IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA E STTIMANA OTTAVA DI NATALE ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA E STTIMANA OTTAVA DI NATALE ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
DOMENICA
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 2,16-21)
Gli fu messo nome Gesù
Come era stato chiamato dall'angelo.
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto,
riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che
avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu
messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito
nel grembo. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il brano del vangelo ci narra un episodio della vita di una
famiglia ebrea, ma l'ambientazione è inusuale per una nascita. Si tratta di una
famiglia emarginata socialmente. Eppure il bambino è Dio e la giovane donna
l'ha concepito e partorito nella verginità. Alcuni pastori si affrettano, in
risposta a un messaggio dal cielo, per riconoscerlo e glorificarlo a loro modo.
Vi è difficile considerarlo vostro Dio?
Volgete il pensiero per un attimo al fascino persistente esercitato da sua
madre su uomini e donne di ogni ambiente e classe, su persone che hanno
conosciuto successi o fallimenti di ogni tipo, su uomini di genio, su
emarginati, su soldati angosciati e destinati a morire sul campo di battaglia,
su persone che passano attraverso dure prove spirituali.
Il genio artistico si è spesso consacrato alla sua lode: pensate alla "Pietà"
di Michelangelo, al gran numero di Madonne medievali e rinascimentali, alle
vetrate incantevoli della cattedrale di Chartres e alla più bella di tutte le
icone: la Madonna di Vladimir, che aspetta con pazienza, nel Museo Tretiakov di
Mosca, giorni migliori.
Perché la Madonna ispira tanta umanità?
Forse perché è, come dicono gli ortodossi, un'icona (= immagine) di Dio?
Forse perché Dio parla per suo tramite anche se Maria resta sempre una sua
creatura, sia pure una creatura unica grazie ai doni ricevuti dal Padre?
Tutto ciò è stato oggetto di discussioni, spesso accese, quando spiriti grandi
cercarono di esprimere in termini umani il mistero di Dio fatto uomo.
Maria fu definita madre di Dio, "theotokos", e ciò contribuì a calmare dispute
intellettuali. Questo appellativo è particolarmente caro ai cristiani dell'Est,
ai nostri fratelli del mondo ortodosso, ed è profondamente radicato nella loro
teologia, ripetuto spesso nelle loro belle liturgie, specialmente nella
liturgia bizantina, che è stata considerata la "più perfetta" proprio per via
delle sue preghiere ufficiali dedicate al culto di Maria.
Cominciamo l'anno nel segno di questo grande mistero.
Cerchiamo allora di approfondire la nostra devozione a Maria, Madre di Dio e
nostra, eliminandone, però, ogni traccia di sentimentalismo spicciolo.
Tentiamo di convincere i giovani che si tratta qui di un idealismo rispondente,
certo, alle aspirazioni più profonde dello spirito umano, ma che richiede
impegno e molto coraggio.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA E STTIMANA OTTAVA DI NATALE ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Lunedì Ottava Di
Natale Anno A
Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,19-28)
Sono la voce di uno che grida nel deserto.
Rendete diritta la via del Signore
Come disse il profeta Isaìa.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni,
quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo:
«Tu, chi sei?». Egli confessò e non
negò. Confessò: «Io non sono il Cristo».
Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse.
«Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci
hanno mandato. Che cosa dici di te
stesso?». Rispose: «Io sono voce di
uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il
profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono
e gli dissero: «Perché dunque tu
battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose
loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo
a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io
non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete.
A Giovanni è chiesto di rivelare la sua identità. Sacerdoti e leviti vogliono sapere se in lui si sta compiendo qualcuna
delle grandi profezie su cui si fonda la speranza d'Israele. Giovanni è forse
Elia? È forse il profeta? È forse il Messia del Signore?
Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull'Oreb
precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che
giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei
padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non
colpisca la terra con lo sterminio (Mal 3,22-24).
Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un
profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al
Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: "Che io
non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco,
perché non muoia". Il Signore mi rispose: "Quello che hanno detto, va
bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in
bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non
ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il
profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho
comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà
morire". Forse potresti dire nel tuo cuore: "Come riconosceremo la
parola che il Signore non ha detto?". Quando il profeta parlerà in nome
del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha
detta il Signore. Il profeta l'ha detta per presunzione. Non devi aver paura di
lui (Dt 18,15-22).
E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola
per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere
il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più
remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà
colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli
d'Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del
nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace! (Mi 5,1-4).
La risposta di Giovanni è ferma, risoluta, senza possibilità che si possa
dubitare o semplicemente interpretare non secondo purissima verità. Lui non è
Elia, non è il Profeta, non è il Messia. In lui non si compie nessuna di questa
profezie.
Giovanni si annunzia come voce di uno che grida al popolo perché prepari la via
al Signore. Applica a sé la profezia di Isaia. In essa viene indicato un
futuro, ma colui che grida non è lo stesso di colui che deve venire. Il Messia
è già in mezzo a loro, ma non è lui. Lui è mandato per preparare i cuori perché
lo accolgano quando si manifesterà. Nessun uomo è il Messia. Molti però si
annunziano come Messia dell'umanità.
«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. Parlate al cuore di
Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è
scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi
peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte
e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello
scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli
uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is
40,1-5).
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci onesti di cuore e
mente.
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Martedì Ottava Di
Natale Anno A
Dopo di me viene un uomo che è avanti a me.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,29-34)
Ecco l'agnello di Dio
Colui che toglie il peccato del mondo!
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco
l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale
ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me".
Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse
manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una
colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui
che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai
discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io
ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Nel brano del vangelo di ieri, si è visto Giovanni Battista
farsi testimone di una persona, una persona non ancora nota, ma che ben presto
sarebbe stata riconosciuta.
Nel brano di oggi, si vede il messaggero di Dio riconoscere Gesù nascosto tra
la folla. Giovanni Battista, facendo segno col braccio alzato profeticamente,
lo indica e grida: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del
mondo!... Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su
di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi
aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che
battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è
il Figlio di Dio".
Giovanni Battista dà questa decisa testimonianza per convincere gli uomini che
Gesù è colui che "era prima", il Servo sofferente di Isaia, la realizzazione
dell'attesa apocalittica degli ebrei simbolizzata dall'Agnello Pasquale.
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Mercoledì Ottava Di
Natale Anno A
«Che cosa cercate?».
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
«Rabbì - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?».
Disse loro: «Venite e vedrete».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo
su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa
cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa maestro -, dove
dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli
dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era
Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e
gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse
da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio
di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Giovanni ci dà un esempio del "discepolo modello". Nel
vangelo di oggi si parla di vocazione, di Dio che ci chiama a sé. Il primo
passo consiste nel sentire la voce di Gesù; qualcuno ce lo indica: "Ecco
l'agnello di Dio!". E, come i due discepoli, cominciamo a seguirlo. Poi Gesù si
volta verso di noi e ci chiede: "Che cercate?". In risposta dobbiamo dire:
"Dove abiti?".
Ricordiamoci delle parole di sant'Agostino e ripetiamole: "I nostri cuori sono
inquieti fino a che non riposano in te".
All'inizio della nostra vita di discepoli, Gesù ci fa questo invito: "Venite e
vedrete".
In molte pagine dell'Antico Testamento è ricordato l'invito del Signore a
tornare a lui, ad abbandonare le cattive abitudini e a volgersi di nuovo a lui.
Dio desidera il ritorno dei suoi figli ribelli.
In seguito, nella pienezza dei tempi, nel mistero dell'Incarnazione, Dio ci
chiama di nuovo, con parole semplici perché possiamo comprendere: "Vieni!".
Seguendo Gesù e diventando suoi discepoli ci incamminiamo verso una meta, diamo
un senso alla nostra vita terrena: il fine ultimo è unirsi a Dio e restare con
lui per l'eternità. Pregando al Getsemani Gesù dice: "Padre, voglio che anche
quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia
gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione
del mondo" (Gv 17,24).
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Giovedì Ottava Di
Natale Anno A
«Seguimi!».
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,43-51)
«Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
«Come mi conosci?».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,43-51)
In quel tempo, Gesù volle partire
per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di
Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse:
«Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti:
Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret
può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è
falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù:
«Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di
fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì,
tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù:
«Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi?
Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io
vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il
Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Vieni e vedi".
All'inizio delle Sacre Scritture, nel libro della Genesi, leggiamo: "Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona..." (Gen 1,3). Senza luce, infatti, non si può vedere e non ci può essere alcuna
comunicazione.
"... Alla tua luce vediamo la luce"
(Sal 035,10).
Gesù è la luce del mondo. La luce ci
permette di vedere, e Gesù ci permette
di vedere con gli occhi della fede.
Natanaele va verso la luce: crede in colui che lo conosce fin nel profondo
dell'animo, capisce, dunque, che egli è il Figlio di Dio. Nella luce della
verità c'è un reciproco riconoscersi. Ma Natanaele vedrà cose ancora più
grandi: vedrà la gloria di Gesù rivelata nel miracolo di Cana.
In Gesù si concretizza la realtà prefigurata
dalla scala che Giacobbe aveva visto in sogno, sulla quale gli angeli
salivano e scendevano: questa promessa di armonia fra cielo e terra si è
realizzata nel Figlio dell'Uomo che ci ha aperto il cammino verso il cielo
perché vedessimo, come Giacobbe (Gen 32,30), il volto di Dio, e questa volta.
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Venerdì Ottava Di
Natale Anno A
Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 2,1-12)
Abbiamo visto spuntare la sua stella.
E siamo venuti ad adorarlo.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a
Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui
che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo
venuti ad adorarlo». All'udire questo, il
re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi
dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui
doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è
scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero
l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà
il pastore del mio popolo, Israele"».
Allora Erode, chiamati segretamente i
Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella
e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e
informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo
sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa,
videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi
aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode,
per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Una
stella ha guidato i Magi fino a Betlemme perché là scoprissero "il re dei
Giudei che è nato" e lo adorassero.
Matteo aggiunge nel suo Vangelo: "Entrati nella casa,
videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono".
Il viaggio dall'Oriente, la ricerca, la stella apparsa ai Magi, la vista del
Salvatore e la sua adorazione costituiscono le tappe che i popoli e gli
individui dovevano percorrere nel loro andare incontro al Salvatore del mondo.
La luce e il suo richiamo non sono cose passate, poiché ad esse si richiama la
storia della fede di ognuno di noi.
Perché potessero provare la gioia del vedere Cristo, dell'adorarlo e
dell'offrirgli i loro doni, i Magi sono passati per situazioni in cui hanno
dovuto sempre chiedere, sempre seguire il segno inviato loro da Dio.
La fermezza, la costanza, soprattutto nella fede, è impossibile senza
sacrifici, ma è proprio da qui che nasce la gioia indicibile della
contemplazione di Dio che si rivela a noi, così come la gioia di dare o di
darsi a Dio. "Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia".
Noi possiamo vedere la stella nella dottrina e nei sacramenti della Chiesa, nei
segni dei tempi, nelle parole sagge e nei buoni consigli che, insieme,
costituiscono la risposta alle nostre domande sulla salvezza e sul Salvatore.
Rallegriamoci, anche noi, per il fatto che Dio, vegliando sempre, nella sua
misericordia, su chi cammina guidato da una stella ci rivela in tanti modi la
vera luce, il Cristo, il Re Salvatore.
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Sabato
Ottava Di Natale Anno A
una luce è sorta
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,12-17.23-25)
Gesù cominciò a predicare e a dire:
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.
***
Sabato
Ottava Di Natale Anno A
una luce è sorta
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,12-17.23-25)
Gesù cominciò a predicare e a dire:
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,12-17.23-25)
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò
nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del
mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era
stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando
il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel
popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i
malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e
paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla
Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
La nostra esistenza cristiana assomiglia un po' alla Galilea
dei tempi di Gesù, una specie di crocevia di pagani. I pagani che ci circondano
ma anche il pagano che sonnecchia in ognuno di noi. Coloro che negano il Verbo
di Dio fatto carne e colui che agisce come se Cristo non fosse venuto.
Ascoltiamo Gesù dire dopo Giovanni il precursore: "Convertitevi, perché il
regno dei cieli è vicino". Convertirsi, uscire dalle proprie abitudini, dalle
opinioni correnti, per discernere i segni del regno già presente e che viene.
Apriamo le finestre del nostro cuore per lasciare entrare la luce di Dio.
La grande Epifania è seguita dalle molteplici epifanie della nostra vita, dalle
diverse manifestazioni del Signore, che vanno dalla guarigione spirituale al
riconoscimento della presenza, in ogni sacramento.
Siamo tra la folla che accorre al lieto messaggio, o rimaniamo sulla riva,
indifferenti al suo passaggio?