VII DOMENICA DI PASQUA ASCENSIONE E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Perché
fissate nel cielo lo sguardo
Come l'avete visto salire al cielo, così il Signore ritornerà. Alleluia. (At
1,11)
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,15-20)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il
mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che
accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno
lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non
recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla
destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva
insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La missione della Chiesa è presieduta da Gesù Cristo risorto, salito al cielo e
intronizzato Signore alla destra del Padre. L'ascensione e l'invio degli
apostoli sono inseparabili. Tra gli undici (Giuda il traditore ha seguito un
altro cammino), inviati da Gesù e beneficiari della sua promessa fedele e
potente, si trovano anche i successori degli apostoli e la Chiesa intera. Gesù
ci invia, ci accompagna e ci dà la forza. Noi non siamo dei volontari
spontanei, ma degli inviati. Appoggiandoci su Gesù Cristo vincitore della
morte, possiamo obbedire quotidianamente al suo ordine di missione nella
serenità e nella speranza.
Gli apostoli sono i messaggeri di una Parola che tocca l'uomo nel centro della
sua vita. Il Vangelo, affidato alla Chiesa, ci dà una risposta definitiva: se
crediamo, siamo salvati, se rifiutiamo di credere o alziamo le spalle, siamo
perduti. Attraverso la fede, che è il sì dato dall'uomo a Dio, noi riceviamo la
vita.
Il Signore conferma la predicazione degli apostoli con molti segni; e segni
accompagnano anche i credenti. Attraverso questi segni, diversi e coestesi alla
missione della Chiesa, Dio vuole garantire la sua azione in coloro che egli ha
inviato e invita tutti gli uomini ad abbandonare ciò che è visibile e quindi
attraente per il mistero della salvezza.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 16,29-33)
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non
più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno
t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in
cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono
solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma
abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore.
In effetti oggi la società è violenta ed egoista, si trova su posizioni opposte alla volontà di Dio, ignora i valori morali, rifiuta tutto ciò che ha attinenza con Dio. È una società senza guida, allo sbando, incline alla mondanità più sfrenata e non cura la parte spirituale, quella interiore.
La certezza di miliardi di atei è che si vive una sola volta, abile strategia di satana per fare trasgredire tutto.
Bisogna comprendere che non è sufficiente pregarlo o invocarlo anche ad alta voce, sono molti i cristiani convinti che è sufficiente la Messa e qualche preghiera, e non si impegnano, è assolutamente necessario svuotarla di quanto si oppone alla volontà di Dio c'è da lottare contro i peccati e vigilare per evitare le occasioni di peccato. È una riflessione ovvia ma non viene seguita da moltissimi credenti.
C'è una teoria diffusa nella Chiesa, convinzione sbagliata da parte di quanti pregano senza convertirsi!
Molti devoti pregano da molti anni ma i frutti spirituali in questi credenti non si manifestano, le loro opere sono sterili, traspare fortemente un orgoglio che si oppone al Vangelo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,1-11)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te.
Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a
tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai
mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che
mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria
che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e
li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che
tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me
io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito
da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato,
perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono
glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e
io vengo a te». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,11-19)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre Santo,
custodiscili nel tuo Nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa,
come noi. Quand'ero con loro, Io li custodivo nel tuo Nome, quello che mi hai
dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio
della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora Io vengo a te e dico
questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia
gioia. Io ho dato loro la tua Parola e il mondo li ha odiati, perché essi non
sono del mondo, come Io non sono del mondo. Non prego che Tu li tolga dal
mondo, ma che Tu li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come Io non
sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua Parola è Verità. Come Tu hai
mandato me nel mondo, anche Io ho mandato loro nel mondo; per loro Io consacro
me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella Verità». Parola del Signore.
Prima di tornare al Padre, Gesù gli affida i suoi discepoli, nel desiderio che, lì dove sta andando, siano poi anche loro: nell'immensa gioia della Trinità Santissima.
Durante la sua vita quaggiù, li ha custoditi preservandoli dall'adescamento del male. Nessuno di loro si è perduto perché "chi crede in Lui non muore" (Gv 3,16), perché nessuno strapperà i suoi dalla sua mano (Gv 10,28) e perché la volontà del Padre è che Egli non perda colui che gli ha affidato (Gv 6, 39).
Ora però dev'essere direttamente il Padre a custodirli, a preservarli, ad assisterli nel cammino della verità. Siccome la Parola di Dio è la verità stessa, Gesù chiede al Padre che avvenga da parte di Dio una nostra consacrazione alla verità e nella verità che è immissione totale nel Mistero Pasquale: la morte e la Resurrezione di Gesù che continuamente entra "nelle vene" del corpo Mistico (la Chiesa) e tutto rinnova.
Forse non ricordiamo abbastanza questa forte, stupenda richiesta che Gesù fa al Padre per noi: quella di essere consacrati nella Verità che ci accompagna giorno dietro giorno con la Parola di Dio della Messa quotidiana, vuol dire infatti essere preservati dalla virulenza del male, che pure è presente nelle nostre giornate.
L'importante è ascoltarla questa Parola, accoglierla, assumerla dentro le situazioni concrete della nostra vita.
Signore Gesù, ti prego: fa' che io mi lasci veramente consacrare nella verità che è forza redentrice del tuo Amore in tutto quello che vivo senza perdere di vista la tua Presenza in me.
Stà sempre allegra, sii molto buona, lavora di cuore e tutto per Gesù e prega perché' un giorno ci possiamo trovare tutte in Paradiso. Santa Maria Domenica Mazzarello
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 17,20-26)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante
la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e
io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola
cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti
nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai
amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io,
perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai
amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi
hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo
nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi
e io in loro». Parola del Signore.
Gesù alza gli occhi verso il cielo, al Padre, e prega per quel piccolo gruppo di discepoli che gli sono intorno. I suoi occhi penetranti però si allargano ora oltre i confini ristretti del cenacolo, per abbracciare un'infinita schiera di uomini e donne diffusi in ogni parte della terra. In questa sua preghiera Gesù ha visto anche tutti noi: egli ha pregato anche per me, per te! Questo è stupendo, mi commuove e mi infonde tanta fiducia: "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola!». È assai consolante per noi credenti del terzo millennio sapere che Gesù ha pregato anche per noi. Come la sua parola anche la sua preghiera travalica i secoli e le epoche storiche, e si fa contemporanea con l'uomo di ogni tempo e di ogni latitudine e razza. Anche noi, come i discepoli, contemporanei di Cristo e testimoni della sua Risurrezione, possiamo incontrare oggi il Verbo fatto carne nell'annuncio del Vangelo, nella fede della Chiesa e nella preghiera. L'incarnazione della preghiera di Gesù continua di secolo in secolo, fino a noi! E cosa chiede Gesù al Padre in questa sua preghiera appassionata?
Gesù prega per l'UNITÁ: "Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato... perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità". Gesù chiede anzitutto per i suoi discepoli che siano una cosa sola! Egli sa bene che lo spirito della divisione, caratteristico del diavolo (dia-bolos in greco significa il divisore) li annienterebbe. E questo pericolo è così grande che egli formula una preghiera ambiziosa, umanamente impossibile: che tutti abbiano la stessa unità che vige tra Lui e il Padre. Una preghiera davvero "eccedente", esagerata, impossibile. Ma il Figlio sa che il Padre suo ama senza limiti e che a Lui nulla è impossibile!
Riporto un bel testo del santo martire e filosofo Giustino (II sec.) nel quale egli rivolge al suo interlocutore giudeo Trifone l'invito a pregare.
"Tu prega
innanzitutto che le porte della luce ti siano aperte, poiché nessuno può vedere
e comprendere, se Dio e il suo Cristo non gli concedono di capire".
Giustino, Dialogo con Trifone 7, 3
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,15.19)
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato,
Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli
disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi
ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:
«Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?",
e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli
rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri
più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio
tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E,
detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore.
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
Per riportare Pietro alla condizione spirituale anteriore ai tre rinnegamenti, Gesù per tre volte lo interroga per conoscere il suo amore. Tre domande per sanare i tre rinnegamenti, tre richieste di amore dopo tre atti di paura nel testimoniare l'amore al Signore.
Come vediamo in questa Parola, ogni errore richiede una riparazione, davanti a Dio non può che essere così, è un fatto di giustizia: si deve sanare ciò che era stato rotto. Questa la ragione delle tre domande, ma non fermiamoci a considerare solo il numero delle domande, vediamo soprattutto il contenuto.
Gesù ripete nel concetto la stessa domanda, vuole conoscere da Pietro davanti a tutti gli altri, se il suo amore è pieno verso Lui, se è sinceramente pentito. Potrebbe sembrare un controsenso porre le tre domande se Gesù già conosceva perfettamente il cuore di Pietro, infatti questi dopo la terza domanda cerca di convincere il Signore che nelle due risposte aveva già espresso la verità: "Signore, Tu conosci tutto; Tu sai che ti voglio bene".
Sì, Gesù conosce perfettamente ma vuole sentire dalla voce di Pietro il suo amore, il suo pentimento, la consapevolezza degli errori.
Anche da questo comprendiamo che il Signore vuole sentire il nostro pentimento, vuole che gli parliamo a cuore aperto, desidera che riconosciamo i nostri limiti per diventare umili e che nella Confessione proviamo sincero pentimento per le offese.
Si pecca anche per debolezza e Gesù conosce tutto e perdona, non si può però vivere in modo negligente e peccare di continuo per la mancanza di vigilanza. Sappiamo che proprio per mezzo della vigilanza controlliamo pensieri, parole, opere, omissioni.
Quindi, Gesù pone tre domande e la sostanza è questa: mi ami? È quello che chiede ad ognuno di noi, lo chiede di continuo perché Lui ci ama ininterrottamente. Ama anche i peccatori ribelli ma non giustifica quelli che Lo conoscono e commettono peccati intenzionali!
Oggi dobbiamo chiederci quanto e come amiamo Gesù, che posto ha nella nostra vita, se Lo consideriamo davvero Dio e ci sforziamo di vivere la sua Parola. Spesso e alle volte inconsciamente, anche il cristiano cade nell'inganno di considerarsi come un dio che sa tutto, ha capito tutto, sentenzia su tutto.
Invece ogni giorno dobbiamo adorare Gesù e parlargli dell'amore che abbiamo per Lui, è un atto di Fede e fa crescere la fiducia in Lui.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 21,20-25)
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù
amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato:
«Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù:
«Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga
finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i
fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva
detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a
te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi
sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute
da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non
basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore