NATALE NOVENA 16/24 DICEMBRE
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"Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da
Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e
non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei,
dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No»,
rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a
coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono
voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come
disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e
gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il
profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta
uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno
di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava
battezzando. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il messaggero, annunciato nel vangelo di domenica scorsa, è descritto in modo più dettagliato dall'evangelista Giovanni. Egli ci ricorda, infatti, i dialoghi che Giovanni Battista ebbe con sacerdoti e leviti, venuti da Gerusalemme per interrogarlo. Era forse il Messia? No, rispose Giovanni Battista: " Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia " (Gv 1,23).
Sant'Agostino commenta: "Giovanni Battista era una voce, ma in principio il
Signore era il Verbo. Giovanni fu una voce per un certo tempo, ma Cristo, che
in principio era il Verbo, è il Verbo per l'eternità" (Serm 293)
" Egli - dice l'evangelista Giovanni - venne come testimone per rendere
testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui ". Vi
sentiamo un'eco del prologo: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che
illumina ogni uomo " (Gv 1,9).
Anche noi dobbiamo essere suoi testimoni (Gv 15,27) e ciò, prima di tutto,
nella santità delle nostre vite perché " mi ha rivestito delle vesti di
salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia " (Is 61,10).
O Adonai, e condottiero di Israele, che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge: redimici col tuo braccio potente.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come
gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo secondo san Matteo comincia con la "genealogia di Gesù Cristo" (Mt
1,1-17).
L'evangelista sottolinea così che la storia che Dio ha cominciato con Abramo ha
ora raggiunto il suo obiettivo in Gesù Cristo. L'obiettivo non è la fine della
storia, poiché essa continua, ma in modo nuovo. Ci mostra fino a che punto
questa storia sia nuova il brano del vangelo di oggi che parla della "nascita
di Gesù Cristo". San Matteo usa qui questa parola, che può significare tutto:
genesi, origine, fonte, esistenza, divenire. Il rinnovamento completo si
prepara già al versetto 16, in cui si dice: "Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla
quale è nato Gesù". È dunque chiaro che san Matteo vuol dire che Giuseppe non
era che il padre adottivo di Gesù.
Ma chi è il vero padre di Gesù? È una domanda che si pone anche Giuseppe nel
nostro testo di oggi. E la risposta è assolutamente chiara: è "per opera dello
Spirito Santo" che Maria aspetta un bambino. Ma il testo esprime senza dubbio
ancora qualcosa di più. Non è perché è stato generato in questo modo straordinario
che Gesù è l'obiettivo della storia di Israele e il fondamento di una nuova
comunità; si tratta piuttosto di capire che in Gesù Dio si è unito con noi
uomini, come rimedio estremo e per sempre. E ciò per liberarci dalla fatalità
della colpa del peccato. Ecco perché il figlio di Maria deve portare il nome di
Gesù, cioè: "Il Signore salva", ed ecco perché noi possiamo anche chiamare Gesù
Emanuele, che si traduce "Dio è con noi". È il messaggio con il quale Matteo
inizia il suo Vangelo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della
classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome
Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al
Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza
del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta
dell'incenso.
Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare
dell'incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma
l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e
tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai
gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli
sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà
colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli
d'Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la
potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli
alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e
mia moglie è avanti negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che
sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto
annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo
indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che
nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta,
sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che
cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la
mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre.
La storia della salvezza è opera che Dio compie attraverso l'uomo, nell'uomo,
per l'uomo. Senza l'uomo nulla può compiere per l'uomo. L'uomo è lo strumento,
in Cristo diviene il sacramento, della salvezza, della redenzione, della vera giustificazione.
Ma gli uomini non sono tutti uguali. C'è l'uomo che crede all'istante come Noè
e Abramo. C'è invece l'uomo che deve essere quasi obbligato, come Mosè. Ci sono
gli uomini che hanno bisogno di segni. Ci sono altri uomini che Dio si prepara
prima di essere formati nel seno materno. Il primo di cui si rivela questa
preparazione è Geremia.
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi
alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi:
«Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il
Signore mi disse: «Non dire: "Sono giovane". Tu andrai da tutti
coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura
di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io
metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni
e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per
edificare e piantare» (Ger 1,5-10).
Viene il Messia sulla nostra terra. Urge che gli vengano preparati i cuori. Dio
scende sulla nostra terra, sceglie una famiglia senza vita e in essa e per essa
si crea l'uomo che dovrà andare avanti annunziando la presenza del Salvatore e
invitando tutti alla conversione così che lo si possa accogliere degnamente.
Sarà un uomo speciale, perché lo Spirito Santo lo colmerà fin dal grembo della
madre. Neanche un attimo dovrà essere senza la mozione e la conduzione dello
Spirito del Signore. Lui dovrà essere tutto di Dio. Mai dovrà appartenere a se
stesso. Lui dovrà essere corpo attraverso il quale parla, opera, agisce lo
Spirito Santo.
Per Zaccaria quanto l'Angelo gli sta rivelando è troppo grande per essere
creduto. Dubita e per questo rimarrà muto fino al giorno del compimento di ogni
parola ascoltata. Il mutismo di Zaccaria è di grande significato nella storia
della salvezza. Esso rivela che senza fede non si possono cantare le opere
stupende del Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci cantori delle
opere di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati,
piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore
RIFLESSIONI
Hai trovato grazia presso Dio.
Quando un uomo trova grazia presso Dio? Quando Dio trova in lui se stesso, il
suo bene, il suo amore, la sua verità, la sua giustizia, la sua santità. Dio
vede se stesso nell'uomo e vedendosi si ama, amando la persona che lo riflette
come uno specchio.
Nella Vergine Maria Dio non trova qualcosa di se stesso, vi trova tutto se
stesso nella potenza della grazia, verità, santità, giustizia, pace, comunione.
Tutto Dio è tutto in lei. Lei è vero tempio, è il tempio vivente del suo
Signore. Il Dio che vive in Lei, che è tutto in Lei, chiede ora una grazia a
Colei che Lui ha ricolmato di ogni grazia. Chiede la grazia di essere la Madre
del Figlio suo, del suo Figlio eterno. Potrà la Vergine Maria dire di no a
Colui del quale è già tempio. Se vuole il suo corpo, il suo corpo è suo. Lei è
solo la sua serva fedele. Come Dio già tutto ha occupato della sua anima e del
suo spirito, così ora tutto può occupare del suo corpo. Gli è dato tutto per l'eternità.
La Vergine Maria è stata pensata dall'eternità da Dio per essere tutta e
interamente sua nell'anima, nello spirito, nel corpo. Dio ha preso tutto di Lei
cuore e mente, desideri e aspirazioni. Solo la volontà le ha lasciato tutta
nelle sue mani, perché fosse Lei a donarsi al suo Dio. Maria ha trovato grazia
presso Dio. Ma anche Maria vede tutta se stessa in Dio. Anche Dio trova grazia
ai suoi occhi. È in questo essere l'uno nell'altra e l'altra nell'uno, in
questo purissimo scambio di vita che Maria si fa dono a Dio per sempre. Lei è
da Dio, Lei è in Dio. Ora sceglie di essere per Lui. Si fa la sua serva.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri servi del
Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito
il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi,
il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
L'angelo se n'è andato, si è allontanato. No, non è un'annotazione cronologica,
non è una inutile descrizione o un particolare insignificante quello che ci
consegna Luca.
L'angelo è partito, fine delle apparizioni, fine del sostegno angelico, fine
dello straordinario. Come si sarà svegliata, Maria, il giorno dopo l'annuncio?
Cosa avrà detto? Cosa avrà pensato? Cos'era successo il giorno prima?
Un'allucinazione? Una follia? O tutto è reale? Maria si sfiora il ventre con
delicatezza. Troppe le cose che tumultuosamente le attraversano la mente.
E Giuseppe? Col passare dei giorni tutto si semplifica, Giuseppe viene, in gran
segreto e le parla di sogni, di decisioni, di salvezza. Non può essere casuale.
Allora decidono di fare l'unica cosa sensata: vogliono capire se e quanto è
vero ciò che sta accadendo.
Partono; il cuore in agitazione. E se Elisabetta non aspettasse nessun bimbo?
Eccoli, ora, nel cortile di casa: Giuseppe scarica il somarello mentre la
vecchia cugina esce dalla porta di casa, asciugandosi le mani nel grembiule.
Le due donne si guardano, in silenzio. È Elisabetta, ora, a parlare. Ma come
hai fatto a credere così tanto, piccola Maria!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,46-55)
In quel tempo, Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La vita di Maria è esplosa nel canto del Magnificat.
Lasciamoci guidare da Maria verso Gesù: l'irruzione dell'Eterno nel nostro
mondo. Maria ci comunica il segreto della sua gioia. Maria ha approfondito nel
silenzio e nella preghiera tutte le profezie e il canto di Anna. Se noi stiamo
in ascolto, Maria ci affiderà, in una segreta comunicazione di cuori, il frutto
della sua meditazione. La nostra gioia allora esulterà.
I due Magnificat che la Chiesa ci fa ascoltare oggi sono un invito rivolto a
ciascuno di noi perché ne pronunciamo un terzo: il nostro. Un cantico
personalizzato nella meditazione della Scrittura e nell'esperienza quotidiana
facendo tesoro dell'insegnamento di Maria.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca, (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I
vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua
grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con
il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà
Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con
questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli
chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono
meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava
benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano,
le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero
la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte
fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In questi ultimi giorni che precedono la Natività, bisognerebbe farsi
"ascolto", tapparsi le orecchie per non essere contaminati dai preparativi
pagani del Natale e ritagliarsi del tempo per rendersi disponibili alla Parola
di Dio: prima di apparire, essa ci parla perché possiamo prepararci alla sua
venuta.
Colui che noi aspettiamo non è più un messaggero e nemmeno un precursore: sarà
Dio stesso, il Dio dell'Alleanza. Egli sta per giungere e noi, allora, lo
vedremo, lo toccheremo, lo ascolteremo e ce ne nutriremo.
Bisogna accogliere il Messia come il dono dell'amore infinito di Dio. Il
"Giorno del Signore", annunciato da Malachia, è sempre grande e noi abbiamo
bisogno di essere purificati. Giorno annunciato un tempo come da temere, deve
essere invece desiderato, se noi sappiamo essere uomini e donne di desiderio.