IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di rinchiudersi per il timore delle persone malevoli. Avevano vissuto tre lunghi anni con il Maestro, ma non l'avevano capito, al punto che Cristo dovette rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l'avevano capito perché il loro modo di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt'intorno sguardi impauriti, dimenticando ciò che era stato detto loro: "Vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia" (Gv 16,22). Ed ancora: "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33).
I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue parole: "Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!". Ma essi dovettero attendere la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo.
Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv 20,22-23). Come Cristo ha fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati. Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona, che agisce immediatamente per salvare l'uomo. Nel dispensare i sacramenti, la Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani?
Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l'uomo felice se egli lo vorrà, se risponderà "sì" al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida.
Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l'uomo stesso faccia un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della speranza e dell'amore. Dio si avvicina, e anche l'uomo deve avvicinarsi a lui. Allora Dio e l'uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua Chiesa.
Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l'umanità e Dio. Questo ponte sarebbe rimasto deserto - né gli uomini né Dio vi avrebbero messo piede - se la causa della discordia e della separazione - il peccato - non fosse stata soppressa. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe passate, presenti e future. "Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso" (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono "per mezzo di lui accostarsi a Dio" fiduciosi del fatto che "egli resta sempre" (Eb 7,25).
Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l'amore che egli porta loro.
È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il Padre tende all'uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il senso del salmo che evoca l'uomo miserabile il cui grido giunse fino agli orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio
Guidata con mano invisibile dal Creatore dell'universo, la storia cammina verso il compimento di ogni parola, promessa, oracolo, giuramento del Signore del cielo e della terra. Quando sembra che le potenze infernali diano alla storia una direzione verso la sua piena distruzione e annientamento sotto il peso dell'idolatria e dell'immoralità, il Signore interviene con il suo braccio potente e dona ad essa la giusta direzione. Non vi sono né sulla terra, né negli inferi, né nei cieli potenze che possano impedire la realizzazione di una sola parola proferita dal Signore dell'uomo.
La Parola di Dio non si compie secondo le attese, i pensieri, i desideri, le interpretazioni degli uomini, ma secondo la verità posta in essa dallo Spirito Santo. Da quando il serpente tentò Eva nel Giardino dell'Eden vi è nel cuore dell'uomo una falsità che sempre fa pensare che l'uomo sia Dio. La storia ci attesta che questa tentazione sempre travolge l'uomo. Travolge re, imperatori, prìncipi, presidenti, capi di governo e di nazioni, ma anche travolge la gente più semplice. Ognuno a modo suo si crede un Dio. Oggi, tutti coloro che stanno stravolgendo la stessa natura dell'uomo, non si pensano Dèi? Non si sono fatti uguali a Dio? Non decidono essi la nuova creazione dell'uomo? Non hanno stabilito che l'antica creazione debba essere rottamata?
Difficile, se non impossibile, pensare invece che Dio si possa fare uomo e ancora più difficile credere in un Dio Crocifisso dall'uomo. Eppure oggi, in questo giorno, nella casa di Nazaret questo avviene,. L'Angelo annunzia ad una giovanissima vergine che nel suo grembo il Figlio di Dio sarebbe divenuto uomo, se Lei avesse acconsentito alla realizzazione di questo evento unico nella storia. Ma facendosi Uomo, Dio si fa anche Crocifisso, perché il Messia promesso da Dio è il suo Servo Sofferente, è il Dio Inchiodato dall'uomo sul legno, è il Condannato per le nostre iniquità, è il Grande Espiatore dei nostri peccati. Dal sì di questa umile donna che per la storia è l'assoluta inesistenza, perché essa ha altri parametri di grandezza - per la storia valgono gli uomini che si fanno dèi e questa donna è l'umilissima serva del Signore - nasce il Dio incarnato dal quale è la benedizione, la redenzione, la salvezza, la vita eterna.
Con il sì della Vergine Maria, la storia se cammina di peccato in peccato, non ha più scusanti. Nel Figlio della Vergine, Crocifisso e Risorto, Il Signore ha tolto all'antico serpente ogni potestà e ogni potenza. L'uomo, accogliendo Cristo e divenendo una cosa sola con Lui, può vincere con il bene il male. Può liberarsi da ogni disobbedienza. Può camminare verso la luce, ma per questo deve imitare il suo Dio Crocifisso. Anche Lui deve annientarsi della sua falsa divinità - Cristo Gesù si è annientato nella vera - e iniziare il viaggio per l'acquisizione della vera umanità, che consiste nella piena, totale, universale sottomissione della sua volontà a quella del suo Signore e Dio. Maria ci dona l'esempio: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la sua Parola".
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci secondo la Parola di Dio.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,7-15)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Così è chiunque è nato dallo Spirito
Di notte Gesù riceve una singolare visita. Si reca da Lui, quando è buio, un capo dei farisei, Nicodemo. Quest'uomo, dai segni operati dal Maestro, ha maturato nel suo cuore un profondo convincimento di fede: Dio è con Gesù. Gesù è con Dio, allo stesso modo che Mosè era con Dio e Dio con Mosè. Gesù è vero Inviato, vero uomo di Dio in mezzo a Israele. Questo ha visto e questo testimonia. Lo fa di notte per paura dei Giudei. Teme la loro violenza, cattiveria, malvagità. Lui è di animo nobile. Gesù neanche ascolta quello che Nicodemo gli dice, perché deve fargli una grande rivelazione. Se Nicodemo vuole appartenere al regno di Dio deve nascere di nuovo.
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito (Gv 3,1-6).
Nicodemo prende alla lettera le parole di Gesù. Per lui si tratterebbe di ritornare nuovamente nel seno della madre e nascere di nuovo. Per Gesù la nuova nascita è da acqua e da Spirito Santo. A Nicodemo viene annunziato il mistero del Battesimo. Chi viene immerso nelle acque, non nasce dalle acque, nasce dallo Spirito Santo, riceve una natura spirituale, viene formato di Spirito Santo allo stesso modo che Adamo fu formato con la polvere del suolo. È questo il grande prodigio che si attua nelle acque di questo sacramento di salvezza, assai, anzi infinitamente differente dal battesimo che dava Giovanni. Con lui non si nasceva. Si ci si lavava in modo figurato solo dai peccati.
Per appartenere al regno di Dio, che non è di natura materiale, ma spirituale, è necessario divenire essere spirituali. Chi nasce dalla carne è carne, chi nasce dallo Spirito è spirito. Ora Gesù invita Nicodemo a non meravigliarsi se è necessario nascere dall'alto, cioè dallo Spirito Santo. Chi nasce dallo Spirito, è mosso dallo Spirito, è guidato da Lui, è governato da Lui. Si entra in una dimensione nuova dell'esistenza. Non ci si trova più dinanzi ad una Parola da interpretare, comprendere, e neanche dinanzi ad una muta Legge da osservare. Chi è mosso dallo Spirito, è sempre guidato dallo Spirito e neanche lui sa dove lo condurrà lo Spirito del Signore fra un istante. Quando si nasce dallo Spirito, quando si diviene spirito, si è come granelli di polvere nelle sue mani. Lui muove come vuole. Conduce dove vuole. Porta dove vuole.
Nicodemo aveva detto a Gesù qual era la sua fede. Era la sua una fede per deduzione. La fede per deduzione ci fa intravedere alcune cose. Non ci svela tutta la realtà della Persona o della cosa. La fede per deduzione ha sempre bisogno della più alta, profonda, vera rivelazione. Ora Gesù rivela perché Dio è con Lui.. Lui è Persona che sale al cielo e che discende dal Cielo. Lui era nel Cielo, è disceso dal Cielo. Lui è sulla terra e di nuovo sale al Cielo. Lui è nella sua Persona vero Dio e vero uomo, vero Figlio di Dio per generazione eterna e vero Figlio dell'uomo per generazione, per opera dello Spirito Santo, nel seno della Vergine Maria. Lui è sempre nel seno del Padre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità piena di Gesù.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,16-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gv 3,17
La parola "mondo" è usata qui per indicare l'umanità tutta intera. In un altro brano biblico leggiamo che Dio ha talmente amato il mondo da mandare il Suo Figlio Unigenito per salvarlo. Qualche volta è detto che il mondo (inteso come mentalità mondana) è "tutto posto nel maligno", cioè è in balia di satana.
Ed è molto illuminante quello che qui l'evangelista Giovanni dice per sottolineare questo progetto-volontà di salvezza che Dio ha nutrito da sempre fino a fare sapere che ha mandato il Suo Figlio Unigenito non per istituire un processo nei confronti del mondo ma proprio per salvarlo da tutto ciò che è male, disgrazia, distruzione.
Dio, nei nostri riguardi, "si è giocato" fino in fondo. Da Lui, che è Amore sostanziale, che cosa poteva venirci di più prezioso che il dono del Suo Figlio: il Verbo Incarnato Gesù?
Lo so: son cose risapute fin dai tempi del catechismo per la Prima Comunione. Ma so anche quanto sia un sapere "insabbiato" in tante notizie e conoscenze da "supermercato massmediale.
Signore, ho bisogno urgente di liberare questa radiosa verità da tutta la "sabbia" di ciò che si finisce a dare per scontato.
Aiutami. Ti prego, a far tesoro del tempo pasquale per prendermi soste meditative (sia pur brevi) per incontrare Gesù nella sua infinita tenerezza, nella ferma volontà del Padre e Sua, di indicarci strade di salvezza nella benevolenza e nella pace.
La voce di un politico e scrittore italiano del XX secolo
"Non credo che ci sia, oggi, un'altra maniera di salvarsi l'anima. Si salva l'uomo che supera il proprio egoismo d'individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall'idea di rassegnazione alla malvagità esistente, non bisogna essere ossessionati dall'idea di sicurezza, neppure della sicurezza delle proprie virtù: Vita spirituale e vita sicura non stanno assieme. Per salvarsi bisogna rischiare". Ignazio Silone

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,31-36)

Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

San Giovanni vede le relazioni tra il cielo e la terra in modo più chiaro rispetto agli altri evangelisti che hanno scritto prima di lui. Per rappresentarle, egli utilizza nuovi modelli di linguaggio. Questi parlano di un mondo in alto: l'aldilà, dove abita Dio. E di un mondo in basso: quaggiù, dove vivono gli uomini. San Giovanni lo sa: Gesù è il Figlio di Dio. È sempre stato vicino a suo Padre, e sarà in eterno vicino a lui.
È sceso sulla terra in un momento della storia. La sua morte sulla croce rappresenta una nuova elevazione. Da un punto di vista puramente umano, la croce è la sconfitta definitiva di Gesù; la sua morte è il fallimento di tutti i suoi progetti terreni. Dal punto di vista di Dio, la croce di Gesù rappresenta la vittoria di Dio sul mondo e significa la nostra salvezza. Se noi crediamo in Gesù, Figlio di Dio, abbiamo già la vita eterna. Gesù è il germe della speranza attraverso il quale Dio agisce nel mondo. Dio è diventato un altro, si è fatto uomo. Quindi anch'io posso diventare un altro: ho la fortuna di diventare un uomo, un essere umano in un mondo inumano.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,1-15)

In quel tempo, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Ma che cos'è questo per tanta gente?
Oltre la manna che era la materia del pane che cadde nel deserto per ben quaranta anni con Mosè per nutrire i figli di Israele, oltre il non esaurimento della pochissima farina e del pochissimo olio, anch'essi materia per le focacce della vedova di Sarepta con Elia, che non sono vera moltiplicazione del pane in senso stretto, di moltiplicazione vera e propria se ne conosce una sola ed è operata da Eliseo, che si è servito di circa venti pani d'orzo per sfamare appena cento persone. Assai poche in verità in relazione al numero, sfamato da Gesù ed anche ai pezzi avanzati che sono stati raccolti.
Da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all'uomo di Dio: venti pani d'orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: "Ne mangeranno e ne faranno avanzare"». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore (2Re 4,42-44).
Con Gesù, per ogni cosa che accade per Lui e attorno a Lui, è giusto porsi sempre una domanda: cosa vuole il Signore rivelare di se stesso, degli apostoli, con il gesto della moltiplicazione dei pani. La prima verità è che questo gesto è un segno e di conseguenza non va preso nella sua materialità. Urge che si va ben oltre quanto è accaduto, perché in esso è nascosta una verità che dovrà accompagnare i discepoli per tutto il tempo della loro vita sulla terra, accompagnerà loro e tutti i successori che subentreranno nel loro ministero. Tuttavia vi è anche un significato, una verità immediata, anche questa va accolta all'istante.
La verità immediata è questa: Gesù è superiore ad ogni profeta che lo ha preceduto. Lo rivela la grandezza dei suoi segni. Eliseo nutrì cento persone con venti pani d'orzo. Gesù nutre cinquemila persone, senza contare donne e bambini, con appena cinque pani d'orzo e due pesci e in più si raccolgono ben dodici ceste di pani avanzati, una per ogni tribù di Israele, una per ogni Apostolo. Da Adamo fino a Gesù, passando tutti gli intermediari di Dio, dal Mosè a Malachia, nessuno è più grande del Maestro. Lui è il sommo. Nessuno ha mai fatto cose simili alle sue. La sua grandezza operativa è unica ed anche la grandezza della sua missione è unica e di conseguenza anche la grandezza della sua Persona. La gente comprende questo e lo grida: "Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo". È il profeta simile, pari a Mosè.
La seconda verità immediata che deve essere colta vuole che non si guardino le cose con occhi della carne, ma con gli stessi occhi di Dio, sempre. Per il Signore creare pane per tutto il mondo e crearlo per una sola persona è la stessa cosa. Non fa alcuna differenza. I discepoli dovranno sempre imitare Cristo Gesù. Vedere Dio come loro provvidenza. Camminare con Dio che sempre ascolta la loro preghiera.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci una visione celeste.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,16-21)

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Dal racconto degli altri Vangeli sappiamo il carattere drammatico della traversata del lago agitato: come le onde facessero dondolare la barca da una parte all'altra, e i discepoli, che Gesù aveva esortato a precederlo dall'altra parte del lago, temessero per la loro vita. Il Vangelo di san Giovanni non racconta niente di tutto questo. Certamente si può immaginare il comportamento dei discepoli, ma non viene menzionato. Chiaramente, l'evangelista non vuole che ci soffermiamo sull'atteggiamento dei discepoli; perché, in fondo, ciò non ha importanza per il racconto. Solo Gesù è importante.
I discepoli se ne sono resi conto: bisogna che Gesù salga sulla loro barca, altrimenti questa non raggiungerà la riva. Ma i discepoli hanno sottovalutato Gesù: la barca raggiunge sempre il suo scopo, se Gesù lo vuole; questo non dipende assolutamente dalla sua presenza fisica sulla barca. Gesù rimane sempre il padrone della sua Chiesa. Senza restrizioni. Ed è per questo che egli può dire di se stesso: sono io. Nell'Antico Testamento, è in questo modo che Dio parlava al suo popolo.