TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc,14,25-33)
Una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la
moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può
essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere
mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e
a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le
fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono
comincino a deriderlo, dicendo: "Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato
capace di finire il lavoro".
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a
esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con
ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per
chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio
discepolo». Parola del signore.
Sì, non so se abbiamo letto bene, Gesù parla di odiare, di portare la croce, di calcolare, di rinunciare! Parole forti ma vere. Gesù intende dirci che se non odiamo quelle mentalità familiari o sociali che chiudono al bene o che privano i figli delle libertà di donarsi perché i figli sono proprietà e diritto, non potremmo mai essere discepoli di Gesù. Dovremmo avere il coraggio di dire ai figli: "Se io ti privo di fare il bene: fare un lavoro lontano da casa, fare un'opera di carità; andare ad aiutare i poveri, andare a combattere l'ingiustizia, rispondere alla vocazione, perché ho paura che tu possa allontanarti da me o rischiare la vita per il bene, devi odiare le mie parole, perché ti portano lontano da Dio e dal realizzare la tua felicità".
I figli sono un dono, non una proprietà! Perciò Gesù ci dice che per seguirlo ci vuole coraggio: coraggio nel prendere la croce (solo i vili camminano schiacciando le croci degli altri, e anche se sembrano più in alto per via di quello che mettono sotto i piedi, non sono discepoli di Gesù). Gesù concretamente ci dice: è inutile che vai in chiesa per sederti al primo posto o portare la statua del santo o essere il responsabile di quello o quell'altro se poi sei disonesto a lavoro o in famiglia; è inutile che sparli degli altri per metterli in cattiva luce o per avere i tuoi titoli: agli occhi di Dio non sei Suo discepolo. Se non smetti di pensare ad ammassare ricchezza non sei discepolo di Gesù! Gesù è il mistero della chiarezza dell'Amore: non possiamo negare la chiarezza delle sue parole, perciò chiediamo la grazia della semplicità di cuore, per poterle accogliere e metterle in pratica.
Tutti dobbiamo fare un esame di coscienza su quali sono le nostre ricchezze che ci impediscono di avvicinare Gesù nella strada della vita. Si tratta di ricchezze che derivano dalla nostra cultura. La prima ricchezza è il benessere. La cultura del benessere che ci fa poco coraggiosi, ci fa pigri, ci fa anche egoisti. A volte il benessere ci anestetizza, perché in fin dei conti stiamo bene nel benessere. Anche di fronte alla scelta di avere un figlio, ci si lascia spesso condizionare dal benessere.
(Il Papa ha immaginato un dialogo tra una coppia di sposi): «No, no, più di un figlio, no! Perché non possiamo fare le vacanze, non possiamo andare qua, non possiamo comprare la casa; no! Va bene seguire il Signore, ma fino a un certo punto.... È questo che fa il benessere! Ma questo ci getta giù, ci spoglia di quel coraggio forte per andare vicino a Gesù. Eppure questa è la prima ricchezza della nostra cultura d'oggi. La cultura del benessere. (Papa Francesco).
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì della XXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Santa Teresa di Calcutta
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,6-11)
Gesù entrò nella sinagoga
e si mise a insegnare.
5 Settembre 2022
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era là un uomo che
aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per
vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano
paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del
bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti
intorno, disse all'uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu
guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello
che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,12-19)
Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando
fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede
anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro;
Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso;
Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e
Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi
discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal
litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti
dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri
venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una
forza che guariva tutti. Parola del Signore.
Nell'Antica Alleanza era il Signore Dio che sceglieva coloro che avrebbero dovuto portare a compimento l'opera della sua salvezza. Abramo, Mosè, Giosuè, tutti i profeti sono scelti dal Signore. Anche il primo sacerdote fu scelto dal Signore, come il primo e il secondo re. Poi sacerdozio e regalità entrarono nella legge della discendenza. Nulla è più pericoloso di questa legge. Un sacerdote inetto o un re incapace è la rovina di tutto il suo popolo. Il regno di Israele si divise per sempre a causa della stoltezza di Salomone. Divenne idolatra per l'insipienza di Geroboamo. Spesso i sacerdoti erano a servizio della corte e non più del popolo del Signore. Fu la catastrofe. Il Signore conservò il suo governo solo per mezzo dei profeti che sono tutti per chiamata diretta, senza alcuna successione o dinastia. Solo Elia chiamò al suo servizio Eliseo, ma per indicazione diretta del Signore. Ogni altro è per pura scelta divina.
Con Gesù vi sono due sostanziali cambiamenti. Si sottrae il sacerdozio alla discendenza. Nessuno è sacerdote perché figlio di sacerdote. Si è sacerdoti per vocazione. La vocazione, pur essendo per mozione interiore dello Spirito, è sottoposta al discernimento e all'accoglienza di chi nella Chiesa esercita il ministero della presidenza, cioè del Vescovo. È lui che deve discernere i carismi e anche la vocazione al ministero ordinato. Certo vi sono molti pericoli, a causa dell'umanità di chi presiede, che non sempre si lascia governare dallo Spirito del Signore. È anche verità che sempre vigila perché alcune condizioni vengano osservate. È anche verità che essa può anche rimuovere dal ministero se la persona si rende indegna del suo esercizio.
Anche nel sacerdozio la Chiesa ha l'obbligo di generarsi. Come Gesù ha chiamato i dodici, anch'essa deve chiamare alcuni dei suoi figli, mossa dallo Spirito Santo e in perenne preghiera perché da Lui riceva ogni luce, perché diventino amministratori dei divini misteri nel sacerdozio ordinato. Se la Chiesa viene meno in questo suo obbligo, essa stessa muore, perché la Chiesa vive di sacerdozio. Il sacerdote è il "generatore" della sua vita. Senza il sacerdote, la sua vita non si rigenera ed essa muore. Infatti dove non vi sono amministratori dei divini misteri, non vi è neanche il popolo di Dio. Manca colui che dona unità alla moltitudine dei credenti. Come il prete fa la Chiesa, così fa anche il popolo di Dio. Il prete fa anche l'Eucaristia perché il popolo si nutra del suo Dio e diventi forte per compiere ogni obbedienza alla Legge del suo Signore.
Poiché l'amministratore dei divini misteri è Cristo che deve amministrare, Lui donare, Lui far conoscere, Lui insegnare, Lui predicare, ma non per conoscenza appresa su qualche libro, scritta da altri. Questa conoscenza è sterile, inutile, spesso anche artefatta, inventata. La sua conoscenza di Cristo deve essere per assimilazione, per conformazione a Lui, divenendo con Lui una cosa sola, allo stesso modo che Cristo e il Padre sono una cosa sola. Nel presbitero deve vivere Cristo. Cristo operare. Cristo agire. Cristo insegnare e ammaestrare. È come se il presbitero fosse Cristo che parla di Cristo, Cristo che vive da Cristo, Cristo che si fa eucaristia vivente per tutto il gregge del Signore. Ma deve essere anche Cristo che chiama ogni giorno alla sequela nel ministero sacerdotale, perché la ricchezza, la verità, la santità della sua missione di salvezza e redenzione mai venga meno. Sarebbe più che l'oscuramento del sole.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci amministratori di Cristo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi
insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra
ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri
con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore.
Le otto Beatitudini di San Matteo sono racchiuse in queste quattro di San Luca, sono le più essenziali ma senza trascurare le altre.
Gesù promette in questa vita una felicità che nessuna ricchezza e nessun potere potranno mai donare. La sua promessa è stata vissuta da miliardi di cristiani vissuti in questi duemila anni e la Madonna continua a venire in mezzo a noi a richiamarci alle cose di Dio.
L'uomo di oggi ha però molte distrazioni, le sue dissipazioni sono innumerevoli nella giornata, e l'uomo e la donna sono responsabili del loro futuro. Le dissipazioni sembrano qualcosa di innocuo, ma non è così, chi perdura nelle dissipazioni non riesce a vivere una spiritualità regolare.
Improvvisa la sua Fede, dimentica Gesù e la Messa, non fa più caso ai peccati commessi.
Portano sregolatezze nella vita, in contrasto all'equilibrio e alla temperanza. Le cattive abitudini sono la rovina della vita spirituale!
Nel mondo si è imposto uno stile di vita senza Dio, tutto si compie in funzione del piacere dissoluto, non ci sono più limiti alla depravazione. In ogni settore della vita si percepisce che Dio è stato escluso e sono pochi i cristiani che credono con coraggio e continuano a frequentare la Santa Messa.
Tutti gli ex praticanti hanno perduto la bussola della vita e l'ago della stessa bussola gira al contrario. Che si deve fare?
Le Istituzioni e i mass-media agiscono come se avessero dinanzi agli occhi un solo proposito: danneggiare la Chiesa, eliminare il Cristianesimo. Non ci fate caso che le scelte politiche dei potenti e la programmazione delle tv sono impostate contro i valori cristiani?
I giovani sono i più esposti e i più colpiti, sono fortunati quelli che hanno genitori che pregano e ottengono per le loro preghiere la protezione della Madonna, oltre a aiutarli a comprendere la pericolosità della vita.
Gesù oggi ci parla di beati e di guai, ognuno di noi con le sue scelte e con la sua vita, si è posto in uno dei due cammini, di vita eterna o di disperazione eterna. Gesù vuole salvare tutti, anche i più grandi peccatori, ma questi avranno il tempo e la capacità spirituale di chiedere perdono per i crimini che compiono?
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO C. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Giovedì della XXIII
settimana del Tempo Ordinario Anno C
Natività Della Beata Vergine Maria
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-16.18-23)
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria,
dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
8 Settembre 2022
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-16.18-23)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi
fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò
Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse
generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat,
Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò
Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos
generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della
deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò
Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò
Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò
Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da
Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in
Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi. Parola del
Signore.
Forma breve
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-23)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi. Parola del
Signore.
La discendenza davidica di Gesù vuole evidenziare che Egli da millenni era l'Atteso dagli israeliti, proprio a Davide Dio profetizzò un discendente che sarebbe stato il vero Re dell'universo. È Gesù a spiegare durante la predicazione che la sua discendenza davidica Lo attesta come Colui che lo stesso re Davide chiamò profeticamente suo Signore.
Da San Matteo leggiamo il dialogo tra Gesù e i farisei che non credevano in Lui, tantomeno accettavano la sua venuta nel Nome di Dio.
«Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro: "Che ne pensate del Messia? Di chi è Figlio?".
Gli risposero: "Di Davide".
Ed Egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo: Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?
Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo Figlio?".
Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo» (Mt 22,41-46).
Qui troviamo la spiegazione che proprio San Matteo inserisce già nel 1° capitolo per dimostrare agli ebrei che quel Gesù che avevano crocifisso era davvero il Figlio di Dio. Anche della Vergine Maria, ma qui il mistero si infittisce e per dare esclusiva gloria a suo Figlio Gesù, la Vergine Santa con immensa umiltà non permise di scrivere nel Vangelo altri interventi compiuti da Lei nei trentatré anni di Gesù.
Indubbiamente la Parola di Dio è ispirata dallo Spirito Santo, ma l'Immacolata è la Sposa, una Creatura unica tra gli esseri umani, «piena di Grazia» senza essere stata mai sfiorata da un minimo peccato, quindi, Ella desiderò esclusivamente la gloria di suo Figlio che era anche il suo Dio, così nel Vangelo si trova poco materiale che La riguarda ma è molto incisivo.
Poche citazioni ma tutte determinanti per comprendere il suo singolare ruolo di Madre di Dio e Mediatrice di tutte le Grazie.
Tutto il Vangelo è perfetto e non esiste alcuna incongruenza, è la rivelazione perfetta di Dio sull'Incarnazione e le opere del Verbo eterno, Colui che all'interno della Trinità Santissima aveva il ruolo di esternare la Volontà Divina e parlava con Mosè sul Sinai.
Nel Vangelo troviamo dei misteri che i cristiani accettano per Fede, altrimenti rimarrebbero stupiti dinanzi alle letture meravigliose e superiori di molto alla ragione umana. Sono eventi soprannaturali che si accolgono per Fede e maggiore adesione si ha verso questi misteri, più ci si avvicina a Dio e si ricevono i suoi abbondanti doni.
Nulla avviene per caso quando il cristiano vive con impegno la sua Fede e si sforza di evitare le occasioni per perdere la Luce di Dio e rimanere nelle tenebre, senza più riuscire a distinguere il bene dal male. Il cristiano è chiamato ogni giorno a rivitalizzare la sua Fede con le preghiere fin dal mattino con il santo proposito di osservare i Comandamenti, vivere gli insegnamenti del Vangelo.
La liturgia indica oggi come il giorno di nascita della Madonna, l'importante è festeggiarlo senza pensare ad altre date. La nascita della Vergine ci deve far riflettere sul disegno eterno di Dio proprio sulla Fanciulla di Nazaret. Già circa 700 anni prima il Profeta Isaia annunciava la sua nascita: «Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: a Lui sarà dato il Nome di Emmanuele».
Dio eterno ha sempre pensato alla Madonna, in Lei doveva incarnarsi il Figlio eterno del Padre, che è diventato anche Figlio di Maria!
La ragione di tutti i nomi letti all'inizio del Vangelo di oggi hanno lo scopo di indicare Gesù come il Messia atteso, nato dalla Vergine profetizzata nella Bibbia, quindi con un po' di buona volontà anche i farisei potevano raggiungere questa Verità.
La nascita di Gesù è arrivata ovviamente dopo quella della Madre, e tutti i nomi citati all'inizio del Vangelo di oggi ci spiegano che Dio ha preparato tutti loro, le generazioni umane in vista della nascita di Maria e quindi della nascita di Gesù, e ha agito sempre in modo soprannaturale con tutti i personaggi coinvolti.
Un grande impegno da parte di Dio per la nascita di Gesù, ma prima venne la nascita della Vergine Madre che festeggiamo oggi.
A Te, Madre nostra, adesso consacriamo incondizionatamente la nostra vita e ti imploriamo di donarci il tuo Spirito per diventare come Te!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un
fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato,
sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi
della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello,
lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi
la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e
allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Parola del Signore.
Ricordo la favola di Fedro, scrittore romano vissuto nel I secolo, con il suo famoso stile poetico, che possedeva un carattere pedagogico e un fine morale. È famosa quella delle due bisacce, dal titolo "I vizi degli uomini". «Il grande e saggio re degli dei, Giove, mise sulle spalle degli uomini, due grandi bisacce. Una poggiava sul petto e una invece poggiava sulla schiena. Le bisacce erano pesanti e ingombranti e l'uomo doveva portarsele addosso per tutta la vita. Ma non erano bisacce reali, erano invece metaforiche. Avevano un significato profondo e attualissimo.
La bisaccia che pendeva sul davanti, sul petto e che l'uomo poteva agilmente e
continuamente vedere era colma di tutti i vizi degli altri uomini, invece
quella posta sulla schiena era piena dei suoi vizi.
Spesso accadeva che l'uomo volesse sbirciare il contenuto delle bisacce. Ma non
riusciva a vedere il contenuto della bisaccia posta sulla schiena colma dei
suoi difetti, mentre vedeva benissimo quello all'interno della bisaccia posta
sul suo petto, piena dei difetti altrui.
Se qualcuno sbagliava se ne accorgeva subito e lo criticava severamente, mentre
non vedeva i suoi errori».
Vediamo la morale della favola di Fedro: "I vizi degli uomini" ci insegna che
l'uomo non vede i suoi difetti ed è pronto a criticare severamente gli errori
degli altri. Qui si inserisce perfettamente l'ammonizione di Gesù.
"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi
della trave che è nel tuo occhio?".
È una riflessione molto importante per ognuno di noi, solo così potrà
verificarsi l'incontro con la vita interiore.
«Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è
nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?
Ipocrita!"».
Molti agiscono così in buonafede, senza capire di ergersi a giudici e di
ostentare una sapienza che non possiedono. Gesù ci indica cosa fare.
"Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la
pagliuzza dall'occhio del tuo fratello".
È importante conoscerci bene interiormente.
I peccati si chiamano sempre peccati, ma lo stesso peccato Dio lo valuta
diversamente secondo l'intenzionalità o la superficialità del peccatore, la sua
cattiveria o debolezza, l'affetto al peccato o la debolezza di un momento.
Nella guida spirituale bisogna fare prendere consapevolezza al credente di
tutto, ma con pazienza, bontà, comprensione, misericordia.
Ricordate cosa disse Gesù poco prima di morire? "Padre, perdonali, perché non
sanno quello che fanno" (Lc 23,34).
Moltissimi credenti non hanno la capacità di frenarsi dinanzi ad una occasione
di peccare, ci sono molte ragioni che conosce il buon Dio, ma anche il
peccatore dovrebbe conoscersi meglio per dominare la sua volontà e non cadere
con facilità nei peccati.
La preghiera costante e, soprattutto, i Sacramenti, trasformano la persona e la
rendono giorno dopo giorno, più buona e saggia.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero
cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo
frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo
dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che
dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò
a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto
profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume
investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito
una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e
la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore.
La similitudine dell'albero buono che dà spontaneamente buoni frutti dovrebbe farci capire. Gesù ci chiede di produrre buoni frutti, perché sa da che albero proveniamo, sa di che vite noi siamo i tralci. Questo albero, questa vite è lui. La sua vita è in noi. Le parole di Gesù non sono massime o semplici consigli: noi siamo davvero figli di Dio. La nostra vita di uomini cristiani, perché sia costruita solidamente, deve essere costruita su questa vita, su questo tesoro posto in noi nel giorno del battesimo, tesoro che chiede di essere arricchito. Gesù sa che noi possiamo produrre buoni frutti, se viviamo la sua vita.
"Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica...". Andare verso Gesù tramite la preghiera e i sacramenti. Andiamo verso Gesù per ascoltare la sua parola di verità e produrremo buoni frutti. Il tesoro è in noi grazie alla potenza dello Spirito che ci è stato donato.
Ogni albero si
riconosce dal suo frutto
Vi è una parola di Gesù detta ai farisei che ci aiuta a comprendere la divina
verità manifestata a proposito degli alberi e dei loro frutti. Essa è stata
proferita alla fine della disputa in difesa dell'accusa di essere un alleato di
Satana, un suo strumento.
In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì,
sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che
non sia costui il figlio di Davide?». Ma i farisei, udendo questo, dissero:
«Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni».
Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se
stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà
restare in piedi. Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come
dunque il suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demòni per mezzo
di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno
loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di
Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa di
un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà
saccheggiargli la casa. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie
con me disperde.
Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini,
ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il
Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non
sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro. Prendete un albero
buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo
frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero. Razza di vipere,
come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime
ciò che dal cuore sovrabbonda. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose
buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma
io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto
nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e
in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,22-37).
I farisei sono razza di vipere. La loro parola è sempre un veleno di morte.
Come dalla vipera viene fuori un veleno sempre letale, così dalla bocca dei
farisei esce una parola che semina morte, mai essa potrà dare vita. Anche se
essi volessero, non potrebbero, perché sono cattivi nella natura. La loro è
vera natura di vipera. Non sono essi ad immagine di Dio, ma di Satana. Così
grande è la trasformazione della loro natura. Questa verità vale per ogni uomo.
Non può pensare il bene chi è natura di male, natura corrotta. Non può creare
pace chi è natura di odio, rancore, astio, invidia, superbia. Non può produrre
misericordia una natura che si è fatta egoismo. La natura solo uno la può
cambiare: lo Spirito Santo, che è frutto della natura santissima di Gesù
Signore.
Il pensiero contorto dell'uomo di oggi è in verità assai strano. Si vuole la
persona umana sciolta da ogni vincolo naturale e soprannaturale con il bene in
sé, bene della sua natura. Ci si abbandona ad ogni immoralità, impudicizia,
trasgressione dei comandamenti, poi da questa natura ben corrotta si pretendono
frutti di bene. Stoltezza più grande non esiste. Si coltivano spine e poi si
vorrebbe vendemmiare uva. Si semina la zizzania nella storia e si vorrebbe
mietere del buon grano. La nostra storia è una casa fondata sul nulla morale.
Essa perisce ad ogni più piccola intemperie. A volte è sufficiente un piccolo
litigio ed è già l'omicidio. La casa crolla. Sempre crollerà.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di natura divina.