IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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     IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA TEMPO AVVENTO ANNO C              IL VANGELO NEL 21° SECOLO

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo di Luca è indirizzato ai cristiani della sua epoca ma anche a quelli di tutti i tempi, che devono vivere nella fede del Signore in mezzo al mondo. Sono parole di consolazione e di speranza, di fronte alle tribolazioni e alle tristezze della vita.
Gli stessi avvenimenti che disorientano gli uomini saranno per i cristiani il segno che l'ora della salvezza si avvicina. Dietro tutte le peripezie, per quanto dolorose possano essere, essi potranno scoprire il Signore che annuncia la sua venuta, la sua redenzione, e l'inizio di una nuova era.
La venuta del Signore non è considerata come una cosa vicina nel tempo. I cristiani devono pensare che la storia duri a lungo, fino alla creazione definitiva del Regno di Dio. È necessario dunque che essi abbiano un'attitudine paziente di fronte alle avversità, e perseverante nel cammino che li conduce alla vita piena.
Così, il vangelo mette in guardia contro il pericolo di rilassarsi nel quotidiano. Bisogna restare vigili, in preghiera, e chiedere forza, perché ogni affanno terreno smussa i cuori, distrae il pensiero e impedisce di vivere, senza angoscia né sorpresa, l'attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito
Questo brano presenta la fede di un pagano in Cristo Gesù come modello della fede di ogni altro uomo, credente e non. La stessa fede viene posta dalla Chiesa in ogni celebrazione della Santa Messa immediatamente prima di accostarci a ricevere l'Eucaristia: Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Il centurione ha la fede del soldato. Tutta la gerarchia militare si fonda sulla parola data che è vero ordine. Il superiore dice un parola, qualsiasi parola, e l'inferiore la esegue, obbedisce con immediato ascolto. Gesù è il Superiore Onnipotente di tutta la creazione. Non c'è elemento creato che non sia stato sottoposto a Lui. Lui comanda e anche gli atomi della materia si mettono in ascolto e con immediata obbedienza eseguono l'ordine ricevuto. Nell'esercito non è il superiore che corre da un luogo ad un altro. Chi corre invece è la sua Parola. Questa raggiunge ogni orecchio, la volontà la fa sua, e subito viene fatto quanto comandato. A Gesù non serve spostarsi. A Lui basta la Parola.
Il centurione ci riporta alla prima pagina della Genesi. Al Signore sono state sufficienti solo dieci parole e tutto l'universo visibile e invisibile, materiale e spirituale è stato creato. Non ha usato le mani il Signore per creare. Gli è stata sufficiente una sola Parola. Sia la luce e la luce fu. Ci conduce anche a quanto è avvenuto con Mosè in Egitto per la liberazione del popolo del Signore. Per mezzo di Mosè il Signore dava un ordine agli elementi della sua creazione ed essi subito si presentavano all'appello, eseguendo quanto ad essi veniva ordinato. Cristo Gesù partecipa della stessa onnipotenza di Dio. Nessuna differenza tra Lui e Dio. Lui è il Dio onnipotente. Lui è infinitamente più di Mosè e di tutti i profeti che lo hanno ricevuto. Tutti costoro parlavano nel nome del Signore. Gesù parla in suo nome, con la sua autorità di Dio, con ogni potere che il Padre ha messo nelle sue mani. La Parola di Gesù è creatrice, sanatrice, salvatrice, guaritrice. Con la Parola Gesù libera dalla lebbra, chiama in vita i morti, moltiplica il pane. A Gesù è sufficiente una Parola per dare vita in ogni morte.
Noi camminiamo verso il Natale del Signore. Attendiamo la nascita del Salvatore e del Redentore dell'uomo. Dobbiamo andare incontro a Lui con una fede sempre nuova, pura, santa, viva. Dobbiamo credere che chi nasce è il Signore Onnipotente, il Figlio eterno del Padre, il Verbo attraverso la cui Parola tutto l'universo è stato creato. Lui viene per dare ad ogni servo del Padre gravemente ammalato la guarigione dal peccato e dalla morte. Il centurione, cioè ogni potenza umana scientifica, militare, economica, politica, sociale, spirituale, amministrativa, finanziaria, non può sanare l'uomo. Il centurione diviene così immagine, figura di ogni potenza che esiste nella creazione. Nessuna di esse può sanare, guarire il servo del Padre gravemente sofferente a causa del suo peccato. Urge allora che ogni potenza della terra e del cielo si pieghi dinanzi a Cristo Gesù e gli chieda di proferire la Parola della salvezza e della redenzione. Non c'è vera celebrazione dell'Avvento se ci avviciniamo al Santo Natale con un pensiero perverso nel cuore: che Gesù è una potenza come un centurione dinanzi ad un altro centurione. Gesù è la sola sorgente della Parola che può sanare i servi del Padre. Questa fede urge che venga messa in ogni cuore. Gesù è il solo che ha Parole di vita eterna. Tutti gli altri sono centurioni che nulla possono. Mai.
Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci una fede pura, santa, viva in Cristo Gesù.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Ti rendo lode, o Padre, perché hai rivelate le cose ai piccoli
Il brano, che Matteo riferisce a conclusione del ministero in Galilea, viene collocato da Luca nel contesto del viaggio di Gesù a Gerusalemme. Il regno di Dio che si realizza nel tempo e che si completerà alla fine dei tempi capovolgerà i valori e le realtà umane, favorendo soprattutto i poveri di Dio, cioè chi è convinto della propria pochezza e nullità e si lascia colmare dalla sapienza di Dio. Gli umili e i semplici sono in comunicazione con Dio, essi «vedranno Dio». Quindi, la pagina dell'odierno Vangelo ci presenta il tema dell'umiltà, della beatitudine che si invera nel rapporto tra Dio e l'uomo. Di fronte alla realtà che sovente presenta il sopravvento di violenti e prepotenti, l'aumento di poveri e di oppressi, di perseguitati e di emarginati, siamo tentati di sfiducia. Anche per i discepoli (oggi diremmo i laici) sarà possibile partecipare alle virtù di tali personaggi, poiché lo stesso Spirito soffierà su di loro. Dio ha voluto che anche noi, mediante i sacramenti, ricevessimo il dono dello Spirito di cui egli possiede la pienezza. In particolare abbiamo bisogno dello Spirito di sapienza e di intelligenza per comprendere e leggere negli avvenimenti del mondo d'oggi la realizzazione dell'opera divina. Il Salmo 71 è la preghiera di un anziano che «fin da giovane» nel Signore ha posto la sua speranza. Il suo lamento, tutto intriso di fiducia e serenità, pone in parallelo un passato proteso verso Dio rifugio, salvezza, roccia e un presente intessuto di ostilità, di un affievolirsi delle forze. Eppure questo anziano attende ancora un futuro di liberazione nonostante l'esiguità degli anni. La parola di Dio ci ridà la speranza e ci fa intravedere una umanità rinnovata, pacifica e fraterna.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 15,29-37)
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesù, di ritorno in Galilea da una predicazione nelle regioni di Tiro e Sidone, oltre i confini della Palestina, moltiplica nuovamente i pani (cf. Mt 14,13-21). Questa volta i destinatari non sono solo gli ebrei, ma anche i pagani scesi con lui in Galilea. L'evangelista annota, infatti, che, dopo la moltiplicazione dei pani, i presenti hanno glorificato il Dio del popolo d'Israele. Lo scopo del miracolo è di far capire che tutti, indistintamente, possono beneficiare della salvezza.
Anche i discepoli sembrano avere intuito la sproporzione del compito che, in prospettiva futura, sarebbe stato loro affidato. "Dove troveremo tutto il pane per sfamare tanta gente?". Come faremo ora che i confini della Palestina sono stati infranti e culture diverse sono state incluse da Cristo nell'orizzonte della salvezza?
La domanda posta dai discepoli a Gesù è la stessa che l'uomo pone a Dio, dall'abisso della sua povertà. È la consapevolezza, che affiora spesso in noi, che senza di lui non possiamo fare nulla.
All'arduo lavoro per la conversione di noi stessi, al compito di testimoniare la nostra fede agli altri e di annunciare il vangelo a tutto il mondo che ci circonda, si pone come ostacolo la sproporzione delle nostre forze: dove troveremo, Signore, la capacità e il coraggio per dare una risposta al bisogno di verità, di giustizia, di amore dell'umanità intera?
Il nostro operare nel mondo può svolgersi secondo il disegno del Padre, senza provocare violenze e soprusi, solo se nel cuore sappiamo mantenere un atteggiamento profondamente religioso: quello di sapere che abbiamo sempre bisogno dell'aiuto del Signore.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore.

Mt 7,21.24-27
Mt 7,21.24-27

RIFLESSIONI

Ma colui che fa la volontà del Padre
Il tema del Vangelo odierna riassume la correlazione tra fede e opere. Tale correlazione si realizza sempre dall'ascolto della Parola di Dio. Dio-roccia è il fondamento su cui noi dobbiamo costruire. Potremmo costruire una casa senza le fondamenta? Certamente no! Potremmo anche approntare una sorta di fondamenta e costruirci sopra, ma poi quella casa si sbriciolerà o crollerà. Dall'altra parte, il verbalismo religioso, sia individuale che comunitario o liturgico, diventa una pia illusione, se non è convalidato dalla propria vita operosa e impegnata. Si può notare qui la differenza tra gli uomini che sono dediti con affanno all'attività e la vita composta del cristiano autentico che nell'impegno di attività nel mondo, non perde i contatti con il fondamento divino. Il Signore ha un metro diverso dal nostro: egli capovolge tutti i nostri valori umani, i principi terreni ed egoistici. Per un popolo abituato alle sabbie del deserto, la roccia salda è un'immagine plastica, suggestiva. E questa roccia è Cristo, pietra angolare su cui il Padre vuole costruire la «città forte». Il salmo 117 è tipicamente messianico e per gli ebrei al centro di questo, come degli altri salmi, c'è il popolo di Israele con la sua storia, per noi la lettura è Cristocentrica. Come Israele, Cristo è stato circondato dai nemici ma, confidando nel Padre, tali nemici sono stati sconfitti. Anche noi, uniti al Padre nel Figlio, possiamo sconfiggere i nostri nemici che non stanno fuori, ma dentro di noi. Ascoltiamo le parole ma mettiamole anche in pratica.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Mt 9,27
Due poveri ciechi chiedono a Gesù con tutto il loro cuore - e la loro voce! - di aver pietà di loro e quindi, concretamente, di guarirli. Essere ciechi in senso fisico ci impedisce di vedere la realtà delle cose, la loro bellezza e il loro splendore, ma anche - per chi è cieco in senso spirituale - nella loro bellezza celeste e trascendente.
Gesù, sempre buono e potente come salvatore, esaudisce la loro pressante richiesta e restituisce loro la vista, che li inserirà più pienamente nella vita familiare e sociale.
Riavere la vista dunque ci apre alla gioia e al fascino di uno sguardo nuovo e armonico, alla condivisione e compartecipazione di una esistenza ispirata alla letizia e all'amore.
In questo periodo di Avvento, anche noi siamo chiamati a stimolare il nostro sguardo su Gesù, a considerarlo come nostro unico Salvatore e amico, compagno di viaggio della nostra vita verso le dimore celesti.
Signore, fa' che anch'io possa avere la gioia di fissare il mio sguardo sereno e puro sulla tua persona e soprattutto possa realizzare nella mia vita la carità verso tutti.
Gesù effonde la sua misericordia su tutti coloro che incontra: li chiama, li fa venire a sè, li raduna, li guarisce, li illumina, creando un nuovo popolo che celebra le meraviglie del suo amore misericordioso".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Quante volte abbiamo ascoltato questo brano del vangelo... eppure ogni volta sembra di esserci... di essere in quella stanza, di sentire lo svolazzare di ali dell'angelo... le avete sentite? Ve la immaginate la scena? Io me la immagino così... Maria che sta cucinando la cena sul fuoco, e pensa a Giuseppe che è il suo promesso sposo... Maria, anche se il Vangelo non lo dice, da altre fonti sappiamo che era una ragazzina di forse 14-15 anni... Così ce la possiamo immaginare meglio, beh certo non vestiva con i jeans che non esistevano ancora, forse avrà avuto una tunica e ce la immaginiamo che cucinava e forse mentre mescolava la zuppa... sognava la sua vita... pensava a Giuseppe... ah Giuseppe... Bello, fiero, forte, giusto (lo dice anche il vangelo che era un uomo giusto) e sognava della sua vita da sposata con lui, erano fidanzati e secondo la tradizione ebrea si sarebbero sposati in circa un anno e allora sarebbero andati a vivere insieme e magari avrebbero avuto dei figli e Giuseppe aveva già anche un lavoro ben avviato, una falegnameria...!
Beh? E che ci trovate di così straordinario in tutto questo? È normale che una ragazza giovane sogni di sposarsi, di vivere con il suo principe, magari di avere dei figli... tutto normale... come tante ragazze della sua età e come tante ragazze che oggi sono qui... tutto ordinario...
Ecco... ed è lì che mette radici lo straordinario, è lì che irrompe Dio nella storia di Maria, di Giuseppe e, siccome ogni irruzione di Dio non è mai un fatto privato, ecco che questa storia accaduta in una casetta piccola e normalissima di un paesino piccolo e normalissimo come Nazareth, diventa lo STRAORDINARIO di Dio... così che oggi ancora dopo più di 2000 anni la raccontiamo e ne traiamo ispirazione e salvezza per la nostra vita!
Insomma... Maria, donna ordinaria, stava nella sua casa ordinaria e riceve la visita di un angelo di Dio, l'arcangelo Gabriele che tra tutti gli angeli è quello incaricato di portare i messaggi da parte di Dio, che le dice delle parole che tutti abbiamo ripetuto sicuramente tante volte Ave Maria e poi le dice che Dio la vede molto bella perché vede che il suo cuore è buono ed è pronto ad accogliere un progetto grande e meraviglioso che però è un tantino diverso da quello che probabilmente aveva immaginato Maria...
Le annuncia che Dio l'ha scelta per essere la Madre di Gesù, Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, che porterà pace e salvezza addirittura in tutto il mondo...
...insomma... non una cosina da poco... ora, vi immaginate la faccia di Maria, i suoi mille pensieri, mille dubbi... Ma come posso essere incinta, io sono solo fidanzata con Giuseppe, non siamo ancora sposati e per la legge ebraica non possiamo andare a vivere insieme prima di un anno, e l'Angelo Gabriele gli spiega che tutto ciò avverrà per opera dello Spirito Santo, che è Dio e Dio sarà il padre in cielo di questo bimbo che nascerà. Le dice anche che il Signore è con lei, che non è sola e che l'ha riempita della Sua grazia, non deve temere... Beh, non si capisce dal testo se Maria abbia realmente compreso quello che stava succedendo e soprattutto se abbia valutato le conseguenze... ma quella frase... Non temere.... E anche Sei piena di grazia di Dio, Dio ti è vicino deve averla toccata nel profondo del cuore e sapete cosa è successo in quel momento? Che questo grandissimo progetto che Dio aveva pensato, il Salvatore che stava per venire al mondo, e tutto ciò che di grande gli evangelisti ci narrano.... Tutto tutto.... Era fermo...era sospeso....tutto il cielo e sicuramente anche Dio Padre tratteneva il fiato per aspettare la risposta di Maria! Cielo e terra in sospeso in attesa che Maria, una ragazzina di Nazareth, dicesse il suo fiat, dicesse il suo sì al progetto di Dio!
Perché', sapete... Dio è grande e potente, addirittura onnipotente e il suo amore è così perfetto che ha lasciato Maria libera di scegliere. Poteva Maria dire di no? Certo! Ma quelle parole dell'angelo.... Non temere e quella garanzia che questa era cosa di Dio e che Dio le era vicina... sapete che è successo Non sappiamo se Maria abbia capito subito tutto, ma ha capito che era un progetto di Dio, proprio come fecero i grandi Padri e i grandi profeti dell'Antico Testamento, prescelti da Dio per compiere i Suoi progetti.
E con questa intuizione nel cuore Maria risponde come rispondevano loro: Sono la serva del Signore, avvenga di me ciò che tu dici Okay, ci sto! Questa cosa dev'essere bella, se Dio mi è vicino, sarà per il mio bene e non solo per il mio! Non me la lascio scappare, costi quel che costi!
E dai, angelo, corri a dire a Dio che ci sto, mi fido di Lui!
E l'angelo si allontanò da lei.
Capite la grandezza del Vangelo di oggi? Quel sì di Maria è la prima entrata di Gesù nella storia e ancora oggi Maria, Madre di Gesù e Madre di tutta la Chiesa e quindi Madre di ognuno di noi, si rivolge a noi dicendo:
Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!
Vi piace questa cosa Vi risuona nel cuore come frasi belle e vere? Certo! Le ha gridate al mondo Papa Benedetto XVI, proprio l'8 dicembre di tanti anni fa e oggi le facciamo risuonare anche quì e nel cuori di bambini, giovani e adulti perché' ogni giorno Dio ci lascia liberi di scegliere, liberi ogni giorno di dire il nostro Sì a Dio, di trasformare ogni giorno ordinario in qualcosa di straordinario, certi che con Lui la nostra vita sarà piena, bella e sempre degna di essere vissuta.
Vogliamo, in questo giorno di festa, ringraziare il Signore per il grande segno della Sua bontà che ci ha donato in Maria, Sua Madre e Madre nostra.