IL VANGELO DEL GIORNO II DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Il Signore verrà a salvare i popoli
e farà sentire la sua voce potente
per la gioia del vostro cuore.
(cf. Is 30,19.30)
e farà sentire la sua voce potente
per la gioia del vostro cuore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 17,10-13)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque
gli scribi dicono che prima deve venire
Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e
ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno
riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche
il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola
del Signore.
Se Gesù fosse il Messia atteso, il profeta Elia avrebbe dovuto essere tornato da molto tempo per preparare la sua venuta. E se Elia fosse effettivamente stato là, avrebbe già cominciato molte cose: non ci sarebbero più oppressioni politiche, il dominio dell'uomo sull'uomo sarebbe giunto alla fine, non vi sarebbero più opposizioni sociali tra poveri e ricchi, una nuova era di pace sarebbe già iniziata.
Gesù spiega ai suoi discepoli che la nuova era di pace comincia adesso, per coloro che colgono la loro opportunità, che rispondono all'appello alla conversione e instaurano la pace nel proprio cuore.
Ma le attese degli uomini sono altre: essi contano su un potente che possa aiutarli automaticamente a stabilire la pace. Ecco perché le parole di Giovanni Battista si sono perse nel vuoto. E perché la violenza minaccia quelli che portano la pace: Giovanni Battista muore di morte violenta, e Gesù presagisce che anch'egli sarà colpito da un destino simile.
IL VANGELO DEL GIORNO II DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì Della II
Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,16-19)
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "È indemoniato".
È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono:
"Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori".
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno
seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "È indemoniato". È
venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e
un beone, un amico di pubblicani e di peccatori".
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola
del Signore.
E guai a chi non risponde alle loro concezioni, o a chi non rientra nelle loro categorie già stabilite, come Gesù! Essi gli mettono l'etichetta di malato o di buono a nulla, e l'escludono dalla loro società.
Ma, in definitiva, è a loro stessi che nuocciono nella loro ostinazione. Questi bambini sono incapaci di giocare, si rovinano il gioco da soli.
Invece Gesù mostra che nel regno di Dio si giudica secondo tutt'altre categorie e tutt'altri criteri: azioni giuste, impegno verso chi vive ai margini della società, solidarietà con i peccatori e i pubblicani, ecco cosa distingue Gesù e i suoi fedeli.
E Gesù incita i suoi contemporanei, e anche noi a distoglierci dai preconcetti, a rivedere il nostro modo di pensare, a orientarci e ad agire secondo il principio dell'amore di Gesù.
IL VANGELO DEL GIORNO II DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì Della II
Settimana Di Avvento Anno A
Immacolata
Concezione Della Beata Vergine Maria Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te.
Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu
mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un
uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è
con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato
Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco,
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a
Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del
Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da
lei. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di
voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per
la vostra vita. Il mio giogo infatti è
dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù promette di dare a tutti "ristoro", ma pone una condizione: "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore". Che cos'è questo "giogo", che invece di pesare alleggerisce, e invece di schiacciare solleva? Il "giogo" di Cristo è la legge dell'amore, è il suo comandamento, che ha lasciato ai suoi discepoli (cfr Gv 13,34; 15,12). Il vero rimedio alle ferite dell'umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull'amore fraterno, che ha la sua sorgente nell'amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole "mitezza". Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell'uomo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non
lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che
per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi
piccoli si perda». Parola del Signore.
La sua critica si indirizza alle comunità di un tempo come a quelle di oggi, che dimenticano i gruppi marginali, coloro che sono meno privilegiati, i poveri o gli stranieri, e che non li integrano.
Non vi è dunque nulla di sorprendente se sbagliano cammino e si smarriscono, se perdono il loro orientamento e la loro fede.
Nella sua parabola Gesù dà criteri di relazione più giusti, più rispondenti a questo comportamento: questo piccolo che si è perduto ha una tale importanza che si trascurano tutti gli altri per andare a cercarlo e ritrovarlo, poiché Dio è chiaramente dalla parte di coloro che si respingono ai margini della società e che si dimenticano. Il suo Regno è in contrasto con la nostra società: ha per valori l'indulgenza, il rispetto e il soccorso. Ecco perché la missione delle comunità è di prendere sul serio i problemi delle persone svantaggiate, e di difendere i loro interessi affinché non corrano il rischio di intraprendere strade pericolose.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri
della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da
Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco,
alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di
farlo entrare e di metterlo davanti a Lui. Non trovando da quale parte farlo
entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo
calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la
loro Fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i
farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è Costui che dice bestemmie?
Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro
ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più
facile: dire "Ti sono perdonati i tuoi peccati", oppure dire "Alzati e
cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'Uomo ha il potere sulla terra
di perdonare i peccati, dico a te -disse al paralitico-: alzati, prendi il tuo
lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il
lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono
colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo
visto cose prodigiose». Parola del Signore.
Gesù non risponde alla loro domanda lanciandosi in spiegazioni teoriche, ma agendo, cioè guarendo il paralitico.
Ecco come Gesù offre al paralitico ed alle persone che lo osservano - come a noi oggi - la possibilità di capire la sua importanza: egli libera dalle sue sofferenze, dalla sua solitudine e dal suo handicap chi crede in lui. Lo fa uscire dall'ombra e dalle tenebre della sua esistenza per condurlo alla luce. Gesù gli fa dono della salute, di un coraggio nuovo e della comunità degli uomini. Grazie a lui, egli diventa un uomo nuovo.
Un tempo, come oggi, chi si rimette a Gesù con fiducia, e lo segue, sente sbocciare in sé delle possibilità insospettate - malgrado le deviazioni e gli abusi di questo mondo - sente che il regno di Dio arriva.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 3,1-12)
In quei giorni, venne Giovanni il
Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il
regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il
profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno
che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle
attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora
Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la
zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel
fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di
poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della
conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo
per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad
Abramo. Già la scure è posta alla radice
degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e
gettato nel fuoco. Io vi battezzo
nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di
me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e
pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la
paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore.