IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIV DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIV DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
XXIV DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO ANNO C
Beata Vergine Maria Addolorata
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 15,1-32)
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio
per un solo peccatore che si converte.
15
Settembre 2019
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 15,1-32)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta". Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me, perché ho
trovato la moneta che avevo perduto". Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre:
"Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le
sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue
cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in
modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande
carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al
servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a
pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i
porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti
salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi
alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e
davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati". Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato
tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché
questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato". E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa,
udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito
a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei
amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue
sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli
rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"». Parola del Signore.
Forma breve
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 15, 1-1)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta". Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me, perché ho
trovato la moneta che avevo perduto". Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Parola del Signore
RIFLESSIONI
"Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I
farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro.
Allora egli disse loro questa parabola..." (Lc 15,1-2).
A un uditorio di mormoratori Gesù racconta le tre parabole dei perduti
ritrovati. Quale nuova idea di Dio ci rivelano? Tra tutte le parabole sono
indubbiamente le più sconvolgenti perché ci insegnano anzitutto che Dio si
interessa di ciò che è perduto e che prova grande gioia per il ritrovamento di
ciò che è perduto. Inoltre, Dio affronta le critiche per stare dalla parte del
perduto: il padre affronta l'ira del figlio maggiore con amore, con pace, senza
scusarsi. Gesù affronta le critiche fino a farsi calunniare, critiche che si
riproducono continuamente e quasi infallibilmente. Perché tutte le volte che la
Chiesa si ripropone l'immagine di Dio che cerca i perduti, nasce il disagio. E
ancora, Dio si interessa anche di un solo perduto. Le parabole della pecorella
perduta e della donna che fatica tanto per una sola dramma perduta, hanno del
paradossale per indicare il mistero di Dio che si interessa anche di uno solo
perduto, insignificante, privo di valore, da cui non c'è niente di buono da
ricavare. Ciò non significa evidentemente che dobbiamo trascurare i tanti, però
è un'immagine iperbolica dell'incomprensibile amore del Signore. Per questo
l'etica cristiana arriva a vertici molto esigenti, che non sempre comprendiamo
perché non riusciamo a farci un'idea precisa della dignità assoluta dell'uomo
in ogni fase e condizione della sua vita.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,1-10)
Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che
stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione
l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni
anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro,
giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda
quello che chiede - dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a
costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il
centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono
degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono
ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito.
Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di
me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e
al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».
All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva,
disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E
gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del
Signore.
Il Centurione ha contratto presso il Signore un debito di giustizia. Lui ama il suo popolo. Ha costruito per esso la sinagoga. È questo un grandissimo gesto di amore e di rispetto sia verso Dio che verso i figli di Israele. Può Gesù non corrispondere con l'amore ad un amore così grande? Lui è figlio del popolo del Signore. Il centurione anche per Lui ha costruito la sinagoga, permettendogli di poter onorare il Signore come conviene. Potrà Gesù essere sordo al grido di pietà che sgorga da un cuore affranto che non cerca cose per lui, ma per un suo servo? Anche questa preghiera è frutto del suo grande amore per gli altri? Potrà essere Gesù superato nell'amore da un pagano?
Mai Dio si lascia vincere in amore e sempre assolve ogni debito di giustizia. Gesù lo ha detto: "Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia". A quest'uomo, che ha vissuto e vive la misericordia è dovuta ogni misericordia celeste. Ma il centurione non è solo uomo di grande carità, lo è anche di profondissima fede. Lui vede Gesù come la persona alla quale tutto il creato obbedisce. Gesù non deve muoversi. Basta che Lui dica una parola e il suo servo sarà guarito? Grande è la sua fede!
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di grande carità e fede.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-17)
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i
suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un
morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era
con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non
piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi
disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a
parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è
sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si
diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola
del Signore.
Quanti sono presenti vedono quanto è accaduto e riconoscono che un grande profeta è in mezzo a loro. Confessano che Dio ha visitato il suo popolo. Dal segno alla fede!
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano dia al mondo segni di verità e fede.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È
simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!".
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e
voi dite: "È indemoniato". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e
voi dite: "Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di
peccatori!".
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del
Signore.
A chi può paragonare oggi questa società che non prega, non pensa più a Dio, non riflette sull'aldilà, non pensa che i diavoli possono compiere quello che vogliono se non trovano la protezione divina in una persona.
Molte persone che vivono allegramente sono convinte di trovarsi in una situazione di realizzazione, ignorando che tutto apparentemente va bene solo perché si trovano già sulle braccia di satana e lui non disturba più di tanto...
A tutti quelli che temono di trovarsi in questa condizione dico di non abbattersi mai, ci vuole poco per svincolarsi dalle sue tenaglie e rifugiarsi nel Cuore Immacolato di Maria. Fate ogni giorno la consacrazione a Lei e la vostra vita cambierà
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc
7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di Lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di
profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo
tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti
qualcosa». Ed egli rispose: «Dì pure, maestro». «Un creditore aveva due
debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi
di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà
di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più».
Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a
Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato
l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da
quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con
olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo Io
ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece
colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati
sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui
che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha
salvata; va' in pace!». Parola del Signore.
Il Vangelo è molto ricco, ma vorrei sottolineare soltanto un punto che di solito non viene messo in risalto perché non si capisce bene la parola del Signore, ed è che l'amore di Dio viene sempre prima di ogni cosa che l'uomo possa fare.
il fariseo è pieno di sé, non riconosce i doni del Signore, anzi è convinto di essere lui a dargli qualcosa: egli non ama Dio. Invece la peccatrice sa di aver ricevuto molto perché il suo debito era grande: perdonata dal Signore ha potuto amare molto. Questo è il senso della parabola raccontata da Gesù. Chi ama di più? Colui al quale il Signore ha perdonato di più. Questo non vuol dire, come si sente spesso spiegare, che la peccatrice ottiene il perdono dei suoi molti peccati per aver molto amato, ma al contrario: il suo amore è segno che ella ha ricevuto il grande dono di Dio: il "perdono". I' problema del fariseo era:
"Dovrebbe sapere, se fosse profeta, che questa donna è una peccatrice!". Ora Gesù non ha riconosciuto in lei semplicemente "una peccatrice": ha riconosciuto "una peccatrice perdonata", proprio constatando il suo grande amore. Prima c'è sempre il perdono di Dio, che ci fa capire il suo infinito amore e suscita in risposta il nostro.
"Quello a cui si perdona poco, ama poco". Questa seconda affermazione conferma la prima. Non siamo noi ad amare per primi, ma è Dio. il nostro primo dovere è riconoscere il suo amore in tutti i doni che egli ci fa, in tutti i perdoni che ci elargisce. Questa è la condizione per il nostro amore. Altrimenti siamo come il fariseo che crede di essere lui a dare a Dio, non vede il suo amore e, alla fin fine, non lo ama.
Chiediamo al Signore la grande grazia di saper riconoscere che il suo amore per noi è il primo, la sua generosità è la prima. Nell'Offertorio della Messa la Chiesa lo riconosce sempre: "Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, abbiamo ricevuto questo vino...", per questo ora te li possiamo offrire. Ci inganniamo se pensiamo orgogliosamente di poter dare qualcosa a Dio senza averlo prima ricevuto da lui; il vero amore cristiano verso Dio è sempre un amore riconoscente.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIV DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì della XXIV
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 8,1-3)
Gesù se ne andava per città e villaggi
annunciando il regno di Dio.
20 Settembre 2017
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona
notizia del regno di Dio.
C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti
sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e
molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore.
La Maddalena era una pubblica peccatrice appartenente ad una delle migliori famiglie di Betania, ma esercitava la sua corruzione a Magdala. Questo spiega il motivo del riferimento a questa città, quando viene citata lei. È sempre la sorella di Lazzaro e Marta.
Tutti e tre sono Santi, sorprende ovviamente la rapida conversione di Maria, una eventualità che proprio i fratelli escludevano e quando incontravano Gesù ripetevano sempre la richiesta della salvezza della ribelle. Il Signore li tranquillizzava e li invitava a pregare, ad avere fiducia in Lui.
L'intervento di Gesù non è stato immediato o irruento nella vita di Maria Maddalena, Dio non agisce così perché si tratterebbe di una violenza mentale. È una violazione del libero arbitrio, della libertà diventata in tantissimi vita libertina, sinonimo di immorale, dissoluta, viziosa, licenziosa.
Questo spiega la necessità di pregare anche per lunghi anni per la conversione di un familiare o un conoscente. Oltre la preghiera occorrono anche le buone opere. Non si possono chiedere le Grazie e vivere in modo opposto alla Parola di Dio
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XXIV DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato
della XXIV settimana del Tempo Ordinario Anno C
San Matteo
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9.9-13)
Io non sono venuto infatti
a chiamare i giusti, ma i peccatori.
21 Settembre 2019
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle
imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori
e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i
farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme
ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non
sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
Gesù vide nel volto di Matteo la bellezza della sua anima.
Faceva un lavoro poco apprezzato, stava "seduto al banco delle imposte", esigeva il pagamento dei tributi per conto dei romani e viveva nella ricchezza, ma non appena sentì il comando del Signore "si alzò e Lo seguì".
Matteo sarebbe stato chiamato da Gesù se invece di curare la parte interiore di sé avesse curato esclusivamente l'aspetto esteriore?
Gesù è il nostro Medico, vi assicuro che davvero Egli si prende cura di noi e ci guarisce anche da dolori strani... da malesseri inspiegabili... ogni volta che Lo invochiamo con Fede e gli diciamo: "Gesù, guariscimi. Pensaci Tu".