TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte
del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù,
stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani
e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io
mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A
coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non
perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse
loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito
nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche
Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua
mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli
rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai
veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati
scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù
è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo
nome. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di
rinchiudersi per il timore delle persone malevoli. Avevano vissuto tre lunghi
anni con il Maestro, ma non l'avevano capito, al punto che Cristo dovette
rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l'avevano capito perché il loro modo
di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza
coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt'intorno sguardi impauriti,
dimenticando ciò che era stato detto loro: "Vi vedrò di nuovo, e il vostro
cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia" (Gv 16,22). Ed
ancora: "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il
mondo!" (Gv 16,33).
I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue
parole: "Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!". Ma essi dovettero attendere
la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i
loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare
la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si
è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di
Cristo e dello Spirito Santo.
Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto
loro: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e
a chi non li rimetterete resteranno non rimessi" (Gv 20,22-23). Come Cristo ha
fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che
vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette
loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati.
Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona,
che agisce immediatamente per salvare l'uomo. Nel dispensare i sacramenti, la
Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza
ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono
le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani?
Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l'uomo felice se egli lo
vorrà, se risponderà "sì" al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli
porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida.
Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l'uomo stesso faccia
un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della
speranza e dell'amore. Dio si avvicina, e anche l'uomo deve avvicinarsi a lui.
Allora Dio e l'uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua
Chiesa.
Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a
questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l'umanità e Dio. Questo
ponte sarebbe rimasto deserto - né gli uomini né Dio vi avrebbero messo piede -
se la causa della discordia e della separazione - il peccato - non fosse stata
soppressa. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe
passate, presenti e future. "Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo
se stesso" (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono "per mezzo di lui accostarsi
a Dio" fiduciosi del fatto che "egli resta sempre" (Eb 7,25).
Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il
solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al
Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l'amore che egli porta loro.
È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il
Padre tende all'uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il
senso del salmo che evoca l'uomo miserabile il cui grido giunse fino agli
orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio
Guidata con mano invisibile dal Creatore dell'universo, la storia cammina verso
il compimento di ogni parola, promessa, oracolo, giuramento del Signore del
cielo e della terra. Quando sembra che le potenze infernali diano alla storia
una direzione verso la sua piena distruzione e annientamento sotto il peso
dell'idolatria e dell'immoralità, il Signore interviene con il suo braccio
potente e dona ad essa la giusta direzione. Non vi sono né sulla terra, né
negli inferi, né nei cieli potenze che possano impedire la realizzazione di una
sola parola proferita dal Signore dell'uomo.
La Parola di Dio non si compie secondo le attese, i pensieri, i desideri, le
interpretazioni degli uomini, ma secondo la verità posta in essa dallo Spirito
Santo. Da quando il serpente tentò Eva nel Giardino dell'Eden vi è nel cuore
dell'uomo una falsità che sempre fa pensare che l'uomo sia Dio. La storia ci
attesta che questa tentazione sempre travolge l'uomo. Travolge re, imperatori,
prìncipi, presidenti, capi di governo e di nazioni, ma anche travolge la gente
più semplice. Ognuno a modo suo si crede un Dio. Oggi, tutti coloro che stanno
stravolgendo la stessa natura dell'uomo, non si pensano Dèi? Non si sono fatti
uguali a Dio? Non decidono essi la nuova creazione dell'uomo? Non hanno
stabilito che l'antica creazione debba essere rottamata?
Difficile, se non impossibile, pensare invece che Dio si possa fare uomo e
ancora più difficile credere in un Dio Crocifisso dall'uomo. Eppure oggi, in
questo giorno, nella casa di Nazaret questo avviene,. L'Angelo annunzia ad una
giovanissima vergine che nel suo grembo il Figlio di Dio sarebbe divenuto uomo,
se Lei avesse acconsentito alla realizzazione di questo evento unico nella
storia. Ma facendosi Uomo, Dio si fa anche Crocifisso, perché il Messia
promesso da Dio è il suo Servo Sofferente, è il Dio Inchiodato dall'uomo sul
legno, è il Condannato per le nostre iniquità, è il Grande Espiatore dei nostri
peccati. Dal sì di questa umile donna che per la storia è l'assoluta
inesistenza, perché essa ha altri parametri di grandezza - per la storia
valgono gli uomini che si fanno dèi e questa donna è l'umilissima serva del
Signore - nasce il Dio incarnato dal quale è la benedizione, la redenzione, la
salvezza, la vita eterna.
Con il sì della Vergine Maria, la storia se cammina di peccato in peccato, non
ha più scusanti. Nel Figlio della Vergine, Crocifisso e Risorto, Il Signore ha
tolto all'antico serpente ogni potestà e ogni potenza. L'uomo, accogliendo
Cristo e divenendo una cosa sola con Lui, può vincere con il bene il male. Può
liberarsi da ogni disobbedienza. Può camminare verso la luce, ma per questo
deve imitare il suo Dio Crocifisso. Anche Lui deve annientarsi della sua falsa
divinità - Cristo Gesù si è annientato nella vera - e iniziare il viaggio per
l'acquisizione della vera umanità, che consiste nella piena, totale, universale
sottomissione della sua volontà a quella del suo Signore e Dio. Maria ci dona
l'esempio: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la sua
Parola".
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci secondo la Parola
di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete
nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da
dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei
maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico:
noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non
accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non
credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito
al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come
Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio
dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Così è chiunque è nato dallo Spirito
Di notte Gesù riceve una singolare visita. Si reca da Lui, quando è buio, un
capo dei farisei, Nicodemo. Quest'uomo, dai segni operati dal Maestro, ha
maturato nel suo cuore un profondo convincimento di fede: Dio è con Gesù. Gesù
è con Dio, allo stesso modo che Mosè era con Dio e Dio con Mosè. Gesù è vero
Inviato, vero uomo di Dio in mezzo a Israele. Questo ha visto e questo
testimonia. Lo fa di notte per paura dei Giudei. Teme la loro violenza,
cattiveria, malvagità. Lui è di animo nobile. Gesù neanche ascolta quello che
Nicodemo gli dice, perché deve fargli una grande rivelazione. Se Nicodemo vuole
appartenere al regno di Dio deve nascere di nuovo.
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui
andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio
come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio
non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non
nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può
nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel
grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti
dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello
che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito (Gv
3,1-6).
Nicodemo prende alla lettera le parole di Gesù. Per lui si tratterebbe di
ritornare nuovamente nel seno della madre e nascere di nuovo. Per Gesù la nuova
nascita è da acqua e da Spirito Santo. A Nicodemo viene annunziato il mistero
del Battesimo. Chi viene immerso nelle acque, non nasce dalle acque, nasce
dallo Spirito Santo, riceve una natura spirituale, viene formato di Spirito
Santo allo stesso modo che Adamo fu formato con la polvere del suolo. È questo
il grande prodigio che si attua nelle acque di questo sacramento di salvezza,
assai, anzi infinitamente differente dal battesimo che dava Giovanni. Con lui
non si nasceva. Si ci si lavava in modo figurato solo dai peccati.
Per appartenere al regno di Dio, che non è di natura materiale, ma spirituale,
è necessario divenire essere spirituali. Chi nasce dalla carne è carne, chi
nasce dallo Spirito è spirito. Ora Gesù invita Nicodemo a non meravigliarsi se
è necessario nascere dall'alto, cioè dallo Spirito Santo. Chi nasce dallo
Spirito, è mosso dallo Spirito, è guidato da Lui, è governato da Lui. Si entra
in una dimensione nuova dell'esistenza. Non ci si trova più dinanzi ad una
Parola da interpretare, comprendere, e neanche dinanzi ad una muta Legge da
osservare. Chi è mosso dallo Spirito, è sempre guidato dallo Spirito e neanche
lui sa dove lo condurrà lo Spirito del Signore fra un istante. Quando si nasce
dallo Spirito, quando si diviene spirito, si è come granelli di polvere nelle
sue mani. Lui muove come vuole. Conduce dove vuole. Porta dove vuole.
Nicodemo aveva detto a Gesù qual era la sua fede. Era la sua una fede per
deduzione. La fede per deduzione ci fa intravedere alcune cose. Non ci svela
tutta la realtà della Persona o della cosa. La fede per deduzione ha sempre
bisogno della più alta, profonda, vera rivelazione. Ora Gesù rivela perché Dio
è con Lui.. Lui è Persona che sale al cielo e che discende dal Cielo. Lui era
nel Cielo, è disceso dal Cielo. Lui è sulla terra e di nuovo sale al Cielo. Lui
è nella sua Persona vero Dio e vero uomo, vero Figlio di Dio per generazione
eterna e vero Figlio dell'uomo per generazione, per opera dello Spirito Santo,
nel seno della Vergine Maria. Lui è sempre nel seno del Padre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità piena di
Gesù.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la
vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il
mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è
condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel
nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato
più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque
infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non
vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia
chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gv 3,17
La parola "mondo" è usata qui per indicare l'umanità tutta intera. In
un altro brano biblico leggiamo che Dio ha talmente amato il mondo da mandare
il Suo Figlio Unigenito per salvarlo. Qualche volta è detto che il mondo
(inteso come mentalità mondana) è "tutto posto nel maligno", cioè è
in balia di satana.
Ed è molto illuminante quello che qui l'evangelista Giovanni dice per
sottolineare questo progetto-volontà di salvezza che Dio ha nutrito da sempre
fino a fare sapere che ha mandato il Suo Figlio Unigenito non per istituire un
processo nei confronti del mondo ma proprio per salvarlo da tutto ciò che è
male, disgrazia, distruzione.
Dio, nei nostri riguardi, "si è giocato" fino in fondo. Da Lui, che è
Amore sostanziale, che cosa poteva venirci di più prezioso che il dono del Suo
Figlio: il Verbo Incarnato Gesù?
Lo so: son cose risapute fin dai tempi del catechismo per la Prima Comunione.
Ma so anche quanto sia un sapere "insabbiato" in tante notizie e
conoscenze da "supermercato massmediale.
Signore, ho bisogno urgente di liberare questa radiosa verità da tutta la
"sabbia" di ciò che si finisce a dare per scontato.
Aiutami. Ti prego, a far tesoro del tempo pasquale per prendermi soste
meditative (sia pur brevi) per incontrare Gesù nella sua infinita tenerezza,
nella ferma volontà del Padre e Sua, di indicarci strade di salvezza nella
benevolenza e nella pace.
La voce di un politico e scrittore italiano del XX secolo
"Non credo che ci sia, oggi, un'altra maniera di salvarsi l'anima. Si
salva l'uomo che supera il proprio egoismo d'individuo, di famiglia, di casta,
e che libera la propria anima dall'idea di rassegnazione alla malvagità
esistente, non bisogna essere ossessionati dall'idea di sicurezza, neppure
della sicurezza delle proprie virtù: Vita spirituale e vita sicura non stanno
assieme. Per salvarsi bisogna rischiare". Ignazio Silone
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,31-36)
Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra,
appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di
sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta
la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è
veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura
egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha
la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio
rimane su di lui. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
San Giovanni vede le relazioni tra il cielo e la terra in modo più chiaro
rispetto agli altri evangelisti che hanno scritto prima di lui. Per
rappresentarle, egli utilizza nuovi modelli di linguaggio. Questi parlano di un
mondo in alto: l'aldilà, dove abita Dio. E di un mondo in basso: quaggiù, dove
vivono gli uomini. San Giovanni lo sa: Gesù è il Figlio di Dio. È sempre stato
vicino a suo Padre, e sarà in eterno vicino a lui.
È sceso sulla terra in un momento della storia. La sua morte sulla croce
rappresenta una nuova elevazione. Da un punto di vista puramente umano, la
croce è la sconfitta definitiva di Gesù; la sua morte è il fallimento di tutti
i suoi progetti terreni. Dal punto di vista di Dio, la croce di Gesù rappresenta
la vittoria di Dio sul mondo e significa la nostra salvezza. Se noi crediamo in
Gesù, Figlio di Dio, abbiamo già la vita eterna. Gesù è il germe della speranza
attraverso il quale Dio agisce nel mondo. Dio è diventato un altro, si è fatto
uomo. Quindi anch'io posso diventare un altro: ho la fortuna di diventare un
uomo, un essere umano in un mondo inumano.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di
Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva
sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse
a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per
compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti
neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è
qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per
tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo.
Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano
seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono
saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla
vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei
cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è
davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano
a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Ma che cos'è questo per tanta gente?
Oltre la manna che era la materia del pane che cadde nel deserto per ben
quaranta anni con Mosè per nutrire i figli di Israele, oltre il non esaurimento
della pochissima farina e del pochissimo olio, anch'essi materia per le focacce
della vedova di Sarepta con Elia, che non sono vera moltiplicazione del pane in
senso stretto, di moltiplicazione vera e propria se ne conosce una sola ed è
operata da Eliseo, che si è servito di circa venti pani d'orzo per sfamare
appena cento persone. Assai poche in verità in relazione al numero, sfamato da
Gesù ed anche ai pezzi avanzati che sono stati raccolti.
Da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all'uomo di Dio: venti
pani d'orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da
mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo
davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché
così dice il Signore: "Ne mangeranno e ne faranno avanzare"». Lo pose
davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del
Signore (2Re 4,42-44).
Con Gesù, per ogni cosa che accade per Lui e attorno a Lui, è giusto porsi
sempre una domanda: cosa vuole il Signore rivelare di se stesso, degli
apostoli, con il gesto della moltiplicazione dei pani. La prima verità è che
questo gesto è un segno e di conseguenza non va preso nella sua materialità.
Urge che si va ben oltre quanto è accaduto, perché in esso è nascosta una
verità che dovrà accompagnare i discepoli per tutto il tempo della loro vita
sulla terra, accompagnerà loro e tutti i successori che subentreranno nel loro
ministero. Tuttavia vi è anche un significato, una verità immediata, anche
questa va accolta all'istante.
La verità immediata è questa: Gesù è superiore ad ogni profeta che lo ha preceduto.
Lo rivela la grandezza dei suoi segni. Eliseo nutrì cento persone con venti
pani d'orzo. Gesù nutre cinquemila persone, senza contare donne e bambini, con
appena cinque pani d'orzo e due pesci e in più si raccolgono ben dodici ceste
di pani avanzati, una per ogni tribù di Israele, una per ogni Apostolo. Da
Adamo fino a Gesù, passando tutti gli intermediari di Dio, dal Mosè a Malachia,
nessuno è più grande del Maestro. Lui è il sommo. Nessuno ha mai fatto cose
simili alle sue. La sua grandezza operativa è unica ed anche la grandezza della
sua missione è unica e di conseguenza anche la grandezza della sua Persona. La
gente comprende questo e lo grida: "Questi è davvero il profeta, colui che
viene nel mondo". È il profeta simile, pari a Mosè.
La seconda verità immediata che deve essere colta vuole che non si guardino le
cose con occhi della carne, ma con gli stessi occhi di Dio, sempre. Per il
Signore creare pane per tutto il mondo e crearlo per una sola persona è la
stessa cosa. Non fa alcuna differenza. I discepoli dovranno sempre imitare
Cristo Gesù. Vedere Dio come loro provvidenza. Camminare con Dio che sempre
ascolta la loro preghiera.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci una visione
celeste.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,16-21)
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si
avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato,
perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul
mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io,
non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla
quale erano diretti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Dal racconto degli altri Vangeli sappiamo il carattere drammatico della
traversata del lago agitato: come le onde facessero dondolare la barca da una
parte all'altra, e i discepoli, che Gesù aveva esortato a precederlo dall'altra
parte del lago, temessero per la loro vita. Il Vangelo di san Giovanni non
racconta niente di tutto questo. Certamente si può immaginare il comportamento
dei discepoli, ma non viene menzionato. Chiaramente, l'evangelista non vuole
che ci soffermiamo sull'atteggiamento dei discepoli; perché, in fondo, ciò non
ha importanza per il racconto. Solo Gesù è importante.
I discepoli se ne sono resi conto: bisogna che Gesù salga sulla loro barca,
altrimenti questa non raggiungerà la riva. Ma i discepoli hanno sottovalutato
Gesù: la barca raggiunge sempre il suo scopo, se Gesù lo vuole; questo non
dipende assolutamente dalla sua presenza fisica sulla barca. Gesù rimane sempre
il padrone della sua Chiesa. Senza restrizioni. Ed è per questo che egli può
dire di se stesso: sono io. Nell'Antico Testamento, è in questo modo che Dio
parlava al suo popolo.