III DOMENICA DI AVVENTO-GAUDETE-E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Questa domenica è chiamata «Gaudete» dall'inizio
dell'introito della Messa, che viene tratto dalla Lettera di San Paolo ai
Filippesi:
«Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il
Signore è vicino» (4,4-6).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo
fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha
da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che
cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto
vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose
loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle
vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in
cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi
battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel
suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola del
Signore.
Quando gli si domanda se egli è il Messia, Giovanni Battista risponde di no, e non accetta alcun legame alla sua persona, nessuna adesione personale qualunque essa sia. Con umiltà proclama che il Messia si trova sulla terra, che lui solo possiede il battesimo vero. Questo non si farà con l'acqua, ma con lo Spirito Santo e il fuoco, per tutti coloro che vorranno vivere la conversione completa. Solo il Messia potrà riunire il frumento e bruciare la paglia in un rogo, dettare il giudizio della misericordia. Giovanni non è neanche degno di slegare i suoi sandali; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino del Signore.
III DOMENICA DI AVVENTO-GAUDETE-E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì Della III
Settimana Di Avvento Anno C
Santa Lucia
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,23-27)
Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
«Non lo sappiamo».
«Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
13 Dicembre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i
capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai
queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io
vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove
veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: "Dal cielo", ci risponderà:
"Perché allora non gli avete creduto?". Se diciamo: "Dagli uomini", abbiamo
paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta» Rispondendo a
Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi
dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore.
Ma egli tiene loro testa con abilità e, come risposta, li riduce al silenzio con un'altra domanda.
Poiché, qualunque fosse il loro modo di rispondere, essi si metterebbero in una situazione delicata.
Riconoscere che è il cielo che ha mandato Giovanni Battista sarebbe riconoscere che essi hanno commesso un grave peccato non credendo in lui. Ma scegliere l'altra alternativa è attirarsi la collera del popolo, del quale essi hanno ancora bisogno nella loro campagna contro Gesù. Essi se ne escono dunque: "Non lo sappiamo". Ciò fa sì che Gesù stesso non debba rispondere.
Gli uomini che si sono rifiutati di capire l'importanza della missione e del messaggio di Giovanni Battista, come di trarne le conseguenze, non avrebbero affatto potuto cogliere quella di Gesù.
III DOMENICA DI AVVENTO-GAUDETE-E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Martedì Della III
Settimana Di Avvento Anno C
San Giovanni della Croce
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)
È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.
In verità io vi dico:
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
14 Dicembre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che
ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi
va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si
pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì,
signore". Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».
Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi
passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della
giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli
hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete
nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore.
La domanda posta da Gesù è la seguente: "Chi è allora il vero destinatario della promessa, il vero credente?". Anche la parabola dei due figli deve essere letta in questa prospettiva.
Molte volte, infatti, può verificarsi una forma di sintonia solo apparente, perché ultimamente interessata, tra la nostra volontà e quella del Padre. Siamo capaci di dirgli dei "sì" speciosi e superficiali, non maturati al sole di quella vera obbedienza interiore, che può solamente essere il frutto di una profonda conversione a Dio. Una forma di obbedienza disobbediente perché non tocca le radici del nostro cuore e non cambia la nostra esistenza.
In questa ipotesi è vero che, pur immersi in una vita ancora disordinata, coloro che hanno deciso di seguire Cristo, senza reticenze e senza cercare in ultima analisi il loro interesse, si riscatteranno e avranno la precedenza nel regno dei cieli.
La parabola ci fa capire quanto sia anche per noi reale il pericolo di partecipare, con apparente docilità, durante tutta la nostra vita, alle celebrazioni liturgiche e alle attività della Chiesa, senza mai diventare veri cristiani.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,19-23)
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al
Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te
per domandarti: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti
cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate
e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la
vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non
trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore.
Giovanni conduce avanti una predicazione forte. La sua parola di fuoco fa balenare l'opera abbattitrice della scure, quella purificatrice del fuoco, e quella di un giudizio senza pietà e misericordia. Gesù invece accoglie gli umili, pieno di misericordia verso i peccatori, conduce il suo insegnamento con dolcezza e nel pieno rispetto delle persone. Allora si chiede: Ma è questo il Messia di cui io sono chiamato a preparare la via? Forse un dubbio sulla vera identità del Signore Gesù sorge anche in lui. Per questo invia due dei suoi discepoli per accertarsi di essere nella verità: "Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?" In quel momento sta operando prodigi a vantaggio dei più sfortunati colpiti da varie infermità e posseduti da demòni. La risposta da riportare a Giovanni è la scena a cui stanno assistendo: I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, ai poveri è annunziata la buona novella. E aggiunge: E beato chiunque non sarà scandalizzato di me. Sembra che Gesù voglia dire a Giovanni e a noi: Badate che le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Voi vedete le cose, le persone, gli avvenimenti dal fondo della valle, io invece le contemplo dall'alto del monte della mia divinità. Sappiate accettare con umiltà la vostra limitatezza senza voler giudicare ciò che è infinitamente più grande della vostra piccolezza, della vostra capacità di comprendere.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,24-30)
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di
Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora,
che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco,
quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re.
Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più
che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
"Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via".
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il
più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo
di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori
della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio
su di loro». Parola del Signore.
Gesù cerca di delineare il personaggio di Giovanni Battista, cioè di mettere la gente in grado di rispondere a questa domanda. Egli li interroga in tre riprese: Che cosa si aspettavano andandolo a vedere? Una canna agitata dal vento?... No, questo non avrebbe interessato nessuno. Ciò che si aspettavano da Giovanni non era un uomo che li adulasse, ma che, al contrario, li chiamasse alla conversione, nel suo modo radicale e insistente. Essi non potevano neppure aspettare un uomo avvolto in morbide vesti - se no, avrebbero dovuto cercare altrove. Quindi essi erano alla ricerca di un uomo di Dio, di un profeta. E Gesù lo conferma loro: è proprio un profeta che hanno trovato. Non importa quale, ma semplicemente il profeta: l'ultimo, incaricato di preparargli il cammino. Quanto Gesù insiste sulla grandezza umana di Giovanni, tanto insiste nel sottolineare la differenza tra lui e Giovanni.
Giovanni è qui per Gesù, e non il contrario. Ma ciò che importa - e deve importare - è l'annuncio del regno di Dio.
Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l'esclamazione di ammirazione: "O" (da qui il loro nome popolare di "grandi antifone O"). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.
Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della liturgia dell'Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù.
Prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell'Altissimo. Lasciamo che ci guidi sulla via della saggezza.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi
fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò
Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse
generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat,
Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù Cristo figlio di
Davide, figlio di Abramo
Gesù nella linea diretta di Abramo e in quella di Davide è l'ultimo figlio. Con
Cristo finisce la genealogia di Abramo e quella di Davide. In Lui il Padre ha
assolto ogni debito verso Abramo e verso Davide. Nulla deve più ad alcuno. Non
ha altre promesse da adempiere, non ha altri patti sottoscritti e giurati con
il rito dell'alleanza da realizzare. Cristo è la sua benedizione per tutte le
genti. Gesù è il discendente di Davide dal regno eterno. Nell'Unto di Dio è la
benedizione per tutti i popoli. San Paolo rivela questa verità ai Corinzi,
affermando che in Gesù ogni Parola del Padre è stata attualizzata, è divenuta
sì. Cristo Signore è la perfetta fedeltà del Padre a se stesso.
Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e
Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse
di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro
«Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in
Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la
caparra dello Spirito nei nostri cuori (2Cor 1,19-22).
Lo Stesso San Paolo nella Lettera ai Galati annunzia che è Cristo e solo Lui la
discendenza di Abramo. Aggiunge che solo chi è in Cristo diviene sua
discendenza, avvolto dalla benedizione e portatore nel mondo della benedizione
del Padre celeste.
Fratelli, ecco, vi parlo da uomo: un testamento legittimo, pur essendo solo un
atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. Ora è appunto
ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la
Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua
discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. Ora io dico: un testamento stabilito
in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una Legge che è venuta
quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. Se infatti l'eredità
si ottenesse in base alla Legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio
invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa.
Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge,
in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi
un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.
Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete
figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati
battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non
c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in
Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi
secondo la promessa (Cfr. Gal 3,15-29).
Con la venuta di Cristo Gesù, finisce Abramo, finisce Davide, finisce l'Antica
Alleanza, finiscono le promesse di Dio, finiscono le antiche profezie. In
Cristo tutto si compie, si realizza. Giuseppe è l'ultimo anello dell'Antico
Testamento. Si noti bene. Gesù non è dalla carne di Giuseppe, ma solo dalla
carne di Maria. Le modalità di Dio sono infinitamente oltre le sue stesse
promesse. Giuseppe è solo Padre di adozione, legale.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in
Gesù.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del
Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore.
Nella Bibbia le genealogie sono numerose. In particolare quella riguardante Cristo può sembrare monotona. Eppure è sublime. Ci aiuta a capire che il Messia è ben radicato in una stirpe di uomini (santi e peccatori).
Nella genealogia di Matteo, di cui oggi abbiamo letto l'ultimo paragrafo, Cristo figura all'inizio e alla fine, quasi a significare che egli abbraccia l'intera umanità.
Gesù, il cui nome significa "Dio salva", è davvero discendente di Davide, figlio di Maria e Figlio di Dio.
La profezia di Isaia si realizza. Il salvatore è anche " Dio con noi ". Colui per mezzo del quale l'Eterno si avvicina a noi.