IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato Della XXXIII
Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Alla risurrezione, di chi sarà moglie?
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 20,27-40)
I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito.
I figli della risurrezione sono uguali agli angeli.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 20,27-40)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non
c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha
prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli,
suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello".
C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza
figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono
senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla
risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in
moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;
ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai
morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché
sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di
Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del
roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe".
Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più
rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e,
poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio". Lc 20, 36
Come vivere questa Parola?
E' nostra certezza fondante la consolazione e il coraggio di vivere credendo a
questa consequenzialità tanto semplice quanto luminosa: siamo figli di Dio?
Pienamente riconosciuti come figli nel Figlio Unigenito Gesù? E allora siamo
anche "figli della Risurrezione"!
Un figlio è partecipe della natura del Padre. E il Nuovo Testamento esplicita
(non una sola volta) che per questo siamo "partecipi della natura
divina". Perché la Grazia che Gesù, il Verbo di Dio incarnandosi ci ha
acquistato, comporta proprio questo, senza restrizioni di sorta.
Si, posso ripetere a me stesso: Sono figlio di Dio secondo tutta la verità e
chiarezza del Vangelo? Sono dunque figlio della Risurrezione.
Tutto quello che giorno dietro giorno vivo sta già passando. Ma la vita: la mia
essenza profonda di spirito incarnato: quella non sarà distrutta da
"sorella morte corporale" (S. Francesco).
Così, con questo mio corpo, con la mia individualità che Dio ha voluto
irripetibile nel Suo originalissimo amarmi per primo, io risorgerò. E tu anche.
Noi tutti, in consapevolezza gioiosa e responsabile d'essere figli di Dio,
siamo già? figli della Risurrezione'.
Di qui una domanda: può essere a lungo triste un cristiano? Può non avere un
volto da salvato"?
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. (Sl 50)
La fede si esprime nel dono di sé per gli altri, nella fraternità che rende
solidali, capaci di amare, vincendo la solitudine che rende tristi. Questa
conoscenza di Dio attraverso la fede non è perciò solo intellettuale, ma
vitale.
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Venerdì Della XXXIII
Settimana del Tempo Ordinario Anno C
La mia casa sarà casa di preghiera.
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,45-84)
La mia casa sarà casa di preghiera".
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,45-84)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che
vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: "La mia casa sarà casa di preghiera".
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano
di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare,
perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Da una parte Dio, la vita in un impegno contemplativo e
creatore, il dono, la condivisione dei beni, l'azione di grazie.
Dall'altra Mammona, il prestigio, il possesso, il profitto, il gusto del
potere, vale a dire la morte.
Allora, come essere certi di scegliere con chiarezza, come sfuggire a questa
confusione ingannatrice che intesse nel quotidiano i termini di questa unica
alternativa?
Come cacciare i mercanti dai templi dello Spirito che siamo noi stessi?
Ma queste domande inquiete, non sono forse proprio l'indizio che Cristo è
all'opera con il potere che appartiene a lui solo, quello di ristabilire una
capacità di preghiera in coloro che si sanno abitati dal suo Spirito, di
generare la violenza pacifica in quelli che vogliono impadronirsi del suo
Regno?
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Giovedì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Gesù, alla vista della città pianse su di
essa
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc19,41-44)
Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme,
alla vista della città pianse su di essa.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu
vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla
pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti
assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli
dentro di te e non lasceranno in te
pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Parola del Signore.
FLESSIONI
Le parole di Gesù su Gerusalemme si sono ampiamente
realizzate.
"Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace!".
Sono parole che ognuno può accogliere per confrontarsi, per capire se ha
compreso il messaggio di Gesù oppure se gli rimane velato il vero senso della
pace.
Dalla morte del Signore ad oggi, Gerusalemme non ha mai
avuto pace, le guerre si sono moltiplicate e i tentativi di dominarla non si
contano.
La pace non è solamente la mancanza delle guerre, innanzitutto
è interiore e dimora in un cuore benevolo e osservante della volontà di Dio.
Gli abitanti di Gerusalemme lasciarono cadere la predicazione di Gesù e
rifiutarono la sua stessa presenza. Sostanzialmente Gerusalemme ha rifiutato la
pace per sempre.
I cristiani conoscono il vero significato della pace, sono
favoriti dal messaggio del Vangelo e l'approccio alla pace dovrebbe essere
molto facile. Ma non è così. Molti non hanno mai compreso la necessità della
vera conversione personale e il Vangelo se lo lasciano scivolare addosso.
Le omelie, le letture spirituali, le buone catechesi per
molti cristiani servono solo a cibare l'intelletto di nuove conoscenze ma senza
viverle. Questo avviene da sempre, negli ultimi anni questa divisione interiore
si è manifestata con chiarezza e gli effetti sono disastrosi.
In tutti i settori c'è questa divergenza e lo notano
soprattutto i credenti che desiderano ascoltare buoni insegnamenti spirituali
per inoltrarsi nel cammino spirituale. Quello che manca in moltissime omelie è
l'istruzione spirituale proprio come faceva il Signore.
La Parola delle Scritture va spezzata e distribuita secondo
la sana interpretazione senza stravolgimenti né aggiornamenti.
In molti contesti sociali, politici e religiosi non c'è la
pace intesa come atto di armonia e quiete interiore.
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Mercoledì
Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,11-28)
Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci.
Bene, servo buono! Ricevi il potere sopra dieci città.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,11-28)
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed
essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento
all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per
ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi,
consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio
ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una
delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo
aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui
aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate
dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco,
ricevi il potere sopra dieci città".
Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha
fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho
tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo:
prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai
seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito
e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio
denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse
poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha
dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà
dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici,
che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli
davanti a me"».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore.
IFLESSIONI
Il brano del vangelo
di oggi costituisce la conclusione del racconto del viaggio, che nel terzo
Vangelo occupa ben dieci capitoli.
Durante il cammino che lo conduce a Gerusalemme, il Signore insegna ai suoi
discepoli come devono vivere e agire per compiere la volontà di Dio. Le sue
istruzioni assumono il valore di un testamento: esse sono tutte pregne della
gravità di colui che sa che la sua fine è ormai prossima: Gerusalemme vorrà la
sua morte.
Tutta l'importanza dell'insegnamento di Gesù si trova riassunta nella parabola
di oggi, rinforzata dall'annuncio della caduta della città e della minaccia che
ne verrà ai suoi discepoli (Lc 19,27)
Può sembrare strano, allora, che Gesù non accenni nemmeno a esortare a
resistere e a opporsi. Questa situazione rischiosa non deve spingerci a
rinchiudere l'eredità dell'insegnamento e della salvezza che Gesù ci ha
lasciato in un forziere: ad archiviare il tutto come se si trattasse di un mero
documento storico, almeno fino al ritorno (cf. Lc 19,15) del Re dell'Universo.
Ciò stupisce ancora di più perché la prima comunità cristiana di Gerusalemme,
che ha conservato questa parabola, si aspettava che il ritorno trionfale del
Signore seguisse di poco la risurrezione di Gesù, con il pericolo di cadere
nella tentazione dell'ultimo servo: non affrontare alcun rischio, ma tenere
riposta la "mina" in un fazzoletto (cf. Lc 19,20).
Ma al Vangelo è estranea ogni mentalità del barricarsi. Lo Spirito di Dio,
scendendo sulla terra, spalanca le porte alla folla impaurita. Il
cristianesimo, se è ben compreso, è caratterizzato dall'apostolato e dalla
missione. Nessuno è cristiano per salvare soltanto se stesso. E colui che è
abitato da Cristo non tiene certo alla salvezza soltanto di se stesso! Il suo
regno lo spinge all'azione. Il suo cuore è pieno di gioia e di gratitudine per
il dono prezioso della vita eterna. Allora, non può impedirsi di parlare: "Noi
non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato" (At 4,20). E nessuno
deve impedirlo! La mentalità ristretta dei funzionari che hanno paura di
perdere il posto non trova spazio nel Vangelo.
Per essere testimoni e per diffondere il Vangelo, non c'è alcun bisogno di
studi e di diplomi. I soli criteri sono l'autenticità e la fedeltà al lieto
messaggio.
La nuova evangelizzazione dell'Europa non è un'invenzione di papa Giovanni
Paolo II. Con tale impulso, il papa non fa che rispondere alla desolazione
della incredulità, che irretisce un gran numero di uomini. Questo, del resto, è
il dovere di ogni battezzato, se, al ritorno di Cristo, non vuole sentirsi
dire: "Servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che
non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato [...]. Toglietegli
la mina e datela a colui che ne ha dieci" (Lc 19,22-25).
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Martedì Della XXXIII
Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,1-10)
Zaccheo cercava di vedere chi era Gesù.
Perché Gesù cerca Zaccheo?
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando,
quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di
vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era
piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un
sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo
sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa
tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti
mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò
che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte
tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa
è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio
dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Perché Gesù cerca
Zaccheo? Perché una tale provocazione, e perché correre un tale rischio?
Tutti, dall'uomo della strada al notabile, sanno che vi sono cose che non si
fanno perché esiste una legge di purezza, che è mortalmente pericoloso
infrangere. Fermarsi da Zaccheo, per esempio, capo degli esattori delle tasse.
Che Gesù rinnovi questo genere di infrazioni e sarà la morte.
Allora perché?
Perché l'etichetta incollata su Zaccheo impedisce alla gente di vedere chi è
veramente questo piccolo uomo appollaiato sul suo albero, tutto contento di
vedere Gesù, Zaccheo, anche lui un figlio di Abramo. Perché è proprio il fatto
che quest'uomo sia considerato come impuro, cioè perduto, che fa scaturire la
misericordia di Dio, il quale guarda al cuore e non alle apparenze.
Perché questa visita di Gesù nella casa di Zaccheo è la realizzazione esemplare
del nuovo comportamento che ci è proposto e che, sulla scia della croce,
restituisce ad ogni uomo la sua identità di figlio di Dio.
IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 18,35-43)
Gesù gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
Egli rispose: «Signore, che io veda di
nuovo!».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a
mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli
annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che
camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più
forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo
conducessero da lui. Quando fu vicino, gli
domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io
veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti
ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il
popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Chi è questo cieco,
accovacciato nell'oscurità della propria vita, ai margini di una folla
apparentemente lucida e dal cammino ben rischiarato, ma che impedisce il grido
di cuore del non vedente troppo intempestivo?
Sono io, quando ho la coraggiosa ingenuità di interpellare Cristo, lui che
giustamente non passa così vicino a me che per farsi fermare, e che non è
importunato da nessun grido che viene dal cuore, soprattutto quello della non
vedenza.
Io, ancora, quando riconosco che la semplice preghiera, fiduciosa e non
affettata, è il collirio che mi restituisce la vista.
Io, infine, quando la mia lode si aggiunge a quella degli umili vedenti.
IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
XXXIII DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,5-19)
Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle
pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno
giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che
non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale
sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non
lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e:
"Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di
rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma
non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e
vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche
fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e
governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare
testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra
difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non
potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e
uccideranno alcuni di voi; sarete odiati
da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà
perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore.
RIFLESSI8NI
I discepoli ammirano l'architettura del tempio. Gli occhi di Gesù si spingono più in là: egli vede la distruzione di Gerusalemme, i cataclismi naturali, i segni dal cielo, le persecuzioni della Chiesa e l'apparizione di falsi profeti. Sono manifestazioni della decomposizione del vecchio mondo segnato dal peccato e dalle doglie del parto di nuovi cieli e di una terra nuova. In tutte le pressioni e le estorsioni esercitate sulla Chiesa, noi non dovremmo vedere qualche cupa tragedia, perché esse purificano la nostra fede e confortano la nostra speranza. Esse sono altrettante occasioni per testimoniare Cristo. Altrimenti il mondo non conoscerebbe il suo Vangelo né la forza del suo amore. Ma un pericolo più grande incombe su di noi: si tratta dei falsi profeti che si fanno passare per Cristo o che parlano in suo nome. Approfittando delle inquietudini e dei rivolgimenti causati dalla storia, i falsi profeti guadagnano alle loro ideologie, alle loro idee pseudo-scientifiche sul mondo e alle loro pseudo-religioni. La vera venuta di Cristo sarà invece così evidente che nessuno ne dubiterà. Gesù incoraggia i suoi discepoli di ogni tempo a rimanere al suo fianco sino alla fine. Egli trasformerà tutte le infelicità, tutti i fallimenti e persino la morte del martire in risurrezione gloriosa e in adorazione.