IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXVII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,2-16)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova,
domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli
rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di
scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa
norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per
questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque
l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse
loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio
verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette
adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li
rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i
bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene
il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo
accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li
benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore.
Forma breve
TESTO:-Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10, 2-12)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova,
domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli
rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di
scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa
norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per
questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque
l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse
loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio
verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette
adulterio». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Nel contesto della manifestazione del Figlio dell'uomo e
dopo il secondo annuncio della passione, Marco espone - come complemento
catechetico - l'insegnamento sulla indissolubilità del matrimonio, e i
comportamenti richiesti per fare parte del regno di Dio.
Gesù cambia scena (Mc 10,1): va in Giudea. Espone con autorità messianica - non
a un gruppo ma al popolo - l'indissolubilità del matrimonio come un principio
universale. San Marco non entra nelle discussioni dei rabbini sulla
legislazione del divorzio. Coglie con fedeltà le parole di Gesù, senza tener
conto della clausola eccezionale trasmessa da (Mt 19,9). Marco, rivolgendosi a
comunità di gentili, e andando al di là del mondo giudaico, ricorre alla Genesi
(Gen 1,27 e 2,24): nell'unione indissolubile del matrimonio brillano,
folgoranti, l'immagine e la somiglianza poste da Dio nell'uomo e nella donna.
Gesù spiega e chiarisce la volontà del Creatore.
L'atteggiamento di Gesù con i bambini fa trasparire la fiducia con la quale
bisogna ricevere Dio come Padre (Abbà), la protezione e la sicurezza della
paternità divina. Alcune tradizioni patristiche hanno scoperto
nell'atteggiamento di Gesù con i bambini un'allusione implicita al battesimo
dei bambini.
TESTO-
Dal Vangelo secondo Luca. (10,25-37)
Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese:
«Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse:
«Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli
disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù
riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei
briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono,
lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima
strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo,
vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite,
versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un
albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li
diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te
lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Hai risposto bene; fà questo e vivrai.
La vita non è nello studio della Legge e neanche nel suo insegnamento. La vita
è nella scelta della Legge come unico e solo principio di azione e di pensiero.
Questa verità viene annunzia dall'Apostolo Giacomo ai discepoli di Gesù. Mai
dovranno divenire soltanto ascoltatori della Parola, ingannando se stessi.
Lo sapete, fratelli miei carissimi: ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a
parlare e lento all'ira. Infatti l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto
davanti a Dio. Perciò liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia,
accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi
alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non
ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e
non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto
allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era. Chi
invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le
resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in
pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla (Gc 1,19-25).
Il dottore della Legge conosce i due comandamenti dell'amore o della carità.
Ora sa anche che prossimo è ogni uomo bisognoso dinanzi ai suoi occhi. Se vuole
la vita, deve solo osservare quanto il Signore gli ha comandato. La Parola di
Dio va conosciuta per essere osservata. Lui dovrà vedere ogni uomo come suo
vero prossimo. Lo dovrà amare come ama se stesso e servire come serve se
stesso.
Nella parabola di Gesù sono rivelate due essenziali verità: prossimo è ogni
uomo, anche se è nemico e persecutore. Dinanzi ad un urgente bisogno del
prossimo, tutte le leggi rituali cadono. Prossimo per Gesù è ogni peccatore.
Sono anche i suoi persecutori e carnefici. Per gli uni espia i peccati, per gli
altri chiede anche perdono.
Madre di misericordia, Angeli, Santi, fate che ogni uomo sia prossimo per ogni
uomo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una
donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi
abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le
rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa
sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù è accolto da Marta e Maria. All'inizio, permette loro
di servirlo. È Marta soprattutto che se ne incarica, lasciandosi assorbire dai
molti servizi, così da non avere nemmeno il tempo di ascoltare Gesù, di
stringere un contatto diretto con lui. Vuole inoltre allontanare Maria da Gesù.
Allora Gesù, preoccupato da questo atteggiamento, le fa notare dolcemente che
"una sola è la cosa di cui c'è bisogno". Per l'uomo è essenziale la parola di
Gesù e soltanto Gesù. Egli è venuto a rendere visita a Marta non per essere
servito da lei, ma per colmarla della sua parola e della sua persona. Nel
Vangelo di oggi scopriamo uno strano mistero: chi ospita qualcuno da
benefattore diventa il beneficato. Questo mistero si verifica quando l'ospite è
Gesù. Secondo un proverbio polacco: "Il tuo ospite è Dio che è nella tua casa".
Le due sorelle sono simboli della vita attiva e della vita contemplativa. Non
bisogna però contrapporre queste due forme della vita cristiana l'una
all'altra. Oggi, un buon numero di persone uniscono - anche vivendo nel mondo -
lavoro e preghiera, vita attiva e contemplazione.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi
discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha
insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Padre, sia santificato il tuo nome
Santificare il nome di Dio ha un altissimo significato.
La prima grazia che i discepoli di Gesù dovranno chiedere al Padre celeste è la
liberazione dalle loro impurità. Ogni immoralità nel corpo dell'uomo disonora
Dio. Il suo nome viene profanato, umiliato, disprezzato. Un discepolo di Gesù
mai dovrà vivere in un corpo corrotto, immorale, impudico, immondo e il corpo è
sempre immondo quando lo si nutre con la trasgressione della Legge Santa del
nostro Dio. L'uomo prima si deve nutrire di santità, poi si potrà nutrire di
pane. Ogni pane che mangia è velenoso, se lo mangia con corpo immondo. È questo
il motivo per cui prima si santifica il corpo, poi si chiede a Dio il pane
quotidiano, dopo si chiede ancora una volta che il nostro corpo rimanga nella
più grande santità. Non serve il pane ad un corpo immondo.
Corpo, spirito e anima sono ancora immondi quando in essi rimane il non
perdono. Non appena qualcuno pecca contro di noi, neanche si deve permettere
che l'odio, il rancore, la sete di vendetta entri in noi. Lo esige la santità
del nome di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate santo ogni corpo per
Gesù.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,5-13)
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a
mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me
un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno
gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini
siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non
si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà
a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi
sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà
aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al
posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi
dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più
il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato.
Per comprendere bene, secondo luce divina, l'insegnamento di Gesù, è cosa buona
metterlo in relazione con la richiesta fatta da Salomone a Dio. Egli non chiese
beni particolari. Chiese la fonte e la sorgente dalla quale scaturisce ogni
vero bene che è la Sapienza. Conosciamo la preghiera del re per chiedere la
Sapienza.
«Dio dei padri e Signore della misericordia, che tutto hai creato con la tua
parola, e con la tua sapienza hai formato l'uomo perché dominasse sulle
creature che tu hai fatto, e governasse il mondo con santità e giustizia ed
esercitasse il giudizio con animo retto, dammi la sapienza, che siede accanto a
te in trono, e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, perché io sono tuo
schiavo e figlio della tua schiava, uomo debole e dalla vita breve, incapace di
comprendere la giustizia e le leggi.
Anche se Gesù lascia libero il cuore perché chieda ogni bene materiale e
spirituale al Padre, suggerisce in modo assai delicato che il vero bene sempre
da chiedere al Padre è lo Spirito Santo, che è la Sapienza Eterna che assiste
Dio in ogni sua opera. Anche Cristo Gesù, nella sua missione di Salvatore e
Redentore dell'uomo, è perennemente assistito dallo Spirito del Signore. Lo
Spirito Santo è sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà,
timore del Signore. Con Lui che governa la nostra vita, tutto si trasformerà
per noi in bene. Con Lui, non abbiamo bisogno di nulla.
Senza la sapienza che viene dallo Spirito Santo, l'uomo consuma invano le sue
energie. Dopo aver lavorato, essersi affaticato, aver consumato tutte le sue
energie, mette il bene guadagnato in un sacco bucato, governato da persone che
nella loro stoltezza sanno solo allargare i buchi, anziché chiuderli. Alla fine
della sua vita, senza lo Spirito Santo, finirà nel sacco bucato del fuoco
dell'inferno, dal quale mai più si esce. Niente è più necessario all'uomo dello
Spirito Santo. Va chiesto con insistenza.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo
che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl,
capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla
prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va
in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche Satana è diviso in se
stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i
demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di
Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno
loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora
è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che
possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa
via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti cercando
sollievo e, non trovandone, dice: "Ritornerò nella mia casa, da cui sono
uscito". Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette
spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l'ultima condizione
di quell'uomo diventa peggiore della prima».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Nel Vangelo di oggi, Cristo ci dà una lezione sulla lotta di
Dio contro Satana. Questa lotta diventa drammatica quando Cristo fa uscire
Satana dagli indemoniati. Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che
fa la guardia al suo palazzo". Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui",
perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, cioè con lo
Spirito Santo (cf. Mt 12,28). Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino.
È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che il regno di Satana è
ormai finito. Coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l'hanno.
Non ne verranno dati loro altri. Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù
mostra loro che sono sotto l'influenza dello spirito malvagio.
Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, ci è impossibile una posizione
neutrale: ognuno deve pronunciarsi per o contro Gesù. Chi in questa lotta non è
con lui, è con Satana. La cosa peggiore che l'uomo possa fare è, dopo la
conversione e il battesimo, cadere di nuovo nel peccato, tradire Gesù,
respingere lo Spirito Santo e divenire preda del male. In verità, Cristo sulla
Croce ha sconfitto il male, ma noi, poiché siamo deboli e peccatori,
soggiacciamo spesso ad esso, dunque resta per noi un rischio mortale.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e
gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la
osservano!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
L'uomo battezzato può cadere di nuovo, a causa dei suoi
peccati, nella schiavitù di Satana (si veda, a questo proposito, il Vangelo di
venerdì). Noi apprendiamo oggi che questo pericolo non minaccia colui che,
seguendo l'esempio di Maria, ascolta e mette in pratica la parola divina
annunciata da Cristo.
Ogni madre è felice e fiera dei propri figli. Come comprendiamo allora l'esclamazione
di questa donna, persa nella folla e soggiogata da Cristo! Cristo completa il
suo pio augurio ponendosi al di sopra dei legami familiari che lo uniscono a
Maria. Perché chiunque osserva la parola di Dio, riceve lo Spirito Santo che lo
unisce a Gesù e a Dio con legami più forti di quelli carnali. Per questo Gesù
designa come "beati" quelli che ascoltano le sue parole e le osservano. Questa
benedizione si applica innanzi tutto a sua madre, che è la migliore fra i suoi
discepoli, la Figlia del Figlio. La replica di Gesù contiene un elogio discreto
di Maria. Poiché Maria è, dopo Gesù, la più attenta alla parola di Dio e la più
fedele nel metterla in pratica. Proprio in questo risiede la sua grandezza, e
non solo nella sua maternità. Nel contesto del Vangelo di oggi, Maria è vista
come la serva del Signore che ascolta e crede.