IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XVII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
O Padre, la tua volontà di chiamarci "figli"
supera la nostra capacità di riconoscerti come Padre
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,1-13)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi
discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha
insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
"Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione"».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli:
"Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non
ho nulla da offrirgli"; e se quello dall'interno gli risponde: "Non
m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non
posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a
darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene
quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi
sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà
aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al
posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi
dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più
il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore.
La parabola dell'uomo che sollecita il suo amico è basata sulla regola del rilancio: se un amico terreno non è capace di mandare via colui che è venuto per pregarlo, anche se chiede il suo aiuto nelle peggiori circostanze, a maggior ragione Dio - che è il nostro migliore amico - esaudirà le nostre preghiere! Tanto più che noi per lui non siamo mai importuni.
Tutto questo trova la sua espressione più convincente nella preghiera che il Signore insegna ai suoi discepoli. Se abbiamo fatto nostra la preoccupazione di Dio: cioè che il suo nome sia conosciuto e riconosciuto e che il suo regno venga nel mondo, egli stesso farà sue le nostre preoccupazioni. La preghiera del Signore è il riassunto di tutto il Vangelo. Ed è per questo che è il fondamento e il cuore di tutta la preghiera umana.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,19-27)
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il
fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria
invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe
morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la
concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà
nella risurrezione dell'ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se
muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi
questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio
di Dio, colui che viene nel mondo». Parola del Signore.
Oggi si parla di teologia da scrivania o tavolino, teologia da pulpito, ambone e cattedra, teologia da confessionale, teologia da dialogo o confronto, teologia da strada, teologia scientifica e teologia pratica, teologia pensata e teologia applicata, teologia universale e teologia occasionale. Spesso tutte queste teologie vengono messe le une contro le altre. Allora è giusto che ci si chieda: qual è quella vera e quali sono quelle false? Qual è quella giusta e quali sono quelle ingiuste? Qual è quella utile e quali quelle inutili?
Leggendo quanto avviene in casa di Marta e di Maria, riceviamo una luce particolare che ci permette di dare la giusta soluzione al quesito. In questa casa vi sono due teologie: quella di Marta e l'altra di Maria. Quale delle due è quella vera, giusta, utile e perché? Ma prima ancora qual è la differenza tra le due teologie? La teologia di Marta parte dal suo cuore. Lei pensa, decide, opera. Ciò che il suo cuore le dice è vero. Non ha bisogno di altro. Il suo cuore le dice che deve imprigionarsi in cucina e occuparsi delle cose di casa e lei si sprofonda in un lavoro soffocante.
La teologia di Maria è totalmente diversa. Lei sa che tutto deve venire dal cuore del Padre. È Lui il Signore della sua vita. A Lui vanno consacrati minuti ed ore, giorni e settimane, mesi ed anni. Il cuore del Padre uno solo lo conosce: Cristo Gesù. Lei si pone ai piedi di Cristo Signore e a Lui chiede che gli sveli i segreti del Padre suo tutti nascosti nel suo cuore. Ascoltando il cuore di Cristo lei ascolta il cuore del Padre. Per il cuore di Cristo, per questa via unica, lei giunge al cuore del Padre e lo sceglie come il suo cuore. Ora lei sa cosa fare. Non pensa dal suo cuore, ma dal cuore del Padre.
Questa teologia di Maria è in tutto uguale a quella di Gesù Signore. Lui è sempre in ascolto del Padre nello Spirito Santo. Il Padre dice e lui riferisce. Il Padre comanda e Lui obbedisce. Il Padre lo manda e Lui vi si reca. Il Padre gli ordina cosa dire e Lui parla. Gesù altro non fa' che manifestare tutta la bellezza di verità, grazia, misericordia, fedeltà, giustizia del pensiero del Padre. Se Cristo non fosse sempre dal Padre, avrebbe parole di verità e falsità, di giustizia e ingiustizia, opportune e inopportune, buone e non buone, appropriate e inappropriate. Mentre la Parola di Gesù è sempre vera, giusta, opportuna, buona, appropriata, di salvezza, redenzione, verità, amore.
Non è allora il luogo che fa vera la teologia. Essa è vera, se è vera Parola attuale di Dio per il cuore che ascolta. La teologia è ricerca del pensiero di Dio e comprensione di esso. Essa diventa strumento di salvezza, quando dallo Spirito Santo è trasformata in Parola di vita per il cuore che si pone in ascolto. Nello Spirito Santo si attinge dal cuore del Padre la conoscenza del suo pensiero. Dallo Spirito Santo il pensiero di Dio è trasformato in Parola di salvezza e di redenzione. Dallo Spirito Santo la Parola di salvezza è fatta divenire Parola di conversione e di pentimento.
Tutto avviene nello Spirito Santo, per Lui, da Lui, con Lui. Se nel teologo è assente lo Spirito del Signore, tutto diviene ricerca e parola vuota, perché mai vi potrà essere Parola di Dio sulla bocca di chi parla e mai Parola di Dio nel cuore di chi ascolta. Ecco allora la missione del teologo: prendere nello Spirito Santo il pensiero del Padre nel cuore di Cristo. Trasformare il pensiero preso, sempre per opera dello Spirito Santo, in Parola attuale da annunziare all'uomo. Assieme alla Parola versare lo Spirito Santo nel cuore perché solo lo Spirito nella Parola può operare il pentimento e la conversione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di Spirito Santo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,36-43)
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si
avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo
è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del
Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del
mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la
si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo
manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali
e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente,
dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole
nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore.
"Non vi chiamo più servi... vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15, 15). Nella nuova alleanza ogni uomo, ciascuno di noi è invitato a questo rapporto personale, profondo con Dio, un rapporto non soltanto faccia a faccia, ma cuore a cuore. E un privilegio meraviglioso, che dobbiamo accogliere con rispetto, con ammirazione, con riconoscenza. L'Eucaristia ci offre l'inaudita possibilità di ricevere Gesù, il Figlio di Dio fatto nostro fratello, nostro amico, non soltanto in mezzo a noi, ma dentro di noi, per parlare con lui, per ascoltarlo, per lasciare che egli guidi tutta la nostra vita e la riempia del suo amore. il Signore ci aiuti ad apprezzare sempre meglio questi doni sublimi.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XVII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Mercoledì della XVII
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Sant'Ignazio di Loyola
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,44-46)
Il regno dei cieli
è simile a un tesoro nascosto.
31 Luglio 2019
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,44-46)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un
tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di
gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle
preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la
compra». Parola del Signore.
Il vero tesoro è Gesù Cristo e per Lui è opportuno e, direi, conveniente abbandonare tutti gli altri tesori materiali. "...un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo".
Non è necessario vendere le proprietà, ma distaccarsene affettivamente, utilizzarle senza un affetto di adorazione. È invece importante vendere altri averi, cioè eliminarli, come l'orgoglio, la superbia, il giudizio, l'indurimento del cuore, la malizia, la falsità, l'inclinazione al male.
Riceve molte Grazie e benedizioni giornaliere da Gesù, il cristiano che lavora per vincere i suoi vizi e vuole rinascere nello Spirito!
Per dare spazio a Gesù è necessario liberare il cuore da tanti interessi inutili.
Riflettiamo quali cose e quali comportamenti sono da vincere e chiediamo a Gesù di aiutarci, Lui è felice e non aspetta altro.
Preghiamo molto ogni giorno perché ci sorregga e ci aiuta a vincere la lotta contro i vizi del mondo e le tentazioni dei diavoli, perché questa è una vera lotta spirituale e non ci si può rilassare. Non abbattiamoci mai nello sconforto o nella caduta: Gesù ci tende sempre le braccia per rialzarci.
Ricordiamo che la Madonna ci è sempre vicino e chiediamo il Suo aiuto in tutte le necessità.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XVII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
1 Agosto 2019 Giovedì della XVII settimana del Tempo
Ordinario Anno C
Sant'Alfonso Maria de' Liguori
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,47-53)
Il regno dei cieli
è simile a una rete gettata nel mare.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,47-53)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è
simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando
è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci
buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella
fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro:
«Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un
padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore.
D'altra parte la prospettiva del giudizio finale, "quando gli angeli separeranno i cattivi dai buoni", non ci consente di attendere passivi l'ultimo giorno. Non possiamo essere utopici, ma ancor meno indifferenti. La lotta contro il male è d'obbligo anche se la prospettiva è di un combattimento che non finirà mai: "Militia est vita hominum super terram". Dio e il diavolo combattono ancora nella storia e il campo di battaglia è il cuore dell'uomo (Dostoevskij). Si tratta di una lotta pacifica e violenta nello stesso tempo. "I violenti si impadroniranno del Regno di Dio" (Mt 11,12). La pace cristiana è inseparabile dalla spada (Mt 10,34) portata da Cristo, anche se la competizione obbliga a ferire se stessi prima degli altri.
Alla fine del combattimento sarà Cristo a concedere la vittoria. Presenteremo i nostri pochi meriti, ma conteremo soprattutto su chi ha guadagnato anche per noi. "Non possiamo dirci poveri finché possiamo contare sull'infinita ricchezza dei meriti di Cristo" (San Domenico).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la
gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i
prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama
Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle,
non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era
per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in
casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola
del Signore.
Non siamo fatti per vivere sempre banalmente, siamo fatti per godere la gioia del Signore. Non siamo stati creati per essere schiavi, ma liberi, ed occorre riconoscere che il lavoro spesso ha un aspetto servile, cioè di schiavitù. Anticamente e purtoppo ancora oggi in alcuni luoghi c'erano uomini schiavi di altri uomini; adesso quanti uomini sono schiavi delle macchine! Ma essere schiavi delle macchine comporta la necessità di regolare il proprio ritmo lavorativo sul ritmo delle macchine, e molte "solennità del Signore" sono subordinate a questa necessità.
Dio però vuole invece che i suoi figli possano vivere, almeno alcune volte durante l'anno, nella gioia, nella libertà, celebrando grandi feste e già Mosè, su invito di Dio, ordina al popolo di non compiere alcun lavoro servile nelle solennità del Signore, per vivere con cuore gioioso i rapporti con gli altri.
Spesso il lavoro ostacola i rapporti tra le persone: è impegnativo, occupa tutto il tempo e rende impossibile occuparsi degli altri.
Invece nel giorno della festa del Signore, nel giorno della "santa convocazione", in cui ci si trova tutti riuniti per celebrare insieme il Signore, è possibile accoglierci a vicenda, in rapporti benedetti dal Signore e orientati all'unione con lui Solo se hanno questo orientamento le relazioni personali sono profonde, sincere, autentiche; soltanto nel Signore e con lui possiamo amarci generosamente, autenticamente, profondamente.
Le feste hanno dunque una duplice dimensione: ci rendono liberi di dare del tempo al Signore, per essere più uniti a lui nella preghiera, nella lode, nell'esultanza; ci danno la possibilità di essere più disponibili ad accogliere gli altri, ad essere attenti a loro, pronti ad ascoltare, a condividere nella gioia, nella libertà e specialmente nell'amore.
La Chiesa ha fatto suo questo desiderio di Dio e ha istituito molte feste, per aiutarci a vivere nel clima di gioia proprio della novità di vita che Cristo ci ha donato con la sua morte e risurrezione. Al mistero pasquale sono collegate tutte le solennità della Chiesa, per mettere in evidenza che Gesù Cristo è centro, principio e fine di ogni realtà.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse
ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per
questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti
gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo
morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e
piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che
avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio,
la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le
venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne
portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e
andarono a informare Gesù. Parola del Signore.