IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dice il Signore: "Io ho progetti di pace e non di sventura; Sorgerà
per voi il sole di giustizia Cristo Signore
"Nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la perseveranza salverete le
vostre anime".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle
pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che
vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il
segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi
ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e: "Il tempo
è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di
rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma
non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e
vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche
fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e
governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare
testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra
difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non
potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e
uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma
nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Parola del Signore.
Gesù parla della perseveranza spirituale per la salvezza delle nostre anime al termine di questo fortissimo discorso, dopo avere elencato varie profezie che sono sotto i nostri occhi in questi giorni e che si realizzeranno.
Il Signore precisa che si tratta di un tempo di sofferenze e queste prove scaturiranno non per volontà di Dio, sono i progetti malvagi degli uomini-diavoli, a costringere il Creatore a fermare la follia umana. Dio non vuole la nostra sofferenza, interviene per amore nostro, deve utilizzare poi le maniere forti per svegliarci.
Quando un figlio non vuole ascoltare e continua a sbagliare, a distruggere se stesso e i beni della famiglia, i genitori sono costretti a reagire per evitare guai ancora più gravi. Non si deve mai indicare Dio come colpevole delle calamità, semmai Egli qualche volta permette il male per salvare le anime delle sue creature.
"Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo". Si può imputare a Dio tutto questo? Non c'è una sola spiegazione valida per colpevolizzare Dio, ma anche i cristiani nella loro confusa dispersione, talvolta si lamentano di Dio.
Gesù ci ha dato questo avviso perché ognuno si prepari, questo è il tempo più difficile della storia umana. Sta a noi comprenderlo.
Le guerre, i cataclismi e la persecuzione dei cattivi sono i più grandi pericoli che questa generazione sta vivendo, sono disastri intenzionalmente determinati da gruppi di potere che hanno già pronti i loro spaziosi bunker dove rifugiarsi, e sono felici nel pensare alla desiderata distruzione di ampie parti della Terra.
Sono follie degli uomini consacrati a satana, sono burattini manovrati dai diavoli che sperano di sferrare l'attacco definitivo al Cristianesimo e al mondo. Se "la gloria di Dio è l'uomo vivente", i diavoli fremono per realizzare quanto finora è stato impedito, purtroppo riusciranno a causare tanto male sulla Terra.
Gesù ci parla anche dei falsi profeti che in questi tempi ingannano già centinaia di milioni di persone e con le loro opere riescono ad allontanare tutti i loro seguaci dalla Verità, anche se esprimono parole cristiane o invitano addirittura a pregare. Nelle loro parole si nascondono inganni e la stessa vicinanza o la fiducia che si ripone in essi è già una maledizione.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a
mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli
annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che
camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più
forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli
domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io
veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha
salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il
popolo, vedendo, diede lode a Dio. Parola del Signore.
Sono io, quando ho la coraggiosa ingenuità di interpellare Cristo, lui che giustamente non passa così vicino a me che per farsi fermare, e che non è importunato da nessun grido che viene dal cuore, soprattutto quello della non vedenza.
Io, ancora, quando riconosco che la semplice preghiera, fiduciosa e non affettata, è il collirio che mi restituisce la vista.
Io, infine, quando la mia lode si aggiunge a quella degli umili vedenti.
Il tema della luce è molto presente nel Vangelo, tutto ciò che riguarda Gesù è luce, sia quella emanata dalla sua Persona, sia la luce che illumina gli esseri umani. Il Signore non si limita ad illuminare solamente i cristiani, anche gli atei e gli anticlericali ricevono tocchi di luce per vincere le oscurità delle loro tenebre, ma quasi sempre preferiscono rimanere al buio totale.
Un buio dove le persone prive dello Spirito Santo intravedono in effetti qualcosa, si tratta dei loro impulsi, le inclinazioni alla vita sfrenata.
La vera Luce che arriva da Gesù invece è portatrice di verità, permette di vedere tutto come è realmente. Porta la pace e l'appagamento.
L'uomo senza la Luce di Dio è un'ombra che si muove senza capire la direzione, si trova ad improvvisare in un mondo che per certi versi è pure al buio, così la società ha perduto i valori e gli scontri sociali aumentano di continuo.
Gli uomini non vedono più il Bene, non conoscono le virtù morali perché ignorano i Comandamenti, illudendosi di osservarli.
Senza la Luce di Dio il mondo si sta spegnendo.
Si sono spente anche moltissime anime di cristiani che non mettono in pratica il Vangelo e rimangono nella convinzione di seguire Gesù. Sono molti nel mondo ad essere convinti di vivere felicemente ma sono spenti dentro.
Quante persone si lamentano di non ricevere Grazie mentre conducono una vita sbagliata, dedita alla perversione e al paganesimo?
Mentre sono pochissimi quelli che ripetono con il cieco: "Signore, che io veda di nuovo!".
Questa supplica dovremmo ripeterla di continuo .
Tutti nella Chiesa abbiamo assoluta necessità di possedere la Luce di Dio, che arriva per mezzo dello Spirito Santo e questo spiega l'adorazione, la lode, l'invocazione che dobbiamo curare nei confronti del Consolatore. "Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto" (Gv 14,26).
Lo Spirito Santo per la nostra vita spirituale è come il Sole per la Terra.
Il Sole è la stella intorno a cui ruotano la Terra e gli altri pianeti del sistema solare. È formato da una massa di gas incandescenti: la superficie raggiunge i 5.700° C. L'energia viene prodotta nella parte centrale con un processo di reazioni termonucleari detto fusione. Viene così generata una quantità di energia, che dal Sole si espande in tutto il sistema solare.
Immaginate la vita degli esseri umani senza la luce del Sole, quante cadute e colpi.
Riflettete soprattutto sulla mancanza della Luce divina nella vostra vita, senza la guida dello Spirito Santo che conduce sempre sulla via giusta, fa compiere le scelte giuste, ispira pensieri santi e permette di intuire la presenza del male e dell'errore.
Solo l'umile preghiera giornaliera rischiara le tenebre e permette alla Luce di penetrare nell'anima. "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".
Bisogna chiedere con insistenza e umiltà, Gesù è sempre disponibile a donare la sua Luce: "Abbi di nuovo la vista! La tua Fede ti ha salvato".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando,
quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di
vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era
piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un
sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse
pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un
peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò
che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte
tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli
è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare
ciò che era perduto». Parola del Signore.
Il mondo si meraviglia e mormora perché Gesù è entrato in casa di un peccatore! Prima ancora dovrebbe meravigliarsi perché Dio, il Signore del cielo e della terra, il Creatore dell'uomo, è entrato nella casa di un peccatore. Non solo è entrato, ogni giorno entra nella casa dei peccatori, che sono gli uomini, per chiamarli a lasciare la loro casa di peccato per entrare nella sua che è casa di santità, luce, pace, comunione di vita, misericordia, verità eterna. Mai un solo istante Dio è rimasto chiuso e blindato nella sua casa celeste. Lui ha stabilito di porre la sua tenda in mezzo ai peccatori, non certo per coprire i loro peccati, né per dichiararli non peccato, ma per aiutarli a liberarsi dai peccati, per vivere ogni loro relazione nel più grande rispetto e amore.
Il peccato del furto è il settimo nella scala della giustizia secondo Dio. Il primo è la negazione e il rifiuto di Dio come Signore che comanda e governa ogni pensiero, parola, opera, desiderio, moto del cuore dell'uomo. Il primo e fondamentale peccato è non riconoscere Dio come il Signore che ordina quali dovranno essere le giuste relazioni tra gli uomini. Il primo peccato è quell'ateismo di cui si nutrono scribi e farisei. Costoro hanno preso il posto di Dio, si sono dichiarati padroni della sua grazia e della sua verità, signori della sua misericordia e della sua giustizia.
Questo è il peccato, padre di ogni altro peccato. Per questo peccato scribi e farisei negano ad un uomo il diritto alla conversione dato loro da Dio e per questo stesso peccato negano a Cristo Gesù di essere misericordioso, benevolo, amorevole, ricco di perdono e di pietà verso ogni suo fratello. Gesù ha il diritto di essere misericordioso, ha il diritto di amare, ha il diritto di perdonare, non perché sia vero Dio, ma perché vero uomo e Dio, il Padre celeste ha imposto come legge a tutti gli uomini il perdono, la misericordia, la pietà, la compassione, l'amore. Nessuno ha il diritto di privare un uomo dei suoi diritti fondamentali e quello dell'amore verso il prossimo è il primo dei diritti.
Ognuno ha il diritto di lasciarsi perdonare da Dio. È disumano e antiumano privare qualcuno di poter accedere alla misericordia di Dio. Neanche gli amministratori della misericordia lo potranno, a meno che chi la chiede e chi vi ricorre non voglia abusare della misericordia, perché la chiede senza pentimento e senza alcuna volontà di rompere con il peccato. Questa volontà deve essere manifestata al momento di chiedere misericordia. Che poi non vi riesca e nuovamente pecchi è ben altra cosa.
Per questo Gesù è venuto: per ridare ad ogni uomo i suoi diritti: il diritto ad essere perdonato, il diritto ad essere amato, il diritto a poter sempre accedere alla casa del Padre, purché pentito e convertito, il diritto a cercare la verità, il diritto a potersi nutrire di sapienza e di grazia, il diritto all'elemosina in caso di bisogno, il diritto ad avere il vero Dio per Padre, il diritto a poter accedere a Cristo Signore, unico e solo mediatore di salvezza e di redenzione, il diritto a poter essere Chiesa del Dio vivente, cioè corpo di Cristo Gesù. Chi dovesse togliere uno solo di questi diritti, non possiede il vero Dio, è un idolatra di se stesso, non ama l'uomo. Mai lo potrà amare. Se un uomo non potrà fare nulla per un altro uomo, perché povero e misero, potrà sempre fare tutto per lui, se avrà il coraggio di gridare quali sono i suoi veri diritti. Il vero diritto è della natura.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,11-28)
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi
pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per
ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi,
consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio
ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una
delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo
aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui
aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si
presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci".
Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi
il potere sopra dieci città".
Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha
fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho
tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo:
prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai
seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito
e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio
denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse
poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha
dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà
dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici,
che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli
davanti a me"».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Parola
del Signore.
Il Signore prende dunque questo esempio di un uomo che deve partire prima di prendere il potere, così che i suoi servi si trovano ad essere liberi, senza sorveglianza. Il Vangelo dice che Gesù racconta questa parabola per quelli che "credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro" e lo aspettavano con impazienza, perché finalmente Dio mettesse a posto tutte le cose sulla terra. Gesù invece fa capire che Dio non ha fretta, che non vuole intervenire immediatamente e che egli stesso, il Cristo, non prenderà subito il potere universale: prima farà un lungo viaggio durante il quale gli uomini, fedeli o infedeli, sono liberi. Chi è fedele non deve aver timore di questa libertà, ma accoglierla con fiducia.
Il Signore ci dà realmente la libertà e per essergli fedeli noi dobbiamo realmente usarla. Se ragioniamo come il servo pusillanime: "Ecco la tua mina; l'ho tenuta nascosta in un fazzoletto, perché avevo paura di te", veniamo meno alla nostra vocazione. Nella vita spirituale c'è anche la tentazione del "tutiorismo": cercare sempre le cose più sicure, aver paura di prendere qualche iniziativa, di fare qualcosa che possa meravigliare... Sempre le cose più sicure! Questo non fa onore a Dio. il rischio è necessario, dice il Signore, almeno il rischio di mettere questa mina, questo denaro in banca. E' un rischio: io non l'ho più, ma questo denaro frutterà un interesse e poi avrò di più.
Dobbiamo rischiare, accettare iniziative, avere creatività; in questo modo onoriamo Dio Creatore, assomigliamo a lui, che rischia in continuazione.
E' l'insegnamento del Vangelo di oggi. Per far piacere a Dio dobbiamo rischiare, approfittare della nostra libertà per onorarlo producendo veramente frutti buoni per lui e per i fratelli. "La tua mina, Signore, ha fruttato dieci mine". E il Signore risponde: "Bene, bravo servitore, poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere su dieci città".
Domandiamo a Dio di avere il senso della sua volontà che ci vuole liberi, creativi, per glorificare lui, creatore dell'universo.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì della XXXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Presentazione della Beata Vergine Maria
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc. 19,41-44)
Gesù pianse su Gerusalemme dicendo:
Se avessi compreso quello che porta alla pace!
21 Novembre 2019
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città
pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma
ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti
assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli
dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai
riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Parola del Signore.
La Chiesa ha capito che l'atteggiamento di Maria all'annunciazione non era una improvvisazione e che nella sua anima l'offerta andava preparandosi da tempo, si era già progressivamente realizzata. E commovente vedere una bambina attirata dalla santità di Dio, che vuol darsi a Dio, una bambina che capisce che l'opera di Dio è importante, che bisogna mettersi al servizio di Dio, ciascuno con le proprie capacità, aprirsi a Dio; una bambina che capisce che non si può compiere l'opera di Dio senza essere santificati da lui, senza essere consacrati da lui, perché non è possibile neppure conoscere la volontà di Dio, se il peso della carne ci chiude gli occhi.
Maria realizzava quello che san Paolo più tardi proporrà come ideale dei cristiani: offrire se stessi:
"Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio" (cfr. Rm 12,12).
Cerchiamo allora di comprendere più profondamente le condizioni dell'offerta. Lo facciamo tenendo presente il canto del Magnificat, perché è chiaro che nessun Vangelo può corrispondere esattamente alla festa di oggi, che non è riportata in nessuna pagina della Bibbia: l'offerta di Maria bambina non è un avvenimento che abbia attirato l'attenzione e sia stato registrato. Scegliere il Magnificat non è un anacronismo, perché esso esprime i sentimenti che si sono formati nell'anima di Maria ben prima del giorno della visitazione, sentimenti di fondo che sono proprio la base della sua offerta:
già della sua offerta di bambina, poi della sua offerta all'annunciazione e infine della sua offerta sul Calvario. Tutto parla del riconoscimento dei doni di Dio. Prima dell'offerta c'è sempre il dono di Dio e il riconoscimento di questo dono. "Ha guardato l'umiltà (la povertà, l'insignificanza) della sua serva... Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente... Di generazione in generazione si stende la sua misericordia": è proprio la scoperta dell'amore di Dio che fa pensare all'offerta, è la riconoscenza che suscita il bisogno di offrire.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXXIII DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì della XXXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Santa Cecilia
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,45-48)
Tutto il popolo
pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo.
22 Novembre 2019
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che
vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: "La mia casa sarà casa di preghiera".
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano
di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare,
perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo. Parola del
Signore.
Non compravano e vendevano solamente animali, attrezzi e oggetti vari, avevano innanzitutto messo in vendita la loro fede e l'intelletto oscurato non percepiva più la rovina in cui erano caduti. Questo è l'uomo di ogni tempo che si allontana da Dio.
Allo scopo di facilitare l'adempimento di questo comando a coloro che venivano da lontano, s'era provveduto ad allestire negli atri del Tempio un servizio di compravendita di animali per i sacrifici, e che finì per essere un vero e proprio mercato di bestiame.
L'usanza all'inizio poteva anche essere tollerabile e perfino opportuna, senza il controllo di sé si arrivò ad una degenerazione talmente grave al punto che l'intento religioso originario era ormai posposto al profitto economico dei commercianti, che forse erano gli stessi servitori del Tempio.
Il Tempio assomigliava ormai più a una fiera di bestiame che a un luogo d'incontro con Dio.
La riflessione sul passo del Vangelo di oggi è doverosa per quanti sono stati chiamati con una vocazione speciale a servire Dio e a vivere con il cuore distaccato da tutto ciò che è profano e frivolo. Il cuore che non vibra più per Gesù è indurito ed è facile cadere in una delle tante tentazioni che i diavoli escogitano con insistenza soprattutto contro i Ministri sacri.
È umano peccare, è anche fin troppo umano scivolare sempre più lontano da Gesù quando si vive senza Fede. Gli ebrei che commerciavano dentro il Tempio erano convinti di adorare Dio, incapaci di specchiarsi con la coscienza e scoprire che andavano verso un'altra strada.
Il confronto con quanto avviene oggi nella Chiesa è facile da commentare, d'altronde c'è un'ampia esposizione mediatica di quanti cercano come vampiri il sangue altrui per fare audience. Gli scandali commessi dagli uomini di Chiesa attirano più curiosità e sono anche la devastazione della Fede di molti cattolici incerti o tiepidi.
Con la reazione di Gesù nel Tempio, Egli ci ha mostrato l'ira di Dio verso quanti rovinano le cose sacre o ne fanno un utilizzo profano.
Dio è geloso del nostro amore, nell'Antico Testamento quando Dio doveva darsi un Nome, in un'occasione ha usato il termine «Geloso». Questo definisce qualcosa dell'essenza di Dio. «Tu non adorerai altro dio, perché il Signore, che si chiama il Geloso, è un Dio geloso» (Es 34,14).
Il Signore oggi chiede con un'implorazione toccante ai suoi Ministri, distratti e immersi nella mondanità, di ritornare all'originaria vocazione e di osservare fedelmente la sua Parola. Solo la rinnovata Fede in Gesù Cristo potrà permettere la riattivazione del cammino spirituale che rimane sempre opposto alla mentalità del mondo.
Il Sacerdote è chiamato ad una scelta soprannaturale che si abbraccia solo per Fede. Non deve essere una scelta opportunistica.
Gesù mosso dallo zelo per la Casa del Padre suo, da una pietà che nasceva dal profondo del suo Cuore, non poté sopportare quel deplorevole spettacolo e scacciò tutti di lì, con i loro banchi e i loro animali.
Non solo Gesù sottolinea con forza l'utilizzo del Tempio, oggi invita i Sacerdoti a restare nelle Chiese per adorarlo e ascoltare i fedeli.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 20,27-40)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non
c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha
prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli,
suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello".
C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza
figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono
senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla
risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in
moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;
ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai
morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché
sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di
Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del
roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di
Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più
rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore.
Sì, questa breve asserzione di Gesù ha tale forza da far crollare tanto bigottismo e rappresentazioni tanto carenti da ogni punto di vista, a cominciare da quella dell'arte (a Dio quasi nepote Dante Alighieri) credo che questa asserzione dovremmo scegliere d'impararla a memoria e ripeterla spesso nel palpito vivo del nostro cuore.
Il Dio che Gesù e venuto a farci conoscere, perfezionando e compiendo quel che Patriarchi Profeti e Sapienti avevano detto di Lui è Colui che con il Padre e con lo Spirito Santo è una cosa sola con il crocefisso Risorto.
Se Cristo non fosse Risorto - ha detto San Paolo - vana sarebbe la nostra fede.(1Cor 15,17).
Proprio le pagine del Vangelo che notificano la verità di un morto in croce che da quattro giorni ormai fetido giace nel sepolcro e è risuscitato risulta sbalorditiva verità che fa del messaggio cristiano un continuo e mai intorpidito annuncio di vita.
Signore, nel mondo ci sono meravigliose persone che vivono intensamente e annunciano vita a un mondo troppo spesso scoraggiato deluso sbagliato.
Aiutami ad essere come qualcuno di loro. Se non proprio come il meraviglioso Dottor Schweitzer che trasse da morte a vita tanti lebbrosi in Africa, almeno come tante anonime persone che sanno di viere in forza e dono continuo del Signore della vita.
Dammi, Gesù, di essere come loro, portatrice o portatore di pace di bene di piena capacità d'amore.
Se vuoi essere più vicino a Dio, stai più vicino alla gente. Kahlil Gibran