Testo:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 11,1-10)
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte
degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel
villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro
legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se
qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno,
ma lo rimanderà qui subito"».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada,
e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo
puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi
salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle
fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano,
gridavano:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che
viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!». Parola del Signore.
***
TESTO:-
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco. (Mc 14,1-15,47)
- Cercavano il modo di impadronirsi di lui per
ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli
scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire.
Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del
popolo».- Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a
tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di
puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il
profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché
questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli
ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto
un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete
far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che
era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità
io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in
ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».- Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare
loro Gesù. Quelli, all'udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del
denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.- Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli
gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la
Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e
vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà,
dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore
una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I
discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e
prepararono la Pasqua.- Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e
mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con
me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro:
«Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la
mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai
a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per
quell'uomo se non fosse mai nato!».- Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell'alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo
diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e
rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio
sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non
berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel
regno di Dio».- Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro:
«Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
"Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse".
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche
se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico:
proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte
mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi
morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.- Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli:
«Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e
cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino
alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra
e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva:
«Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non
ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e
disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?
Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la
carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi
venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti
pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse
loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio
dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco,
colui che mi tradisce è vicino».- Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui
una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e
dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo:
«Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta».
Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le
mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il
servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro:
«Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni
giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si
compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo
seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo
afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.- Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei
sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin
dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i
servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano
una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti
infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano
concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo:
«Lo abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio, fatto da mani
d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"». Ma
nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi
in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa
testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di
nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio
del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo
ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti
sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a
bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo
schiaffeggiavano.- Non conosco quest'uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo
sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli
disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so
e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò.
E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro».
Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero,
tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e
a giurare: «Non conosco quest'uomo di cui parlate». E subito, per la seconda
volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva
detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E
scoppiò in pianto.- Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto
il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono
via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?».
Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte
cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante
cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase
stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a
loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai
ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era
radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose
loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva
infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i
capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in
libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque
che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo
gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi
gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla
folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò perché fosse crocifisso.- Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e
convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona
di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re
dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso
e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti
beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti,
poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.- Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di
Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero
Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino
mescolato con mirra, ma egli non ne prese.- Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò
che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La
scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui
crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.- Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi,
tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso
scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra
loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare
se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e
crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.- Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?»,
che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo,
alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di
aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo:
«Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte
grido, spirò.(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si
trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero
quest'uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di
Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali,
quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano
salite con lui a Gerusalemme.- Giuseppe fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il
regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si
meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era
morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli
allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo
e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra
all'entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a
osservare dove veniva posto. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
È allo stesso tempo
l'ora della luce e l'ora delle tenebre.
L'ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato
istituito, ed è stato detto: "Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il
Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la
volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha
dato, ma lo risusciti l'ultimo giorno" (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata
dall'uomo così anche la risurrezione è arrivata dall'uomo, il mondo è stato
salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto.
Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che
non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma
della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro
dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l'incarnazione demoniaca e disumanizzata del
male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era
un brav'uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito
che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Ma sua madre l'ha forse
allattato perché si dicesse di lui: "Sarebbe stato meglio per quell'uomo se non
fosse mai nato!"? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue
monete d'argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la
disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro
che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non
restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al
pentimento di Giuda? Gesù l'ha chiamato "amico". Che cosa comporta allora
l'averlo chiamato "amico"? L'amarezza di una persona tradita? Non chiariremo
mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare
nulla. Giuda Iscariota non sarà più "complice" di nessuno.
Gesù
entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e
risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella
città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere
partecipi della sua risurrezione.
Accompagniamo con Maria esultanti il Cristo, nostro Re e Signore.
Imitiamo le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro,
che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta
serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si
riempì dell'aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse:
«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati
ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era
un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della
mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete
me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e
accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva
risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche
Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso,
ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa
si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli,
che stava per tradirlo, disse: "Perché non si è venduto questo profumo per
trecento denari e non si sono dati ai poveri?". "Gesù allora disse:
Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura". Gv
12, 3-5; 7
Il racconto dell'unzione di Gesù a Betania è uno dei più sorprendenti e
delicati dell'Evangelo. Esso si colloca nell'ultima settimana della vita
terrena del Signore e viene interpretato da Gesù stesso come una profezia
anticipatrice della sua morte imminente. Si tratta d'una specie di "ultima
cena" con i suoi intimi amici di Betania, ed ha tutto il sapore dei
momenti di addio. A compiere quest'atto unico ed irripetibile, e profetico, è
proprio Maria, la donna amante dell'ascolto e del silenzio (cfr. l'episodio di
Marta e di Maria: Lc 10,40). Possiamo essere certi, dunque, che il suo gesto
così spettacolare, non è per nulla viziato da umano esibizionismo e ci dice
tutta la solennità e l'importanza della scena descritta. «Prese... cosparse...
asciugò...la casa si riempì». L'azione viene descritta come al rallentatore, in
un clima di sospensione, che impone una pausa, per consentire al lettore di
assimilare la scena in tutti i suoi particolari. Sono i quattro verbi di questa
azione sacra, compiuta con le mani e con i capelli, senza alcun bisogno di
parole superflue. Il gesto parla eloquentemente da solo. Nell'unguento versato
è Maria stessa che si versa, che consegna sé stessa, che si effonde come una
profumata confessione di fede e di amore in colui che ella riconosce e chiama
il suo "Signore" (Gv 11,32). Solo un cuore amante, ispirato e libero
poteva giungere a un atto così gratuito.
Il vero protagonista del racconto è il profumo: l'unguento di nardo. Si tratta
d'un olio profumato assai prezioso e genuino: una libbra (circa un terzo di
chilogrammo) d'un unguento preziosissimo, valutato da Giuda (che se ne
intendeva bene!) fino a trecento denari, che è l'equivalente del salario medio
d'un anno di lavoro di un operaio agricolo. Una cifra enorme! Ma il prezzo e il
valore di questo profumo va interpretato nel suo significato più vero. È
l'AMORE che è senza prezzo! Maria compie questo gesto grandioso facendosi
rappresentante dell'intero corpo dei discepoli, di tutti quelli che amavano
Gesù e di tutti coloro che, pur non avendolo visto, lo avrebbero amato lungo i
secoli. Quindi, Maria ha compiuto questo gesto anche per noi! In questa donna
Dio trova finalmente ciò che da sempre cerca ardentemente: essere amato da chi
ama. Ciò che Maria fa, anticipa quello che Gesù farà tra poco: tra sei giorni
il vaso del suo corpo sarà spezzato ed esalerà la sua Vita come un profumo
senza prezzo per la salvezza del mondo! La Chiesa è ora rappresentata da Maria,
la "sposa" che risponde all'amore dello Sposo (Ct 1,3). Con Maria di
Betania finalmente l'AMORE è amato e vive. Ora il suo profumo riempie tutta la
casa.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 13,21-33.36-38)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente
turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora
uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di
Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui
parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E,
intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.
Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei
commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che,
poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci
occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli,
preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e
Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo
glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco
sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche
a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado,
tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore,
perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai
la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo,
prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, è l'esempio per eccellenza della
cattiveria umana. Nel corso della storia, molti uomini hanno tradito i loro
amici, coniugi, genitori, figli, concittadini o altri uomini fratelli. Questi
uomini hanno stimato cosa da poco la solidarietà e la comunione umana. Ora,
nella persona di Giuda, quest'ondata di indifferenza e di cattiveria si alza e
si rovescia contro Gesù stesso, che in quanto Logos - Verbo - è il fondamento
di ogni relazione positiva.
Durante la Settimana Santa, la sorte terrena del mediatore sarà decisa dal
bacio del traditore. Ma il tradimento e la consegna di Gesù ai suoi nemici
sarebbero impossibili senza l'azione, ad un livello più profondo, del Padre
eterno che, attraverso le circostanze dell'Ultima Cena e della preghiera al
Getsemani, si consegna lui stesso nella persona del Figlio. Compie così, nel
tempo, il dono totale di sé che, nell'eternità, egli compie con la discesa
dello Spirito Santo, il cui essere è Amore. La Passione di Gesù esprime nel tempo
ciò che il Padre è nell'eternità. Così il tradimento di Giuda, colmo com'era
della perversità del peccato, diventa il mezzo attraverso cui lo Spirito
d'amore viene mandato in questo mondo, per salvarlo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 26,14-25)
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei
sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli
gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione
propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:
«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli
rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo
è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come
aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In
verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli
rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi
tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a
quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo
se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?».
Gli rispose: «Tu l'hai detto». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù, vedendo che la sua ora si avvicina, fa preparare la Pasqua. Durante la
cena, annuncia il tradimento di Giuda. Il salmista aveva già previsto il
tradimento dell'amico (Sal 041,10). Il popolo di Giuda condanna Gesù e lo
consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i servitori,
uccidono anche il figlio del padrone. "Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che
cosa ti ho stancato? Rispondimi" (Mi 6,3). Giuda vende Gesù per trenta monete
d'argento. Il valore di un servo era di trenta sicli d'argento (Es 21,32). Si
valutò con lo stesso valore il profeta che era decaduto (Zc 11,12s). Ed è
ancora questa somma che il sinedrio dà per Gesù.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano. Tutto,
da sempre, era presente agli occhi di Dio. L'azione dell'uomo era prevista, ma
non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la responsabilità a
colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del
Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché
possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua,
come membra vive della sua Chiesa.