IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dio onnipotente, fa' che viviamo con rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
VI DOMENICA DI PASQUA
ANNO A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 14,15-21)
Se mi amate,
osserverete i miei comandamenti.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 14,15-21)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei
comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché
rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può
ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli
rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà
più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi
saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi
ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
L'uomo vive d'amore dal suo primo respiro fino all'ultimo.
Amato, si sente protetto ed accettato. Amando, sente di appartenere e trova un
senso ad offrirsi. Poiché l'amore non può restare chiuso nel suo cuore; esso
pervade il quotidiano. L'amore che si porta all'uomo spinge ad impegnarsi.
L'amore che si porta a Dio si manifesta nella considerazione che si ha dei suoi
comandamenti. Si manifesta anche nella giustizia, nel rispetto della vita,
nell'azione per la riconciliazione dei popoli e per la pace. Le conseguenze
dell'amore che si porta a Dio possono prendere l'aspetto di un lavoro, perfino
di una lotta.
Lavoro e lotta sembrano spesso esigere troppo dall'uomo e superare le sue
forze. Egli vede le sue debolezze ed ha voglia di rinunciare, ma quando lavoro
e lotta sono le conseguenze dell'amore, conferiscono all'esistenza un respiro
profondo, mettono la vita in un contesto più vasto e la rendono importante
tanto sulla terra quanto in cielo.
Cose apparentemente infime acquistano un significato quando sono il risultato
dell'amore per Dio. Ogni buona azione, anche quella che facciamo senza pensare
a Dio, è in relazione all'amore che gli portiamo.
Ogni atto di amore, anche quando sembra minimo - come quando si porge un
bicchiere d'acqua a qualcuno che ha sete - assume un significato per
l'eternità.
Noi ci chiediamo spesso: che cosa rimarrà del nostro mondo?
È vero che crediamo di poter vivere e risuscitare grazie all'amore di Dio, con
tutto ciò che è esistito grazie a questo amore che non si è accontentato di
restare sentimento: contatti, relazioni, avvenimenti, cose. Quando
risusciteremo, tutto un mondo risusciterà con noi, un mondo fatto di amore
responsabile. Sarà magnifico: una "terra nuova", che abbiamo il diritto di
chiamare anche un "cielo nuovo".
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì della VI
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,26-16-4)
Date testimonianza,
perché siete con me.
***
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,26-16-4)
Date testimonianza,
perché siete con me.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 15,26-16-4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io
vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà
testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin
dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno
dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di
rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né
me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne
ricordiate, perché io ve l'ho detto». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù è entrato nel mondo con una pretesa inedita: "Io sono
la via, la verità e la vita" (Gv 14,5). O, in altri termini: "Chi ha il Figlio
ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio non ha la vita" (1Gv 5,12). Questa
pretesa di avere un'importanza assoluta per la vita pone l'uomo davanti alla
decisione suprema. Tutta la vita di Gesù è marcata dalla reazione ad una tale
pretesa. È un segno di contraddizione. Colui che lo riconosce diventa suo
discepolo. Colui che lo respinge diventa un suo avversario. Questo dramma ha
portato Gesù sulla croce.
Il dramma non è finito con Gesù. Esso è ancora qui, sempre presente, attraverso
i suoi. Esso viene rinnovato nella Chiesa. "Un servo non è più grande del suo
padrone" (Gv 15,20), li avvertì Gesù ed è per questo che "vi scacceranno dalle
sinagoghe, anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere
culto a Dio" (Gv 16,2).
Si capisce in questo contesto la promessa del difensore, che Cristo invierà
"dal Padre" ai suoi ("Io vi manderò", v. 26). La sua missione non è tanto di
ispirare i discepoli di modo tale che si sappiano difendere davanti ai
tribunali (cf. Mt 10,20), ma di preservarli quando la loro fede sarà messa alla
prova. Davanti all'ostilità del mondo, i discepoli di Gesù saranno esposti allo
scandalo, sentiranno la tentazione di disertare, proveranno il dubbio, lo
scoraggiamento. Ed è in questo preciso momento che lo Spirito di verità
interverrà: darà testimonianza di Gesù nel cuore dei suoi discepoli, li
confermerà nella fede e li inviterà a rimanere fedeli nella prova. In questo
modo anch'essi "renderanno testimonianza" di Gesù.
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Martedì della VI
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,5-11)
Gesù disse ai suoi discepoli:
Ora vado da colui che mi ha mandato.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha
mandato e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?". Anzi, perché vi ho detto
questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne
vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla
giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me;
riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al
giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
"Ci sono molti modi di essere presenti. Se due alberi si
trovano l'uno vicino all'altro, sono presenti l'uno all'altro, ma in un senso
del tutto esteriore ed imperfetto. Non sanno nulla l'uno dell'altro, non si
preoccupano l'uno dell'altro e, nonostante la loro vicinanza, rimangono
estranei l'uno all'altro.
La presenza nel vero senso della parola comincia solo nel momento in cui due
esseri si conoscono spiritualmente e si mettono l'uno di fronte all'altro
consapevolmente. Ciò permette loro di avere interiormente una sorta di immagine
l'uno dell'altro, per cui l'altro ha, per così dire, una seconda esistenza in
colui con il quale è in rapporto. E se una presenza di questo genere è
mantenuta nella maggior parte delle persone che si incontrano, essa può
diventare una realtà potente in chi ci conosce e ci ama. L'immagine dell'altro
che ognuno porta in sé è, per così dire, carica di realtà. Anche la solitudine
può essere piena della presenza dell'altro" (Balthasar).
Gesù risponde alla tristezza dei discepoli, provocata dal suo annuncio che
presto se ne sarebbe andato, con la promessa dello Spirito: "È bene per voi che
io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore".
Mandando loro il suo Spirito, Gesù sarà presente in loro. Ma la sua presenza
non sarà puramente esteriore. Con la discesa dello Spirito, la sua assenza si
trasformerà in una forma di presenza più profonda, più reale.
Questa nuova forma della presenza di Gesù nei suoi, tramite lo Spirito, porterà
a compimento la sua vittoria definitiva sul mondo.
Nel corso della sua vita terrena, Gesù era stato respinto dagli Ebrei e stava
per essere condannato a morte. Lo Spirito rivisiterà questo avvenimento,
provando ai discepoli che il peccato è dalla parte del mondo (perché non ha
creduto in lui), che la giustizia è dalla parte di Gesù (poiché la sua vita non
termina nel sepolcro, ma ritorna al Padre) e che è il principe del mondo ad
essere condannato. Testimoniando questa vittoria, lo Spirito Paraclito diventa
un antidoto alla tristezza che attanaglia i cuori dei discepoli nel momento in
cui Gesù se ne sta andando e, nello stesso tempo, alla persecuzione che si
scatenerà contro di loro.
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Mercoledì della VI
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,12-15)
Molte cose
ho ancora da dirvi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,12-15)
Molte cose
ho ancora da dirvi.
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma
per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché
non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le
cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da
quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Soltanto ricevendo lo Spirito i discepoli potranno capire la
verità di Gesù. Gesù invierà dal Padre alla comunità lo Spirito di verità che
rimarrà sempre con loro. Si raggiunge così la saggezza attraverso l'incontro
della verità che si incarna in Gesù e che oggi giunge a noi nella sua Chiesa.
L'intercessione continua del Figlio di Dio, fonte dalla quale scaturisce lo
Spirito, è la consolazione dei discepoli. Essi, come tutta la Chiesa al loro
seguito, si uniscono alla supplica dell'unico e supremo Sacerdote Gesù Cristo
che dà il suo Spirito: segno di vittoria sulla morte, dell'accoglienza del
Padre e della presenza della comunità.
Lo Spirito è chiamato Spirito di verità. La sua missione è di metterli in
guardia contro lo spirito della menzogna. Li rende capaci di vivere e di vedere
le cose e di giudicarle come Gesù stesso. Ne è una dimostrazione concreta la
vita dei santi, che appartengono alla Chiesa spiegando le loro vele al soffio
dello Spirito, guidati per vie che provocano un santo stupore. Là dove si trova
la Chiesa, si trova lo Spirito.
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì della VI
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,16-20)
La vostra tristezza
si cambierà in gioia.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,16-20)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un
poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos'è questo che ci
dice: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete", e: "Io me ne
vado al Padre"?». Dicevano perciò: «Che cos'è questo "un poco", di cui parla?
Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi
perché ho detto: "Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete"? In
verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si
rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in
gioia». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
A volte si parla di secoli bui della storia, di
oscurantismo. Si definiscono scristianizzati certi paesi e si afferma che ci
troviamo ormai in una civiltà postcristiana. Altre volte, invece, lasciandosi
guidare da maggiore ottimismo, si enumerano i segni di una rinascita dei valori
spirituali nel nostro tempo e si parla di un ritorno della fede. Quello che si
dice della storia delle nazioni, si può dire anche della storia personale di
ognuno. Ci sono momenti di entusiasmo e momenti di oscurità. Momenti in cui si
sente palese la presenza di Dio e momenti nei quali ci si lamenta del silenzio
di Dio.
Eppure Dio è sempre stato presente in ogni momento della storia, ed è presente
in ogni attimo della nostra vita. Gesù ci ha assicurati che sarebbe sempre
rimasto con i suoi. Lo Spirito Paraclito è sceso sulla comunità dei credenti e
abita in essa. Perciò nei momenti oscuri della giornata, nei momenti di
difficoltà e di tristezza, nei momenti di smarrimento e di oscuramento dei
valori cristiani, non serve interrogare Dio o indagare, come fecero gli
apostoli, se per caso Gesù se n'è andato e ci ha abbandonati.
È il momento, invece, di esercitare la fede, di ritrovare la gioia nella
sicurezza che il Paraclito ci assiste in continuazione, di prestare maggiore
attenzione al Consolatore che dimora in noi. Egli ci illuminerà perché sappiamo
riconoscere le opere meravigliose che Dio compie e che con le nostre sole forze
non siamo capaci di vedere.
È il momento anche di invocare con insistenza lo Spirito Santo, perché ci
faccia conoscere tutta la verità e cambi la nostra afflizione in gioia.
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì della VI
settimana di Pasqua Anno A
San Filippo Neri
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,20-23)
La vostra tristezza
si cambierà in gioia.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,20-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico:
voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella
tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma,
quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per
la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore;
ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi
la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù, incoraggiando i suoi discepoli alla vigilia della sua
passione, continua il discorso sull'afflizione che poi si cambia in gioia.
Tanti sono i nostri desideri, tante le cose che vorremo che accadessero, tanti
i problemi che vorremmo superare. Eppure, per molti aspetti, siamo sempre a
chiedere le stesse cose. Chi ha Fede chiede a Dio, chi non ha Fede chiede al
destino, alla vita, alla natura o non so a chi, ma ognuno spera.
IL VANGELO DEL GIORNO VI DOMENICA DI PASQUA E SETTIMANA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato della VI
settimana di Pasqua Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,23-28)
Chiedete e otterrete,
perché la vostra gioia sia piena.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,23-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico:
se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non
avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia
sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò
più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno
chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre
stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono
uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e
vado al Padre». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù continua ad aprirsi con i suoi nei giorni che
precedono la passione. Gli piace anticipare le realtà sublimi che otterrà per i
suoi attraverso la sua ormai prossima morte e la sua risurrezione.
Cristo, Mediatore tra Dio e gli uomini, ha reso possibile che ci fosse una sola
famiglia nel cielo e sulla terra, la famiglia dei figli di Dio. Il Padre eterno
è nostro Padre, il suo regno, la sua casa e la vita divina del Cristo sono
anche nostri. "Il Padre - posso dire con Gesù - mi ama". È in questo nuovo
ordine che la preghiera cristiana trova il suo posto. Noi prima non sapevamo
chiedere, e non potevamo farlo. Non si tratta di pregare ma "di avere una
relazione di amicizia con colui che, noi lo sappiamo, ci ama" (Teresa di Gesù,
Vita 8). Noi, prima, non sapevamo domandare e non potevamo farlo. Ma,
attualmente, dato che il Padre ci ama e desidera la nostra amicizia, possiamo
essere sicuri di essere ascoltati, e di ricevere una grande gioia da quella
amorosa comunicazione con lui, che è la preghiera. La nostra preghiera non è
soltanto nostra, essa è anche e soprattutto quella di Cristo. Così terminano le
preghiere della liturgia e così deve terminare la nostra: per Cristo nostro
Signore.