IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA TEMPO AVVENTO ANNO C – GAUDETE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dite agli
sfiduciati: Coraggio, non abbiate timore:
ecco, il nostro Dio viene a salvarci". (Is 35,4)
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo
fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha
da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che
cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto
vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?».
Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi
delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in
cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi
battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel
suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
L'annuncio profetico di Giovanni Battista trova un'eco in
quelli che lo ascoltano. Vanno da lui per domandargli: "Cosa dobbiamo fare?".
Giovanni si rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione
necessaria è il compimento del comandamento dell'amore del proprio prossimo,
espressione reale dell'amore di Dio. Giovanni non esige la durezza della vita
che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno
verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in
se stesso, e come realizzare i propri doveri verso il prossimo, e nello stesso
tempo indicare loro chiaramente dove risiedono l'ingiustizia e l'errore che devono
essere superati.
Quando gli si domanda se egli è il Messia, Giovanni Battista risponde di no, e
non accetta alcun legame alla sua persona, nessuna adesione personale qualunque
essa sia. Con umiltà proclama che il Messia si trova sulla terra, che lui solo
possiede il battesimo vero. Questo non si farà con l'acqua, ma con lo Spirito
Santo e il fuoco, per tutti coloro che vorranno vivere la conversione completa.
Solo il Messia potrà riunire il frumento e bruciare la paglia in un rogo,
dettare il giudizio della misericordia. Giovanni non è neanche degno di slegare
i suoi sandali; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino
del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.
Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune
antifone particolari. Cominciano tutte con l'esclamazione di ammirazione: "O"
(da qui il loro nome popolare di "grandi antifone O"). Si tratta di invocazioni
ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.
Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della
liturgia dell'Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i
diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù.
Prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell'Altissimo. Lasciamo che
ci guidi sulla via della saggezza.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore.
Adonai,
pastore della casa di Israele, autore della Torà, vieni a salvarci per mezzo della tua forza!
Nella Bibbia le genealogie sono numerose. In particolare quella riguardante
Cristo può sembrare monotona. Eppure è sublime. Ci aiuta a capire che il Messia
è ben radicato in una stirpe di uomini (santi e peccatori).
Nella genealogia di Matteo, di cui oggi abbiamo letto l'ultimo paragrafo,
Cristo figura all'inizio e alla fine, quasi a significare che egli abbraccia
l'intera umanità.
Gesù, il cui nome significa "Dio salva", è davvero discendente di Davide,
figlio di Maria e Figlio di Dio.
La profezia di Isaia si realizza. Il salvatore è anche " Dio con noi ". Colui
per mezzo del quale l'Eterno si avvicina a noi.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,5-25)
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della
classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome
Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al
Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza
del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta
dell'incenso.
Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare
dell'incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo
gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua
preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo
chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed
esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande
davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di
Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al
Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di
Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza
dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e
mia moglie è avanti negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto
dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto
annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo
indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che
nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta,
sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che
cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la
mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore.
Stirpe di Iesse,
che ti innalzi come segno per i popoli, vieni a liberarci e non tardare più!
In ogni momento della rivelazione, Dio si presenta come colui che salva. La
salvezza portata dal Messia si precisa a poco a poco. Con Sansone si tratta di
una salvezza sul piano temporale. Con Gesù, la salvezza è di altro tipo. La
lotta che egli intraprende è di tutt'altra misura: si tratta di cacciare chi si
oppone al nostro definitivo incontro con Dio.
Riuscirò ad essere, per il mio modo di vivere, un segno o, meglio, un riflesso
del segno che è già stato dato per tutti?
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
Chiave di Davide,
scettro della casa di Israele, tu apri e
chiudi le porte del regno. Vieni e strappaci dalle tenebre!
Chiedi un segno per te. Un segno dell'amore di Dio per noi e della sua venuta
in Gesù per salvarci. I segni spettacolari, i prodigi non sono sempre i più
convincenti.
Dio ha scelto un segno, un povero segno che solo l'umile credente ha compreso:
quello dell'Annunciazione.
Non mediteremo mai a sufficienza l'episodio dell'Annunciazione. Da questo
segno, posto all'inizio dell'Incarnazione, si rivela il vero volto di Dio e del
suo Messia.
Ma, prima, Maria doveva accettare nella sua fede: "Eccomi, sono la serva del
Signore".
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore.
O SOLE CHE SORGI
Splendore della gloria divina, sole di
giustizia, vieni ed illuminaci!
"Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le
colline " (Ct 2,8).
Fra qualche giorno arriverà. Saprò riconoscerlo e accoglierlo?
Sacre parole del Cantico dei cantici, che ci sono date perché possiamo farle
nostre.
Dal momento in cui Maria ha dato alla luce il Bambino, la donna-umanità, la
Chiesa, veglia e prepara la venuta del Messia.
Non serve a nulla celebrare una volta all'anno la natività del Salvatore se
egli non nasce ogni giorno nel nostro cuore. Concedici, Signore, un cuore così
grande da contenere la tua venuta.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA TEMPO AVVENTO ANNO C – GAUDETE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
22
Dicembre 2018 Sabato
della III settimana di Avvento Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,46-55)
«L'anima mia magnifica il Signore»
Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.
Perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
***
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore.
O! RE DELLE GENTI
Re di tutti i popoli, oggetto della loro speranza, pietra
angolare che da due popoli ne fai uno solo, vieni a salvare l'uomo che tu hai
plasmato dalla terra!
La vita di Maria è esplosa nel canto del Magnificat.
Lasciamoci guidare da Maria verso Gesù: con l'irruzione dell'Eterno nel nostro
mondo. Maria ci comunica il segreto della sua gioia. Maria ha approfondito nel
silenzio e nella preghiera tutte le profezie e il canto di Anna. Se noi stiamo
in ascolto, Maria ci affiderà, in una segreta comunicazione di cuori, il frutto
della sua meditazione. La nostra gioia allora esulterà.
I due Magnificat che la Chiesa ci fa ascoltare oggi sono un invito rivolto a
ciascuno di noi perché ne pronunciamo un terzo: il nostro. Un cantico
personalizzato nella meditazione della Scrittura e nell'esperienza quotidiana
facendo tesoro dell'insegnamento di Maria.