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         IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO B             IL VANGELO NEL 21° SECOLO

Dio ci ha amati per primo e ci ha donato il Suo Figlio "Gesù"

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,9-17 )
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche Io ho amato voi. Rimanete nel mio Amore. Se osserverete i miei Comandamenti, rimarrete nel mio Amore, come Io ho osservato i Comandamenti del Padre mio e rimango nel suo Amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio Comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come Io ho amato voi. Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che Io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio Nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Signore Gesù Cristo che parla ai suoi discepoli. Oggi ci dice che siamo tutti suoi amici, che gli apparteniamo attraverso la fede e attraverso il battesimo. Egli l'ha provato rivelandoci il suo segreto e la sua missione di Figlio di Dio. Ci ha detto che Dio, nella sua onnipotenza divina, ci ama tutti. Per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, ci ha fatto entrare nella comunione di amore che esiste fin dall'eternità tra lui e suo Figlio. "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi". È una parola di verità potente e divina.
Per tutti quelli che hanno preso coscienza dell'importanza di questo dono divino, conta una sola cosa: mostrarsi degni dell'amore che ci viene nell'amicizia del Figlio di Dio. "Rimanete nel mio amore".
Per Gesù Cristo, ciò che è importante innanzitutto è che tutti i suoi amici si amino gli uni gli altri come egli stesso ha amato i suoi discepoli nel corso della sua vita terrena. La più viva espressione di questo amore è stata la sua morte sulla croce per i peccatori (cf. Gv 1,36; 19,34-37). L'amore perfetto del Padre celeste è la felicità e la gioia di suo Figlio. E questa gioia, il Figlio risuscitato la trasmette ai suoi amici nel giorno di Pasqua. "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!". Ricevete lo Spirito Santo!" (Gv 20,21-22). Egli offre senza sosta la gioia a tutti quelli che credono nella sua parola e per mezzo del battesimo si uniscono a lui e alla sua cerchia di amici, la Chiesa. Chi entra nell'amore di Dio per mezzo di suo Figlio ha ormai una ragione essenziale per essere sempre felice.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (
Gv 15,26-16-4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Solo lo Spirito ci può aiutare a capire quello che succede. Solo lui ci aiuta in questo momento così faticoso per le comunità cristiane perseguitate. Quando parliamo di martiri, normalmente, pensiamo ai primi cristiani che devono fuggire dall'editto dell'imperatore romano, ai terribili giochi pubblici che vedevano i discepoli sbranati dalle belve, alle torture inflitte a molti... Dobbiamo aggiornare il nostro triste immaginario: è il secolo in cui viviamo il più violento nei confronti dei cristiani! In molti paesi, dall'Asia all'Africa, i cristiani sono oggetto di persecuzione e di morte. E molti dei persecutori, come profetizzato dal Signore, pensano di agire per conto di Dio: Non conoscono Cristo ne il Vangelo... Con il fanatismo, purtroppo, rischiano di creare torbide alleanze. Anche alla Chiesa è successo, in passato, e dobbiamo vigilare per restare fedeli al Vangelo. Preghiamo per i nostri fratelli perseguitati e portiamo pazienza se, a scuola, in casa, in ufficio, riceviamo qualche battuta caustica per la nostra appartenenza a Cristo...

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,5-11)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?". Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù non dice che muore, dice che se ne va e il suo andarsene è un ritorno al Padre che l'ha inviato. Solo andandosene ci riapre la strada della comunione con il Padre e ci può consegnare la pienezza del suo amore: ci può consegnare lo Spirito. I discepoli non hanno il coraggio di chiedere "dove vai?". Da tempo Gesù annunciava questo momento e già si profila all'orizzonte una consegna radicale della vita. Solo lo smarrimento prende possesso; ma Gesù rassicura: in ogni situazione è nascosto un bene più grande, una comunione più grande per un voler "rimanere sempre" insieme: l'Amore non muore!
Gesù, noi siamo fatti di terra, siamo attaccati a ciò che vediamo, percepiamo, tocchiamo. I distacchi ci fanno paura e sentirci dire che "te ne vai", ci smarrisce. Aiutaci a fidarci di Te e a credere che la vita non è solo quello che teniamo sotto controllo, noi siamo anche "altro". Aiutaci a fidarci, Signore!

"E' bene per voi che vi venga sottratta la presenza fisica, affinché mi possiate cercare e amare di un amore più libero e più maturo. Così crescerete e non rimarrete bambini." S. Agostino

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù rivela ai discepoli che non poteva raccontare tutto nell'Ultima Cena perché essi non erano pronti. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso". Spesso anche quelli che pregano molto non riescono a discernere certi fatti che avvengono ad essi e nelle loro famiglie.
Purtroppo molti chiedono consigli quando il danno è avvenuto e quello che rimane è pregare. La convinzione sottile dell'autosufficienza e la testardaggine conduce molti lontano dalla verità e i loro sbagli ricadono anche sugli altri.
Questo ci dice che non è sufficiente pregare, andare a Messa, recitare il Rosario, ma è indispensabile aprire il cuore a Gesù e diventare docili, pronti al rinnegamento se qualche iniziativa non corrisponde alla volontà di Dio.
Per conoscere la Verità c'è un percorso spirituale da compiere, non si ottiene lo Spirito di Verità che cita Gesù con facilità, e non è un dono obbligatorio. "Quando verrà Lui, lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la Verità". Ma quando verrà? E chi dice che verrà nei cristiani tiepidi, che pregano poco e non corrispondono alla Grazia di Dio?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,16-20)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nella vita di ognuno ci sono periodi dolorosi, altri gioiosi, è un alternarsi di prove e serenità.
Nel brano di oggi leggiamo che Gesù afferma cosa avviene ai suoi seguaci e al tempo stesso rivela come vivono i suoi nemici: "Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà". Per pianto non intende solamente le lacrime che solcano il viso, lacrime che in molte persone sembrano scavare e perdurare.
Persone che piangono o hanno pianto per ingiustizie più o meno gravi ma certamente per le cattiverie altrui. Spesso anche per l'iniquità di un familiare o di un parente, altre volte per le offese maliziose degli amici o presunti tali.
Persone che vivono sottoposte a prepotenze e vessazioni nell'ambiente lavorativo e non riescono a trovare giustizia.
Le lacrime interiori lacerano il cuore fino ad ammalarlo, ed è lo stress la causa di molte malattie e spesso i responsabili sono persone senza pietà, con un cuore duro come il granito e svuotati della sensibilità. Hanno grossi problemi esistenziali per godere nel fare del male e veder soffrire gli altri. Anche i loro familiari.
L'uomo è un mistero, praticamente non conosce nulla di sé, e può iniziare a conoscersi solo se intraprende un cammino di vera conversione.
Moltissime persone che non pregano o quelle che pregano malissimo, compiono del male e non ci fanno caso, non riescono a calibrare bene le parole e le loro opere, quindi, sono molto pericolose. In molti casi non è possibile allontanarsi da esse per ragioni che condizionano.
E chi non ha incontrato nella vita persone abilissime nel far soffrire gli altri e pretendono anche di avere ragione?
Sono esperienze tremende quelle che si vivono nell'ingiustizia e nella persecuzione da parte di un familiare o di un conoscente. Agiscono come automi, sono marionette prive di cuore e di anima.
Ci sono circostanze in cui molta buona gente che ha sofferto e ha lacrimato lungamente per colpa del marito o della moglie o dei figli, rimane meravigliata e pensa convintamente che gli altri vivono senza anima.
La cecità presente in chi agisce stoltamente è un dramma per quanti vivono insieme in famiglia o si incontrano al lavoro. È difficile farli ragionare per la cocciutaggine che li possiede e nessun ragionamento riesce a farli ragionare. Neanche le lacrime dei perseguitati e le loro malattie sono buone ragioni per smetterla e cominciare ad agire con amore.
In questa vita siamo proprio noi seguaci di Gesù a dover soffrire più degli altri che vivono senza Dio e morranno senza Dio.
Se ci riflettiamo, però è poca cosa la sofferenza in questa vita per poi vivere nella beatitudine eterna, per miliardi e miliardi di anni, anche se in Cielo non c'è il tempo ma lo indichiamo per avere una maggiore idea del grande dono della salvezza eterna. Dobbiamo meritarla la salvezza e viene contemplata anche la sofferenza.
Però la sofferenza schiaccia solo quei credenti che non hanno ancora raggiunto uno stato spirituale elevato, mentre chi ha camminato seguendo le orme del Signore in mezzo a rovi, pietre, strade strette e tribolazioni, pur vivendo nella sofferenza è sempre gioioso interiormente. E la sua gioia la trasmette anche se apparentemente non la mostra.
Gesù ci annuncia che adesso si piange e ci si affligge per poco tempo, ma Lui è sempre pronto a toglierci la croce o alleggerirla notevolmente. Dobbiamo chiederglielo con insistenza, Lui vuole sentire le nostre voci che Lo chiamano, che Lo supplicano ad intervenire.
Dopo che il Signore dice che noi incontreremo sofferenze, aggiunge che "il mondo si rallegrerà". Non è l'allegria del Vangelo, è quella della disperazione di chi vive senza Dio, la manifestazione esteriore del vuoto interiore.
Apparentemente gli atei e gli indifferenti si rallegrano e ostentano una vita senza sofferenze, ma tutti loro vivono già adesso il loro tremendo inferno. Sono senza la pace di Dio, senza la Luce che illumina le tenebre, senza discernimento, senza la protezione del Signore, senza la guida materna della Maestra di perfezione. Possono davvero considerarsi felici?
Poi Gesù aggiunge, la vera condizione che vivono e vivranno i suoi veri seguaci: "Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia".
Lo stress che patiscono i buoni a causa delle cattiverie altrui, è sicuramente molto dannoso per ogni persona e in ognuna ha un'evoluzione particolare. La migliore medicina è la preghiera ma in certi casi bisogna ricorrere alle tisane rilassanti o a quelle medicine blande ma efficaci.

Quello che causa lo stress: i sintomi dello stress si manifestano con

il mal di testa,

collo e spalle tese,

dolore allo stomaco,

agitazione e irrequietezza,

problemi di sonno,

stanchezza,

perdita di appetito,

digrignare i denti,

l'attitudine alla prepotenza,

l'aumento dell'uso di alcolici,

mangiare compulsivamente,

criticare gli altri,

piangere,

rabbia,

ansia,

senso di solitudine,

sentire di essere sul punto di esplodere,

infelicità senza un motivo valido,

sentirsi impotenti a cambiare le cose,

essere facilmente agitati o sconvolti,

problemi a pensare in maniera chiara,

impossibilità nel prendere decisioni,

dimenticare le cose o distrarsi facilmente,

preoccuparsi costantemente,

perdita di memoria,

perdita del senso dell'umorismo,

ipertensione arteriosa,

ulcera gastro-duodenale.

Anche i grandi Santi soffrivano nel fisico le conseguenze dello stress dovuto alle persecuzioni e alle sofferenze micidiali che sopportavano. Quindi, non spaventatevi per la lunga lista, noi siamo sicuri che Gesù non permette mai la sconfitta di quanti Lo seguono con amore autentico e li guarisce nella misura delle loro richieste di guarigione.
Andate a trovare Gesù in Chiesa e parlategli di tutto, Lui è contento di ascoltarvi e nel suo silenzio vi guarisce, vi dona Grazie, vi trasforma.
"Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,20-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Queste parole che Gesù, poco prima della sua passione, indirizza nell'intimità ai suoi discepoli trovano il loro compimento letterale poco tempo dopo, e, in modo definitivo anche se misterioso, esse si realizzano senza sosta nella vita della Chiesa. "La sua ora" in effetti è giunta, l'ora della grande tristezza di Gesù Cristo e dei suoi nel primo venerdì santo della storia. Le forze del mondo, della morte, del peccato, sembrano trionfare, ma la loro vittoria è passeggera. Non si tratta che di un dolore somigliante a quello del parto, che ha reso possibile la gioia di una vita nuova, quella di Gesù Cristo risorto. Il Signore è ritornato e i discepoli hanno potuto approfittare della sua presenza; lo hanno toccato, gli hanno parlato, si sono riempiti di una tale pace e gioia che le stesse persecuzioni non hanno potuto strappargliele.
Allo stesso modo, le parole del Signore si compiono per noi. Mentre il mondo gioisce nel peccato e nel conforto egoista, il cristiano si rattrista di vedere un mondo lontano da Dio, la persecuzione che attacca la Chiesa o l'incomprensione che essa incontra. Pertanto, questa realtà è transitoria, quello che è definitivo, eterno, è la gioia di incontrarlo, risorto, nella certezza di non perderlo mai. Mentre viviamo in questa vita, la certezza della sua presenza ci appaga; non abbiamo bisogno di interrogarci sul passato o sul futuro. Cristo, Signore risorto, dà il senso ultimo della storia e della nostra vita.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,23-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nel lungo discorso dell'Ultima Cena, Gesù continua a dare insegnamenti che rimarranno scolpiti nei cuori dei suoi seguaci per l'eternità. Il suo è un discorso armonioso, soave, rilassante. Come quando andiamo davanti al Tabernacolo e sostiamo per un po' di tempo in silenzio, adorandolo e fissando lo sguardo verso Lui.
Se il Santissimo Sacramento è esposto per l'adorazione, lo sguardo ha maggiore capacità di concentrazione e adorando l'Eucaristia si rimane in silenzio. Non serve parlare molto, possiamo ad intervalli ringraziarlo, chiedere Grazie e aiuti, parlargli delle nostre cose, pregare per la Chiesa e l'Italia, ma poi Lo adoriamo in silenzio.
Noi adoriamo Lui e Lui dall'Eucaristia ci ama ed è contento di vederci lì, è contento per noi: siamo noi ad avere bisogno di Lui.
In questo brano Gesù continua la spiegazione della relazione tra Lui e il Padre, e continua a promettere che donerà tutte le Grazie che chiederemo nel suo Nome. "Finora non avete chiesto nulla nel mio Nome". Perfettamente vere sono le sue parole, la stragrande maggioranza dei cristiani non prega bene o prega senza conoscere la chiave per aprire il Cuore di Gesù.
Oggi il Signore ci dona una "confidenza" e quanti l'accolgono vedranno migliorare la loro preghiera. Vedranno soprattutto le meraviglie che Gesù compie in coloro che credono con Fede e si sforzano durante la giornata di adorarlo e ringraziarlo con brevi preghiere o giaculatorie.
"Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio Nome, Egli ve la darà".
Sappiamo che non basta chiedere o ripetere senza amore e interesse delle preghiere solo perché ci si trova nella sofferenza. Ognuno di noi chiede aiuti e Grazie secondo la sua Fede, è questa la misura della comunione con il Signore.
Anche voi donate un oggetto o altro con gioia a chi chiede con rispetto e soprattutto se ne è meritevole.
È vero che questa generazione non conosce il sacrificio per meritare qualcosa e considera tutto come dovuto. Ma a sbagliare sono questi giovani o quanti si sono interessati poco della loro formazione religiosa. I genitori distratti dalle cose del mondo, sono ancora in tempo per conoscere il vero metodo educativo che ispira lo Spirito Santo e possono ricorrere anche ai buoni consigli del parroco o, se lo hanno, del Padre spirituale. Ci sono anche ottimi libri pedagogici, però prima di comprarli è bene leggere chi è l'autore, per non trovarvi a seguire gli insegnamenti di un anticlericale.
I libri sulla pedagogia infantile scritti dai cattolici, per esempio, sono di grande aiuto ai genitori per conoscere le dinamiche dell'educazione, della relazione interpersonale, delle varie fasi dello sviluppo dei bambini.
Senza solide basi religiose, i giovani crescono senza formazione cristiana e sbagliano gravemente, non capiscono la gravità dei peccati, dei vizi, delle droghe, dell'alcool, della prostituzione, della maleducazione nei confronti dei loro genitori che hanno fatto immensi sacrifici nell'aiutarli in tutte le fasi della loro crescita.
Anche molti genitori cristiani si preoccupano esclusivamente della salute fisica dei figli ignorando quella spirituale, e spesso li accontentano facilmente per non sentire i loro lamenti, ma così si è passati a due estremi: cento anni fa c'era troppa rigidità, oggi troppo permissivismo e condiscendenza.
L'equilibrio si scopre e si possiede solo per mezzo dello Spirito Santo, l'Amore che invia Gesù ai suoi veri seguaci.
I genitori non credenti non si preoccupano dei valori morali, per loro esistono solo quelli umani e molti li seguono con attenzione. Non possono infondere ai loro figli le basi morali e religiose del Vangelo, e questa è una grave mancanza nella formazione umana dei giovani.
Il discorso cambia nettamente quando i genitori praticanti pregano con amore e comprendono l'importanza dell'intervento di Dio e della materna bontà della Madonna nella vita dei loro figli.
Forse questi genitori giungono tardi a questa considerazione ma l'importante è scoprire la necessità della preghiera. Solo per mezzo della preghiera recitata con amore, si ricevono Grazie speciali, aiuti e protezioni.
Gesù ci dice che Lui e il Padre vogliono donarci moltissime Grazie, solo che "finora non avete chiesto nulla nel mio Nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena". L'invito del Signore è insistente, solo chi non vuole ricevere Grazie rimane insensibile.
Noi che abbiamo scoperto questo tesoro e abbiamo trovato la vera Vita che è Gesù, non vogliamo sprecare inutilmente la nostra vita.
Ognuno rifletta su quegli aspetti della sua vita che considera sbagliati e chieda a Gesù di eliminarli. Non basta chiedere una sola volta, sarebbe comodo e facile ottenere così comodamente. Una richiesta và ripetuta molte volte, questo ci rende umili e ci fa scoprire la grandezza e l'Amore del Padre.