IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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                         IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO IV DOMENICA (LAETARE) E SETTIMANA DI QUARESIMA ANNO B                   IL VANGELO NEL 21° SECOLO

O Dio fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione. Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo.
Il Vangelo di Giovanni pone l'accento in particolare sull'incarnazione. Gesù è stato mandato dal Padre. È venuto in un mondo decaduto e ha portato luce e vita nuova. Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di Verbo fatto carne. Per mezzo di lui tutto è riportato alla luce.
Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo. L'insegnamento del Nuovo Testamento - e ne vediamo un esempio nella lettura di oggi - è assai preciso. La redenzione è stata realizzata tramite Gesù Cristo, ma per noi deve essere ancora realizzata. Noi possiamo infatti rifiutare la luce e scegliere le tenebre.
Nel battesimo Cristo ci avvolge: noi siamo, per così dire, "incorporati" in lui ed entriamo così in unione con tutti i battezzati nel Corpo di Cristo. Eppure la nostra risposta di uomini, resa possibile dalla grazia di Dio, necessita del nostro consenso personale. Quando c'è anche tale accordo, ciò che facciamo è fatto in Cristo e ne porta chiaramente il segno. Diventiamo allora suoi testimoni nel mondo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 4,43-54)

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gli effetti del miracolo in ordine alla fede durano solo il tempo del miracolo. Dopo ci si sprofonda nella non fede di prima, se non è addirittura in un abisso ancora più profondo. Allora vale la pena fare miracoli?
Gesù deve farli i miracoli o deve trattenersi dal farli? Con quale criterio Lui dovrà farli e con quale invece non dovrà farli? Gesù i miracoli li fa sempre. Quando un uomo bussa al suo cuore, mai le porte rimangono chiuse. Lui le apre e concede quanto l'uomo gli chiede. Fa sempre i miracoli, ma con due verità che vengono sempre ribadite. La prima dichiara che di ogni miracolo ricevuto non trasformato in vera fede e in vera sequela l'uomo dovrà rendere conto al Padre Celeste nel giorno del giudizio. Ninive, Sodoma, le città pagane saranno trattate meno duramente di quelle città che avendo ricevuto tanti miracoli da parte di Gesù, sono rimaste nella loro insensibilità.
La seconda verità ci rivela che spesso Gesù prima di fare il miracolo ha denunciato la non fede della sua generazione, chiamandola adultera e malvagia. La generazione è adultera perché ha rinnegato, tradito, venduto il suo Dio. È malvagia perché si è consegnata al male e rifiuta di aprirsi alla luce che viene da Cristo Signore. Il rimprovero a uomini e città serve a rivelare in modo esplicito che la missione di Gesù non è quella di fare miracoli. Essi sono un atto di amore, compassione, un obbligo dell'onnipotenza divina alla quale la sua natura umana può sempre ricorrere per vivere la vera misericordia verso l'uomo, misericordia efficace e non solo fatta di parole vane. Gesù dal suo amore è obbligato a fare il miracolo. Se non lo facesse non amerebbe. Dalla verità della sua missione è obbligato a gridare sia la responsabilità eterna per ogni miracolo ricevuto e sia l'altra verità che il suo mandato non è per fare miracoli ma per liberare l'uomo dal potere del diavolo del quale è schiavo fin da giorni antichi.
Molti ricevono il miracolo e scompaiono dal Vangelo e dalla storia di Gesù. Il funzionario del re riceve il miracolo, ma si apre alla fede con tutta la sua famiglia. Il miracolo va sempre fatto, ma anche l'uomo va sempre avvisato. Se il miracolo non produce vera fede e vera sequela diviene parola di accusa nel giorno del giudizio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di purissima fede.

A SERA, CON I DODICI,

COMMENTO' RATTRISTATO:
-IN PATRIA SUA UN PROFETA NON VIENE MAI APPREZZATO-
(MATTEO 13,54-58; MARCO 6,1-6; LUCA 4,16-27)


(NON FECE ALCUN MIRACOLO IN MEZZO ALLA SUA GENTE, GIACCHE' GLI MANCO' IL PRIMO PRINCIPALE INGREDIENTE: SANARE INFERMI SENZA LA FEDE CHE LI SMUOVA E' COME FARE UNA FRITTATA SENZA UOVA.)

ERA GIA' PIU' DI UN ANNO CHE ANDAVA A PREDICARE, E UN SABATO DA NAZARETH SI RITROVO' A PASSARE: NELL'ENTRARE IN PAESE SENTI' UNO STRANO EFFETTO, E UN'EMOZIONE FORTE SALIRGLI SU NEL PETTO. ENTRO' ALLA SINAGOGA E COMINCIO' A INSEGNARE,E C'ERA MOLTA GENTE CHE STAVA AD ASCOLTARE; SAPIENTE COMMENTAVA LE SCCRITTURE E LA LEGGE, TRA LE VARIE PARABOLE NARRO' QUELLA DEL GREGGE. POI COMMENTO' QUEL PASSO DEL VECCHIO TESTAMENTO DEL PROFETA ISAIA, CHE HA PER ARGOMENTO L'ARRIVO DEL MESSIA, DELL'UNTO DEL SIGNORE. VENUTO A LIBERARE GLI UOMINI SCHIAVI DELLE CATENE, A RISANARE I CUORI OPPRESSI DALLE PENE; AD ANNUNCIARE AI POVERI UNA BUONA NOVELLA, A PERMETTERE AI CIECHI LA VISTA DI UNA STELLA. QUANTO AVETE ORA UDITO DI CODESTA SCRITTURA SI E' GIA' COMPIUTO OGGI, NON E' UN'ETA' FUTURA. E CHE FOSSE LUI STESSO IL MESSIA TANTO ATTESO NON LO DICEVA ESPLICITO, PERO' ERA SOTTINTESO. POTEVANO ACCETTARLO APRENDO I LORO CUORI, NON RIPETENDO ANCORA LONTANI ANTICHI ERRORI. RICONOBBERO IN LUI IL GIA' NOTO ABITANTE, NON IL MESSIA INDICATO, LA COSA PIU' IMPORTANTE. E C'ERA CHI DICEVA: VENITE, UDITE UDITE, MA TUTTE QUESTE COSE CHI GLIELE AVRA' IMPARTITE? MA DICEVANO I PIU' CON PAROLE SPREZZANTE: HA FATTO IL FALEGNAME VIVENDO DA IGNORANTE, COM'E' CHE ORA VIEN QUI' A FARE IL SAPUTELLO? DA QUANDO LE SCRITTURE SI IMPARANO COL MARTELLO? CREDETE CHE NOI DI LUI FORSE ABBIAM NOSTALGIA? E CON SDEGNO, ADIRATI, SENE ANDARONO VIA. E ANCHE QUELLI CHE PRIMA GLI ERANO STATI ATTENTI, FURON PRESI DA DUBBI A UDIR QUESTI COMMENTI E MENTRE RACCONTAVA LA STORIA DELLE MINE, LA SALA SI SVUOTO', NON ARRIVO' ALLA FINE, A SERA, CON I DODICI, COMMENTO' RATTRISTATO: IN PATRIA SUA UN PROFETA NON VIENE MAI APPREZZATO, ED E' COME QUEL MEDICO CHE NON VIENE ASCOLTATO SE CURA I SUI PARENTI, PERCHE' NON VIEN PAGATO. RIMASE SOLO UN GIORNO, SEMPRE IL CIELO ERA GRIGIO; PARTI' IL MATTINO DOPO, NON FECE ALCUN PRODIGIO.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 5,1-16)

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"». Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina"?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

L'evangelista Giovanni è molto chiaro nel ribadire che la ragione per cui Gesù È stato messo a morte è la sua pretesa di essere come Dio. Come possono, allora, alcuni affermare che Gesù è solo un uomo divinizzato dei suoi discepoli? Gesù ha chiara e progressiva consapevolezza della sua vera natura, del suo compito, della sua identità profonda. Egli è venuto a svelare il vero volto di Dio e lo può fare non solo perché è un grande profeta, non solo perché ha una particolare sensibilità spirituale, ma perché lui e il Padre sono una cosa sola. Accogliere il messaggio che Gesù proclama riguardo a Dio, credere nel volto di Dio che egli è venuto a raccontare, ci fa nascere a vita nuova, ci fa condividere la vita eterna, cioè la vita dell'Eterno. In questa Quaresima vogliamo rispolverare il vero volto di Dio che ci deriva dall'annuncio del Vangelo, Purificandolo Dalle tante incrostazioni, dalle approssimazioni, dagli accomodamenti che ne abbiamo fatto. Abbiamo in noi la vita dell'Eterno, perché abbiamo creduto che Gesù è il figlio di Dio. Lasciamo, in questa giornata, che nei nostri gesti traspaia la nostra unione divina.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. ( Gv 5,17-30)

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l'ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Gesù ha guarito il paralitico alla piscina in giorno di sabato e questa guarigione è sorgente di una feroce disputa con i farisei. Per difendere il suo operato Gesù porta tre testimonianze: quella di Giovanni Battista che lo ha accolto e riconosciuto come il Messia inviato da Dio, quella delle opere che egli compie, i segni che opera, e la Scrittura che parla di lui. Così anche per noi oggi: per accogliere il messaggio di Gesù possiamo fidarci della testimonianza di chi, come il Battista, ci indica il Signore presente nel mondo. I tanti uomini e donne di Dio che ancora oggi profetizzano. E possiamo fidarci delle opere che questi uomini e queste donne compiono: milioni di persone che nel nome del Signore cambiano la loro vita, si piegano sulle ferite dell'umanità, soccorrono gli ultimi, testimoniano anche con la vita la loro fede. E possiamo, ancora, metterci finalmente a conoscere e studiare la scrittura per riconoscere in essa il messaggio che Dio continuamente dona ad ogni uomo e ogni donna che cerca senso e verità per la propria vita. Fidiamoci di testimoni così credibili e convertiamoci, infine.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 5,31-47)

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La lettura del Vangelo secondo Giovanni esige che noi crediamo in Gesù Cristo. Il fondamento della nostra fede è la testimonianza dell'Antico e del Nuovo Testamento. Testimonianza della verità che non si può apprendere né provare scientificamente, e neppure codificare in una legge. Gli Ebrei del tempo di Gesù avevano l'Antico Testamento, ma non capivano le parole di Mosè su Gesù. Avevano davanti ai loro occhi i miracoli compiuti dal profeta di Nazaret, ma i miracoli possono essere interpretati in molti modi. Bisogna credere per capire il loro contenuto. Gesù desiderava convincerli per dar loro la vita.
Molti credettero in lui, ma gli eruditi e gli anziani lo rifiutarono. E noi, come interpretiamo il Vangelo? Crediamo veramente alla testimonianza di Dio Padre in Gesù di Nazaret? Crediamo che egli è il Verbo di Dio, il Messia atteso? Non abbiamo mai visto Dio, ma abbiamo le parole di Gesù Cristo. Esiste il Verbo di Dio in noi? E noi, esistiamo in Gesù Cristo? Forse ci si può rimproverare di non aver ricevuto Gesù e i suoi messaggeri, mentre riceviamo qualunque passante che arriva con la sua teoria (teoria a volte strana) perché è interessante, alla moda, esotica, o perché lo scetticismo che essa comporta si presta all'edificazione della nostra gloria...? A volte semplicemente ci vergogniamo di credere e di cercare di incontrare Dio nell'antico cristianesimo. Preghiamo per il dono della fede, della speranza e della carità, per vedere in Gesù il Figlio di Dio e per essere a nostra volta trasformati in figli di Dio, divinizzati nell'unione con il Figlio Unigenito.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche Lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è Costui quello che cercano di uccidere? Ecco, Egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che Egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non Lo conoscete. Io Lo conosco, perché vengo da Lui ed Egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di Lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Il Vangelo di oggi ci presenta il dramma di Gesù abbandonato dai capi della sua nazione. Gesù deve nascondersi, e il popolo non sa cosa pensare di lui, perché i capi religiosi della nazione non credono nella sua dignità di Messia. I farisei non credono in Gesù, perché lo giudicano secondo i principi formali del sabato e delle abluzioni rituali, e non penetrano in profondità nel suo insegnamento. I sacerdoti rifiutano Gesù per motivi politici. Che cosa ne è di lui oggi, fra di noi? Le parole di Gesù che attestano la sua identità ed invitano a credere, non si scontrano oggi nel nostro mondo con simili difficoltà di credibilità?
Quali sono le cause della debolezza della nostra fede? Sicuramente le forme attuali di pensiero sembrano diverse da quelle del tempo di Gesù, e non si tratta sempre di formalismo religioso. È a volte scientifico, a volte legato ai costumi. Anche le considerazioni politiche si formano in modo diverso pur essendo comunque essenziali. I marxisti non sono i soli ad aver rifiutato la fede nel nome di una teoria politica. Le società del consumo, nella corsa al benessere materiale, fanno in pratica la stessa cosa, anche se non la teorizzano. E noi, siamo capaci di credere in modo da assumere la responsabilità del dramma di Gesù e, con lui, di esporci al rifiuto, al giudizio degli altri, o ancora di lasciarci implicare in qualche conflitto con chi ci sta intorno? Si può trattare semplicemente di un conflitto all'interno della Chiesa a motivo del formalismo morale, o un conflitto all'interno di una società laica nella difesa del bene, del prossimo e dei suoi diritti alla vita e a una giustizia equa. Che cosa abbiamo fatto per introdurre nella vita sociale e politica dei nostri paesi, che conoscono il Vangelo da secoli, i principi dell'amore del prossimo? Non meritiamo forse il rimprovero di Gesù, perché non osserviamo la legge divina, perché uccidiamo e nuociamo agli altri?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 7,40-53)
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: "Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo"?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
«Mai un uomo ha parlato così!». Gv 7,46
Gesù ha parole che stupiscono e attraggono per la loro semplicità e bellezza, ma devono poi essere accolte e praticate. Molti si fermano a discutere sulla sua persona, anche in aspri dibattiti, senza arrivare a conclusioni impegnative per la propria vita.
Al tempo di Gesù molti se ne tornano senza una risposta: i soldati del tempio sono sconcertati e lo stesso Sinedrio è diviso: nessuno può rimanere indifferente di fronte al Messia, ma da dove viene?
Il vangelo di oggi ci esorta a spalancare la nostra mente, a non rinchiudersi in sterili pregiudizi, come per i Sinedriti: "il Cristo viene forse dalla Galilea?" (cf Gv 7,41). E' un primo segnale del dramma che si abbatterà su Gesù, che sarà poi rifiutato e condannato a morte.
Nel corso della storia si ripeterà questa tensione tra accogliere e rifiutare il Cristo, emarginare i cristiani (ed anche i membri di altre religioni) e anche a escludere l'insegnamento della Chiesa, a giudicare gli altri in base a prevenzioni ingiuste. Facciamo dunque anche noi un serio esame di coscienza per non cadere in simili colpe e aberrazioni.
La voce di Papa Francesco
"Gesù ci ama tutti. Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi. Il Signore è più grande dei pregiudizi. La misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene!"