettono in pratica. Questa verità è la stessa preghiera del giusto, elevata a Dio attraverso i Salmi.
Una donna sente parlare Gesù. Resta ammirata dalla sua sapienza. Loda la madre, ritenendola la sorgente del suo essere e del suo operare. Gesù grida a sua volta alla folla che la vera beatitudine non viene dalla carne, anche se la carne della Madre sua è santa e Lei è beata nel suo cuore e nella sua anima per aver obbedito al Signore. Essa è il frutto dell'ascolto della Parola di Dio e della sua osservanza. Si ascolta, si osserva, si è beati nel tempo e nell'eternità. Non si ascolta, si possono anche godere gioie effimere, ma esse sono tutte avvelenate, conducono alla morte. Niente è dalla carne.
Ad ogni uomo che cerca la beatitudine nella ricchezza, nella corruzione, nel malaffare, nelle ingiustizie, nelle cose di questo mondo, la Chiesa deve gridare che né la carne, né il sangue, né la terra, né tutto ciò che la terra produce, potrà mai essere fonte di vera beatitudine. La sola vera beatitudine, che sarà sulla terra e continuerà nei cieli eterni, è quella che fruttifica sulla Parola di Dio ascoltata e osservata. La gioia è dalla Parola ed è una gioia eterna. Anche la povertà più povera vissuta nella Parola di Gesù dona gioia eterna.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a vivere di Parola.