IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO II DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dio
onnipotente ed eterno
ascolta con bontà le nostre preghiere e donaci giorni di pace.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO II DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
14 Gennaio 2018 II
Domenica E Settimana Del Tempo Ordinario Anno B
Gesù disse loro: Che cosa cercate?
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
Maestro dove dimori?
Disse loro: Venite e vedrete.
***
Gesù disse loro: Che cosa cercate?
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
Maestro dove dimori?
Disse loro: Venite e vedrete.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo
su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa
cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa maestro -, dove
dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli
dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era
Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e
gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse
da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio
di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il brano presenta il sapore dei fatti vissuti e ben impressi
nella memoria, perché hanno cambiato la vita.
I discepoli hanno dato la loro fiducia a Giovanni il Battista. È sulla sua
parola che "seguono" Gesù indicato come l'"Agnello di Dio".
L'incontro con Cristo prende l'avvio da una domanda che gli viene rivolta:
"Dove abiti?". Ma subito si trasforma in un affidamento dei discepoli al
mistero.
Gesù risponde: "Venite e vedrete".
L'esperienza del condividere tutto convince i discepoli che Gesù è il Messia
atteso.
L'incontro con Cristo non è un avvenimento superficiale: si configura come un
sentirsi compresi e amati; cambia il nome, e, con il nome, cambia
l'atteggiamento di fondo: "Tu sei Simone... ti chiamerai Cefa".
Il trovare Gesù - o meglio, l'essere trovati da Gesù - non solo muta
l'esistenza, ma rende annunciatori della salvezza. A modo di traboccamento di
gioia. A modo di esigenza di partecipare insieme alla vita nuova scoperta in
Cristo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,18-22)
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno.
Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli
dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo
è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il
rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa
peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino
spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il digiuno, nella mentalità biblica, ha la sua ragione di
esistere nella diversità delle circostanze. Mentre, in certi casi, rappresenta
la fede di colui che digiuna per crescere nel suo incontro con Dio, in altri
casi il credente si pone così, di fronte alle disgrazie o alle sofferenze, in
un atteggiamento di accettazione dell'azione di Dio.
Gesù dà le basi del vero digiuno. Il suo obiettivo è la pratica della giustizia
già annunciata dalla legge e dai profeti. Il digiuno fatto in una prospettiva
legalistica assomiglia al vecchio otre che corrompe il vino fresco e nuovo. Il
digiuno e i sacrifici non hanno alcun valore agli occhi di Dio se non hanno
alla base l'amore fraterno. Dio ama colui che è in armonia con il proprio amore
e quello del prossimo. Questa è la nuova giustizia instaurata da Gesù Cristo.
La Chiesa ci invita a digiunare. Non sono i cuori chiusi, senza solidarietà,
egoisti, i cuori che non si fondono che in se stessi, che inaugureranno il tempo
nuovo. Coloro che si spogliano di se stessi, costruiscono strutture di
solidarietà e aprono le vie dell'unità aspettano con gioia la venuta dello
Sposo che ha già cominciato una nuova umanità, e che raggiungerà il suo apogeo
nella sua venuta definitiva.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,23-28)
In quel tempo, di sabato Gesù
passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a
cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello
che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece
Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto
il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani
dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche
ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto
per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore
anche del sabato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La pratica del sabato appare negli strati più antichi della
Bibbia. È durante il settimo giorno che Dio Creatore si è riposato. Per la
religione ebraica è un giorno molto importante. Di qui il suo rigore
nell'esigere il rispetto del riposo in questo giorno; è proibito fare legna,
preparare del cibo, accendere il fuoco, camminare a lungo... I farisei erano
scandalizzati nel vedere i discepoli di Gesù raccogliere delle spighe, per
mangiare, di sabato.
Gesù festeggia il sabato andando alla sinagoga e leggendo i Libri Sacri; non
rinnega questo giorno. Condanna piuttosto il rigore esagerato. Afferma che la
carità vince qualsiasi osservanza legalista del sabato.
Anche per noi questo può essere un richiamo all'ordine. La religiosità
formalista non ha un autentico carattere religioso. Le qualità
dell'evangelizzatore sono profonde e sorgono dal suo amore concreto per un
qualsiasi essere umano. L'uomo non è un oggetto che può essere manipolato; il
sabato stesso non può tiranneggiarlo, ha valore nella misura in cui rispetta e
onora la persona.
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17 Gennaio 2018 Mercoledì della II settimana del Tempo Ordinario Anno A
TESTO-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,1-6)
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva
una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per
accusarlo.
Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in
mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare
del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli
tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse
all'uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui
per farlo morire.
Parola del Signore.
Antonio
(Alto Egitto, c. 250 - 356) si sentì chiamato a
seguire il Signore nel deserto udendo nella liturgia il vangelo: «Se vuoi
essere perfetto, va', vendi quello che possiedi e dallo ai poveri» (Mt 19, 21);
«Non affannatevi per il domani» (Mt 6, 34). Il suo esempio ebbe vasta risonanza
e fu segnalato a tutta la Chiesa da sant'Atanasio. E' considerato il padre di
tutti i monaci e di ogni forma di vita religiosa. Sensibile ai problemi del suo
tempo, collaborò per il bene comune con i responsabili della vita ecclesiastica
e civile. I Copti, i Siri e i Bizantini ricordano il suo «giorno natalizio» il
17 gennaio.
RIFLESSIONI
Stavano a vedere se
lo guariva in giorno di sabato
Nella Scrittura Antica vi sono momenti che giustificano la non osservanza del
giorno del sabato e nessuno pensa che ci sia stata trasgressione della Legge
del Signore.
I farisei non amano né l'uomo e né Dio. Vivono in un carcere di tradizioni
umane e non vogliono che esse vengano in qualche modo toccate. La loro non è
religione. È vera schiavitù. È idolatria. Tutto è idolatria quando manca il
vero amore per l'uomo. Gesù è nel cuore del Padre. Lui sa cosa è gradito al
Padre suo e sa come amare. Lui è sempre illuminato dalla sapienza dello Spirito
Santo.
Gesù conosce la malizia dei farisei. Sa la loro cattiveria. Prima di operare il
miracolo Gesù mette ogni coscienza dinanzi alla sua personale responsabilità.
Per questo pone la domanda: "È lecito in giorno di sabato fare del bene o
fare del male, salvare una vita o ucciderla?". A quanto Gesù chiede non vi
può essere se non una sola risposta. Nel giorno di sabato non si può fare il
male. Si deve fare solo il bene. Non si può uccidere. Si può solo far risorgere
una vita. Ecco la saggezza di Gesù: ora chi vorrà accusarlo, non lo potrà
accusare di aver fatto il male, dovrà invece accusarlo di aver fatto il bene.
Ha salvato una vita. Non l'ha uccisa con la sua colpevole omissione, oppure per
cattiva e malvagia interpretazione della Legge del Signore. L'intelligenza
attinta sempre nuova nello Spirito Santo sa come salvare Cristo Gesù da ogni
omissione, omissione non solo nell'operare il bene, ma anche e soprattutto
nell'insegnare il vero bene agli uomini. Ora le coscienze sanno che amare è
salvare, è fare del bene. Chi lo vorrà accusare solo per questo lo potrà fare:
per aver rivelato agli uomini la più pura legge dell'amore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l'intelligenza
dell'amore.
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18 Gennaio 2018 Giovedì della II settimana del Tempo Ordinario Anno B
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,7-12)
Aveva guarito molti,
cosicché quanti avevano qualche male
si gettavano su di lui per toccarlo.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,7-12)
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo
seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall'Idumea e
da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo
quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della
folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché
quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu
sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi
egli fosse. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Secondo il Nuovo Testamento, è discepolo colui che riconosce
in Gesù Cristo il suo Maestro. Sono tanti coloro che lo seguono e si dirigono
verso di lui perché hanno sentito dire che fa cose straordinarie. Le sue parole
e i suoi gesti contengono la vita divina. Egli parla con autorità. Quando lo si
conosce e riconosce, nasce spontaneamente in chi lo ascolta un atto di fede:
"Tu sei il Figlio di Dio".
Gesù non ama le dimostrazioni spettacolari né le acclamazioni della folla. Egli
ama le persone semplici che penetrano e approfondiscono la fede, senza
condizioni; queste si fidano delle sue parole. Aderiscono a lui, rompendo con
il passato e cominciando una nuova vita. Adatteranno la loro vita alla persona
del Maestro. Non seguono un insieme di idee (che costituiscono dei dogmi) ma la
persona che è Parola di vita e insegnamento eterno.
Anche oggi c'è bisogno di discepoli disposti a continuare ad affermare la
propria completa adesione alla persona di Gesù Cristo. L'uomo di oggi è in
attesa; aspetta che qualcuno lo avvicini al Dio vivo, al Dio risuscitato.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,13-19)
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi
andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero
con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi
Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il
nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono"; e Andrea, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda
Iscariota, il quale poi lo tradì.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Siamo tutti chiamati ad essere discepoli, ma non tutti i
discepoli sono chiamati per essere apostoli. Dalla montagna (luogo che
generalmente nella Bibbia è teatro delle rivelazioni divine) Gesù Cristo
sceglie, senza alcun obbligo, dodici discepoli perché questi diventino
apostoli.
Apostolo significa "inviato" di Gesù Cristo, investito della sua autorità. Gli
apostoli hanno la responsabilità di cementare la Chiesa, nella persona di Gesù
Cristo. Ne ha scelti dodici perché siano con lui, perché annuncino come lui il
vangelo e scaccino gli spiriti cattivi.
Il numero dodici simboleggia le dodici tribù di Israele. Sono loro che
sosterranno il nuovo popolo di Dio, iniziato da Gesù Cristo.
La Chiesa è apostolica perché è cementata dagli apostoli. Tutti i suoi membri
partecipano all'apostolato, che è luce e speranza tra gli uomini, come un
fermento.
L'apostolo e il discepolo hanno un solo scopo, anche se il loro ministero è
diverso. Essi trasmettono il regno di Dio a tutti e a tutte le generazioni.
Sulla soglia del terzo millennio, le voci dei nostri pastori ci invitano a dare
un impulso all'evangelizzazione. Se la prendiamo sul serio, questa sfida verrà
in aiuto a molti uomini che aspettano una nuova civiltà di amore e di
solidarietà.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,20-21)
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che
non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano
infatti: «È fuori di sé». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
L'incomprensione contiene generalmente un'arma nascosta: la
calunnia. Gesù, senza volerlo, si trova circondato dall'ostilità, effetto - da
parte degli Ebrei - dell'incomprensione. Anche la sua famiglia si inquieta
perché ha sentito dire ("si diceva") che egli è pazzo e non padrone di sé; essa
vuole difenderlo.
Coloro che non accettano il messaggio di Gesù Cristo sono senza argomenti, e la
loro unica risposta è la calunnia.
Coloro che voltano le spalle alla verità sono nella menzogna e non capiscono
che il Messia è venuto per rivelare delle verità sconosciute. Peggio ancora,
non capiscono che la grande novità cristiana consiste nel fatto che Gesù Cristo
in persona è la Parola-Verità, rivelatrice del Padre, illuminata dallo Spirito.
Il medesimo destino di Gesù è riservato a coloro che vogliono seguire il
Maestro. Noi ne abbiamo la prova tramite l'esperienza dei santi. I loro contemporanei
li hanno spesso accusati di essere fuori di sé. Molti sono morti torturati e la
Chiesa li definisce martiri perché furono testimoni della fede in Gesù Cristo.
Colui che aderisce a Gesù Cristo deve sapere che berrà allo stesso calice.