IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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V DOMENICA DI QUARESIMA E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.

Fammi giustizia, o Dio della mia difesa.
difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall'uomo perfido e perverso. (Sal 41,1-2)

TESTO:-
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
"Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto". Non è il solo insegnamento che Gesù trae dalla vita dei contadini. Il Vangelo è pieno di parabole, immagini e spunti tratti dall'agricoltura che era a suo tempo (ed è ancora oggi per diversi popoli) la professione che occupa il maggior numero di persone. Egli parla del seminatore, del lavoro dei campi, della mietitura, di grano, vino, olio, del fico, della vigna,
Ma Gesù non si fermava naturalmente al piano agricolo. L'immagine del chicco di grano gli serve per trasmetterci un sublime insegnamento che getta luce, prima di tutto, sulla sua vicenda personale e poi anche su quella dei suoi discepoli.
Il chicco di grano è, infatti, anzitutto Gesù stesso. Come un chicco di frumento, egli è caduto in terra nella sua passione e morte, è rispuntato e ha portato frutto con la sua risurrezione. Il "molto frutto" che egli ha portato è la Chiesa che è nata dalla sua morte, il suo corpo mistico.
Potenzialmente, il "frutto" è tutta l'umanità, non solo noi battezzati, perché egli è morto per tutti, tutti sono stati da lui redenti, anche chi ancora non lo sa. Il brano evangelico si conclude con queste significative parole di Gesù: "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".
Ma la storia del piccolo chicco di grano aiuta anche, per un altro verso, a capire noi stessi e il senso della nostra esistenza. Dopo aver parlato del chicco di grano, Gesù aggiunge: "Chi ama la sua vita la perde e chi odia (un altro evangelista dice perde) la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna" (cfr. Mt 16, 25). Cadere in terra e morire, non è dunque solo la via per portare frutto, ma anche per "salvare la propria vita", cioè per continuare a vivere! Che succede al chicco di grano che rifiuta di cadere in terra? O viene qualche uccello e lo becca, o inaridisce e ammuffisce in un angolo umido, oppure viene ridotto in farina, mangiato e tutto finisce lì. In ogni caso, il chicco, come tale, non ha seguito. Se invece viene seminato, rispunterà e conoscerà una nuova vita, come in questa stagione vediamo che è avvenuto dei chicchi di grano seminati in autunno.
Sul piano umano e spirituale ciò significa che se l'uomo non passa attraverso la trasformazione che viene dalla fede e dal battesimo, se non accetta la croce, ma rimane attaccato al suo naturale modo di essere e al suo egoismo, tutto finirà con lui, la sua vita va ad esaurimento. Giovinezza, vecchiaia, morte. Se invece crede e accetta la croce in unione con Cristo, allora gli si apre davanti l'orizzonte dell'eternità.
Ci sono situazioni, già in questa vita, sulle quali la parabola del chicco di grano getta una luce rasserenante. Hai un progetto che ti sta sommamente a cuore; per esso hai lavorato, era diventato lo scopo principale nella vita, ed ecco che in breve lo vedi come caduto in terra e morto. Fallito, oppure tolto a te e affidato a un altro che ne raccoglie i frutti. Ricordati del chicco di grano e spera. I nostri migliori progetti e affetti (a volte lo stesso matrimonio degli sposi) devono passare per questa fase di apparente buio e di gelido inverno, per rinascere purificati e ricchi di frutti. Se resistono alla prova, sono come l'acciaio dopo che è stato immerso in acqua gelida e ne è uscito "temprato". Come sempre, costatiamo che il Vangelo non è lontano, ma vicinissimo alla nostra vita. Anche quando ci parla con la storia di un piccolo chicco di grano.
Alla fine, questi chicchi di grano che cadono in terra e muoiono, saremo noi stessi, i nostri corpi affidati alla terra. Ma la parola di Gesù ci assicura che anche per noi ci sarà una nuova primavera. Risorgeremo da morte e questa volta per non morire più.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più». Parola del Signore.

RIFLESSIONII
E' vicino il momento in cui Cristo farà la rivelazione più radicale - e la più incomprensibile per l'uomo - della sua potenza: morire sulla croce. È uno "scandalo per gli Ebrei, follia per i popoli pagani" (1Cor 1,23).
Già prima Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della croce, che li stupì e confuse. Quello che osservavano, nel comportamento sociale, è che l'uomo utilizza la debolezza degli altri per affermare il proprio potere. Ma Gesù diceva loro: "I re delle nazioni... e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così" (Lc 22,25). E i farisei che pretendono di usare una povera donna, colta in flagrante delitto di adulterio, per compromettere Gesù, gli danno in effetti l'occasione di insegnare con un esempio i suoi nuovi metodi.
In primo luogo Gesù mette in evidenza l'ipocrisia dei farisei: "Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra. Dopo, toglie loro qualsiasi argomentazione. Mette in evidenza la loro ignoranza colpevole della legge che insegna che Dio, essendo potente sovrano, giudica con moderazione e governa con indulgenza, perché egli opera tutto ciò che vuole (Sal 115,3). Infine - e questo è il punto più importante del Vangelo -, Gesù insegna alle folle che non esiste più grande manifestazione di potere che il perdono. La morte stessa non ha un così grande potere. In effetti, solo il potere di Cristo, che muore crocifisso per amore, è capace di dare la vita. E soltanto il potere che serve a dare la vita è vero potere.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Vi ho detto che morirete nei vostri peccati
È Cristo la salvezza di Dio per ogni uomo. Questa verità è gridata da Gesù in tanti modi. Il modo più solenne è quello della preghiera di lode e di benedizione.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).
Gesù è il Mediatore universale tra Dio e l'uomo. È la voce di Dio che rende vera o falsa ogni altra voce. È la grazia divina che rigenera, santifica, salva. È la verità nella quale ogni creatura del cielo e della terra diviene vera. Gesù è tutto e tutto è in Gesù. Questa verità è gridata anche da Pietro, dopo la guarigione dello storpio in Gerusalemme.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. Bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall'antichità. Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E avverrà: chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo. E tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunciarono anch'essi questi giorni (At 3,17-24).
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa', Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,5-12).
Non vi è altro nome. Questo deve essere il grido perenne della Chiesa. Non c'è salvezza se non in Cristo, con Cristo, per Cristo. Non vi è salvezza fuori del corpo di Cristo. La salvezza è nel corpo di Cristo, dal corpo di Cristo, per il corpo di Cristo che è la Chiesa. Noi tutti siamo chiamati a gridare al mondo questa duplice professione di fede: la salvezza è in Cristo e nella Chiesa, è da Cristo e dalla Chiesa. È dalla Chiesa che ogni giorno diviene e si fa vero Corpo del su Dio e Signore.
Cristo Gesù è il Dio che oggi salva. Salva per mezzo del suo corpo che è la Chiesa.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sorgente di salvezza.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La verità ci farà liberi. Emoziona questa Parola, ci interroga, ci scuote, ci scava. La verità ci rende liberi, la verità di noi stessi, quella che ci porta a guardarci senza paura, senza timore, senza nascondere i nostri limiti e senza farli diventare dei minacciosi giganti che ci schiacciano. La verità che ci è necessaria, e che dura tutta la vita, per riconoscere i nostri difetti (congeniti, da mitigare) e i nostri peccati (quelli in cui mettiamo in gioco la nostra libertà). La verità che ci è necessaria nelle relazioni, senza diventare sfrontati o offensivi ma che sa dire sì se è sì e no quando è no, senza temere, senza falsi buonismi, senza compromessi che ledono il vangelo o la dignità delle persone. La verità che ci è necessaria nei rapporti col nostro mondo ipocrita che definisce l'aborto interruzione di gravidanza e l'eutanasia dolce morte. La verità che è necessaria nei nostri rapporti di Chiesa troppo spesso mondanizzata, troppe volte seduta sulle proprie presunte certezze e che non brucia per l'amore del fratello, una verità che è faticosa. La verità ci rende liberi. Ma ci crediamo?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
«Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo». Lc 1,27-29
La Vergine, al cui nome ha vibrato la voce di poeti e di artisti d'ogni tempo, si chiamava Maria. Ed è bello pensare che Maria ha un'analogia con il termine "mare". Non è Lei infatti "un mare di grazia?" Attenzione! Alcuni si fermano a un aspetto: quello di poter credere, come la chiesa insegna, che essendo scelta per essere la Madre del verbo Incarnato, non poteva essere segnata dalle conseguenze del "no" che il primo uomo disse a Dio con tutte le conseguenze del caso. Maria è piena, traboccante di grazia che è come dire colma d'amore: per Dio Suo Creatore e per noi, suoi figli nel Figlio Gesù. Tutto però è avvenuto nel tempo e nello spazio, quindi secondo le condizioni tipiche di ciò che è umano. Ed è bello vedere in Maria quel turbamento, quel venire come travolta da qualcosa d'inatteso e, per Lei, (per la sua umiltà del tutto smisurato nei confronti della sua pochezza. Ecco, vale la pena di soffermarci anche su questo aspetto della sua personalità e anche di esserLe grati per questo suo umanissimo comportamento.
O Maria, Madre della nostra umanità, rendici attente nel viverla noi pure in semplicità e verità, consegnandoci però noi pure al Signore che ci vuole salvi anche con il tuo aiuto.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
"Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere." Gv 10, 37-38°
Quel che Gesù ha chiamato "la mia ora" sta ormai per venire nella sua vicenda terrena. Il Signore ne è pienamente consapevole, ma non si affievolisce né il suo coraggio né la sua franchezza.
A due passi dalla Sua Passione e Morte, con il volto luminoso della Verità sostanziale, Gesù pone i suoi nemici di fronte a una prova che spiazza la loro sicumera. E la prova sono i segni (o miracoli) che ha compiuto senz'aria di mistero, fuori da ogni sceneggiata che lo portasse a farsi ammirare dalla gente.
Li ha compiuti. E basta! Così ha fatto uscire Lazzaro dal sepolcro. Ha restituito, vivo e lieto, il figlioletto a sua madre, una vedova di Naim. Ha asciugato tante lacrime e ha restituito la vista a chi era cieco.
La sua vita stessa è stata un segno di bontà infinita nel succedersi delle opere compiute in assoluta gratuità, solo per dar gloria al Padre e infondere vita autentica e gioia limpida dentro le vene dell'umanità.
Eppure, il cuore indurito degli avversari rimane ermeticamente chiuso. No, non credono neppure alle sue opere tutte di luce.
Signore, questa costatazione dovrebbe aprire bene gli occhi anche a noi.
Anch'io, anche tu e tutti noi che crediamo, siamo chiamati a vivere, alla maniera di Gesù, compiendo - pur nel nostro piccolo - opere buone, cioè intrise di amorevolezza e bontà.
Signore, fa' che perseveriamo nel far questo, senza meravigliarci quando nessuno si accorge del nostro ben operare. Donaci d'essere contenti e partecipi di quel che tu hai vissuto.
"Le tue opere: quelle si mi raggiungono. Esse parlano così forte che io non riesco a sentire quello che dici."

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Quest'uomo compie molti segni
Il miracolo di Lazzaro ha scosso il mondo intero. È un'opera che non si può negare. È un fatto che va ben oltre il possibile umano. Né Mosè e neanche i profeti hanno mai operato qualcosa di simile: chiamare in vita dalla tomba un uomo già in putrefazione. Il corpo compatto dei Giudei comincia a sgretolarsi. Molti dopo questo evento si aprirono alla fede in Cristo Gesù. Per i capi dei sacerdoti e per i farisei è questo un momento fortemente drammatico. Se Gesù verrà lasciato libero di agire a suo piacimento è la loro fine. Si deve scegliere chi deve morire: i Giudei o Cristo Gesù? Se vive Cristo il loro mondo sarà travolto. Esso potrà vivere solo se muore Cristo Gesù.
È questo un ragionamento di somma stoltezza. È dal peccato che nasce questa argomentazione. Dio è sempre per l'uomo, mai contro l'uomo. Vedere Dio contro l'uomo lo si può vedere solo in una religione artificiale, inventata dall'uomo, mai nella religione vera, viva, quella religione che passo dopo passo è edificata dallo stesso Dio per il bene dell'uomo. Tutta la Scrittura Santa è la storia di un uomo che viene preso per mano dal suo Creatore e Signore e condotto nel pieno possesso della sua vera umanità. Una religione nella quale l'uomo rimane nella sua disumanità, nella sua cattiveria e malvagità, nel suo odio e invidia, nella sua superbia e arroganza, nella sua sete di sangue e di vendetta, nel suo terrore e nelle sue stragi, questa non è la vera religione. Questa è una religione artificiale, come artificiali sono molte filosofie dell'era moderna, nelle quali Dio veniva identificato come il più grande nemico dell'uomo.
Chi nel sinedrio dona la soluzione che convince tutti è Caifa, che in quell'anno era sommo sacerdote. Le sue parole vanno lette con somma attenzione: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Lette secondo la lettera, le parole di Caifa avvisano che un grave pericolo incombe sul popolo dei Giudei. Se Cristo viene lasciato libero, la sua azione sarà destabilizzante. Si romperanno gli equilibri che attualmente essi con tanta abilità e diplomazia riescono a costruire ogni giorno e per il popolo sarà la fine. Verrà distrutto dai Romani, i quali non tollerano alcuna insurrezione. Preso alla lettera il suo è un discorso di non fede. Se però lo si legge secondo lo spirito della vera profezia, Caifa proclama necessaria la morte di Gesù per la salvezza del mondo intero. Gesù è l'agnello di Dio che porta la vera salvezza al popolo dei Giudei e al mondo. Giovanni legge queste parole secondo la profezia.
La morte di Gesù è decisa. O prima della festa o immediatamente dopo la festa Gesù dovrà essere ucciso. Non si tratta più della volontà di questo o di quell'altro Giudeo. Ora è il sinedrio che ha preso formalmente la decisione. Essa è irrevocabile. Gesù deve morire subito. Lo richiede la salvezza del suo popolo. È questa la grande saggezza, l'infinita sapienza di Dio: raggiungere il suo fine percorrendo vie umane, a volte di peccato e di totale cecità. Ora Gesù sa che la sua ora è venuta.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la scienza della Croce.