IL VANGELO DEL GIORNO ASCENSIONE VII DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
"Uomini di Galilea, perché fissate nel cielo lo sguardo? Come l'avete visto salire al cielo, così il Signore ritornerà" (At 1,11)
IL VANGELO DEL GIORNO ASCENSIONE VII DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
ASCENSIONE DEL
SIGNORE ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,16-20)
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù
aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e
disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate
dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Il Signore risorto è ritornato nella Galilea pagana. È qui
che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno
(cf. Mt 4,15.17.23). È qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato
appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore,
era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). È ritornato sui luoghi dell'inizio, per dare
loro la pienezza: il Risorto è la luce decisiva che rischiara tutti coloro che
camminano nelle tenebre e nell'ombra della morte.
Egli ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come
all'inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare
la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato
il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua "ekklesia"
(cf. Es 19). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia
l'incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che
ha ricevuto tutta l'autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli - e in loro, e con loro, noi tutti
che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai
quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e
dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del
battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).
Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo
la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in
realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto
uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l'Emmanuele, il Dio con noi (cf.
Mt 1,23), fino alla fine del mondo.
IL VANGELO DEL GIORNO ASCENSIONE VII DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì della VII
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,29-33)
Vi ho detto questo
perché abbiate pace in me.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non
più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno
t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in
cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono
solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma
abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Chi è l'uomo perché possa star sicuro della sua fede?
Non appena egli riposa sulle sue forze e non si appoggia a Gesù, la fede sembra
svanire e vacilla: è la prova.
"Adesso credete? Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete
ciascuno per proprio conto, e mi lascerete solo".
La fede provata si smarrisce, l'uomo dubita e non è più capace di rapporto, non
sente più il fascino di una compagnia guidata e se ne va lontano per la sua
strada.
La prova cui Gesù fa riferimento, la croce, disperde i suoi, ma lui non resta
solo, perché egli è dall'origine "con".
Dall'origine egli è Dio, egli è nel "Co-essere" della Trinità. Il Padre è con
lui, il Padre è da sempre con lui e nel grido dell'abbandono sulla croce,
quando la "distanza" tra il Padre e il Figlio tocca la sua punta estrema, lo
Spirito tenacemente testimonia il permanere della comunione tra i Due. La
solitudine del Crocifisso rivela allora il volto ultimo di Dio: Misericordia.
È per questa Misericordia che la prova non ci deve atterrire. Per essa dobbiamo
stare nella pace.
In effetti la Misericordia crocifissa ha vinto il mondo.
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Martedì della VII
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,1-11)
Questa è la vita eterna:
che conoscano te, l'unico vero Dio.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,1-11)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te.
Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a
tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai
mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che
mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria
che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e
li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che
tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me
io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito
da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato,
perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono
glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e
io vengo a te». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La "preghiera sacerdotale" di Gesù è il testamento di
perenne attualità, per i compiti che egli affida alla sua Chiesa pari ai doni
che egli invoca dal Padre per essa quale sacramento di salvezza.
Sono i doni della "vita eterna" ossia della conoscenza dell'unico vero Dio e di
colui che egli ha mandato, Gesù Cristo.
È questo il fine dell'evangelizzazione alla quale la Chiesa non potrà mai
rinunciare contro ogni tentazione di disimpegno missionario, suggerito da
insostenibili irenismi e da ingiustificabili sincretismi religiosi.
"Il potere" dato a Gesù dal Padre sopra ogni essere umano, infatti, è donare
"la vita eterna" a tutti gli uomini. Ed egli lo ha trasmesso per sempre alla
sua Chiesa.
Questa è anche "l'opera" che il Padre gli ha "dato da fare". E anche essa egli
ha affidato alla sua Chiesa. Per cui, come il Figlio ha "glorificato" il Padre
sopra la terra compiendo "l'opera" ossia la missione salvifica, la Chiesa glorifica il Padre prolungando la stessa
missione nel tempo: donando cioè a tutti "le parole" e "le cose" che il Figlio
ha ricevuto dal Padre, i doni della salvezza, parola, sacramenti, carità.
È qui la sua singolare grandezza: il suo servizio insostituibile per la vita
del mondo.
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Mercoledì Della VII Settimana
Di Pasqua Anno A
Visitazione Della Beata Vergine Maria
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-56)
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in
una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito
il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha
creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il vangelo ci rivela che Maria è regina della comunicazione
e dell'accoglienza.
Il mistero della Visitazione, infatti, è il mistero della comunicazione mutua
di due donne diverse per età, ambiente, caratteristiche e della rispettosa
vicendevole accoglienza.
Due donne, ciascuna delle quali porta un segreto difficile a comunicare, il
segreto più intimo e più profondo che una donna possa sperimentare sul piano
della vita fisica: l'attesa di un figlio.
Elisabetta fatica a dirlo a causa dell'età, della novità, della stranezza.
Maria fatica perché non può spiegare a nessuno le parole dell'angelo. Se
Elisabetta ha vissuto, secondo il Vangelo, nascosta per alcuni mesi nella
solitudine, infinitamente più grande è stata la solitudine di Maria. Forse per
questo parte "in fretta"; ha bisogno di trovarsi con qualcuno che capisca e da
ciò che le ha detto l'angelo ha capito che la cugina è la persona più adatta.
Quando si incontrano, Maria è regina nel salutare per prima, è regina nel saper
rendere onore agli altri, perché la sua regalità è di attenzione premurosa e
preveniente, quella che dovrebbe avere ogni donna. Elisabetta si sente capita
ed esclama: "Benedetta tu tra le donne". Immaginiamo l'esultanza e lo stupore
di Maria che si sente a sua volta compresa, amata, esaltata. Sente che la sua
fede nella Parola è stata riconosciuta.
Il mistero della Visitazione ci parla quindi di una compenetrazione di anime,
di un'accoglienza reciproca e discretissima, che non si logora con la moltitudine
delle parole, che non richiede un eloquio fluviale ma che con semplici accenni
di luci, di fiaccole nella notte, permette una comunicazione perfetta"
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Giovedì
Della VII Settimana Di Pasqua Anno A
San Giustino
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,20-26)
Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che crederanno.
***
San Giustino
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,20-26)
Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che crederanno.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,20-26)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante
la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e
io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola
cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti
nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai
amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io,
perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai
amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi
hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo
nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi
e io in loro». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
UNA LUCE PER IL NOSTRO TEMPO.
Il nostro secolo, che cerca un
modello di santità vissuta nelle responsabilità quotidiane, potrebbe trovarlo
benissimo in Giustino. Egli fu infatti un discepolo di Gesù Cristo, esemplare
per la serietà della sua indagine intellettuale, come per la fedeltà alla sua
fede. Sempre in cerca della verità, dopo averla scoperta in Gesù Cristo, non
smette di approfondirla. Nel suo continuo cercare rende evidente il dono totale
fatto di se stesso a Cristo, che lo porterà fmo al martirio. Uomo retto e
fedele, Giustino fu sale e luce (7. ) per gli uomini del suo tempo.
Giustino non arrivò alla "mirabile conoscenza del mistero del Cristo"
soprattutto attraverso le sue ricerche intellettuali, bensì mediante la fedeltà
alla fede che lo porterà sino al martirio. Coi libri che ci ha lasciato, ma più
ancora col suo eroico sacrificio, egli proclama anche oggi che gli uomini non
vengono salvati dalla loro saggezza, né dall'ostentazione di segni
straordinari. Vengono salvati dalla Croce, follia e scandalo per gli uomini,
potenza e sapienza di Dio.
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Venerdì della VII
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,15.19)
Gesù disse a Simon Pietro:
mi ami più di costoro?
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,15.19)
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato,
Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli
disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi
ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:
«Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?",
e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli
rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri
più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio
tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto
questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La pagina evangelica ci istruisce profondamente sulla natura del mistero pastorale nella Chiesa. La sua sorgente più profonda, in chi lo esercita, è un amore supremo a Cristo: il pascere il gregge è atto di amore. In questo amore unico che lega il pastore a Cristo, il pastore medesimo si sente ed è ormai legato per sempre. Egli non può più andare dove vuole: non è più padrone del suo tempo, di se stesso. Ed è in questa morte a se stesso e di se stesso, per il gregge che gli è affidato, che il pastore glorifica Dio: manifesta l'amore del Padre che salva. Mistero mirabile e tremendo: Pietro (ed ogni pastore) è chiamato a seguire Cristo, in questo modo.
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Sabato della VII settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,20-25)
Se voglio che egli rimanga finché io venga,
a te che importa? Tu seguimi.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,20-25)
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore,
RIFLESSIONI
Ogni uomo è segnato da una particolare volontà di Dio su di
lui. Già il Libro dei Proverbi poneva il futuro immediato di ogni cosa e
persona avvolto da un grande mistero. Alcune cose sono imperscrutabili. Sono
non attraversabili. È il non conoscibile.
San Paolo è il cantore per eccellenza del mistero della sapienza divina, dalla
quale ogni cosa e ogni persona viene governata. Al cristiano è chiesta un'alta
visione di fede.
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto
insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha
conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi
gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da
lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli.
Amen (Rm 11,33-36).
Paolo attinge a piene mani dai profeti Isaia e Geremia. Attraverso di essi
rivela quanto alta sia la sua sapienza e quanto grande la sua intelligenza.
Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato
l'estensione dei cieli con il palmo? Chi ha valutato con il moggio la polvere
della terra e ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia?
Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere lo ha istruito? A
chi ha chiesto di consigliarlo, di istruirlo, di insegnargli il sentiero del
diritto, di insegnargli la conoscenza e di fargli conoscere la via della
prudenza? (Is 40,12-14).
Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l'ha visto e ha udito la sua
parola? Chi vi ha fatto attenzione e ha obbedito? Ecco la tempesta del Signore,
il suo furore si scatena; una tempesta travolgente turbina sul capo dei
malvagi. Non cesserà l'ira del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i
progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete pienamente! Io
non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro ed essi
profetizzano. Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole
al mio popolo e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità
delle loro azioni. Sono forse Dio solo da vicino? Oracolo del Signore. Non sono
Dio anche da lontano? Può nascondersi un uomo nel nascondiglio senza che io lo
veda? Oracolo del Signore. Non riempio io il cielo e la terra? Oracolo del
Signore (Ger 23,18-24).
Può un uomo conoscere il mistero scritto da Dio in un altro uomo? Mai. Ogni
persona è un pensiero speciale di Dio. Pensiero unico, mai ripetibile. Se non
possiamo conoscere il mistero dell'altro, possiamo sempre metterci al suo
servizio. Come Gesù si è posto a servizio per dare a tutti la grazia e la
verità per portare a realizzazione quanto Dio ha scritto singolarmente per
ciascuno di noi, così ciascuno di noi deve porsi a servizio dei fratelli per
offrire loro la grazia che lo Spirito Santo ha posto nel nostro cuore per farne
dono ai fratelli. Noi non sappiamo chi è l'altro. Se però lo serviamo con
amore, in pienezza di fede e verità, possiamo sempre vedere giorno dopo giorno
lo sviluppo e la crescita del mistero di cui è stata impastata la sua vita.
Gesù è fermo nel rispetto della verità dell'altro. Essa va servita, amata, non
conosciuta. Per il mistero dell'altro siamo chiamati ad offrire il nostro
martirio come Cristo Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci servi gli uni
degli altri.