MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
MARIA
SANTISSIMA MADRE DI DIO
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 2,16-21)
Gli fu messo nome Gesù come era stato chiamato dall'angelo.
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
1 Gennaio 2024
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto,
riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che
avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu
messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito
nel grembo. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Cristo, la Madre e il nostro tempo
Oggi principalmente si presta attenzione alla Festa di Capodanno e ci si
scambia i voti augurali di bene, pace e prosperità. Il che se vogliamo non è
impertinente con la Scrittura e con la liturgia: proprio la seconda Lettura di
oggi tratta da un famoso brano di Paolo ai Galati esclama infatti che Quando
venne la pienezza del tempo, Dio mandò il proprio Figlio, nato da donna, nato
sotto la legge... Gesù Bambino, che è il
Figlio di Dio fatto uomo è di fatto l'eternità che entra nel tempo,
l'ineffabilità di ciò che non è possibile enumerare che assume lo spazio di un
numero. Egli è l'Universo metastorico che si sottomette a un periodo della
nostra storia nel quale nasce. In Cristo Bambino Dio insomma decide di vivere
il nostro stesso tempo, i nostri anni, percorrendo ogni tappa della nostra
storia, affrontando tutte le difficoltà che sono proporzionate alle varie età.
E' vero che per Dio e per Cristo suo Verbo mille anni sono come il giorno di
ieri che è passato (Sal 89, 4) perché a lui appartengono i secoli e il tempo,
ma egli ha voluto esperire il trascorrere dei nostri anni, conoscendo anch'egli
la fretta di quado si arriva in ritardo, l'insufficienza delle ore quando ci si
impegna su lavori (o studi) da realizzare entro l'indomani, lo scorrere lento
delle ore nei periodi di inerzia e di noia. Gesù ha rispettato come tutti le
tappe necessarie per la crescita graduale dall'infanzia all'adolescenza alla
vita adulta, senza precorrere i tempi ma sapendo attendere e dare tempo al
tempo, sperimentando così anche l'impazienza di chi non vede l'ora.
Gesù ha vissuto il nostro tempo per qualificarlo e per darvi senso, per
redimerci anche in ordine all'impiego delle nostre giornate: sprecare anche un
solo minuto in frivolezze e banalità, vuol dire sottrarre quel minuto all'amore
verso il prossimo. Oziare quando si potrebbe essere utili equivale a peccare di
omissione. Riposare è doveroso e necessario per ritemprare le forze in vista
della missione e del servizio verso gli altri, lo svago e il divertimento
risollevano lo spirito e ci rimettono in marcia e proprio la vita stessa del
Signore ci ragguaglia come sia possibile valorizzare il tempo anche nella
quiete e nel ristoro. Più generalmente, Cristo è egli stesso il nostro tempo, è
il nostro orientamento che si evince soprattutto nell'esclamazione Il tempo è
compiuto; il regno di Dio è vicino.
Il capodanno ci ragguaglia del fatto che in Gesù Cristo l'eternità è entrata
nel tempo e ha assunto tutti i nostri anni, perché ogni anno, anzi ogni nostro
momento, possa essere per noi vita eterna. Ci suggerisce quindi di valorizzare
ogni istante della nostra vita, di farne tesoro per noi stessi e per gli altri,
considerando che in ogni caso siamo provvisori e che ogni giorno potrebbe anche
essere l'ultimo...
Sempre Paolo ci ragguaglia del fatto che quando venne la pienezza del tempo Dio
mandò il suo Figlio nato da donna, nato sotto la Legge. L'espressione in realtà
non ha diretti intenti mariologici, si riferisce alla debolezza, alla fragilità
e al carattere di mortalità che Egli ha voluto assumere entrano nella storia.
Ciò nondimeno Dio che si faceva uomo nasceva pur sempre in un grembo femminile
e quando in esso s'incarnava non cessava di essere Dio. Occorre quindi
attribuire un particolare rilievo alla donna che nello Spirito Santo ha
concepito il Verbo fatto carne: Maria. Proprio perché concepisce il Dio Bambino
può a ben diritto chiamarsi Madre di Dio. Madre cioè del Dio che si fa uomo
assumendo il nostro tempo. In questo periodo liturgico del Natale abbiamo
considerato in primo luogo il fenomeno di Betlemme, della venuta nella carne di
Cristo in un Bambino; di conseguenza la nostra attenzione si è concentrata
sulla Famiglia di cui lo stesso Fanciullo è stato Istitutore; adesso si
considera la figura della sola Maria, che già Elisabetta definiva Madre del mio
Signore (Lc 1, 48). A mio giudizio non sarebbe fuori luogo che anche la figura
del padre putativo Giuseppe venisse accostata alle celebrazioni liturgiche
succitate, essendo anch'egli membro della Santa Famiglia e svolgendo in essa,
sin dall'inizio un ruolo a dir poco fondamentale in ordine alla nascita di
Gesù. Ciò che tuttavia merita adesso maggiore considerazione è per l'appunto la
Madre attraverso la quale il Verbo diviene carne per abitare in mezzo a noi,
che sarebbe inappropriato definire semplicemente Madre di Cristo (come avveniva
per i Nestoriani e in un certo qual modo per i Docetisti), meritando ella molto
di più in relazione a questo mistero della divina infanzia. Maria è
inequivocabilmente Madre di Dio, perché Madre di Colui che da Figlio di Dio si
rende Figlio dell'uomo. La sua maternità si estende anche a tutti coloro che
sono figli nel Figlio, vale a dire tutti noi, che in questo anno sociale che
Cristo decide di percorrere con noi, ci avvarremo della sua potente
intercessione.
L'eternità entra nello spazio di un anno, perché ogni anno possa essere vita
eterna per tutti.
Auguri di buon anno 2024 a tutti.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da
Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e
non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei,
dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No»,
rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a
coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono
voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come
disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e
gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il
profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno
di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava
battezzando. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete
A Giovanni è chiesto di rivelare la sua identità. Sacerdoti e leviti vogliono
sapere se in lui si sta compiendo qualcuna delle grandi profezie su cui si
fonda la speranza d'Israele. Giovanni è forse Elia? È forse il profeta? È forse
il Messia del Signore?
Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull'Oreb precetti
e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il
giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso
i figli e il cuore dei figli verso i padri.
Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un
profeta pari a me. A lui darete ascolto. Io susciterò loro un profeta in mezzo
ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io
gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome,
io gliene domanderò conto.
E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da
te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini
sono dall'antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere
altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi
fratelli ritornerà ai figli d'Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza
del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri,
perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli
stesso sarà la pace! (Mi 5,1-4).
La risposta di Giovanni è ferma, risoluta, senza possibilità che si possa
dubitare o semplicemente interpretare non secondo purissima verità. Lui non è
Elia, non è il Profeta, non è il Messia. In lui non si compie nessuna di questa
profezie.
Giovanni si annunzia come voce di uno che grida al popolo perché prepari la via
al Signore. Applica a sé la profezia di Isaia. In essa viene indicato un
futuro, ma colui che grida non è lo stesso di colui che deve venire. Il Messia
è già in mezzo a loro, ma non è lui. Lui è mandato per preparare i cuori perché
lo accolgano quando si manifesterà. Nessun uomo è il Messia. Molti però si
annunziano come Messia dell'umanità.
«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. Parlate al cuore di
Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è
scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi
peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte
e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e
quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti
gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is
40,1-5).
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci onesti di cuore e
mente.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco
l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale
ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me".
Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse
manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una
colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui
che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai
discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io
ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
È lui che battezza nello Spirito Santo
Gesù è il mistero per eccellenza. È il mistero tutto divino e tutto umano. Non
è solamente tutto divino, o tutto umano. È insieme tutto divino e tutto umano.
Nessuno per via umana lo potrà conoscere. Esso si potrà conoscere solo per
rivelazione. Le parole di Gesù sono esplicite e valgono per ogni uomo, di ogni
tempo, sempre.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è
stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò
ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e
umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è
dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).
Paolo conferma questa verità. Tutto nella sua vita è avvenuto per rivelazione.
Dal primo giorno della sua folgorazione sulla via di Damasco fino all'ultimo
istante di vita.
Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello
umano; infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per
rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia
condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e
la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e
connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando
Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si
compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle
genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme
da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a
Damasco (Gal 1,11-16).
Per questo io, Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani... penso che
abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a
vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi
ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto
della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non è stato
manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato
ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono
chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso
corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del
quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è
stata concessa secondo l'efficacia della sua potenza. A me, che sono l'ultimo
fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le
impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del
mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo
della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la
multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in
Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in
piena fiducia mediante la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d'animo
a causa delle mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra (Ef 3,1-13)
Giovanni il Battista non sfugge a questa legge universale. Anche lui conosce la
verità di Gesù per rivelazione dall'alto. Lui ascolta e vede. La sua
testimonianza è vera.
Questa legge vale sempre. Nessuno è esentato da essa. Teologi, professori,
maestri, evangelisti, dottori, presbiteri, vescovi, ogni fedele in Cristo,
tutti sappiano che nessuno potrà dire chi è Gesù secondo verità se non per
rivelazione o ispirazione dello Spirito Santo di Dio. Tutto avviene nella
comunione dello Spirito Santo. Nessuno però è nella comunione dello Spirito di
Dio, se vive nella comunione del peccato e del vizio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni
peccato.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo
su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa
cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove
dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli
dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era
Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e
gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse
da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio
di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era
Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e
gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse
da Gesù». GV 1, 40-42
Una delle primissime cose che san Giovanni descrive nel suo Vangelo è la
reazione di alcuni alle parole, alla presenza di Gesù. Agli albori della sua
manifestazione, Gesù attira immediatamente la simpatia di diversi giovani, tipo
Andrea, che con un suo amico ha seguito Gesù fino a casa sua. Sarà quella per
Andrea un'esperienza indimenticabile. Immediatamente la sua percezione è che quel
Gesù sia il Messia, quello tanto atteso. Va da suo fratello e gli racconta
l'incontro. Pietro arriva da Gesù per questa mediazione. Gliel'ha già preparata
il fratello la strada. Gli ha già messo la pulce nell'orecchio che quello è il
Messia e per Pietro è così immediata adesione. La loro vita cambia. Lasciano le
loro abituali occupazioni e si dedicano all'ascolto di questa persona, lo
seguono dove va e condividono con lui una missione che via via si fa più
intensa, organizzata ed esplicita. Nonostante fossero adulti, già definiti nel
loro lavoro e nelle loro relazioni, la conoscenza di Gesù ridisegna la loro
esistenza a partire da una chiamata, da un invito nuovo.
Signore, anche noi siamo già ben definiti, anche in tratti che crediamo siano
la nostra vocazione. Vieni e fatti conoscere, scardina le nostre certezze e
permetti che anche la nostra esistenza faccia spazio alla tua chiamata e si
rimodelli sulla tua voce, così che i tuoi desideri siano i nostri e le nostre
realizzazioni siano la tua volontà.
Ma cos'è la vocazione? Il Signore non ci chiama a fare delle cose, ma ci chiama
a stare con Lui, ad "essere" come Lui. Per questo motivo un compito
importante nel cammino vocazionale, nel discernimento, è quello di conoscere
Gesù Cristo. Per alcuni è la meta ambita dopo aver percorso, a volte, cammini
tortuosi ed in salita. Per altri è un dono ricevuto da sempre senza difficoltà
e complicazioni: naturalmente. Per tutti dovrebbe essere il compito più
importante della propria vita.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,43-51)
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse:
«Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno
scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di
Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?».
Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco
davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi
conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto
quando eri sotto l'albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il
Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto
che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di
queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli
angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Seguimi…»!
Un imperativo che cambia radicalmente la vita di un uomo esce dalla bocca di
Cristo. Il fortunato interlocutore è Filippo, che ha solo il merito di aver
incontrato il Signore nella sua strada. Solo lui ha questo potere di comandare
o meglio di donare così perché è il Figlio di Dio; Lui chiama perché ama di un
amore di predilezione.
Poi la risposta alla chiamata diventa testimonianza per altri: l'amore divino è
sempre coinvolgente. Filippo racconta a Natanaèle della sua scoperta: «Abbiamo
trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio
di Giuseppe di Nàzaret». Alla fede ancora parziale di Filippo fa riscontro
quella ancora più negativa di Natanaèle: «Da Nàzaret può mai venire qualcosa di
buono?».
È una visione ancora molto umana, ma i dubbi, anche quelli che potrebbero
apparire legittimi, si sciolgono solo facendo esperienza di Dio. È ciò che
sostiene Filippo quando dice: «Vieni e vedi». È l'invito che spesso possiamo
rivolgere ai nostri interlocutori, magari ancora dubbiosi nella fede o con una
visione solo razionale delle verità di Dio. "Vieni e vedi" significa: incontra
anche tu il Signore, accostati a Lui con naturale onestà e sarai inondato della
sua grazia e illuminato dal suo Spirito.
Anche Natanaèle verrà illuminato da Cristo e passerà dal dubbio alla fede piena
e dichiarata: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Oggi
il nostro pensiero si rivolge ai giovani chiamati da Cristo ad una speciale
sequela: quanti dubbi, quanti tentennamenti, e ahimè, quanti rifiuti.
È Gesù che ripete loro: «Non voi avete scelto Me, ma Io ho scelto voi».
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi
vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei
Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da
loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di
Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di
Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti
uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele"».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza
il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e
informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo
sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa,
videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi
aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti
in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro
paese. Parola del Signore.
+++
Sequenza
ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA
Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o un cantore può dare l'annunzio del
giorno della Pasqua.Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si
manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della
salvezza.
Centro di tutto l'anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e
risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 31 marzo.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo
grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio.
L'Ascensione del Signore, il 12 maggio.
La Pentecoste, il 19 maggio.
La prima domenica di Avvento, il 1° dicembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella
commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la
Pasqua del suo Signore.A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode
perenne nei secoli dei secoli.
Amen.
RIFLESSIONI
Una stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero "il re dei
Giudei che è nato" e lo adorassero.
Matteo aggiunge nel suo Vangelo: "Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono".
Il viaggio dall'Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del
Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli
individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo.
La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la
storia della fede di ognuno di noi.
Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell'adorarlo e
dell'offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno
dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio.
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza
sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della
contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di
darsi a Dio. "Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia".
Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei
segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme,
costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore.
Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua
misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la
vera luce, il Cristo, il Re Salvatore.