IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Se ascoltaste oggi la
voce del Signore!
«Non indurite il vostro cuore ».
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te
e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non
ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta
sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla
comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e
il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in
cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo
per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore
È un monito a chi dirige la comunità, di non escludere nessuno, senza prima aver tentato ogni mezzo per correggerlo dal suo errore o dal suo peccato. Niente, infatti, è più delicato della correzione fraterna. La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunità è quella di tenere presente la gradualità del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello.
Il primato è dato, perciò, alla comunione. Deve essere salvata ad ogni costo, perché la comunione è tale solo se mette in opera ogni tentativo atto a convertire il peccatore.
Se il fratello persiste nell'errore, non sarà il giudizio della comunità in quanto tale a condannarlo, bensì il fatto che lui stesso si autoesclude dall'assemblea dei credenti. Così avviene nella scomunica pronunciata dalla Chiesa; essa non fa altro che constatare una separazione già avvenuta nel cuore e nel comportamento di un cristiano.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era là un uomo che
aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per
vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano
paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del
bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti
intorno, disse all'uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu
guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello
che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Martedì della XXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Natività Della Beata Vergine Maria
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-16.18-23)
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria,
dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
8 Settembre 2020
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-16.18-23)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi
fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò
Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse
generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat,
Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi. Parola del
Signore.
Forma breve
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-23)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per
mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a
lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi. Parola del
Signore.
La nascita di Maria è il segno che Dio ha preparato per noi la salvezza: per questo ha preparato il corpo e l'anima della madre di Gesù, che è anche madre nostra.
San Paolo nella lettera ai Romani scrive: "Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo" (8,29). Questo è particolarmente vero per la Vergine santa, predestinata ad essere conforme all'immagine del Figlio di Dio e figlio suo. E Dio ha predisposto tutte le cose secondo questa intenzione: "Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio", troviamo poco prima nella stessa lettera.
Dio ha preparato tutte le generazioni umane in vista della nascita di Maria, in vista della nascita di Gesù, e insieme ha agito con mezzi soprannaturali.
E nel Vangelo di oggi si può dire che appaiono sia la parte naturale che quella soprannaturale, l'una e l'altra necessarie per la nascita di Maria.
Questa lunga serie di generazioni, così monotone alla lettura, è in realtà come la sintesi di una storia vivente, spesso anche di peccatori, che è stata condotta da Dio verso la nascita di Maria e di Gesù.
Alla fine però il disegno di Dio si è realizzato con mezzi straordinari, sconcertanti: Giuseppe non capisce ciò che succede, perché avviene per opera dello Spirito Santo. Non bastano dunque le generazioni umane che si succedono nel tempo per il compimento del progetto di Dio: è necessario l'intervento dello Spirito Santo.
Tutto dunque ci parla dell'amore di Dio: amore di Dio creatore, amore di Dio salvatore.
Oggi dobbiamo, più di sempre, dire a Dio la nostra riconoscenza, la nostra gioia perché egli ha amato Maria e ci ha amati.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi
insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra
ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri
con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli
che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi
trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti
strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede,
e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se
amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori
amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a
voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se
prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche
i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate
invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la
vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è
benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;
perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata,
colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la
quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore.
"Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro
che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano". È posta qui la
questione della potenza dell'amore. È l'odio più forte dell'amore? Sì, eccetto
che nel mondo dei figli dell'Altissimo, poiché essi hanno in se stessi l'amore
di Dio per poterne vivere e per poterne essere testimoni; è un dono che ci è
stato fatto, che ci viene da Dio, ed è la presenza stessa dell'amore di Dio nel
cuore dell'uomo, amore che dobbiamo lasciare crescere.
Amare con il cuore di Dio: ecco quanto possono realizzare coloro che, tramite
il battesimo, sono figli dell'Altissimo. Dio ama ogni uomo, Gesù ha amato anche
coloro che lo condussero a morte. Tramite il battesimo, all'uomo "giustificato"
viene dato l'amore stesso di Dio in tutta la sua potenza, la sua forza, la sua
bontà. Ciò che Cristo domanda a noi, figli dell'Altissimo, non è al di sopra
delle nostre forze: lasciare che il suo amore traspaia nella nostra vita.
Allora il nostro mondo sarà il mondo dell'amore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un
fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato,
sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi
della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello,
lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi
la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e
allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Parola del Signore.
Togli prima la trave dal tuo occhio
Gesù non vuole una comunità di ciechi spirituali, di persone che non conoscono Dio e non sanno nulla della sua verità e della sua Parola. La cecità spirituale è frutto della superbia e della concupiscenza che governano il cuore e producono il frutto maligno dell'ipocrisia, frutto velenoso che uccide chiunque ne dovesse assaggiare.
La religione che si viveva al suo tempo mostra il triste spettacolo della cecità spirituale e dell'ipocrisia che aveva corrotto tutta la Parola del Signore: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: "Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato". Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: "Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato". Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all'esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità" (Cfr Mt 23,13-28). Questa religione Gesù proprio non la vuole. È una religione senza vera fede, perché senza vera Parola del Padre suo. I danni di essa sono oltremodo incalcolabili. Con essa la moralità è bassissima.
Gesù invece vuole i suoi discepoli umili, piccoli, saggi, prudenti, accorti, intelligenti. Li vuole garbati in ogni cosa. Vuole che essi pongano ogni attenzione alla propria elevazione spirituale, morale, dottrinale, conoscitiva. Vuole che essi crescano di virtù in virtù e di grazia in grazia, fino al raggiungimento della perfezione morale, spirituale, culturale. Una volta che loro vivono in grazia di Dio e progrediscono nella sapienza, intelligenza della fede e della morale, da forti e da viventi nel Signore e per il Signore possono aiutare i fratelli.
È questa la vera umiltà: sapere che ognuno di noi è in cammino. Da viandante non può fare subito da maestro agli altri. Deve pensare che anche lui ha bisogno di un grandissimo tempo di apprendimento, crescita, maturazione, elevazione e per questo deve rivestirsi di infinita pazienza verso i suoi fratelli di fede. Dall'umiltà poi deve passare alla grande carità. Ogni correzione deve essere il frutto di una immensa ed infinita carità che governa anima e spirito, mente e cuore. Si vuole che l'altro si elevi fino alla perfezione di Cristo Gesù e per questo lo si aiuta in quest'opera di conformazione al suo Maestro e Signore sempre con infinita prudenza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, dateci la vista del vero bene.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato della XXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno
Santissimo
Nome di Maria
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,43-49)
Perché mi invocate: "Signore, Signore!"
e non fate quello che dico?
12 Settembre 2020
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero
cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo
frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo
dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che
dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò
a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto
profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume
investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito
una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e
la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La sua bocca infatti
esprime ciò che dal cuore sovrabbonda
Oggi Gesù ci rivela una grande verità. Ogni nostra parola è il frutto del
nostro albero. Se l'albero del nostro cuore è buono, esso produce parole buone.
Se invece è cattivo, sempre produrrà parole cattive. Vedendo il frutto,
all'istante si riconosce l'albero. Nessuno pensi di raccogliere frutti buoni
dall'albero cattivo del suo cuore. Ognuno rassicuri se stesso: se il suo cuore
è buono, anche le sue parole saranno buone. Questa verità è mirabilmente
illuminata da San Giacomo.
Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che riceveremo un
giudizio più severo: tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca
nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il
corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo
dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così
grandi e spinte da venti gagliardi, con un piccolissimo timone vengono guidate
là dove vuole il pilota. Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può
vantarsi di grandi cose. Ecco: un piccolo fuoco può incendiare una grande
foresta! Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita
nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita,
traendo la sua fiamma dalla Geènna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli,
di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall'uomo, ma la
lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con
essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a
somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non
dev'essere così, fratelli miei! La sorgente può forse far sgorgare dallo stesso
getto acqua dolce e amara? Può forse, miei fratelli, un albero di fichi
produrre olive o una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può
produrre acqua dolce (Gc 3,1-12).
Nessuno potrà mai governare la lingua se non governa il cuore. Il cuore in un
solo modo lo si governa: togliendo dal nostro petto con la potenza dello
Spirito Santo quello di pietra per metterne al suo posto uno di carne, tutto
spirituale, formato ogni giorno alla verità e alla carità di Cristo Gesù. È
questo un lavoro ininterrotto. Mai finisce. Sempre all'inizio. Ce ne accorgiamo
quando il cuore non è tutto spirituale dalle parole poco sante che escono dalla
nostra bocca. Sono esse a rivelarci lo stato della nostra anima e del nostro
spirito. Una parola santa rivela un cuore santo. Una parola di peccato,
menzogna, egoismo, idolatria rivela un cuore di peccato.
Il cuore va quotidianamente costruito, edificato, forgiato sulla parola di
Gesù. È la Parola del Vangelo il sano e sostanzioso nutrimento del nostro
cuore. Chi nutre il cuore con il Vangelo, lo rende stabile per sempre. Possono
esserci anche le tempeste spirituali più brutte e violente, ma il cuore resiste.
È fondato sulla Parola di Gesù. Se invece è fondato sulla sabbia delle parole
umane, delle filosofie umane, dei pensieri umani, allora al primo leggero
soffio di vento, il cuore crolla, diviene una canna sbattuta dal vento, si
abbandona ad ogni teoria, segue ogni moda. Molti sono i cuori che ogni giorno
crollano sotto le tempeste della tentazione, perché non saldamente radicati in
Cristo e nel suo Vangelo. È la Parola della Buona Novella la roccia di vera
stabilità della nostra vita spirituale. Chi si edifica e si innalza sopra di
essa rimarrà stabile in eterno. Non ci saranno tentazioni per lui. La sua casa
sarà sempre salda.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, costruiteci sulla Parola.