IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,24-35)

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo secondo san Giovanni ci offre vari discorsi che Gesù ha tenuto nella sinagoga di Cafarnao per spiegare ai credenti il significato della manna ricevuta nel deserto.
Queste spiegazioni devono aiutare i credenti del tempo della Chiesa a vivere in modo giusto. Il Vangelo di oggi riferisce il discorso che parla dell'importanza della fede in Gesù Cristo. Gesù Cristo è l'inviato di Dio, egli porta l'ultima rivelazione ed apre la via che conduce a Dio. Colui che segue Gesù con fede, che entra con Gesù nella comunità mediante il battesimo, che prende Gesù come modello e lo ascolta, troverà attraverso di lui la verità che calma la fame di vita. Perché questa verità è Dio stesso che, attraverso Gesù Cristo, offre a tutti gli uomini la possibilità di condividere la sua vita.
Quello che hanno cercato, presentito, e in parte riconosciuto i pensatori, i profeti e i nostalgici di Dio di tutte le nazioni e di tutti i tempi, raggiunge attraverso Gesù la chiarezza e la verità di Dio. Questa verità è presente e può essere colta nella parola e nell'esempio di Gesù, ma soprattutto nella sua persona. Perché egli è la verità, egli è la via, egli è la vita di Dio in persona! E ci è offerto di vivere con devoto rispetto in modo assolutamente diretto, oggi, nella festa liturgica della sua Chiesa.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21)

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Signore Gesù, un giorno hai detto: «Ho compassione di questa folla». Le tue parole manifestano una bontà che accoglie ogni uomo. Sorpassano i confini del luogo, i limiti del tempo, le circostanze delle persone presenti. Tu allora, hai beneficato quel popolo, nutrendolo con il pane moltiplicato; oggi, ripeti quel gesto, distribuendo pane eucaristico. Il pane, dato a quella folla, doveva essere di sostentamento per il ritorno alle loro case nei lontani paesi; tu, oggi, porgi all'uomo te stesso, pane vivo disceso dal cielo, per il nutrimento delle anime in pellegrinaggio verso la Gerusalemme celeste. Il cammino è arduo, le lotte non mancano, il maligno non dà requie, i pericoli sono tanti... Abbiamo bisogno del tuo pane, o Signore, un pane che dia forza per continuare a camminare, come Elia nel deserto, come la folla affamata di Palestina, come i santi di tutti i tempi. Con questo tuo pane santo affronteremo ogni difficoltà, eviteremo ogni pericolo, vinceremo ogni male, e la vita crescerà rigogliosa come un albero lungo il fiume. Fermati, oggi, Signore, alla nostra mensa. Spezza il tuo pane dato per molti, perché la sera è sempre vicina e il tramonto giunge alla fine di ogni giorno

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La Trasfigurazione non era destinata agli occhi di chiunque. Solo Pietro, Giacomo e Giovanni, cioè i tre discepoli a cui Gesù aveva permesso, in precedenza, di rimanere con lui mentre ridava la vita ad una fanciulla, poterono contemplare lo splendore glorioso di Cristo. Proprio loro stavano per sapere, così, che il Figlio di Dio sarebbe risorto dai morti, proprio loro sarebbero stati scelti, più tardi, da Gesù per essere con lui al Getsemani. Per questi discepoli la luce si infiammò perché fossero tollerabili le tenebre della sofferenza e della morte. Breve fu la loro visione della gloria e appena compresa: non poteva certo essere celebrata e prolungata perché fossero installate le tende! Sono apparsi anche Elia e Mosè, che avevano incontrato Dio su una montagna, a significare il legame dei profeti e della Legge con Gesù.
La gloria e lo splendore di Gesù, visti dai discepoli, provengono dal suo essere ed esprimono chi egli è e quale sarà il suo destino. Non si trattava solo di un manto esterno di splendore! La gloria di Dio aspettava di essere giustificata e pienamente rivelata nell'uomo sofferente che era il Figlio unigenito di Dio.
Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto. (Sal 26,8-9)

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 15,21-28)

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nel Vangelo odierno una donna pagana ci dà un meraviglioso esempio di fede. Non ha diritto a niente, e lo riconosce; Gesù non le promette niente, ma la sua insistenza piena di fede ottiene la guarigione della figlia e l'elogio del Signore.
Nel nostro tempo purtroppo un atteggiamento di sfiducia nei riguardi del Signore è molto diffuso. I giovani in particolare non hanno più il coraggio di prendere impegni duraturi perché non si fidano del Signore. Accettano di dedicarsi per un po' di tempo a qualche opera generosa, ed è già un bene, però non hanno il coraggio di impegnarsi in modo definitivo contando sulla grazia di Dio. E chiaro, senza la grazia divina nessuno è capace di mantenere un impegno per tutta la vita: tante cose cambiano, noi stessi cambiamo... però con il dono del Signore possiamo portare a termine in modo positivo ogni impegno preso nel suo nome.
Molti giovani non si sposano, ma convivono, perché non hanno il coraggio di impegnarsi in un matrimonio indissolubile: non fanno conto della grazia del Signore.
Egli propone loro un dono bellissimo: una vita di amore fedele, costante, che può sempre crescere ed essi dicono: "E impossibile, le difficoltà sono troppo grandi". E quando si sposano, spesso il divorzio rappresenta una soluzione dello stesso genere: è un abbandonare l'impegno preso perché si giudica che le difficoltà siano troppo grandi. Nell'Invitatorio della Preghiera delle Ore la Chiesa ci fa pregare il salmo che ricorda questo episodio della vita del popolo eletto: "Oggi se sentirete la sua voce non indurite il vostro cuore, come nel giorno della tentazione nel deserto, in cui i vostri padri mi hanno contestato e allora ho giurato nella mia collera:
Non entreranno nel luogo del mio riposo". E' una messa in guardia contro questo atteggiamento e un incoraggiarci a seguire l'esempio della fede grande della donna cananea, che ottenne quanto non le era stato promesso proprio per la sua fede

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-23)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'Uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che Io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei Cieli. E Io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei Cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che Egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro Lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma Egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Parola del Signore.

RIFLESSIONE

In terra pagana: fondazione della Chiesa di Gesù. Il punto culminante del vangelo è raggiunto. Gesù si trova nel nord della Galilea, in terra pagana, respinto dal suo popolo. I discepoli sono con lui. Egli rivolge loro la domanda decisiva. Il risultato dell'attività di Gesù in Galilea viene riassunto nella professione del Messia, fatta da Simone Pietro a nome dei discepoli, che contrasta con l'opinione del popolo. Egli separa il popolo e i discepoli. Simone Pietro, in nome dei dodici, fa questa dichiarazione: «Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente».
Pietro e la pietra
Non dobbiamo meravigliarci della scelta di Gesù. Egli sceglie Pietro e lo costituisce fondamento visibile della Sua Chiesa: chi può mettere in discussione la sua decisione? Chi può avere l'arroganza di dirgli: Che cosa stai facendo? Le decisioni di Dio, infatti, vanno accolte semplicemente, umilmente, gioiosamente: è l'unica risposta intelligente davanti ad una chiara Volontà di Dio. Non esiste e non può esistere la Chiesa di Cristo se essa non viene costruita costantemente sulla roccia scelta da Lui: Pietro. La fede ci dà la certezza che su questa pietra umanamente debole e fragile, Cristo, con la Sua onnipotenza, costruisce la Sua Chiesa. Fidiamoci di Dio e non resteremo delusi in eterno!
E voi chi dite che io sia?
Nel 1955 andò in scena al Piccolo Teatro di Milano il dramma Processo a Gesù di Diego Fabbri: l'opera, in breve tempo, fece il giro di tutti i teatri del mondo. L'autore immagina una troupe di ebrei che, dopo la seconda guerra mondiale, si sposta di città in città per rifare davanti al pubblico il processo a Gesù, al fine di verificare se Egli fu condannato giustamente o ingiustamente. A un certo punto la separazione tra pubblico e attori sembra cadere e tutto diventa un unico palcoscenico: il coinvolgimento è totale e veramente emozionante. Vengono ascoltati i testimoni di allora (Pilato, Caifa, Giuda, gli Apostoli) e anche questa volta la sentenza si preannuncia di condanna nei confronti di Gesù. E l'argomento principale della condanna è che nulla è cambiato con la Sua venuta: tutto continua come prima e, pertanto, Egli, secondo il Presidente del Tribunale, non può essere stato il Figlio di Dio.
Il Presidente, in conclusione, rivolto al pubblico dice: «Pronunceremo la sentenza, ma vorrei chiedere prima a voi cristiani qui presenti, chi era, chi è per voi Gesù di Nazareth». È a questo punto che tutto cambia. Si alza, infatti, un sacerdote che era lì in incognito; si alza un giovane fuggito di casa; si presenta una prostituta trascinata in teatro dal suo amante intellettuale; chiede la parola la donna delle pulizie del teatro: coraggiosamente ognuno grida chi è Gesù nel segreto della propria vita, affermando decisamente di non poter fare a meno di Lui. A questo punto appare chiaro che non è affatto vero che tutto è rimasto come era prima della venuta di Gesù: tante cose sono cambiate! Il Presidente del Tribunale, allora, conclude: «Perché non lo gridate forte, dovunque e sempre, quello che avete detto stasera? Tutti dovreste gridarlo! Tutti! Tutti! Perché altrimenti si ripete anche per voi quello che accadde per noi allora: di rinnegare, di condannare, di crocifiggere Gesù».
LA PAROLA PER ME OGGI
Gridiamo a tutti ciò che sappiamo di Gesù; diciamo a tutti che è Lui la nostra pace, la nostra via, la nostra vita: la Verità! Che cosa stupenda sarebbe se tutti i cristiani ritrovassero il coraggio di gridare: Gesù è il Signore! Gesù è l'unico Salvatore del mondo! Ieri, oggi e sempre!
LA PAROLA SI FA PREGHIERA
Gesù di Nazareth tu sei veramente quel Messia che noi aspettavamo, Tu solo alimenti e sostieni tutte le speranze del mondo. Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,1-13)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".
Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Edith Stein nacque nel 1891 a Wroclaw – Breslau in Germania. Nata e formata nella religione giudaica, insegnò egregiamente per diversi anni filosofia, tra grandi difficoltà. Accolse la vita nuova in Cristo attraverso il sacramento del Battesimo e, preso il nome di Teresa Benedetta della Croce, fece il suo ingresso tra le Carmelitane scalze di Colonia, dove si ritirò nella clausura. Durante la persecuzione nazista, esule in Olanda, venne catturata e nel 1942 deportata nel campo di concentramento di Oswiecim – Auschwitz presso Cracovia in Polonia, dove venne uccisa nella camera a gas.
Nel 1998 viene canonizzata da Giovanni Paolo II e, nel 1999, dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell'Europa.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,24-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
Poche parole per rivelare una grande verità: non si può seguire Gesù se prima non si muore al proprio egoismo.
Non è una morte spirituale immediata, è progressiva e lunga ma deve però iniziare.
Dal momento in cui si decide di cambiare vita e di mettere al centro Dio, inizia la vera conversione e tutto viene visto con occhi nuovi, la stessa considerazione personale cambia e diventa più realistica. Questo è il percorso autentico che permetterà di vivere nella verità.
Senza questa introspezione o esame spirituale, la persona non incontra mai se stessa, vive come fuori di sé nella continua ricerca di appagamenti che non potranno mai arrivare dall'esterno. Non è una vita felice senza Dio, Lui solo può rendere veramente felici quelli che Lo cercano interiormente.
Molti vivono senza Dio e contano sulle loro qualità, si fidano ciecamente delle loro idee e considerano solo come innocui incidenti di percorso le scelte di vita sbagliate, come anche gli errori al lavoro e in famiglia, gli insuccessi personali.
Questi vivono una dimensione egoistica della vita e non guardano oltre la punta del naso.
Gesù oggi invece ci parla di morire a noi stessi, di sottoporre a Lui ogni iniziativa e di ascoltarlo per non sbagliare scelte.
L'egoismo è una brutta malattia spirituale e chi ne soffre non sa di avere questo germe infettivo che corrompe ogni idea, trasformando sempre la realtà a suo vantaggio, nel proprio interesse. L'egoista si preoccupa solo di sé e non vede che esistono i familiari, i colleghi e gli altri, non si rende conto perché non prega e non vuole lasciare quella condizione degenerata.
Solo la Grazia di Dio può guarire dall'egoismo, permette di fare il passaggio che guarisce da questa malattia, passando quindi dalla troppa considerazione di sé e delle sue cose, ad agire con altruismo e amando gli altri, a cominciare dai propri familiari.
L'egoista è uno che ama troppo se stesso e considera la sua vita e le sue cose come il centro dell'universo.
È troppo sicuro delle sue soluzioni e cade sempre in contrasto con la realtà che interpreta sempre a senso unico. Tanti egoisti nel mondo hanno deformato la società. La società si allontana sempre più da Dio e l'egoismo è la loro maschera.
La società è entrata in sofferenza proprio per l'esaltazione dell'egoismo, ha perduto il controllo a causa di questa malattia spirituale che deforma ogni cosa ed esalta l'amor proprio. La società è entrata in una profonda agonia esistenziale e per illudersi della sua sanità, camuffa i dati ma scivola sempre più giù nella degradazione.
La ricetta per guarire è una sola e ce la offre il Signore: morire a se stessi.
Non tutto ciò che arriva alla mente è veritiero e può arrivare anche dai diavoli, i deboli invece ne fanno una verità dogmatica e si esaltano all'idea di avere capito tutto della vita. Non possono capire di essere un nulla dinanzi all'onnipotenza di Dio, Lui sì che vede tutto e conosce perfettamente ogni cosa.
L'egoista non può amare né cercare Gesù, si considera sufficiente e non ritiene necessario ricorrere a Dio. E non riceve aiuti da Dio.
Il lavoro che bisogna fare per vincere l'egoismo è la riflessione giornaliera sulle azioni che si compiono, sui pensieri che si elaborano, sulle parole che si dicono. Il lavoro personale e interiore è indispensabile per conoscersi e controllare l'egoismo, apprezzando tutte le persone che si incontrano e agendo sempre con umile altruismo.