TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di
mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal
sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo
dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non
posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore.
***
Sequenza
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
***
«Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci e
in esso esultiamo».
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del
Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto?».
RIFLESSIONI
EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI Gv 20,1-9
È la Pasqua di Resurrezione di Gesù, un momento storico ma pieno di mistero, un
fatto inusitato e al solo ripeterlo manda in crisi i più increduli. Un Uomo è
Risorto, ma nessun uomo ha questa facoltà, il potere di disporre della sua vita
come desidera. D'altronde, se un uomo è morto non ha alcuna capacità né
possibilità di decidere come e quale azione compiere.
L'uomo mortale è limitatissimo, basta poco per patire una grave malattia, per
smarrire l'onesta identità, per perdere tutto quello che ha, anche gli affetti
più assicurati. Chi è l'uomo fatto di fango che si muove in questo mondo e
pretende di sostituirsi anche a Dio?
Alla prima tribolazione cade precipitosamente e spesso non trova alcun appiglio
per rialzarsi. L'uomo da solo è un composto di egoismo, orgoglio e superbia, si
illude di poter fare a meno di Gesù e vive con forte agitazione e crescente
apprensione, tanto che la pressione arteriosa è sempre più alta del normale.
L'umanità è poco attenta al fine dell'esistenza, ciò per cui vale la pena
vivere e sacrificarsi, essa è troppo concentrata sui mezzi che devono produrre
necessariamente piaceri incessanti, e se non li trovano in un modo cercano
altre condizioni per soddisfare la carne. Proprio la carne si decomporrà e
diventerà cenere, mentre l'anima vivrà eternamente ed è l'anima nell'aldilà a
dare forma al corpo.
A Gesù non è avvenuto questo, il suo Santissimo Corpo non si è decomposto e la
sua Anima non ha dovuto dare forma spirituale al Corpo per renderlo visibile.
Gesù è Risorto con il suo Corpo autentico, questo è l'annuncio che sconvolge
tutti, la sua Resurrezione fa tremare tutte le montagne del mondo, a cominciare
dalla catena montuosa dell'Himalaya lunga circa 2.400 km dove si trovano le
cime più alte della terra, come l'Everest (8848 metri), il K2 (8611 metri).
La Resurrezione di Gesù scompiglia tutti i calcoli umani, capovolge la forza
della natura la quale si sottomette a Lui, tutto diventa sottoposto al Figlio
dell'Uomo e nessuna cosa può sentirsi libera dal potere Onnipotente di un Dio
che mostra di poter morire nel Corpo di Carne ma di risorgere quando
stabilisce, perché è il Signore della Vita.
Gesù è il Vivente, ai suoi nemici è apparso debole dopo che aveva dimostrato
l'Onnipotenza nel far risorgere i morti, che aveva dominato ogni forma di
malattia e aveva comandato anche alla natura sconvolta in una notte di pesca
con gli Apostoli tramortiti, di calmarsi, di tacere.
«Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella
barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e
dormiva. Allora Lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non T'importa che
moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci,
calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro:
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi
da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque Costui, al quale
anche il vento e il mare obbediscono?"» (Mc 4,37-41).
I miracoli e l'Onnipotenza di Gesù che conosciamo dal Vangelo, non sono
assolutamente rimasti nel Sepolcro di Giuseppe d'Arimatea, non poteva avvenire
perché il Signore è Risorto, è vivo come duemila anni fa ma con il suo
autentico Corpo glorificato. Infatti dopo la sua Resurrezione per convincere
gli Apostoli che veramente era vivo, quindi Risorto, mangiava insieme a loro
del pesce, proprio come faceva nei tempi passati.
«Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da
mangiare?". Gli risposero: "No". Allora disse loro:
"Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La
gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora
quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon
Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché
era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la
barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra
se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora".
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di
centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava
domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere
risuscitato dai morti» (Gv 214-14).
Mi commuovono questi brani, la bontà di Gesù è indefinibile, non ci sono
termini per darle una adeguata valutazione. Fece trovare un fuoco di brace e
del pesce che si arrostiva, anche del pane, tutto era comunque un miracolo,
tutto apparso dal nulla, come solo un Dio vivo e vero era capace di fare.
La società oggi non aiuta a vivere cristianamente e anche i cristiani deboli
vengono assorbiti in un vortice di vanità e di vita sprecata, perdendo ogni
riferimento verso Gesù per la forza irresistibile delle pressioni esterne che
arrivano da moltissime parti.
Molti cristiani non sono più convinti che Gesù è vivo, perché non ne fanno più
esperienza e nelle difficoltà non Lo cercano, si rivolgono altrove... Gli
innumerevoli peccati che commettono come i grandi peccatori, li indeboliscono
sempre più e l'anima perde ogni tensione verso Dio. Anche il cristiano diventa
un peccatore incallito e può essere nemico di Gesù imitando il traditore
impiccato.
Non lasciamoci portare via Gesù dai personaggi che tentano di rubarci l'anima
con le loro teorie assurde che interpretano con maestria. Se andiamo a leggere
la vita che conducono... restiamo disgustati. Pubblicamente si mostrano sani e
puri... ma il loro intento e farci staccare da Gesù Risorto.
Non permettiamo a chiunque di distruggere la nostra Fede, la nostra sicura
certezza che Gesù è Risorto, è vivo e vero.
La Madonna oggi è raggiante di gioia per la Risurrezione di Gesù, e La
ricordiamo così, anche se il suo Cuore soffre per tutti noi!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le
donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare
ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e
annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si
riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma
di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di
notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse
all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni
ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
In questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita
quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente
alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è
vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta
con loro e per loro fino all'ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il
significato della vita.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro
narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca,
come oggi.
San Matteo parla di Maria di Magdala e dell'"altra Maria", che incontrano un
angelo al levarsi del giorno vicino alla tomba. Quando gli obbediscono e
lasciano la tomba, il Cristo risuscitato va ad incontrarle. Conferma egli
stesso la missione che li aspetta: "Andate ad annunziare ai miei fratelli che
vadano in Galilea e là mi vedranno".
Ed è anche presso la tomba vuota che si sviluppano la nuova opposizione - che
contesta la risurrezione - e il rifiuto di credere. Mentre le due donne sono in
cammino, le guardie si recano in città dai loro capi. Questi sanno che è
inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza
terrestre può resistere od opporsi all'opera di Dio. Pertanto, poiché non
possono accettare la verità della Pasqua, danno al mondo una "spiegazione".
Spiegazione che può trarre in inganno solo coloro che si rifiutano di
incontrare il Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti
l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo
di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno
portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse
Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che
fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella
si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù
le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va'
dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro"».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò
che le aveva detto. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò
che le aveva detto." GV 20, 18
Guardiamo la resurrezione da un'altra prospettiva, questa volta con il racconto
di Giovanni evangelista: Maria Maddalena, anche lei andata al sepolcro, corre
dai discepoli e dice loro. "Ho visto il Signore!".
La Parola fatta carne che si era fatta sempre sentire, ora si fa vedere.
Immediatamente dopo la resurrezione la prima esperienza di Gesù è attraverso
gli occhi. Occhi che non sempre vedono e riconoscono. Occhi che devono
prepararsi a distinguere nella nuova forma, quel Gesù di prima ormai così
familiare. Occhi che si emozionano perché vedono chi temevano di non vedere
più.
La donna vede e crede. Anche Giovanni sulla scia della sua testimonianza, corre
al sepolcro, si inginocchia, vede e crede...
Signore, donaci di vedere e di credere. Donaci di non chiudere gli occhi, di
non tradire lo sguardo che si orienta a te.
La voce di un teologo
"Costituiscono uno stesso SEGNO un seno vergine trovato pieno e una tomba
piena trovata vuota" K. Barth
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era
accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi
lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò
che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre
autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno
crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele;
con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma
alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla
tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto
anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l'hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i
profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e
il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e
lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava
le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti
gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il
Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era
accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gi evangelisti ci consegnano, condensata in un racconto, l'esperienza pasquale
che porta una risposta sempre nuova a coloro che si interrogano.
San Luca racconta dei due discepoli in cammino il giorno di Pasqua: lontano da
Gerusalemme e dalla comunità degli altri. Essi vogliono lasciare dietro di sé
il passato che li lega a Gesù, ma non possono impedirsi di parlare senza sosta
del peso che hanno sul cuore: Gesù è stato condannato, è morto sulla croce...
non può essere lui il Salvatore promesso. Tutti e due, immersi in se stessi,
non riconoscono colui che li accompagna sul loro cammino di desolazione. La
fede nella potenza di Dio non basta loro per superare la morte. Ed è per questo
che non capiscono cosa egli vuole dire quando fa allusione a Mosè e ai profeti.
È a sera, nell'ora della cena, mentre egli loda il Signore spezzando e
dividendo il pane, che i loro occhi e i loro cuori si aprono. Anche se non
vedono più Gesù, sono sicuri che è rimasto là, vivo; che lo si può incontrare
attraverso la parola, e le cene. Con questa certezza, fanno marcia indietro per
ritornare a Gerusalemme, nella comunità dei discepoli. È qui che si riuniscono
e discutono gli avvenimenti di Pasqua, sui quali si basano i principi della
fede. "È risuscitato e apparso a Simone" (il primo degli apostoli): ecco una
delle frasi nelle quali si inserisce l'incontro pasquale dei due discepoli di
Emmaus.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il
pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e
disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un
fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo
questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:
«Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce
arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi:
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e
disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo
giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il
perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete
testimoni». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo di oggi è
uno dei momenti più suggestivi, vediamo anche che Gesù mangia del pesce
arrostito con gli Apostoli ma prima domanda: "Avete qui qualche cosa da
mangiare?".
Anche se gli Apostoli Lo avevano già visto Risorto, erano ancora presi da un
timore deferente e rispettoso verso Gesù e non trattavano con Lui come quando
giravano per le città. Anche allora nutrivano un rispetto superiore quasi alle
loro capacità, dopo la Risurrezione erano esitanti e imbarazzati.
Gesù appariva agli Apostoli ed essi nutrivano maggiore rispetto. Era Risorto,
glorioso e gli Apostoli Lo percepivano non come l'Uomo che per tre anni girava
a predicare con loro, Lo identificavano con una visione molto più spirituale.
D'altronde, se Gesù è Risorto dalla morte non può che essere il Figlio di Dio.
Gesù è capace di far risorgere quanti sono morti nello spirito e vagano nel
mondo senza meta, seminando corruzioni nelle loro giornate e profondamente
risoluti nel fidarsi solamente delle loro potenzialità. Non solo i più deboli,
anche quelli che rivestono incarichi di responsabilità cadono in continui errori
se la loro Fede non è la vera bussola.
Sono molti quelli che hanno ricevuto molti talenti da Gesù e li consumano
banalmente negli errori, seguono le loro opinioni e sono allergici alla verità,
non vogliono conoscere la verità per orgoglio, spesso anche per incapacità
intellettuale.
Gesù ci chiama a diventare testimoni credibili del suo Vangelo, se non c'è
ancora questa disponibilità, bisogna chiederla ogni giorno.
Già in questa vita i veri credenti cominciano ad assaporare, a vivere, ad
avvertire interiormente gli straordinari frutti dello Spirito Santo.
"Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza e dominio di sé" (Galati 5,22).
Cosa non darebbe tanta gente per possedere questi frutti concessi dallo Spirito
Santo?
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,1-14)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E
si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse
loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con
te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano
accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da
mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla
parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a
tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il
Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si
gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la
rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di
metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon
Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro:
«Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?»,
perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai
discepoli, dopo essere risorto dai morti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gli Apostoli, che avevano lasciato le loro reti per seguire il Maestro e
diventare pescatori di uomini, dopo i giorni tremendi della passione, morte e
risurrezione del Signore, erano rimasti sconvolti da quegli eventi tragici ed
erano molto scoraggiati. Non rimaneva altro che tornare al loro lavoro ordinario
di pescatori, al loro lago di Tiberiade, nei luoghi dove avevano vissuto con il
Maestro. Ma in quella notte «non presero nulla» e le reti, tirate nella barca,
vuote, stavano lì a dimostrare il fallimento delle loro speranze. Quando ormai
tutto sembrava finito, Gesù in persona viene a cercare con amore immutato le
sue pecorelle', nonostante la loro fuga e i loro tradimenti sulla via del
Calvario.
Ad un tratto risentono una voce dal timbro inconfondibile: "Gettate le
reti!". Sebbene stanchi e sfiduciati, obbediscono e gettano le reti «dalla
parte destra della barca». In quella voce riconoscono subito l'eco
indimenticata di quella ascoltata in passato su quel lago e che li aveva
ammaliati. La pesca è miracolosa, abbondante oltre ogni dire. A questo punto riconoscono
il Signore. L'efficacia della Parola di Gesù apre loro gli occhi e soprattutto
il cuore. Comprendono ora meglio quello che il Maestro aveva loro già ripetuto:
«Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5). Solo con Lui l'impossibile
diventa possibile!
È sempre il discepolo che Gesù amava ad accorgersi per primo e a riconoscere il
Risorto - come quel mattino di Pasqua nel sepolcro vuoto - e lo dice subito a
Pietro: "È il Signore!". E su quella riva del lago di Tiberiade i
discepoli fanno l'esperienza viva della comunione col Maestro. Gesù ha già
preparato con tenerezza per loro «un fuoco di brace» e aspetta il pesce preso
nella pesca miracolosa: è il banchetto del Risorto con i suoi!
"Questo insieme di ricordi e di sentimenti è magnificamente espresso nel
racconto dell'apparizione di Gesù sul lago di Galilea. La barca dei discepoli
si avvicina alla sponda: essi rientrano dalla pesca andata a vuoto. Un uomo li
chiama dalla riva e li invita a gettare ancora una volta la rete, ed essi lo
fanno. Il pesce abbonda e subito Giovanni comprende. Dice a Pietro: "È il
Signore"! (Gv 21,7). Queste tre parole bastano perché anche Pietro
comprenda e si getti nell'acqua per raggiungere il Maestro. "È il
Signore"! Per loro ormai non ce n'è un altro"
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria
di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad
annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma
essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino
verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non
credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per
la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate
il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo di san Marco termina con una catechesi sulla fiducia che meritano
gli undici apostoli, la cui testimonianza è il fondamento della fede della
Chiesa: Gesù stesso li ha chiamati per andare dalla Galilea a Gerusalemme.
Dopo il Venerdì santo, delusi e senza speranza, restano in città. Maria di
Magdala che - secondo questo racconto, che fa fede - è stata la prima alla
quale il Signore è apparso, spiega loro di che cosa l'ha incaricata il Cristo
risuscitato. I due discepoli che il Signore accompagna lungo il cammino verso
Emmaus rientrano a Gerusalemme. Tuttavia, essi non li ascoltano, né credono
loro. Né la testimonianza della donna, né quella dei due discepoli fa uscire
gli apostoli dalla loro afflizione e dai loro lamenti.
È soltanto quando Gesù stesso è vicino a loro e rimprovera loro la mancanza di
fiducia nella parola dei suoi testimoni, che i loro cuori e i loro occhi si
aprono.
Vedendolo, capiscono che il vangelo di Dio che Gesù aveva predicato, e che
diventa la loro missione, ha un avvenire senza fine. Capiscono che la loro
missione comprende "il mondo intero" e "la creazione intera", tutta la comunità
dei viventi.