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           IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXVI DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B                   IL VANGELO NEL 21° SECOLO

Chi non è contro di noi è per noi

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,38-43.45.47-48)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

L'itinerario di Gesù verso Gerusalemme è un susseguirsi di insegnamenti e raccomandazioni; una specie di manuale catechetico, che serve da continuo confronto per la fede, ancora solo incipiente, dei discepoli.
L'interrogativo posto da uno di loro: "Abbiamo visto uno che scacciava i demoni... ma non era dei nostri" descrive bene il rigido schematismo dentro cui, loro come noi, vorremmo imprigionare la libertà dello Spirito, che soffia sempre dove e come vuole.
Non siamo noi cristiani i padroni della salvezza, donataci da Cristo. Sia pure avendo responsabilità e modalità diverse in seno alla Chiesa, noi cristiani abbiamo solo il compito di far incontrare, tra di noi e agli altri, con la nostra testimonianza, la nostra parola e le nostre opere, la persona di Cristo.
La consapevolezza della gratuità del dono di Cristo ci obbliga a valorizzare tutto ciò che, nel mondo, fa presagire e manifesta la sua presenza redentrice, perché Cristo, unico ad avere una risposta esauriente all'inquietudine presente nel cuore dell'uomo, può inviare lo Spirito Santo a illuminare il cuore di ogni persona.
Il nostro desiderio più profondo dovrebbe essere quello di Mosè, quando ha esclamato: "Fossero tutti profeti nel popolo di Dio e volesse il Signore dare loro il suo spirito!".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50)
Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Chi non è contro di voi, è con voi
Gli Apostoli domani verranno mandati nel mondo per edificare il regno di Dio. Per questa opera è necessario che si lavori in comunione con tutte le forze che credono in Cristo Gesù. Ognuno dovrà mettere a servizio del regno tutto di sé: anima, spirito, corpo, ministero, carismi, vocazione, particolare vocazione. Il regno va costruito sentendosi ogni cristiano parte essenziale del Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
Queste forze da sole non sono sufficienti, non bastano. Il discepolo di Gesù deve chiedere allo Spirito Santo che lo inondi con la sua sapienza e intelligenza, perché lui sappia servirsi di ogni altra forza che il Padre del cielo vuole associare alla loro opera, anche se per altre vie e altri sentieri. Non tutti coloro che facevano del bene a Cristo Gesù erano suoi seguaci, eppure sempre il Signore si è lasciato fare del bene e sempre ha lasciato che facessero il bene. Non vi è nulla di più errato nel lavoro apostolico della miopia spirituale. Essa consiste nel vedere ognuno solo se stesso o al massimo quelli della sua ristretta cerchia. Gesù vuole i suoi discepoli lungimiranti, sapienti, intelligenti. Prima di ogni cosa essi devono favorire il bene da qualsiasi persona esso venga fatto. In secondo luogo mai dovranno né impedire né ostacolare che il bene venga fatto. Questa legge richiede apertura di mente e larghezza di cuore.
Ma come si evince dal testo evangelico, se ancora i discepoli litigano tra di loro per questioni di gerarchia e di grandezza umana, possiamo noi pretendere che abbiamo gli occhi di Cristo e il suo cuore, per vedere tutto il bene, ogni bene e porsi a servizio di esso? Ecco il vero ministero del cristiano: operare lui ogni bene, mettere se stesso a servizio di ogni altro bene. Servire il bene è la sua vocazione. Missione altissima.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci servi del bene come Cristo Gesù è servo del bene. 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,1.5.10.12-14)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel Regno dei Cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità Io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel Regno dei Cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio Nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché Io vi dico che i loro Angeli nei Cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei Cieli.

RIFLESSIONI
Questa festività liturgica ci porta a considerare l'esistenza degli Angeli Custodi, una costante presenza al nostro fianco ignorata dalla stragrande maggioranza dei cristiani. Si ricordano così poco di Gesù e della Madonna, figuriamoci di questi straordinari Amici e potentissimi Protettori. Gli Angeli Custodi sono completamente ignorati dalla modernità presente nella Chiesa, da quella mentalità più pragmatica che spirituale.
Nei seminari non se ne parla più, dalle catechesi sono spariti, non si insegna questa bellissima e consolante Verità.
Basterebbe chiedersi perchè Dio li ha messi accanto alle creature umane e qual è la Loro missione. La risposta corretta la trovano i cristiani più vicini alla preghiera, essi ricevono soprattutto dai Sacramenti le illuminazioni trasmesse dalla Grazia per credere che gli Angeli esistono e che Dio ci ama davvero molto per lasciarci soli. In realtà soli non lo siamo mai, ci sono sempre i diavoli che girano "come leoni ruggenti" per distruggere le creature del Padre.
Chi crede fermamente nella presenza degli Angeli Custodi, forse non riflette mai sulla Loro presenza ma sa che ci sono.
La Loro presenza è invisibile, impercettibile, mite, non cercano mai di violare le scelte dei Loro assistiti, semmai cercano di orientarli verso il Bene, quindi, ad osservare le Leggi di Dio. Essi ci sono vicini per proteggerci dalle continue tentazioni dei diavoli, infatti chi prega gli Angeli con Fede avverte un aiuto forte e si sente maggiormente libero dagli attacchi dei nostri nemici.
Gli Angeli Custodi hanno l'incarico di guidarci verso la salvezza eterna, senza essere oppressivi. Amano profondamente tutti noi perchè hanno ricevuto la missione da Dio e pregano per noi. Ci inviano illuminazioni, ma per accorgersene bisogna purificarsi con la preghiera e il rinnegamento, bisogna pure essere coerenti con la nostra fede.
Non tutti riescono ad intuire le sante ispirazioni degli Angeli Custodi, sia per mancanza di esperienza sia per la confusione mentale.
Eppure, gli Angeli Custodi hanno un grandissimo desiderio di ispirarci per farci compiere le scelte migliori ed aiutarci nella spiritualità e nella vita quotidiana. Essi avvertono un grande desiderio di rendersi utili e di servirci nelle cose buone, non vogliono restare oziosi come avviene quasi sempre. La mancata preghiera rivolta agli Angeli Custodi, quindi la mancanza di comunione con Loro, chiude ogni possibilità di ricevere aiuti.
Nonostante la dimenticanza dei cristiani, però gli Angeli hanno sempre il vivo desiderio di compiere la missione: salvarci.
Chissà quante volte nella vita abbiamo ricevuto grandi aiuti nei pericoli e in altre circostanze drammatiche. Quante volte ci hanno ispirato di fare qualcosa per evitarci incidenti o situazioni dolorose. Lo sapremo nel Giudizio davanti a Gesù, però noi già adesso siamo consapevoli che hanno fatto moltissimo per ciascuno di noi.
Molti Santi hanno visto i loro Angeli Custodi, conosciamo testimonianze bellissime di apparizioni e di dialoghi edificanti.
Siamo debitori verso gli Angeli Custodi, abbiamo sempre mancato di riconoscenza e di gratitudine per quanto hanno fatto e continuano a compiere per noi. Cominciamo da oggi a pregarli e a parlare con Loro: ci ascoltano sempre e desiderano esclusivamente il nostro bene.
Preghiamoli molte volte al giorno, non solo prima di iniziare un viaggio, sempre Essi ci sono accanto, ascoltano e sono preziosi.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 9,57.69)

Mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Essere discepoli di Gesù significa condividere con lui la sua sorte, la sua condizione di vita, che non è certo molto attraente a prima vista: suppone incertezza e povertà, cioè in una parola, il sacrificio e la rinuncia. Ma il fine non è il sacrificio in sé. Infatti molte volte ritroviamo nel Vangelo promesse di felicità e di beatitudine che Gesù fa a chi decide di seguirlo. Ma già sulla terra, l'essere con Gesù comporta la completa certezza di trovarsi sulla retta via. Ma chi lavora con Gesù per costruire il suo regno incontra spesso difficoltà. Proprio come il terzo uomo di cui parla il Vangelo di oggi. Quanti, nella vigna del Signore, hanno posto mano all'aratro e poi si sono subito tirati indietro, abbandonando la loro vocazione...
Eppure, anche se se ne parla poco e spesso li si ignora, sono in molti a continuare a sacrificarsi per il regno di Dio, a lavorare seriamente per difenderlo. Come, ad esempio, il popolo croato che, pressoché sconosciuto in Occidente, per secoli ha fatto fronte alle invasioni di popoli allora ostili al cristianesimo, ha offerto in sacrificio vite umane e martiri cristiani, difendendo l'Europa cristiana dalle devastazioni, tanto efficacemente da meritare nel 1519 l'appellativo di "antemurale christianitatis" (baluardo della cristianità) da parte del papa Leone X. Il popolo croato fu il primo popolo fra le nazioni slave a ricevere il battesimo e, proprio in questi ultimi anni, ha celebrato i suoi tredici secoli di cristianità. Ogni uomo e ogni popolo è chiamato a seguire Cristo senza porre condizioni, qualunque sia il prezzo del sacrificio...

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
«Il mio giogo è dolce, il mio peso è leggero». Mt 11,30
Il santo che, secondo molti teologi spirituali, ha rappresentato più da vicino Gesù vivendone pienamente il Vangelo, è San Francesco. Così ci spieghiamo la sua "santa letizia" il contrario della baldoria senza argini etici, espressione vera, invece di un amore senza ombre egoiche.
Per questo l'invito che Gesù fa a ogni uomo, specie al più ferito e sofferente, è anzitutto all'insegna del realismo.
Vivere infatti è bello, ma è anche faticoso, perché devi affrontare difficoltà di ogni tipo: ecco il giogo.
Vivace è l'avventura esistenziale che ti presenta opportunità interessanti, ma a volte ne senti il peso.
Potrebbe insorgere un interrogativo: Il serio impegno del cristiano aggrava dunque la situazione?
No! Al contrario per il cristiano è dolce il giogo, se è vero impegno a uscire dell'egoismo dando il meglio di sé nelle varie incombenze.
Ma il peso - dice il senso comune - resta peso. Niente da fare!
Verissimo: Diventa leggero quando non lo porti più da solo ma in compagnia di Gesù.
Signore, fammi persuaso che dolcezza e levità sono categorie evangelico - esistenziali perché vengono dal Tuo averci amato per primo. Con Te, in Te, vado speditamente su strade di sole, proprio perché il tuo giogo non mi schiaccia, il tuo peso non mi opprime se tutto tu trasformi in amore.

La voce del Santo patrono d'Italia

"Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre."

San Francesco d'Assisi

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,13-16)
Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Si potrebbe credere che, quando Gesù si lamenta del rifiuto con cui si scontra il suo messaggio, ci si debba riferire soltanto al suo tempo e alle città menzionate nel Vangelo. Invece no: questo rifiuto è una sofferenza che egli vive tuttora. Anche se non è più fra noi visibilmente, Gesù è presente nella sua Chiesa, che è un miracolo permanente nella storia del mondo. Ed è lui che, attraverso i suoi sacerdoti, "i servitori dell'inutile, di ciò che non si mercanteggia, non si calcola, non si paga" come spesso sono considerati nel mondo secolarizzato, continua a chiamare gli uomini alla conversione, alla fede nelle verità soprannaturali. Così, quando si vedono, nelle città della nostra Europa, molte chiese splendide ma vuote, diventate quasi dei "musei" visitati da migliaia di turisti curiosi, alla ricerca di opere d'arte, si potrebbe forse sentire Gesù che, proprio oggi, dice: "Se a Mosca o a Pechino si fossero realizzati miracoli come qui in Occidente...". 
Nell'Europa dell'Est, in anni e anni di persecuzione comunista, ci sono state molte testimonianze cristiane, molti martiri, spesso poco conosciuti o addirittura ignorati da quella parte della Chiesa che, invece, godeva della libertà! Nel XX secolo la Chiesa in Croazia ha sofferto molto. La vittima più famosa di queste persecuzioni è l'arcivescovo di Zagreb, il card. Alojzije Stepinac, in seguito ad un processo manipolato condannato a 16 anni di prigione, dove morì nel 1960. È stato un vero martire di questo secolo e un grande testimone della fede cattolica. Dobbiamo imparare a riconoscere i segni di Dio e a non trascurarli!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nella prima parte del Vangelo di oggi, Gesù mette in guardia i suoi discepoli contro la tentazione di vanità e di orgoglio proveniente dal loro successo nella missione che Gesù ha loro affidato. Molti di quelli che hanno continuato - e continuano tuttora - la missione di Gesù in tutti questi secoli, hanno incontrato e incontrano nell'esercitare l'autorità divina presso i fedeli le stesse difficoltà e le stesse tentazioni. Ecco perché Dio manda dei santi: per ricordare alla sua Chiesa i veri valori evangelici. Nel Medio Evo, per esempio, quando la Chiesa fu fortemente tentata dal potere temporale e dalla ricchezza, Dio mandò san Francesco d'Assisi, che ebbe, come pochi altri, il privilegio della rivelazione dei segreti del regno di Dio e il cui nome è scritto in cielo. I discepoli di san Francesco, che fra il popolo croato sono diffusi in modo particolare, hanno continuato, fra i Croati, questa missione di umiltà e di testimonianza dei veri valori evangelici, conservando la fede cattolica, in mezzo a sanguinose persecuzioni, sotto le invasioni straniere. Fra tanti santi testimoni francescani croati, vorrei almeno menzionarne due, che si sono guadagnati la gloria degli altari: san Nicola Tavelic, martirizzato a Gerusalemme dai Turchi nel 1391 e san Leopoldo Mandic, cappuccino (1866-1942), la cui vita religiosa, però, si è svolta lontano dalla Croazia: in Italia, dove è stato per anni un umile confessore esercitando il ministero di riconciliazione, fra i fedeli di Padova, dove si trova la sua tomba.