IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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Testo:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 14,23-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la Parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, Io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che Io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che Io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così Io agisco». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Gv. 14,27
Amatevi fratelli, come io ho amato voi! Avrete la mia gioia che nessuno vi toglierà! Vivete insieme uniti come il Padre è unito a me! Avrete la mia vita se l'amore sarà con voi! Vi dico queste parole perché abbiate in voi la gioia. Sarete miei amici e la pace sarà con voi!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,26-16-4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Sono due a dare testimonianza: lo Spirito e i discepoli della prima ora. Lo Spirito, il Paraclito, cioè il difensore, colui che protegge dagli assalti del mondo, il primo dono ai credenti da parte del risorto. È lui, lo Spirito, che spalanca il nostro sguardo interiore quando ci mettiamo a cercare la fede, quando spieghiamo le nostre vele per raccogliere il soffio di Dio, è lui che ci porta alla verità, che ci fa "avvertire" la presenza di Dio, spalancare il cuore. Lo Spirito dona testimonianza al Figlio e al Padre, è lui che si muove per spingerci ad accogliere la Parola del Signore con determinazione. Ma il cristianesimo non è personale esperienza mistica, slegata dalla storia! La testimonianza dello Spirito illumina quella dei discepoli che ci consegnano Gesù. Se ci siamo avvicinati al Maestro è perché qualcuno ce ne ha parlato in maniera credibile e convincente. Da sempre l'evangelizzazione è possibile grazie a questi due elementi essenziali l'uno all'altro: lo Spirito che accompagna e illumina la predicazione degli apostoli. Invochiamo lo Spirito per accogliere l'annuncio dei cristiani, lasciamo che sia la concretezza della Chiesa a dare forma e dimensione all'emozione suscitata dallo Spirito!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?". Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
È bene per voi che io me ne vada
Immaginiamo che Gesù fosse rimasto sulla terra nel suo corpo di carne per tutta la durato del tempo. Sarebbe stato un illustre sapiente, un grandissimo filosofo, un eccellente psicologo e pedagogo, un esperto inventore, anche un onnipotente creatore. Avrebbe potuto sottomettere tutta l'umanità a sé, formando un grande regno, più esteso dell'Impero Romano. Ma tutte queste cose a nulla servono all'uomo. Sarebbe stato il Dio Incarnato in mezzo a noi, mai sarebbe divenuto il nostro Salvatore, il nostro Redentore, il Datore dello Spirito Santo, il Creatore e il Rigeneratore del vero uomo.
Questa verità vale anche per ogni discepolo di Gesù. Anche lui da cristiano può essere illustre sapiente, grande filosofo, psicologo o pedagogo di fama, scienziato e inventore rinomato. Può anche dare nuova forma alla terra e all'universo. Può conquistare tutti gli spazi dell'universo. Ma rimane sempre un uomo tra gli uomini. Quando Cristo Gesù da Dio Incarnato divenne Dio Salvatore e Redentore? Nel momento in cui ha offerto la sua vita in sacrificio, in olocausto al Padre. Quando il discepolo di Gesù diviene in Cristo Redentore, Salvatore dei suoi fratelli? Quando in Cristo offre al padre la sua vita. Quanto la Lettera agli Ebrei dice per il corpo di Cristo vale anche per il suo discepolo.
La Legge infatti, poiché possiede soltanto un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici - sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno - coloro che si accostano a Dio. Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà».
Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. A noi lo testimonia anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto: Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nella loro mente, dice: e non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato (Eb 10,1-18).
È questo il motivo per cui è bene che Cristo se ne vada. Lui deve dare il corpo al Padre dalla Croce per divenire da Dio Incarnato Dio Salvatore, Redentore, Datore dello Spirito Santo. Se Lui invece rimane, l'uomo mai sarà salvato. La sua incarnazione è opera inutile, vana. A che serve la sua incarnazione se non diviene redenzione?
Gesù se ne va, manda il suo Santo Spirito, anzi lo versa dal suo corpo trafitto sulla Croce. Lo Spirito Santo viene e per la sua opera di nuova creazione dell'uomo rende senza più scuse tutti coloro che si perdono. Si perdono per loro colpa e responsabilità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci Redentori in Cristo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La vita spirituale è un percorso che dura tutta la vita, non qualcosa di acquisito una volta per sempre. Ci sono delle verità, di noi stessi, di Dio, che ancora dobbiamo scoprire. Ci sono delle verità, dice Gesù, di cui ancora non sappiamo portare il peso. Mi piace questa affermazione! Se davvero desidero conoscere la pienezza della verità devo armarmi di pazienza e umiltà. Gesù ha detto e dato tutto: noi abbiamo bisogno di tempo per capire ciò che egli ha detto. Ma le cose che egli ha detto non sono nascoste o segrete, riservate a pochi eletti. Certo, per comprenderle dobbiamo spalancare il nostro cuore e la nostra intelligenza, farci aiutare, leggere e meditare, portare nella preghiera ciò che abbiamo scoperto. Ma non c'è nulla di impossibile: lo Spirito Santo è colui che ci accompagna in questa progressiva scoperta, di verità in verità. Lo Spirito Santo che è dono del risorto è in continua comunione col Figlio e con il Padre. In attesa della Pentecoste invochiamo con forza e passione il dono dello Spirito: che vinca le nostre resistenze, che superi le nostre tenebre, che ammorbidisca la nostra durezza per portarci alla verità tutta intera! 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,16-20)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
A volte si parla di secoli bui della storia, di oscurantismo. Si definiscono scristianizzati certi paesi e si afferma che ci troviamo ormai in una civiltà postcristiana. Altre volte, invece, lasciandosi guidare da maggiore ottimismo, si enumerano i segni di una rinascita dei valori spirituali nel nostro tempo e si parla di un ritorno della fede. Quello che si dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre rimasto con i suoi. Lo Spirito Paraclito è sceso sulla comunità dei credenti e abita in essa. Perciò nei momenti oscuri della giornata, nei momenti di difficoltà e di tristezza, nei momenti di smarrimento e di oscuramento dei valori cristiani, non serve interrogare Dio o indagare, come fecero gli apostoli, se per caso Gesù se n'è andato e ci ha abbandonati.
È il momento, invece, di esercitare la fede, di ritrovare la gioia nella sicurezza che il Paraclito ci assiste in continuazione, di prestare maggiore attenzione al Consolatore che dimora in noi. Egli ci illuminerà perché sappiamo riconoscere le opere meravigliose che Dio compie e che con le nostre sole forze non siamo capaci di vedere.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,20-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù, incoraggiando i suoi discepoli alla vigilia della sua passione, continua il discorso sull'afflizione che poi si cambia in gioia.
Tanti sono i nostri desideri, tante le cose che vorremo che accadessero, tanti i problemi che vorremmo superare. Eppure, per molti aspetti, siamo sempre a chiedere le stesse cose. Chi ha Fede chiede a Dio, chi non ha Fede chiede al destino, alla vita, alla natura o non so a chi, ma ognuno spera.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,23-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù continua ad aprirsi con i suoi nei giorni che precedono la passione. Gli piace anticipare le realtà sublimi che otterrà per i suoi attraverso la sua ormai prossima morte e la sua risurrezione.
Cristo, Mediatore tra Dio e gli uomini, ha reso possibile che ci fosse una sola famiglia nel cielo e sulla terra, la famiglia dei figli di Dio. Il Padre eterno è nostro Padre, il suo regno, la sua casa e la vita divina del Cristo sono anche nostri. "Il Padre - posso dire con Gesù - mi ama". È in questo nuovo ordine che la preghiera cristiana trova il suo posto. Noi prima non sapevamo chiedere, e non potevamo farlo. Non si tratta di pregare ma "di avere una relazione di amicizia con colui che, noi lo sappiamo, ci ama" (Teresa di Gesù, Vita 8). Noi, prima, non sapevamo domandare e non potevamo farlo. Ma, attualmente, dato che il Padre ci ama e desidera la nostra amicizia, possiamo essere sicuri di essere ascoltati, e di ricevere una grande gioia da quella amorosa comunicazione con lui, che è la preghiera. La nostra preghiera non è soltanto nostra, essa è anche e soprattutto quella di Cristo. Così terminano le preghiere della liturgia e così deve terminare la nostra: per Cristo nostro Signore.