TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai
sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo
interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande
comandamento?».
Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la
tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento.
Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da
questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
I farisei vivevano per meditare la legge, per capirla, per interpretarla. Alcuni sono riusciti a capire Gesù Cristo che ha detto a uno di loro che non era lontano dal regno dei cieli (Mc 12,34). E un altro fariseo, Paolo di Tarso, riuscì ad essere l'apostolo dei gentili. Ma tanti tra di loro, al contrario, rifiutavano il giovane Rabbi di Nazaret, e lo hanno messo a morte sulla croce... Interpretando la legge, i farisei ottenevano una casistica minuziosa che rendeva il giogo della legge insopportabile. Ed è per questo che non potevano capire Gesù che, secondo loro, infrangeva il riposo del sabato guarendo i malati il sabato, e anche dicendo che il Figlio dell'uomo era padrone del sabato e che questo giorno, così importante, era stato fatto per l'uomo, e non il contrario... (Mt 12,8; Mc 2,27). Gesù disfa il repertorio molto complicato dei precetti, e lo riassume nell'amore di Dio e del prossimo sopra tutto. Egli considera che questo è il primo comandamento, da cui tutti gli altri derivano... Di fronte a queste parole non possiamo fare altro che rivedere la nostra condotta, riconoscere i nostri errori e proporci in modo concreto di vivere per amore, di morire per amore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 13,10-17)
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C'era
là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non
riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua
malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava
Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione
di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si
deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di
sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di
voi slega il suo bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E
questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto
anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre
la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
La parola di Gesù, il suo insegnamento, è forza di vita. Essa raddrizza tutto
ciò che, nell'essere umano, è storto.
Guarisce tutto ciò che si oppone alla pienezza della vita. La donna inferma,
incapace di alzarsi, e il capo della sinagoga, indignato per la misericordia di
Gesù, sono tutti e due, per ragioni diverse, chiusi nella gioia della lode.
La donna è piegata sul suo corpo, annientata da una sofferenza che le impedisce
di stare in piedi davanti a Dio. Ma per mezzo del suo sguardo e della sua
parola, Gesù le presta, a lei sola, la stessa attenzione che presta a tutta
l'assemblea del giorno di sabato, e la ristabilisce nella gioia di vivere.
Il capo della sinagoga è piegato dalla durezza del suo cuore. Se egli stesse in
piedi, davanti a Dio, a viso scoperto, non riconoscerebbe forse nella
guarigione di questa donna la bontà di Dio? "Ipocriti!". Gesù non si rivolge
solo a lui. Egli desidera sciogliere ogni resistenza alla pienezza in tutti i
cuori umani. Egli è venuto a liberare la bontà umana da ciò che la ostacola,
perché nell'amore senza limiti l'essere umano ritrovi Dio.
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO A. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Martedì Della XXX
Settimana Del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 13,18-21)
Il regno di Dio? È simile al lievito,
che una donna prese e mescolò in tre misure di farina.
31 Ottobre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa
lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e
gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo
vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al
lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu
tutta lievitata». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Regno di Dio dovrebbe crescere soprattutto nei credenti, e dalle loro opere
si riconosce o meno la presenza di Dio. La crescita del Regno di Dio è
spirituale, e dove cresce ciò che appare all'esterno sono le buone opere, la
pratica delle virtù, la bontà, la verità e l'onestà.
Questo è il Regno di Dio nell'anima: la presenza della sua Grazia e la
corrispondenza del credente alla volontà di Dio.
Come vediamo nel mondo il Regno di Dio non cresce, sono milioni i personaggi
che cercano intenzionalmente di bloccarlo nelle anime, distraendole con mille
diverse maniere. L'assenza del Regno di Dio nelle anime si vede dalla
corruzione dilagante, dalla disonestà che diventa una pratica che si osserva
spontaneamente, dal vuoto interiore che rende paranoiche miliardi di persone.
Chi dovrebbe controllare spesso è il capo anche delle truffe, qui sta il
paradosso difficilmente recuperabile. Con il passare dei mesi, dei giorni,
aumentano le truffe in tutti i settori della vita sociale, da questo si
comprende che Dio viene ignorato sistematicamente dalla stragrande maggioranza
della popolazione mondiale. Senza Dio si vive nelle tenebre e ogni
trasgressione morale diventa una buona occasione per divertirsi e fare come gli
altri…
L'imitazione della depravazione ha rovinato tutti quelli che non hanno mai
scoperto la loro personalità.
Sono miliardi le persone che vivono come canne al vento, seguono la direzione
delle mode più assurde e umilianti, ma si sentono bene perché si aggregano al
gruppo, fanno parte di una ideologia anche se non conoscono gli altri, non li
hanno mai incontrati.
Queste persone sono agitate dalle
tendenze istintive e non riescono a controllarle, infatti rimane impossibile ad
esse dominare le spinte emotive. Nessuno nasce perfetto e ognuno può crescere
migliorandosi giorno dopo giorno. Deve crescere il Regno di Dio in noi, questo
è il primo impegno che si deve sostenere per diventare un cristiano autentico.
Sono molti quelli che truffano sapendo che è un reato, ma la coscienza non è
pura, non rifiuta mai quel comportamento corrotto e lo giustifica. Ma dove non
è presente la corruzione? Le persone oneste sono sempre meno dei disonesti,
sono oneste perché hanno dei valori che rispettano e trasmettono ai loro figli.
"Dai loro frutti li riconoscerete" (Mt 7,16). È l'indicazione che ci offre Gesù
per conoscere l'interno di una persona. Non bisogna giudicare, è una
costatazione veritiera sulla condotta di una persona, e se è dedita alla truffa
non si può dire che è santa. I frutti che mostrano tutti sono buoni o cattivi.
Già la mattina dobbiamo chiederci quali frutti vogliamo far crescere nella
giornata per far sviluppare il Regno di Dio in noi.
Nel corso della giornata riflettiamo su come ci siamo comportati e la sera non
manchi mai un esame per valutare cosa abbiamo fatto.
Come ci siamo comportati nella giornata? Abbiamo amato e perdonato? Siamo stati
sinceri e corretti? Abbiamo controllato la retta intenzione e i pensieri? Siamo
stati premurosi e fervorosi nelle preghiere e nel colloquio spirituale con Gesù
e Maria?
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO A. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Mercoledì Della XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno A
Solennità Di Tutti I Santi
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
1 Novembre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si
avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro
dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché
grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti
che furono prima di voi». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già posseggono l'eredità della
gloria eterna. Quelli che hanno voluto vivere della loro grazia di figli
adottivi, che hanno lasciato che la misericordia del Padre vivificasse ogni
istante della loro vita, ogni fibra del loro cuore. I santi contemplano il
volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Sono i fratelli maggiori
che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come ognuno di noi,
tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro
desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze.
Questa beatitudine che dà loro il condividere in questo momento la vita stessa
della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che il sangue di Cristo ha
loro acquistato. Nonostante le notti, attraverso le purificazioni costanti che
l'amore esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni speranza umana,
tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall'amore e scomparire affinché Gesù
fosse progressivamente tutto in loro. È Maria, la Regina di tutti i Santi, che
li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo seguito che
essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con
lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO A. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Giovedì Della XXX Settimana
Del Tempo Ordinario Anno
Commemorazione Di Tutti I Fedeli Defunti
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,37-40)
Tutto ciò che il Padre Mi dà, verrà a Me:
Colui che viene a Me, Io non lo caccerò fuori.
2 Novembre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo
caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la
volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede
in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Fino a quando il Signore Gesù verrà nella gloria, e distrutta la morte gli
saranno sottomesse tutte le cose, alcuni suoi discepoli sono pellegrini sulla
terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine
godono della gloria contemplando Dio. Tutti però comunichiamo nella stessa carità
di Dio. L'unione quindi di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non
è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali
(cfr Conc. Vat. II, Costituzione dommatica sulla Chiesa, «Lumen gentium», 49).
La Chiesa fin dai primi tempi ha coltivato con grande pietà la memoria dei
defunti e ha offerto per loro i suoi suffragi (ibidem, 50). Nei riti funebri la
Chiesa celebra con fede il mistero pasquale, nella certezza che quanti sono
diventati con il Battesimo membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso
la morte, passano con lui alla vita senza fine. (Cfr Rito delle esequie, 1). Si
iniziò a celebrare la Commemorazione di tutti i fedeli defunti, anche a Roma,
dal sec. XIV.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 14,1-6)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi
stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di
idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no
guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo
congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo
tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a
queste parole. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Fin dalla nostra più tenera
infanzia, genitori e professori hanno tentato di insegnarci a vivere: come
sedersi a tavola, salutare, rispettare le persone più anziane, presentarsi a
chi non ci conosce... Chi sa e mette in pratica queste cose passa per una
persona ben educata. Ciò rende più facile la vita a lui e agli altri. Si
comporta come conviene nelle situazioni abituali, con soddisfazione di tutti,
senza riflettere troppo e senza fatica.
La pratica religiosa osserva un rituale prestabilito: preghiera e
raccoglimento, sacrifici e risposta dell'uomo ai comandamenti celesti che,
nelle diverse civiltà, hanno forme ben definite. Nessuno screditerà il valore
di un culto reso a Dio, né disprezzerà le buone abitudini che avvicinano a Dio.
Tuttavia, il seguire scrupolosamente la legge non dà garanzia alcuna quanto
all'avere compreso il senso di tale obbligo. Si tratta ancor meno di
un'esigenza: stima da parte degli altri uomini o ricompensa Divina per le
nostre opere spirituali.
Il Dio di Gesù Cristo si aspetta qualcosa di più di una pia abitudine, anche se
irreprensibile. Gesù ci rivela che comandamenti e doveri non riguardano azioni
esterne. Sono vincoli che permettono a Dio di conquistare il cuore dell'uomo.
"Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo per
fare, o Dio, la tua volontà", dice Cristo giungendo in questo mondo (Eb
10,5-7). E il discepolo non può interpretare le prescrizioni di devozione in
modo diverso dal maestro. Se lo segue, il rigido ritualismo si attenua. Dio è
anche il Signore del pensiero e della volontà umana, non soltanto dei movimenti
del corpo e dell'uso particolare di certi oggetti. Insomma: è l'amore che
determina la nostra risposta.
La pratica di devozioni dei farisei era impressionante: il digiuno e
l'elemosina erano spesso portati all'estremo. Ciononostante, Gesù rimprovera
vigorosamente questi uomini, essenzialmente per la meschineria del loro
pretendere di conteggiare tutte le loro buone azioni di fronte a Dio. Ma li
condanna anche per un'altra ragione: la loro pretesa perfezione non era un
riflesso della perfezione divina come, invece, avrebbe dovuto essere. Mancavano
loro la benevolenza e l'amore. Ma Dio è Amore.
Per tornare al brano del Vangelo: esso pone interrogativi soprattutto alle
anime che si autodefiniscono pie.
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO A. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Sabato Della XXX Settimana
Del Tempo Ordinario Anno A
San
Carlo Borromeo
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 14,1.7-11)
chiunque si esalta sarà umiliato,
e chi si umilia sarà esaltato.
4 Novembre 2023
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi
stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché
non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui
venga a dirti: "Cedigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare
l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto,
perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più
avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque
si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore.
RIFLESSIONE
"È giunto secondo": ecco quanto si dice con ironia e commiserazione di chi non
ce l'ha fatta. Lo sport e il gioco sanciscono premi ai migliori. Chi, invece,
corre al di fuori della gara, per quanto inattesa sia la sua prestazione, non
ottiene onori. E noi ci dirigiamo con ogni sforzo verso la meta, sotto le luci
del palcoscenico del potere politico, economico e culturale. Ci facciamo largo
per essere i primi tanto nella nostra vita professionale quanto nella vita
privata. E dimentichiamo facilmente o, peggio, respingiamo coloro a cui abbiamo
fatto sgambetti lungo il cammino verso la nostra meta. Non è questa la prassi
comune in una società in cui ci si fa largo con i gomiti? È la società stessa
che, praticamente, ci spinge a farlo.
Non è strano, allora, che anche nella Chiesa ci sia la lotta per occupare un
posto di responsabilità. È una lotta combattuta da individui, assemblee,
istituzioni, consigli, comitati di redazione, facoltà. Del resto, nella
comunità della Chiesa avviene anche che una parte combatta l'altra: le donne
tentano di opporsi alla predominanza degli uomini. Nessuno vuole l'ultimo
posto.
Il Vangelo di oggi si oppone a tale spirito del nostro tempo e della nostra
esperienza personale: chi mi ha mai chiesto di salire di grado? Quando mai mi
sono guadagnato con le mie forze influenza e competenza? Meglio ancora, la
parola di Gesù corregge la natura umana dalla menzogna di ogni tempo: quando
mai colui che è il re del creato - e la cui crescita segue il normale corso -
s'è volontariamente umiliato?
Eppure il nostro Signore l'ha fatto: "Facendosi obbediente fino alla morte e
alla morte di croce (Fil 2,8). E san Paolo ci presenta il cammino di Cristo
come un esempio da seguire: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in
Cristo Gesù" (Fil 2,5).
Ancora una volta, il Vangelo e il senso comune sono in contraddizione fra loro.
Ma la parola e i gesti di Gesù sono perfettamente chiari. Egli mostra come sarà
salvata l'umanità. Non ci si può sbagliare. Non possiamo minimizzare la
difficoltà di seguirlo. E se qualcuno si rifugerà nella confortevole illusione
di se stesso, nel giorno delle "nozze", il padrone di casa lo porterà alla
dolorosa conoscenza di sé. Gli negherà quel posto d'onore per cui tanto si sarà
dato da fare al banchetto della vita eterna.
Nel primo capitolo del Vangelo di Luca, Maria canta il "Magnificat". Una donna
loda Dio perché ha rovesciato l'ordine abituale di questo mondo: "Ha rovesciato
i potenti dai troni, ha innalzato gli umili" (Lc 1,52). Dio non vuole tenere
l'uomo lontano dall'altezza e dagli onori. Soltanto, la creatura non deve
cercare di guadagnarseli con le sue forze, rischiando di infrangere l'ordine
stabilito dal creatore e salvatore. Deve, invece, riceverli, affinché tale dono
sia occasione di lode e di ringraziamento al Signore.
RIFLESSIONE
San Carlo Borromeo Un pastore buono è un dono eccellente per la Chiesa, come san Carlo è stato
per la Chiesa di Milano e per tutta la Chiesa. Consacrato vescovo a soli 25
anni, questo giovane, vissuto negli agi e negli onori del suo rango, si diede
tutto al servizio del suo popolo, profondendo ricchezze e salute, sostenendo
fatiche e penitenze estreme, che certamente gli abbreviarono la vita. Propugnò
con energia e pazienza l'applicazione del Concilio di Trento, con la costante preoccupazione
di formare sacerdoti santi e pieni di zelo.
L'amore di Gesù crocifisso era per lui modello e continuo sprone. "San
Carlo è stato detto fu l'uomo della preghiera, delle lacrime, della penitenza
intesa non come opera eroica ma come partecipazione misteriosa, appassionata
alle sofferenze di Cristo, al suo entrare nel peccato del mondo, fin quasi allo
scoppio del cuore e alla divisione dell'animo".
Oggi preghiamo in modo speciale per il nostro papa, vero buon pastore intrepido
e noncurante di sé, che moltiplica i viaggi, i discorsi, che accoglie tutti,
che annuncia con coraggio e franchezza la verità del Vangelo in ogni
circostanza e in ogni punto del mondo.