IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. 
(Mt 10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gesù ci parla di priorità. È un nostro grande problema, che è collegato al senso delle proporzioni. Non sappiamo infatti capire quale valore dare alle cose e a quale livello è sano collocarle. Se prendiamo l'esempio dei genitori è classico. Molti, anche quando formano una famiglia, spesso per i legami che hanno acquisito nell'infanzia, non riescono a comprendere che il proprio nucleo familiare nuovo, di sposi, viene prima dei rapporti con mamma e papà. Questo non vuol dire voler meno bene ma collocare quel bene in una giusta priorità! «Sarebbe sbagliatissimo pensare che l'amore per Cristo entri in concorrenza con i vari amori umani: per i genitori, il coniuge, i figli e i fratelli. Cristo non è un "rivale in amore" di nessuno e non è geloso di nessuno... L'amore per Cristo non esclude gli altri amori, ma li ordina. Anzi, è colui nel quale ogni genuino amore trova il suo fondamento e il suo sostegno e la grazia necessaria per essere vissuto fino in fondo» (card. R. Cantalamessa).
Questo ordine che Gesù vuole creare ha anche a che fare con l'avere un buon senso delle proporzioni. Spesso, infatti, ritenendoci "infallibili", non ci facciamo accompagnare, non prestiamo ascolto! Ciò non aiuta ad avere il senso della realtà accompagnato dalla necessaria propensione al discernimento. Perciò spesso scambiamo i valori delle cose; non riusciamo, dentro noi stessi, a fare delle scelte consapevoli e mature. In proporzione, qual è la cosa più importante? Quanti non riescono ad essere saldi nelle cose in cui credono e vivono sballottati da pensieri e impegni inutili! Accogliere Gesù invece significa dare una priorità, stabilire delle sane proporzioni!
Questo preambolo serve a introdurci alle parole di Gesù che, infatti, invitano a stabilire delle priorità anche rispetto al senso che diamo alla nostra vita e a dove dirigiamo i nostri passi. Faremo alcuni esempi di sproporzione. Alcune volte siamo così conservatori che per non sbagliare non facciamo nulla, per la paura di soffrire rimaniamo immobili. Non scegliamo, e questa è già una scelta! Non riusciamo a dare priorità alle cose fondamentali e fondative per la nostra vita perché viviamo nella paura. Quest'ultima è la modalità con la quale ci inganniamo; la paura, infatti, fa leggere tutto con un'ottica negativa e pessimista. Altre volte, il Signore ci mette accanto delle sentinelle, anche nella nostra patria, vicine a noi, eppure noi cerchiamo santoni qui e lì che ci dicano cosa fare della nostra vita, non diventiamo responsabili, dunque maturi. Disprezziamo perciò la profezia vera: non accogliamo i profeti perché cerchiamo persone che ci facciamo "sguazzare nel nostro brodo". Altre volte è alla carità che non diamo il giusto valore, nonostante Gesù ci abbia detto che ai suoi occhi l'amore viene prima. Il bicchiere di acqua fresca non va portato necessariamente per chilometri e con grande ed eroica fatica, in una landa africana o al raduno dei poveri nelle mense Caritas, ma potrebbe ristorare il vicino di casa. Se invece ho gli occhi rivolti a fantasticare e sono poco attento alla realtà, cioè alla presenza concreta di Cristo nella mia vita, sbaglierò le proporzioni, non riconoscendo Dio presente qui vicino, fantasticando di trovarlo chissà dove. Una volta, una donna fece un gesto che mi fece capire che aveva riconosciuto la presenza di Gesù. Una sua vicina era tornata dall'ospedale dopo aver partorito. Lei fece tante piccole vaschette di cibo pronto da congelare per una settimana, pensando e riconoscendo che questo pensiero avrebbe alleggerito la sua vicina di casa. Quando bussò alla sua porta, la giovane con il bimbo in braccio, si commosse! Non erano amiche, aveva semplicemente riconosciuto Gesù bisognoso in lei. Questo è essere cristiani, essere presenti nel reale!
Scommettiamo dunque sulle parole di Gesù, diamo le giuste priorità, facciamoci accompagnare per discernere e ascoltiamo Gesù che ci invita a metterlo al primo posto realmente: prima di figli e famiglia, prima della nostra stessa vita. Infatti, facendo ciò, non sminuiremo né perderemo tutto, ma quando Dio sarà al suo posto, tutto verrà collocato al posto giusto, che lo valorizza. Ciò genera felicità e ci rende portatori presenti dello Spirito Santo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Oggi è san Tommaso, che ci crede anche se non ci mette il naso. Un apostolo che ha dovuto sopportare la nomea di incredulo da parte di noi cattolici di buona famiglia. Tommaso incredulo? Ma dai!
Tommaso è deluso, amareggiato, sconfitto. Il suo terremoto ha un nome: crocifissione. Lì, sul Golgota, ha perso tutto: la fede, la speranza, il futuro, Dio. Ha vagato per giorni, come gli altri, fuggendo per la paura di essere trovato e ucciso. Umiliato e sconvolto, si è trovato al Cenacolo con gli apostoli che gli hanno raccontato di avere visto Gesù. E, lì, Tommaso si è indurito. Giovanni non ne parla, tutela della privacy, ma so bene cosa ha detto agli altri. Tu Pietro? Tu Andrea?... e tu Giacomo? Voi mi dite che lui è vivo? Siamo scappati tutti, come conigli; siamo stati deboli, non gli abbiamo creduto! Ora, proprio voi, venite a dirmi di averlo visto, vivo? No, non è possibile... come faccio a credervi? Tommaso è uno dei tanti scandalizzati dall'incoerenza di noi discepoli. Il patrono dei delusi dalla Chiesa. Eppure resta, non se ne va, stizzito. E fa bene. Perché torna proprio per lui, il Signore. E l'incontro è un fiume di emozioni. Gesù lo guarda, gli mostra le mani, ora parla. Tommaso, so che hai molto sofferto. Anch'io, guarda. E Tommaso crolla. Anche Dio ha sofferto, come lui.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,23-27)
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La Chiesa, comunità dei discepoli di Gesù, ha provato fin dal suo inizio la verità dell'incarnazione del nostro Salvatore, immerso nel fondo del mare biblico, simbolo di tutte le forze che ci combattono, dove dobbiamo avanzare noi che lo seguiamo.
Qui si spiega ogni enigma, anche quello del dolore e della morte.
Qui noi proviamo e siamo il simbolo della potenza del Signore risuscitato. Di qui, il nostro annuncio di Gesù diventa fecondo: Via, Verità e Vita.
A partire dalla nostra ammirazione per la sua sovranità, la nostra fede crescerà e nel cuore degli uomini nascerà l'ansiosa domanda: "Chi è Gesù?".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,28-34)
In quel tempo, giunto Gesù all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo ci presenta oggi, in modo molto simbolico, l'azione liberatrice di Gesù e la sua capacità di vittoria sul male.
Il paese dei Gadareni si trova oltre le frontiere di Israele, in territorio pagano. I posseduti sono doppiamente infelici perché sono sottomessi alle forze del male e resi inumani. Vivono tra le tombe, cosa che sottolinea il loro isolamento e la loro esclusione dalla comunità dei vivi, così come la loro impurità. Alcune affermazioni così risolute come: "Nessuno poteva più passare per quella strada" indicano quale fosse il potere delle forze malefiche e come fosse difficile penetrare in quel campo.
Cristo dimostra in questo episodio che non esiste circostanza, per quanto disumana possa essere, che il Vangelo non possa raggiungere, nessuna situazione d'isolamento che non possa essere distrutta, né di sfida che non possa diventare, attraverso il potere di Dio, un dialogo salvatore. Il contrasto tra le lamentele dei demoni e il loro sproloquio, e la sola, semplice e autoritaria parola di Gesù mette in evidenza la sovranità di Dio, e l'universalità della salvezza che egli ci offre. Tutti sono raggiunti dalla gratuità del suo amore, anche coloro che sono esclusi ed emarginati. Tutte le barriere dell'incomunicabilità e le catene della schiavitù sono sormontate grazie alla bontà e alla vicinanza del nostro Dio. Il male è quindi nuovamente definito, confinato e restituito al suo luogo di origine biblico: gli abissi. E le creature, libere, sono restituite al dialogo innocente, riconoscente e vicino al loro Signore. Lo stupore impaurito dei Gadareni si oppone all'amore ricettivo dei posseduti-salvati, testimoniando quindi che l'iniziativa salvatrice di Dio ha sempre bisogno della libera risposta dell'uomo. Gesù è ancora una volta oggetto di scandalo e segno di contraddizione.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Alzati e cammina"? Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Miseria e misericordia. È così che sant'Agostino riassume l'opera redentrice di Cristo. Miseria dell'uomo; misericordia di Dio. Il miracolo di Cristo, che perdona i peccati e dà la salute, proclama che la misericordia di Dio è più forte della miseria dell'uomo. Egli proclama - ancora meglio, rende presente - tra gli uomini, la salvezza del Messia annunciata dai profeti: i ciechi vedranno, i sordi sentiranno, gli storpi correranno come delle gazzelle.
Gesù è la salvezza di Dio. È quello che dice il suo stesso nome. Salvezza di Dio, che guarisce, salva e vivifica. Unto da Dio, Cristo benedice la nostra natura con la sua propria vita; e al culmine della sua grazia, ci ricrea. Fa di noi dei nuovi esseri. "Ecco, io faccio nuove tutte le cose", dice l'Apocalisse (Ap 21,5). È per questo che coloro che contemplano il miracolo di Cristo sono sorpresi, stupefatti e ammirati davanti alla salvezza che si opera sotto i loro occhi, e si effondono in lodi. La lode e la gioia sono la risposta dell'uomo riscattato, staccato dal peccato e dalla sua schiavitù; la sola risposta di colui che ha visto il Misericordioso chinarsi su di lui.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,9-13)
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Oggi in modo particolare risplende nel Vangelo l'amore di Gesù per i peccatori. Egli chiama a seguirlo un uomo che proviene dalla cerchia dei pubblicani, odiati e disprezzati come asserviti ai pagani dominatori. E già uno scandalo per i farisei, che considerano inderogabile, se si vuol essere "giusti", la separazione dei peccatori. Ma lo scandalo giunge al colmo quando Gesù non lo allontana dai compagni della sua risma, anzi si mette a tavola a casa sua, in un banchetto che vede riuniti, con Gesù e i suoi discepoli, "molti pubblicani e peccatori". "Perché domandano ai suoi discepoli il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Ma la risposta di Gesù è decisa: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati... Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori".
Bisogna mettersi tra i peccatori, per ottenere misericordia. Su questo punto ci può essere una deviazione nella devozione al sacro cuore, cioè la possibilità di una riparazione che diventa farisaica: "Noi santi, noi giusti ripariamo per i peccatori!". No. Riparare vuol dire mettersi tra i peccatori, in mezzo a loro da peccatori quali siamo, e pregare per noi e per gli altri per ottenere perdono e salvezza, che è sempre un dono gratuito. Chi si fa forte della propria presunta giustizia, si chiude alla misericordia di Dio.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,14-17)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il vino nuovo è il Vangelo e non può versarsi in otri vecchi, che sono i cuori corrotti, questa è la più semplice spiegazione delle parole di Gesù. Gli otri vecchi presentano sicuramente piccole spaccature dovute alla consumazione, con ripari e attenzioni particolari. Soprattutto è la forza della fermentazione del vino nuovo a far scoppiare gli otri vecchi. I produttori valutano con molta attenzione l'opportunità di usare otri più antichi e si fidano di quelli più nuovi.
Gli otri vecchi rappresentano la vecchia mentalità mondana, rimane impensabile che questa mentalità accolga la dottrina insegnata da Gesù, una dottrina opposta alla concezione della vita scelta dai peccatori.
Gesù oggi proclama la necessità di accogliere la sua dottrina con spirito nuovo, giovane, con desideri di miglioramento. Il vino nuovo della Grazia richiede che l'anima rinnovi continuamente alcune disposizioni, a cominciare dal desiderio del cammino di santità, quindi, ogni mattina nella preghiera amorosa si deve chiedere a Gesù l'aiuto per rimanere fedeli a Lui e determinati.