IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 6,1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nella storia, nel quotidiano più ordinario, il Dio eterno si fa prossimo dell'uomo. Attira la sua attenzione e gli invia dei "segni": per esempio, facciamo l'esperienza inattesa del suo aiuto; incontriamo un uomo che testimonia di lui con forza. La sua preghiera ci coinvolge e noi "prendiamo gusto a essere con Dio". Ascoltiamo la sua parola in modo nuovo. Scopriamo subito il suo intervento negli avvenimenti della nostra vita e scopriamo sempre più chiaramente il "filo conduttore". Ma può accadere che talvolta percepiamo l'incontro con lui come una esigenza che ci disturba, che ci irrita e ci provoca. È necessario abbandonare la terra ferma, osar affrontare l'ignoto, forse cambiare.
E subito ricominciamo a fare questi ragionamenti: Perché dare un senso particolare a tale avvenimento? Non è piuttosto il caso a ordinare tutto, le leggi naturali come gli obblighi sociali? Perché prendere le elucubrazioni del nostro spirito come "messaggi di Dio"? Uno psicologo potrebbe spiegare meglio i diversi motivi delle nostre reazioni.
Il nostro io percepisce un rischio, e rifiuta, per pigrizia o per autodifesa. Peggio: la nostra vita prende allora una cattiva direzione.
Gesù viene nella sua città natale. L'interesse che suscita aumenta sempre di più. Il suo insegnamento suscita meraviglia. Da lui emana una saggezza indicibile. Ma molto presto l'attrattiva che egli esercita si altera: La gente è stupita: "Donde gli vengono queste cose? Non è costui il carpentiere?", rampollo di una famiglia ordinaria? E trasmetterebbe una nuova dottrina? Annuncerebbe una esigenza?
Era certamente in gioco l'invidia. E soprattutto il "buon senso".
È per questa ragione che i contemporanei di Gesù rifiutano di riconoscere l'azione di Dio nell'avvenimento. E non è tutto: deformano l'evento di Cristo e lo trasformano in "scandalo", in una forza del male che spinge al peccato. Tale interpretazione "tenebrosa" finisce per rassicurarli, dopo una simile provocazione.
Ecco una tranquillità pagata molto cara! La fede in Dio e la redenzione in Gesù Cristo diventano inaccessibili. Invece, gli abitanti di Nazaret avrebbero dovuto rischiare di abbandonarsi. Soltanto colui che ha una relazione di intimità con il Redentore sarà salvato. Colui che si è blindato nell'autoconservazione rimane chiuso alla salvezza. E sospettare con cattiveria che l'attrazione di Cristo sia una tentazione contro Dio in realtà non fa che rassicurare il suo egoismo, per quanto "ragionevoli" possano apparire i suoi argomenti.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
I due racconti di miracoli che sono qui associati, quello della bambina risvegliata dal sonno della morte e quello della guarigione della donna che perde sangue, si ritrovano legati l'uno all'altro anche in san Marco (Mc 5,21-43), ma in una versione molto più lunga. San Matteo si interessa qui alla risurrezione a causa dell'ulteriore domanda di Giovanni Battista (Mt 11,2-11); quanto alla guarigione dell'emorroissa, è essenziale per l'importanza della fede. È vero che la fede della donna si manifesta sotto apparenze magiche, ma Gesù le orienta facendo derivare la guarigione dalla sua parola.
La fede trae la sua forza dalla fiducia in Gesù. Guarendo la donna, Gesù le dà la salvezza, salva tutto il suo essere. Questa scena, inclusa in quella della risurrezione, ne accresce la tensione e il dinamismo. Qui tutto è concentrato sul comportamento sovrano di Gesù. La frase: "La fanciulla dorme" riprende l'immagine diffusa del "sonno della morte", ma la trasforma in un annuncio di risurrezione. Gesù richiama la fanciulla alla vita. Contrariamente al racconto di san Marco, qui il miracolo sortisce l'effetto di diffondere la reputazione di Gesù in tutto il paese.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù ci svela in questo episodio, la capacità dei diavoli di rendere muti anche i suoi seguaci perché distratti dalle cose del mondo.
È quasi anacronistico per molti nominare gli stessi Comandamenti, è una questione superata... addirittura inopportuna.
Così il mondo rifiuta Dio e la Verità. Se per i cristiani diventa un po' difficile vivere il Vangelo, cosa ne sarà dei non credenti?
Io penso a questo ogni giorno e mi addolora molto. Che fine faranno? Dove andranno eternamente? "Gesù, pensaci Tu".
Preghiamo per tutti quelli che non conoscono Gesù e si incamminano verso il baratro. Preghiamo per tutti noi e per le nostre intenzioni... preghiere fiduciose che chiedono la conversione dei più grandi peccatori, la liberazione dalle negatività opprimenti, la guarigione degli ammalati, la salvezza dei giovani, dei moribondi, degli immorali, dei carcerati, degli anticlericali, di quanti tradiscono intenzionalmente Dio.
Gesù viene tradito con sempre maggiore facilità da quanti sono chiamati a testimoniarlo e a formare spiritualmente i credenti.
Tutto diventa preghiera se viene compiuto con grande amore e con il vivo desiderio di compiere solo la volontà di Dio pensieri, parole e opere devono dare gloria a Dio. In ogni circostanza.
Tutto il resto passa, la scena di questo mondo è solo illusione e solo quanti incontrano Gesù scoprono la vera felicità.
Si può essere felici in questa vita anche dinanzi alle sofferenze, e se l'anima è forte perché in comunione con il Signore, tutto si riesce a superare con facilità. Si diventa capaci di controllare i pensieri e di agire con saggezza, evitando le parole che contengono giudizi.
Si deve essere muti nella vita quando istintivamente si vogliono esprimere parole sconvenienti. Si deve invece sempre parlare per manifestare la verità, la gioia interiore, la comprensione e l'affetto verso gli altri.
"Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore".
Sono molti i cristiani abbandonati al loro destino... ma Dio non giudica come l'uomo e raccoglie anche dove c'è deserto...
Preghiamo con maggiore impegno per i bisogni della nostra amata Chiesa, per i suoi Pastori dissipati.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Parola del Signore. 

RIFLESSIONI
Per raggiungere i pagani la strategia apostolica migliore era quella di convertire prima gli ebrei alla nuova dottrina rivelata dal Signore. Bisognava formare un esercito di buoni cristiani per poi riversarsi verso lidi senza Dio e idolatrici. Questa la spiegazione di una frase di Gesù altrimenti non compresa correttamente: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele".
Ai Dodici ordinava di non andare tra i Samaritani ma Lui vi andava, era Lui il Segno di Dio che poteva toccare tutti i cuori, mentre i Dodici non erano ancora assolutamente capaci con le loro forze di annunciare il Vangelo.
Questa la spiegazione corretta e non entra in contraddizione con tutti gli appelli di Gesù ad andare ovunque e a predicare il Vangelo.
Non era ancora il tempo di farli entrare nei villaggi di pagani per l'incapacità di annunciare il Vangelo, dovevano formarsi e si trovavano nel momento della formazione spirituale. Gesù conosceva benissimo i loro cuori e non li esponeva a fallimenti e a confusioni inopportune.
Quando un credente segue il Maestro Divino non arriva alla rovina personale, non va incontro a fallimenti e a scelte sbagliate. Gesù vuole illuminare tutti ma trova quasi in tutti i credenti una spiritualità senza forma e variabile a seconda dell'umore della giornata.
Come fare per raggiungere una stabilità emotiva? Questi insegnamenti molto importanti si devono apprendere dalla Parola di Dio, letta e meditata, ma soprattutto vissuta.
bisogna iniziare da qui per arrivare ad una maggiore conoscenza della volontà del Signore. Quando ascoltiamo questi insegnamenti riceviamo una grande forza spirituale per lottare contro il male.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Questo passo del Vangelo ci mette in imbarazzo. È necessario che i messaggeri di Gesù vivano in una povertà e in un'assenza totale di bisogni per rendere gli uomini attenti, grazie a questo stile di vita semplice, al messaggio di Gesù che sono incaricati di trasmettere. Certo, dietro a queste parole c'è l'esperienza di tutti i primi missionari cristiani, partiti per diffondere il messaggio di Gesù nella semplicità e nella povertà più estreme. Ed è certo anche che noi non possiamo più praticare questo stile di vita nel nostro mondo così complicato: un mondo di previdenze e di sicurezze.
Tuttavia, non possiamo semplicemente mettere da parte l'esigenza scomoda che contengono queste parole. Ricchezza e possesso, carriera e considerazione, prestigio negli affari e titoli onorifici... non giocano un ruolo troppo grande nel nostro spirito? Che cosa significa oggi per noi l'esortazione di Gesù a rinunciare alle nostre esigenze e ai nostri bisogni, per noi cristiani che viviamo in una società opulenta? Qual è la loro importanza di fronte agli enormi problemi ecologici provocati proprio dalla nostra opulenza? San Francesco d'Assisi e i suoi frati hanno preso molto seriamente le parole di Gesù. All'inizio, molti hanno riso di loro, ma alla fine essi hanno avuto più impatto di tutti i loro avversari messi insieme... Nella nostra epoca, in cui siamo affascinati dal consumo, non sarebbe ora di rimettere l'accento sulla "povertà" e sulla "semplicità"?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Questo vangelo è lo specchio della dolorosa esperienza delle comunità cristiane nel corso dei primi decenni della nostra era: professare la propria fede in Gesù significava sovente persecuzione, isolamento, umiliazione. Peggio: questo poteva dividere le famiglie stesse. Per molti cristiani, quello che descrive il Vangelo è ancora oggi la realtà orribile. Far professione della propria fede esige molto spesso una grande dose di coraggio. Questo brano di Vangelo potrebbe essere l'occasione di pensare ai nostri fratelli cristiani, non soltanto pregando, ma chiedendoci: Che cosa possiamo fare per loro? Ci teniamo abbastanza informati? La protesta indirizzata da una comunità ecclesiale, da un gruppo di cristiani, alle ambasciate dei paesi presi in considerazione non potrebbe ottenere qualche risultato?
Dobbiamo anche chiederci in modo completamente personale: Mettiamo il nostro coraggio al servizio del Vangelo? Noi cristiani siamo nella nostra società in minoranza. Nell'ambito delle nostre relazioni, difendiamo la nostra fede, ogni volta che è necessario, o non ci capita di tacere facendo prova di educazione - o di paura - eccessiva? È vero che non bisogna dimenticarsi anche di una riserva. La prima lettera di Pietro dice (3, 15): "Siate sempre pronti a rispondere a tutti coloro che vi chiedono delle spiegazioni riguardo alla speranza che è in voi". Tuttavia egli aggiunge una parola molto importante: "Ma fatelo con dolcezza e rispetto" (1Pt 3,16).

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Uno potrebbe essere tentato, per paura della persecuzione, di farsi discepolo nascosto di Gesù Signore. È discepolo, senza però che alcuno ne sappia niente. In questo modo la sua vita mai sarà esposta al martirio, alla derisione, allo scherno, a tutte quelle parole e azioni malvage da parte degli uomini. Chi cade in questa tentazione attesta al mondo intero di essere ricolmo nel cuore e nella mente di una indicibile stoltezza.
Il cristianesimo non è un teorema matematico che si può nascondere nella mente e nel cuore. Esso è un vero sistema di vita concreta, reale, pratica, che abbraccia non solo la nostra mente, la nostra anima, il nostro spirito. Essa investe tutto il nostro corpo, la nostra terrena esistenza, tutta la nostra visibilità, le nostre scelte, le nostre quotidiane abitudini, ogni parola che esce dalla nostra bocca, ogni operazione delle nostre mani. Poiché l'uomo è visibilità ed essendo il Vangelo un sistema di vita, mai si potrà essere discepoli nascosti di Gesù Signore. Si può essere discepoli nascosti solo se non si è discepoli affatto. Se si è discepoli necessariamente lo si è anche nella visibilità.
Questa tentazione oggi si sta scatenando con una furia mai conosciuta prima. Si vuole che ogni discepolo di Gesù viva la sua fede in Cristo solo quando è nella sua casa, nel privato delle sue mura domestiche. Anche scegliere di recarsi in Chiesa la domenica reca molto fastidio, perché obbliga a dichiarare non percorribili certe vie oggi ritenute indispensabili al moderno progresso e all'attuale società. Si parla dell'apertura dei negozi che obbliga a rinnegare la Domenica come vero giorno del Signore. La fede deve essere esclusa dalle scuole, dagli uffici, dalla politica, dalla scienza, dalla tecnica, dallo sport, dal tempo libero, dai giorni feriali e anche festivi. Si vuole un cristiano senza alcun segno visibile che riveli la sua appartenenza a Gesù Signore.
La Parola di Gesù, che il discepolo di Gesù segue, non riguarda la sua anima. Riguarda invece tutto il suo corpo. È il suo corpo che parla cristiano. Finché il corpo non parlerà cristiano, nessuno potrà dirsi, professarsi discepolo del Signore. Ma cosa significa per il nostro corpo parlare cristiano? Significa che ogni azione che esce dal nostro corpo, sia come parole sia come opere, sia come decisione e sia come consiglio, sia come impegno politico e sia come impegno di qualsiasi altra natura, devono respirare di Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Dinanzi ad un invito a portare il mio corpo nella falsità, nella menzogna, nell'approvazione dell'iniquità e di ogni altra nefandezza, io debbo conservare il mio corpo nella verità di Gesù Signore.
Se devo conservare il mio corpo nella verità di Gesù Signore, mai potrò vivere segretamente il mio essere suo discepolo. Sarebbe oltremodo impossibile dichiarare non conforme alla mia natura il portare il corpo nella falsità e poi rimanere nascosto come discepolo del Signore. L'uomo è persona inscindibile, inseparabile. Anima e corpo sono una cosa sola. Per questo motivo è solamente inconcepibile quanto la moderna società propone al cristiano: vivere la sua fede nel segreto della coscienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci visibili discepoli di Gesù.