IL VANGELO DEL GIORNO: https://www.iosonolalucedelmondo.it/indice-anno-liturgico-2022/
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; Convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nel Vangelo di Marco è la prima predica di Gesù.
È brevissima, ma offre una sintesi felicissima dei temi fondamentali di tutta la sua predicazione: il compimento del tempo, il regno di Dio, la conversione, la fede al vangelo. Poi vi è la chiamata dei primi discepoli: è il paradigma concreto di ogni sequela.
Ci sono due indicativi teologici che sono la ragione dei due successivi imperativi antropologici: è suonata l'ora messianica, l'attesa è finita poiché il regno di Dio si è fatto vicino, è ormai presente nella storia, perciò non è più possibile rimandare la decisione, occorre convertirsi, cambiare cioè la testa e la direzione del cammino passando a credere al vangelo.
Conversione e fede non sono due azioni che si succedono, ma due momenti del medesimo movimento: quello negativo del distacco, quello positivo di fondare la vita sul vangelo, cioè credere, mettendosi a seguire Gesù, appunto come Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni.
Vangelo è il termine greco che significa lieta notizia nuova, e una bella notizia evidentemente porta gioia. Il regno di Dio è l'espressione riassuntiva di tutta la gioia. Gesù è questo regno arrivato: la gioia è qui a portata di mano. Chi decide di seguire Gesù è sicuro di arrivarci anche lui.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,22-30)

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Signore ci dà oggi una lezione sull'importanza dell'unità. Il Vangelo parla della casa di Satana, però dà questo principio: "Se un regno è diviso in se stesso quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi". Così è per la Chiesa. Se non lavoriamo per l'unità, lavoriamo contro la Chiesa. Non è necessario spendere molte parole: è evidente che la divisione dei cristiani nuoce all'evangelizzazione. Nelle terre di missione, quando i pagani vedono che ci sono diverse Chiese cristiane che non si intendono fra loro, dicono: "Perché accettare questa religione, che non ha unità?".
E dobbiamo insistere, nel problema dell'ecumenismo, più su ciò che ci unisce e meno su ciò che ci divide. Anche se sappiamo di essere fondati sull'unica pietra che il Signore ha posto per essere fondamento della sua Chiesa, dobbiamo sempre favorire l'unità e riconoscere ciò che è buono, ciò che viene dallo Spirito Santo anche nelle altre Chiese.
Il Vaticano ha riconosciuto che ci sono tanti tesori di grazie anche in queste Chiese. Non hanno tutta la ricchezza della grazia di Cristo, perché sono tagliate fuori dall'unità apostolica fondata su Pietro, ma hanno la parola di Dio, hanno i sacramenti e hanno grazie attuali che Dio, nella sua bontà, dà a tutti gli uomini di buona volontà. Dunque anche i fratelli separati sono guidati dallo Spirito Santo nella misura in cui sono docili alla grazia di Dio. Lo dobbiamo riconoscere con gioia: anche così lavoriamo ad abbattere le divisioni. Se invece vediamo solo ciò che divide, le divisioni non avranno rimedio.
Nella lettera agli Ebrei troviamo il fondamento dell'unità: l'unico sacrificio di Cristo. L'autore insiste nel dire che Cristo si è offerto una volta sola: "Una volta sola, nella pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso". E la Messa, che è il sacramento dell'unico sacrificio di Cristo, è così il fondamento dell'unità.
Quando partecipiamo all'Eucaristia dobbiamo pensarci: offriamo il sacrificio di Cristo per l'unità di tutti i credenti in lui.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 3,31-35)

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

"Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre" dice Gesù. E la lettera agli Ebrei: "Cristo, entrando nel mondo, dice: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato... Allora ho detto: Ecco io vengo, per fare, o Dio, la tua volontà"". E continua: "E appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Cristo".
La volontà di Dio è per noi un tesoro inestimabile, preziosissimo, ma è un tesoro che non accettiamo spontaneamente. Perché? Perché non ne abbiamo il concetto esatto. Infatti si parla spesso di volontà di Dio nelle prove, nella sofferenza: "E volontà di Dio!", e si pensa alla rassegnazione. E un primo passo, ma non corrisponde a tutta la verità. La volontà di Dio per Gesù era la risurrezione, non la morte!
La morte era un passaggio, dolorosissimo, ma un passaggio per la trasformazione della natura umana, perciò non dobbiamo fermarci li. La volontà di Dio è la trasformazione, è opera bella, è gioia.
Così, nelle circostanze difficili dobbiamo vivere non solo con rassegnazione, ma con fiducia, con adesione, con speranza: Dio vuol operare una cosa positiva, che sarà la nostra gioia. La sua volontà è la vittoria su tutto ciò che è negativo.
Queste letture ci fanno capire meglio la Messa e la comunione. La Messa è la "nuova alleanza" che Gesù ha sostituito alla prima col suo sangue, in adesione alla volontà di Dio; la Comunione mette in noi la vittima che ha perfettamente aderito alla volontà di Dio. La Comunione è stata istituita proprio in vista della continua adesione alla volontà di Dio: sono due modi di comunicarsi. Anzi, la comunione sacramentale ha senso proprio in vista da questa seconda comunione esistenziale. La Messa è in dispensabile, ma è ordinata alla comunione concreta nella vita. Chiediamo al Signore che ci faccia entrare in questo mistero e ci aiuti a fare con amore la sua volontà, per essere davvero suo fratello, sorella e madre cioè vivere uniti a lui con la fede, nella vita nuova secondo lo Spirito.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 4,1-20)

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Che ruolo ha la Parola di Dio nella nostra vita? È lampada ai passi e luce sul nostro cammino? Quanto è difficile, oggi, accogliere la Parola! Mille altre parole si sovrappongono e ci confondono le idee, diventano opinioni, vuoto discutere, farsi vedere... Nel mondo della comunicazione e del villaggio globale abbiamo la fortuna di poter parlare con molte persone. In teoria. Per molti, invece, la realtà è una vita passata nella solitudine assoluta. Certo: si comunica, si parla, in ufficio, a casa, ma mancano le parole per esprimere i sentimenti e le emozioni, per rispondere alle domande che nemmeno riusciamo a ben definire nei nostri cuori, per raccontare di Dio. Così, oggi, Gesù ci chiede di ascoltare la sua, di Parola. Con entusiasmo, ma senza dimenticare la costanza. Con sorpresa, ma senza scoraggiarci davanti alle inevitabili difficoltà del mondo. Accogliere con verità la Parola di Dio, giorno per giorno, lasciando che ci metta in discussione può concretamente cambiare la nostra vita, offrirle un orizzonte diverso, farci scoprire una consapevolezza diversa. La nostra giornata sia terreno buono, affinché il seme della Parola porti frutto...

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 16,15-18)

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Non mi desta meraviglia la conversione di un uomo che perseguitava la Chiesa nascente, e non era un uomo qualunque, Saulo poi diventato Paolo, era un ebreo ellenizzato che godeva della cittadinanza romana, fiero avversario della neo-istituita Chiesa cristiana. Da fedele osservante dell'ebraismo, considerava falsa la dottrina dei cristiani, avversava Gesù anche se non Lo aveva mai incontrato. Saulo di Tarso era nemico della Chiesa fondata da Gesù.
Lui aveva una considerevole attenuante, non agiva in malafede come faranno molti altri nei secoli futuri, difendeva la sua Religione perché era un osservante convinto. Lottava i profeti che si improvvisavano tali, ma non riuscì a comprendere la vera natura della Religione cristiana.
Quindi, pur essendo un ebreo osservante coerente non aveva la necessaria capacità spirituale per discernere la venuta di Gesù. Anche questo dato ci dice che solo nel Cristianesimo si trova la pienezza della Rivelazione di Dio.
Dopo la sua miracolosa conversione, Saulo rientrò in sé, costretto dalla cecità sopravvenuta mentre si recava in un'altra città a combattere i cristiani. Gesù non violentò la sua libertà, ma ascoltò le sicure preghiere del persecutore innalzate a Jahvè, solo questo spiega l'intervento divino. Saulo nel suo intimo sicuramente pregava Dio per conoscere la verità, per non agire contro la sua volontà.
La sua preghiera fu accolta da Gesù, ma non possiamo tacere la potentissima preghiera della Vergine Maria, la quale pregava senza sosta per tutti i cristiani, implorava da suo Figlio già asceso al Cielo, la fine delle persecuzioni.
La Madre orante pregava per il giovane e spavaldo persecutore della Chiesa fondata da Gesù: chiese e ottenne la sua conversione.
Si stava recando da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce del Signore che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". In realtà, Saulo perseguitava i cristiani, qui Gesù precisa che i cristiani sono innestati in Lui, vivono nel suo Cuore, fanno parte del Corpo mistico, quindi, perseguitando i cristiani si perseguitava anche Gesù.
La Luce divina rese Saulo cieco, era però una cecità benedetta, quella che fa rientrare in sé e illumina la mente, permette di vedere dentro. Solo così Saulo divenne un uomo nuovo, comprese che la sua veemenza contro i cristiani era un grave errore, la sua convinta lotta era frutto di pregiudizi e cattiva interpretazione della dottrina insegnata da Gesù.
Molti cristiani comprendono i loro errori quando si fanno male, mentre quando tutto sembra scorrere secondo le loro opinioni, non riescono ad interrogarsi per scoprire la verità. Dipende dalla mentalità e dalla conversione del cuore, c'è chi agisce sbagliando per ingenuità e chi con furbizia per eseguire determinati piani. Si affollano nella mente tantissime fantasie che danno spiegazioni opposte a quanto avviene nella realtà, causano una tenebre fitta e oscura e si intraprendono iniziative illogiche.
Le convinzioni frutto di fantasie causano danni spirituali e spesso anche la rottura di buone amicizie, perché si segue l'inganno.
Se Paolo non fosse rimasto abbagliato dalla Luce divina, sarebbe rimasto convinto dei suoi errori e delle cattive interpretazioni, questo ci dice che solo la Luce dello Spirito di Dio ci dona la verità in ogni circostanza e ci trasforma in cristiani autentici.
Non bisogna mai fidarsi dei pensieri che arrivano alla mente, bisogna filtrarli e pregare soprattutto quando si tratta di situazioni delicate. Questo avviene a chi si trova all'inizio del cammino spirituale, mentre quanti sono avanti riescono ad intuire più facilmente la verità e la seguono con piena convinzione.
È una Grazia rientrare in sé e conoscersi, comprendere gli errori commessi e tutte le situazioni che contrastano la propria Fede.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio"». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

«Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» Lc 10, 2
La festa di due discepoli fedeli di san Paolo ci permette di dare continuità alla riflessione di ieri. Un'evangelizzazione autentica si fa generativa. La conversione di uno provoca altri a pensare e a mettersi in discussione. La fede è dono di Dio, ma la mediazione dei suoi testimoni è indispensabile. La fede cresce in noi grazie alla fede di chi ci sta vicino. Parole e gesti la mediano e attivano la ricerca comune di come incarnarla in tutti gli aspetti della vita. Vivere e lavorare insieme permettono una condivisione che permette alla comunione liturgica di diffondersi in ogni momento dell'esistenza. A volte riduciamo la trasmissione di fede al catechismo o agli appuntamenti liturgici, che ci trovano giustapposti l'uno all'altro in modo spesso passivo, magari anche stanco ed annoiato. Essere comunità cristiana non può limitarsi a questo. Timoteo e Tito sono stati con paolo costruttori di comunità in contesti in cui la parola di Dio andava inculturata. Non hanno fatto mera apologia della fede, di quell'esperienza giudea di Gesù Cristo che gli apostoli potevano testimoniare. Hanno colto il cuore dell'annuncio di Cristo e lo hanno ridetto, riscritto, rivissuto secondo categorie nuove, uscendo da schemi mentali e culturali nei quali erano nati e che avevano definito le loro persone. Oggi abbiamo bisogno di pastori, di testimoni, di educatori, di consacrati, di mamme e di papà, di giovani che facciano altrettanto.
Dunque, Signore, manda operai, di ogni tipo nella tua messe. Che non temano il lavoro, che con coraggio amino, credano e sperino con ogni uomo e ogni donna del nostro mondo
La voce di don Andrea Gallo
Arriva il momento in cui spezzo il pane con i miei randagi di strada. È il momento più bello, che mi fa capire quanto la Chiesa sia davvero santa nei suoi testimoni sconosciuti e nascosti agli occhi del mondo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 4,35-41)

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

La barca con i discepoli e Gesù addormentato vicino al timone danno alla parabola un significato ecclesiale. La barca scossa dal vento e dalle onde è un'immagine della Chiesa che solca il mare tempestoso di questo mondo prima di raggiungere "l'altra riva", scossa dalle difficoltà che giungono da tutte le parti.
La sua fede in Gesù è la garanzia della sua serenità e della sua forza per non scoraggiarsi durante la traversata e non cessare di lottare malgrado le difficoltà. Perché è sempre Gesù che orienta la barca della sua Chiesa.
Gesù dorme nella barca ma allo stesso tempo si mostra padrone e signore degli elementi materiali; e questi gli obbediscono. Egli si manifesta a noi come Dio fatto uomo. I discepoli, che non hanno potuto fare nulla contro gli elementi, contemplano, ammirati, come un uomo li domini.
La Chiesa, cioè tutti noi che poniamo in Gesù tutta la nostra fede e la nostra fiducia, guidati da lui avanziamo con sicurezza fra le tempeste di questo mondo verso "l'altra riva", dove raggiungeremo la pace e la tranquillità di Dio.