IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo.(Mt 9,36-10,8)
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

RIFLESSIONI

Il Vangelo di oggi celebra l'amore gratuito di Dio. «Vedendo le folle stanche e sfinite» a forza di seguirlo, Gesù «ne sentì compassione». Ritorna quel verbo assai raro già trovato in Matteo (Mt 15, 32) e che esprime "le viscere di compassione" di una madre verso il figlio. Gli uomini, afferma l'Evangelista, sono apparsi a Gesù stanchi e sfiniti, «come pecore senza pastore». Ma nello stesso tempo l'umanità sembra a Gesù come una messe promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori, perché gli «operai sono pochi». Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto, ma l'umile e insistente preghiera: «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!
Stiamo passando un periodo storico assai buio. Non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Nessuna epoca è troppo buia per la misericordia di Dio, nessuna tempesta potrà scuotere la Chiesa fino a farla sommergere. Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona: Egli rinnova sempre il prodigio della sua gratuità salvando la Chiesa nel momento stesso in cui essa pare che stia per affondare.
Dio, ci assicura Gesù, ha un cuore di Pastore e manda pastori al suo popolo sfinito. Come il Salvatore, appena si rese conto della stanchezza della folla che lo seguiva, inviò i dodici apostoli, così anche oggi, l'amorosa misericordia di Dio è pronta a suscitare i profeti e i pastori di cui il suo popolo ha bisogno. E infatti la divina Provvidenza ha inviato alla nostra Chiesa tanti pastori santi nel nostro tempo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio" e "dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. 2 Cor 6, 1
Sta per iniziare l'estate e sono questi giorni di stanchezza: quella che si è accumulata dopo un anno intenso di lavoro, di relazioni che lascia davvero un po' con la sensazione di non avere più risorse. In tutti è evidente una voglia di vacanza. Ed è giusto così! Il corpo ha i suoi ritmi e le stagioni sono un atto della creazione che ci aiuta a non dimenticare tutto ciò.
C'è una sola dimensione dalla quale non si può andare in vacanza: quella della grazia di Dio. Quella non conosce stagioni: non solo è sempre accessibile ma è anche sempre efficace. Gli effetti suoi sono evidenti e spingono alla ricerca continua del bene e mettono nella condizione di generarlo. Addirittura la grazia sopperisce alla nostra debolezza, anzi trasforma la nostra debolezza in forza di Dio.
Signore, la stanchezza che potrebbe prenderci in questi giorni diventi spazio di azione della tua grazia. Fa' che nella sensazione di non farcela non ci lasciamo andare a chiusura, egoismo o irritazione. La tua grazia in noi non sia invano...
"Tre cose soprattutto l'uomo moderno deve apprendere per divenire sano e completo: l'arte del riposo, l'arte della contemplazione, l'arte del riso e del sorriso." G. Assaggioli

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesù non è un anarchico, non si diverte a mettere in discussione le tradizioni degli antichi: vuole riportarle alla loro origine. Le Leggi attribuite a Dio, molto spesso, sono frutto di una riflessione (dignitosa) solo culturale, solo sociale. Quante volte sono state vendute come sacre delle abitudini consolidate e umanissime! Gesù vola alto, esce dalla palude del legalismo, va al cuore del problema. Se amiamo solo chi ci ama, e salutiamo chi ci saluta, e apprezziamo chi ci stima, cosa facciamo di straordinario? Cosa ci distingue da tutti gli altri? Quante volte il cristianesimo si riduce, di fatto, ad un salutare e condiviso buon senso! Non è così: il Vangelo rompe gli schemi, osa, azzarda. Gesù riesce a chiedere ai suoi amore per i nemici per imitare l'atteggiamento di Dio che fa piovere anche sui malvagi... Perciò dobbiamo puntare in alto, non rimpicciolire il sogno di Dio alla nostra mediocrità ma diventare come il Padre che sa amare di un amore spettacolare e perfetto. Osiamo, allora, perdonando chi non sa che farsene del nostro perdono, amando chi non ne è degno, sperando contro ogni speranza. Per essere figli di tale Padre.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

«Tu, quando preghi, entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà». Mt 1, 6
Spesso ascolto confidenze intorno a quello che, per certuni, è la difficoltà del pregare. Effettivamente nella società chiassosa (per tanti motivi) in cui viviamo la preghiera non è la realtà più facile del mondo.
Gesù stesso ha invitato a "pregare sempre" però qui ci indica una modalità che consente al cuore di entrare in un'atmosfera di calma, di silenzio.
L'invito di Gesù è molto concreto: se entri nella camera, provvedi a chiudere la porta. Se no si infilano da te i rumori, le voci: tutto un succedersi di richiami a ciò che con la preghiera non c'entra affatto.
"Prega il Padre tuo nel segreto". Com'è bello e umanissimo anche questo invito. La preghiera ha a che fare con l'amore. E l'amore, quando è comunicazione intensa e profonda, vuole riservatezza e niente e nessuno intorno.
Sei a tu per tu con il Tuo Creatore Padre della vita. Serra anche la porta del cuore, perché il mondo non vi entri come distrazione e insensato richiamo a cose, situazioni e persone. Solo da ultimo entrerà nella tua preghiera il mondo intero. Solo allora potrai prenderlo con te per consegnarlo al Padre in una preghiera, forte d'intercessione, viva d'affetto per tutti.
Signore, Tu lo sai, quanto siamo derubati del tempo, delle forze, di tutto. Fa' che non ci scoraggiamo ma ad ogni costo cerchiamo il nostro spazio di "deserto" per l'intimità di una preghiera che purifichi e ravvivi il nostro cuore. Fa' che non cediamo e cerchino la stanza con la porta ben chiusa o qualcosa di simile. Soprattutto fatti incontrare da ciascuno nel silenzio del cuore.
"Dio ci dà volentieri appuntamento nella casa del silenzio".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore.

IL PADRE NOSTRO (Mt.6,7-13;Lc.11,1-4)

Dal poema di A. F.

Ai dodici che un dì

glielo avevano chiesto,

Gesù come pregare

rendeva manifesto;

e se pure altre volte

Lui lo aveva detto,

ancora a tutti quanti

ne ribadì il concetto:

<Usate parole

le più semplici e piane,

e soprattutto poche,

senza espressioni vane.

Lasciatele ai pagani

Le frasi a dismisura,

che credono in tal modo

ricever maggior cura.

Invece il Padre vostro

Lassù nei cieli sa,

la più segreta vera

vostra necessità:

infatti prima ancora

che voi glielo chiedate,

Lui già sa quanto voi

da Lui desiderate

DIRETE:- Padre Nostro,

che su nei cieli stai,

sia santificato

il nome che Tu hai,

e venga il Regno Tuo,

sia fatto il Tuo volere,

così qui sulla Terra,

come in cielo tra le sfere.

Donaci ogni giorno

Il pane quotidiano,

e grazie per la pioggia

da cui germoglia il grano;

rimetti a noi le colpe,

perdona i nostri errori,

come noi perdoniamo

i nostri debitori.

Fa che la strada giusta

Non lasciamo per la via.

Liberaci dal Maligno

Per sempre e così sia-.

Tenete bene a mente

Questo mio insegnamento,

lo andrete a dire a tutti,

ovunque soffi il vento…>

Ogni volta

Che voi lo recitate,

pensate che Gesù

lo declamò una estate.

Tutte le volte che

Lo recitate voi

pensate a Lui quel giorno

che lo insegnava ai Suoi.

Queste frasi che voi

Recitate a memoria

Son certo le parole,

più note della storia.

Di certo c'è qualcuno,

giallo, mulatto o nero

che ora mentre leggete,

lo sta dicendo intero.

Dai ghiacci all'equatore,

dai poli alla savana,

vien detta in ogni lingua

questa preghiera cristiana.

Ora tu che lo reciti

Pensa che non sei solo,

ma con altri milioni

dall'uno all'altro polo…

RIFLESSIONI

Parlandoci della preghiera e insegnandoci come bisogna pregare Gesù ci chiama ad una conversione della nostra preghiera. Ci dice dapprima di non essere come i pagani, che credono che nella preghiera le loro parole siano la cosa più importante. La cosa più importante è l'azione di Dio, molto più della nostra, e perciò è essere molto semplicemente in profondo rapporto con Dio. Non contano le parole, non contano i bei pensieri ed è un'illusione credere che, più sono le idee che abbiamo saputo mettere bene in ordine nella preghiera, più essa abbia valore. Non è quello che facciamo noi, ma quello che Dio fa in noi che conta.
Poi Gesù ci dà una preghiera che veramente converte la nostra, la cambia forse alla radice e così ci mette in condizione di "esaudire Dio". Noi chiediamo a Dio di esaudirci, ma più ancora quando preghiamo esaudiamo Dio, che desidera trasformarci se lo lasciamo agire in noi. Se preghiamo come ci ha insegnato Gesù, noi esaudiamo Dio e la nostra è una preghiera che può veramente trasformare la vita.
E certamente una profonda educazione alla preghiera quella che Gesù ci dà incominciando con domande tutte riferentisi a Dio: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà". E chiaro che spontaneamente, cioè nel nostro istintivo egoismo, noi non cominceremmo mai le nostre preghiere in questo modo, che è mettersi davanti a Dio, è contemplare Dio e desiderare che egli sia conosciuto, amato, che si realizzino i suoi progetti e non i nostri, così limitati e senza futuro.
Gesù ci ha dato l'esempio di una simile preghiera quando in circostanze angoscianti, la sua prima preghiera è stata: "Padre, glorifica il tuo nome!". Più esattamente dovrei dire che è stata la seconda preghiera, perché ha incominciato con una domanda: "Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora?" e ha rifiutato di pregare così, per dire invece: "Padre, glorifica il tuo nome" (Gv 12,2728).
Anche le preghiere concernenti direttamente la nostra vita sono educative per noi.
"Dacci oggi il nostro pane quotidiano". E una preghiera nello stesso tempo fiduciosa e limitata. Non si chiede la ricchezza, o di essere assicurati per tutto il resto della vita: si domanda per oggi il pane di oggi. Nel testo greco c'è un aggettivo che non si sa bene come tradurre e alla fine lo si traduce abitualmente "il nostro pane quotidiano" ispirandosi all'"oggi" immediatamente precedente. Ma è probabile che Gesù, qualificando il pane che ci fa chiedere, abbia pensato sia un pane necessario per la nostra vita, ma per la nostra vita spirituale.
"Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". Gesù continua ad educare la nostra preghiera mostrandoci che l'amore che Dio ci dà è legato al nostro amore per il prossimo. E subito dopo insisterà: "Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonerete, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". "Non indurci in tentazione ma liberaci dal male". Le ultime domande ci mantengono sempre al livello della vita spirituale. Non chiediamo di essere liberati dalla sofferenza, ma dal male. E' vero che si può considerare un male anche la sofferenza, ma non è la stessa cosa. Nella misura in cui essa è un male, domandiamo di essere liberati anche dalla sofferenza, ma accettiamo di soffrire fisicamente se questo serve al nostro bene. L'importante è che siamo liberati dal peccato, da tutto ciò che nuoce al nostro rapporto con Dio. Per questo domandiamo di essere liberati dalla tentazione e dal male, il male spirituale.
Siamo riconoscenti al Signore che ci ha così educati alla preghiera e cerchiamo di essere fedeli al suo insegnamento, per crescere nell'amore suo e dei fratelli.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 6,19-23)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

In Brasile circola un aneddoto a proposito di un certo Mataraso (un uomo ricchissimo, oltre ogni immaginazione) che arriva alle porte del cielo. Egli vuole entrare, beninteso, subito come in ogni altro luogo. San Pietro non trova obiezioni, ma gli chiede il suo biglietto d'ingresso, che costa soltanto mille lire. Mataraso scoppia a ridere: "Andiamo, san Pietro, voi scherzate! Mille lire? Ma prendete tutta la mia fortuna. Prendete le mie fabbriche, i miei alberghi, i miei castelli, i miei conti in banca, le mie azioni in borsa, i miei lingotti d'oro, le mie automobili, le mie aziende... Io non ne ho più bisogno. Prendetele e lasciatemi entrare".
San Pietro, per nulla impressionato, ribatte: "Neanch'io ne ho bisogno. Ti chiedo mille lire, non di più". Mataraso gira e rigira le sue tasche... Invano. Deve fare dietro front.
Così un proverbio dice: Mataraso non è potuto entrare in cielo, per colpa di mille lire".
Io non so se gli eredi di Mataraso lo ricordino con emozione, o se pensino di far dire una messa per il riposo della sua anima. Non sappiamo nulla di lui, a parte il fatto che era immensamente ricco.
Ma noi tutti conosciamo uomini e donne che non possedevano nulla, ma ci hanno lasciato un'eredità spirituale estremamente arricchente.
Penso a san Francesco d'Assisi, così invaghito di madonna povertà, a santa Teresa, a san Francesco di Sales, a san Louis Grignion de Montfort, a sant'Ignazio di Loyola, a san Domenico, a sant'Agostino, a sant'Antonio abate e a sant'Antonio di Padova, che trascinano tante persone a dedicarsi a Dio e al proprio prossimo.
Questi poveri hanno saputo scoprire il vero tesoro, imperituro, inestimabile, che hanno diviso e continuano a dividere con tutti coloro che ripongono la propria fiducia e la propria ricchezza in Dio. Cosa sarebbe il mondo senza questi giganti della fede?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca, (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

A Zaccaria si scioglie la lingua e supera l'incapacità di parlare dopo avere obbedito alla Volontà di Dio. Da quando aveva voluto discutere l'annuncio dato dall'Arcangelo, non poteva parlare.
Prima dell'ingresso nel mondo del Figlio eterno con un Corpo umano, sono avvenute alcune vicende molto significative. Questa di Zaccaria non è marginale, innanzitutto c'è l'annuncio e il dono di Dio della maternità alla moglie Elisabetta, anziana e sterile, inoltre viene manifestato l'agire di Dio quando deve realizzare i suoi progetti.
Dio si serve di persone semplici, considerate quasi insignificanti dalla società superba e cieca. Si serve dei bambini come in diverse apparizioni oppure di adulti ignorati da quanti vivono lontani da Dio. Quelli che non stimano le persone secondo i valori morali ma seguendo la legge dell'egoismo.
Dio stesso per mostrarsi al mondo prese un Corpo umano, si presentò nelle sembianze di un neonato per dirci che noi dobbiamo diventare piccoli nel cuore e nella mente. È questo il cammino difficile che incontrano molti credenti, e provo grande comprensione quando agiscono nella superbia e nell'orgoglio, e "non sanno quello che fanno".
Se io provo grande dolore quando leggo oppure osservo i comportamenti di quanti pensano di seguire Gesù ma camminano in un percorso parallelo e sbagliato, molto più grande è la sofferenza del mite Cuore del Signore Gesù.
Vorrei che tutti comprendessero che la vera realizzazione umana passa attraverso Gesù, con la mediazione della Madonna!
Non c'è altra felicità piena e reale fuori da Loro, tutto è una finzione e non dovete accettare mai l'ipocrisia del mondo o la mentalità licenziosa.
Dio ci ha regalato le Leggi che permettono il raggiungimento della vera felicità in questa vita, una felicità interiore, quindi spirituale, che può convivere benissimo con qualche sofferenza. Chi segue i dieci Comandamenti è padrone della sua volontà e la mette al servizio di Dio.
Si diventa adulti nello Spirito. Tutto cambia nella vita.