IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
XII DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,26-33)
Quello che io vi dico nelle tenebre
voi ditelo nella luce.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di
uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà
a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo
sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Tutto quello che Gesù ha detto all'orecchio, di nascosto e
privatamente, sarà predicato pubblicamente sui tetti dei paesi
e delle città del mondo intero. Dopo la discesa dello Spirito Santo, gli
apostoli hanno cominciato ad annunciare il Vangelo, chiaramente e
coraggiosamente, quando hanno aperto le porte del cenacolo e sono andati verso
i quattro punti cardinali dell'universo. Nonostante l'opposizione incontrata,
il Vangelo è stato fatto conoscere sempre di più e sempre meglio e, quando la
fine del mondo sarà ormai prossima, l'umanità tutta ne sarà a conoscenza. Gesù
dice anche: "Non preoccuparti troppo della sorte del Vangelo, e non avere paura
della gente. Non temere nessuno se non Dio. Non è la morte la più grande
sventura, ma la dannazione". Noi dobbiamo superare la paura della morte, così
come le persecuzioni e le difficoltà di ogni giorno, mediante la fede nella
divina Provvidenza, che protegge anche il più insignificante fra gli uccelli:
il passero. La cosa più bella che l'uomo possa fare sulla terra, in mezzo a
persecuzioni e sofferenze, è di essere testimone di Gesù. Anche se il martirio
non è il destino di tutti i suoi discepoli, ognuno deve sempre e dovunque
riconoscere la sua appartenenza a Cristo, con le parole e le azioni, la vita e
il comportamento. E noi lo facciamo in special modo durante la messa, nella
quale, in comunione con l'intera Chiesa, annunciamo le grandi opere di Dio.
IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,1-5)
Non giudicate,
per non essere giudicati.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale
giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà
misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi
della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: "Lascia che
tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per
togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Fede è: essere aperti, accettare di camminare al buio
indefinitamente, incontro a qualcuno a cui diamo fiducia, contenti di dargli
quello che ci chiede, di amarlo per se stesso, di mettere in lui la nostra
gioia e il nostro amore, in un rapporto di persona a persona che il Signore
vuoi fare sempre più bello. Tutto il resto è secondario. "Volontà di Dio,
paradiso mio", dicevano i santi.
"Vattene...". E una parola che Dio non ci dice una volta per tutte,
perché sempre la nostra è una libertà da liberare. Accogliamola dunque con
fiducioso abbandono nel nostro cuore e nella nostra vita.
IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Martedì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,6.12-14)
Quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci,
perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:
questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che
conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è
la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la
trovano!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quale grande libertà di spirito dona il distacco a cui la
fede guida il credente! Di solito i ricchi sono preoccupati di come conservare
e aumentare la loro ricchezza; Abramo invece è più preoccupato del rapporto con
il prossimo che di se stesso. Vuol evitare che la discordia si frapponga fra
lui e Lot e con grande libertà di spirito attua in anticipo la regola d'oro che
Gesù darà: "Fa' agli altri quello che vorresti fosse fatto a te".
Dice al nipote: "Non vi sia discordia tra me e te, perché noi siamo
fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Separati da me. Se tu vai
a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra io andrò a sinistra". E
il modo migliore: lasciare all'altro la scelta. Ma è difficile, perché vediamo
subito i nostri diritti e i doveri degli altri.
Lot sceglie la fertile valle del Giordano e ad Abramo resta la parte montuosa,
arida.
Anche qui possiamo vedere un'applicazione ante litteram dell'insegnamento che
Gesù dà nel Vangelo di oggi: "Entrate per la porta stretta, perché larga è
la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione...; quanto stretta
invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita!". Lui è la via,
via angusta verso la morte, ma per la vita; lui è la porta stretta del
distacco, dell'abnegazione, che si apre sulla felicità.
E la storia darà ragione ad Abramo: la via larga portava a Sodoma e Gomorra,
simboli della perdizione; la terra di Canaan sarà la terra promessa:
"Alzati dice il Signore percorri il paese in lungo e in largo, perché io
lo darò a te e alla tua discendenza".
Meditiamo su questa pagina. C'è veramente più gioia nel dare che nel ricevere.
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Mercoledì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,15-20)
Guardatevi dai falsi profeti
vengono in veste di pecore, sono lupi rapaci.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che
vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti
li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono
produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero
buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti
buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Un albero buono non può produrre frutti cattivi
Dio è la verità. Dio, che è la verità, è tutto in Cristo Gesù. Cristo Gesù è la
verità piena, perfetta, divina e umana di Dio, nello Spirito Santo, che è lo
Spirito della verità. L'uomo è stato creato ad immagine della verità di Dio.
Vive se rimane in questa verità, che lui deve accogliere con la volontà e con
la sapienza e intelligenza di cui è stato arricchito da Dio deve trasformarla
in sua vita. Attinge la verità da Dio, il quale gliela comunica attraverso la
sua Parola, che è purissima verità, la trasforma in suo corpo e in suo sangue,
in sua storia quotidiana, vive. Se si distacca dalla Parola, muore.
Dio però non comunica la sua Parola direttamente ad ogni uomo, la comunica
attraverso i suoi profeti, i suoi messaggeri, persone incaricate da Lui a
trasmettere la sua Parola ad ogni sua creatura. Chi vive in Dio, vive di Parola
di Dio, comunica la Parola di Dio. Chi non vive in Dio, non vive di Parola di
Dio, mai potrà comunicare, trasmettere la Parola di Dio. Costui trasmetterà una
sua propria parola, non certamente la Parola di Dio. Per farsi accreditare in
modo che alla sua parola si dia vera accoglienza di fede, costui dirà che la
sua è Parola di Dio. Lo dice, ma inganna. Lo attesta il fatto che lui non vive
di Parola di Dio, la Parola di Dio non conosce.
Gesù sa quanto danno produce una parola non di Dio fatta passare come Parola di
Dio. Invita i suoi discepoli a porre ogni attenzione. Essi non devono ascoltare
la parola, devono osservare la vita di coloro che si annunziano come veri
profeti del Signore. Osservando la vita, noteranno che vi è una perenne
contraddizione tra ciò che essi dicono e ciò che fanno. Le loro opere non sono
il frutto della vera Parola di Dio, sono invece il frutto della loro carne,
delle loro passioni, dei loro peccati.
La parola della vera profezia è sempre attestata, garantita dalla vita ricca di
frutti di ogni bontà, mansuetudine, pazienza, carità, magnanimità, umiltà,
grande gratuità. La vera profezia è nella più grande libertà dalle cose di
questo mondo. Il vero profeta mai guadagnerà un qualcosa dalla sua missione.
Gesù vero profeta del Dio vivente è nato nella più grande povertà ed è morto
nudo su una croce. Nulla ha ricevuto da questo mondo. Tutto invece Lui ha
donato al mondo. Gli ha fatto dono finanche del suo corpo e del suo sangue come
vero nutrimento e bevanda di vita eterna.
Gesù dona ai suoi discepoli una regola infallibile. La Parola vera oltre che
dono di Dio è anche il frutto della vita vera della persona. La vita vera
attesta per la sua parola vera. La vita è vera se intessuta di frutti dello
Spirito. Poiché l'albero è buono, sempre produrrà parole buone. Sempre dirà
parole che sono dalla verità di Dio, indipendentemente se vengono o non vengono
direttamente da Dio, sempre però provengono dalla sua natura vera che non può
produrre se non frutti veri. La parola vera è sempre il frutto di una persona
vera. L'albero è buono e il frutto è anche buono.
Non si guarda prima l'albero e poi si dice che il frutto è buono. Sempre invece
si deve partire dal frutto. Si prende il frutto, se esso è buono l'albero e
buono. Se il frutto è cattivo, l'albero è cattivo. Poiché l'albero del falso
profeta non produce solo parole, ma ogni altro frutto, osservando i suoi
frutti, è facile comprendere che ci si trova dinanzi ad un albero guasto,
malato, non buono. La sua parola è anch'essa guasta, malata, non buona. Questa
regola di Gesù è infallibile. Perché allora molti si lasciano ingannare,
fuorviare, raggirare? Perché Dio vuole che l'uomo metta sempre in atto sapienza
e intelligenza. Vuole che sempre l'uomo creda nella sua Parola. Chi non crede
nella Parola di Dio, sempre si lascerà ingannare. Anche lui è albero cattivo
con frutti cattivi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci alberi buoni.
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Giovedì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 16,13-19)
Ma voi, chi dite che io sia?
Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai
suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero:
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei
profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico:
tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Per capire l'azione e insieme la bellezza della narrazione del Vangelo, bisogna considerare il suo sfondo geografico. Cesarea di Filippo si estendeva ai piedi del monte Ermon. Una delle grotte era dedicata al dio Pan e alle ninfe. Sulla sommità di una rupe, Erode aveva fatto costruire un tempio in onore di Cesare Augusto, mentre Filippo, suo figlio, aveva ingrandito questa località dandole il nome di Cesarea. Venerare un idolo e un uomo dagli Ebrei era considerato un'opera satanica, e perciò la grotta era considerata l'ingresso del regno di Satana: l'inferno. Ci si aspettava che, un giorno o l'altro, gli abissi infernali scuotessero questa rupe e inghiottissero il tempio sacrilego. In questo luogo spaventoso, si svolse un dialogo fra Gesù, il Figlio del Dio vivente, e Simone, il figlio di Giona. Gesù parla di un'altra pietra sulla quale edificherà un altro tempio, la Chiesa di Dio. Nessuna potenza infernale potrà mai prevalere su di essa. Simone, in quanto responsabile e guardiano, ne riceve le chiavi, e così il potere di legare e di sciogliere, cioè l'autorità dell'insegnamento e il governo della Chiesa. Grazie a ciò, Simone ne è diventato la pietra visibile, che assicura alla Chiesa ordine, unità e forza. La Chiesa non potrà essere vinta né da Satana né dalla morte, poiché Cristo vive ed opera in essa. Ogni papa è il Pietro della propria epoca.
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Venerdì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,1-4)
Signore, se vuoi, puoi purificarmi
Lo voglio: sii purificato.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore,
se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua
lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va' invece a mostrarti
al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè come testimonianza per
loro». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Tutta la Sacra Scrittura parla del mistero di Cristo, della
sua passione e risurrezione. "Dio afferma la Dei Verbum al n. 16 ha
sapientemente disposto che il Nuovo Testamento fosse nascosto nell'Antico e
l'Antico diventasse chiaro nel Nuovo... I Libri dell'Antico Testamento,
integralmente assunti nella predicazione evangelica, acquistano e manifestano
il loro pieno significato nel Nuovo, che essi illuminano e spiegano".
Così la prima lettura di oggi parla della risurrezione. Paolo nella lettera ai
Romani spiega che Abramo, credendo all'annuncio della nascita di Isacco,
credette senza saperlo nella risurrezione di Cristo, perché lui e Sara erano
vecchi, "quasi morti", eppure egli credette che Dio, da due esseri
così avanzati in età, poteva suscitare un figlio, Isacco, che è profezia e
promessa della risurrezione.
Anche il Vangelo è un annuncio di risurrezione. Gesù tocca un lebbroso e lo
guarisce: "Gesù stese la mano e lo toccò... e subito la lebbra
scomparve". Quel toccare il lebbroso, considerato peccatore, impuro, tanto
da rendere impuro chi venisse inavvertitamente in contatto con lui, è simbolo
della passione di Cristo. Gesù, facendosi uomo, ha toccato veramente la nostra
lebbra; si è presentato nella sua passione come "leprosum", peccatore
per noi e in cambio, con la sua morte e risurrezione, sorgente di vita, ci ha
dato la guarigione.
Avviciniamoci fiduciosamente all'Eucaristia con le nostre lebbre, con la nostra
morte, perché Gesù ci vivifichi. Ogni Messa ci deve "rimettere in
piedi", pronti al servizio dei fratelli, grazie alla risurrezione di Gesù.
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Sabato della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-17)
Gesù disse al centurione:
Va', avvenga per te come hai creduto.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che
lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato
e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione
rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di'
soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un
subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un
altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità
io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io
vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno
saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E
Gesù disse al centurione: «Va', avvenga per te come hai creduto». In
quell'istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con
la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo
serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con
la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto
per mezzo del profeta Isaìa: "Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato
delle malattie". Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto,
ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.» Mt 8,8
Gesù è mosso a compassione per le sofferenze dell'uomo: nel suo amore e nella
sua onnipotenza guarisce anche a distanza: ascolta la supplica del centurione
che gli chiede di guarire un suo servo ammalato, poi ristabilisce in salute
anche la suocera di Pietro, che prontamente si mette a servirlo (cf Mt 8,14-15)
e infine risana gli ammalati che gli erano presentati (cf Mt 8,16). Egli dunque
appare come l'inviato di Dio che si addossa le infermità per reintegrare le
persone umane in salute.
Da sottolineare l'umiltà del centurione che afferma di non essere degno di
accogliere il Cristo nella sua casa, ma è sufficiente che dica una parola e il
suo servo sarà guarito.
La frase del centurione è ripetuta da noi cristiani ogni volta che ci
accostiamo all'eucarestia: non siamo degni che il Signore entri sotto il nostro
tetto, ma se Lui dice una parola noi siamo salvati. E' lo stesso Gesù che si
avvicina a noi e ci rende degni di poterlo ospitare nel nostro cuore.
Anche la suocera di Pietro è guarita immediatamente appena Gesù la prende per
mano (la mano era il simbolo della operosità) e subito dopo - con una delicata
annotazione per la donna - l'evangelista afferma che ella guarita "si mise
a servirlo" (Mc 8,15).
Anche a noi, oppressi dalla febbre, che è il peccato, possiamo essere guariti
solo se Gesù si avvicina a noi, perché solo Dio può perdonare il peccato (cf Mc
2,7; cf anche Es 34,7; Sal 25,18) e se noi a nostra volta permettiamo che Lui
ci venga vicino. Una volta guariti, anche noi possiamo metterci al servizio di
Cristo e testimoniare il suo Vangelo.
Rinnoviamo la nostra fiducia in Dio, presentiamoci umilmente pentiti dei nostri
peccati, per ricevere il suo perdono.
O Signore, avvicinati a me che sono peccatore e cancella i miei peccati, perché
possa presentarmi degno e puro dinanzi al tuo altare.
"L'amore è fuoco che consuma, è vivo e, come il fuoco se non brucia, se
non scotta, non è veramente fuoco. Così anche l'amore se non opera, se non
soffre, se non si sacrifica non è amore. Chi possiede l'amore di Gesù non può
stare quieto e tranquillo, ma è sempre disposto al sacrificio. Non si stanca,
non viene meno e siccome ogni giorno scopre nella persona amata nuove bellezze,
nuovi incanti, in ogni momento desidera sacrificarsi e morire per lei".