IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A BATTESIMO DEL SIGNORE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Con il Battesimo di Gesù inizia il Tempo Ordinario
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A BATTESIMO DEL SIGNORE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
I DOMENICA DEL TEMPO
ORDINARIO ANNO A
Battesimo del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 3,13-17)
Questi è il Figlio mio, l'amato.
In lui ho posto il mio compiacimento.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi
battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere
battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora,
perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli
ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di
lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato:
in lui ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù chiede a Giovanni di battezzarlo, ma non ha bisogno alcuno di tale battesimo di penitenza perché, dall'inizio, tutto si realizzi e perché si manifesti la Santa Trinità che egli è venuto a rivelare. Giovanni invitava il popolo a prepararsi alla venuta imminente del Messia. A lui è concesso di contemplare ciò a cui aspira ogni uomo che prega e che contempla: Giovanni percepisce e insieme accoglie il mistero di Dio, quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Giovanni vede il Figlio, il Verbo eterno di Dio, e lo indica già come il Salvatore. Sente il Padre, che nessuno riesce a vedere, testimoniare e attestare che quello è davvero suo Figlio (Gv 5,36-37). Percepisce poi la presenza dello Spirito che si posa sulla superficie dell'acqua, madre di ogni vita (Gen 1,2). È lo Spirito che è sceso su Maria, generando in lei la vita umana e divina (Lc 1,35). È lo Spirito che scenderà un giorno sugli apostoli perché fecondino la terra e le diano vita eterna(At 2,4). E, pur avendo avuto un altro battesimo, altrimenti efficace (Mc 10,39), anche noi siamo stati battezzati "nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). E, secondo la promessa, la Santa e Divina Trinità pone in noi la sua dimora (Gv 14,23). Essa trasforma la nostra vita, affidandola a Dio e attirandoci verso di lui con la forza di attrazione della risurrezione.
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Lunedì della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Il regno di Dio è vicino.
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,14-20)
Convertitevi.
E credete nel Vangelo.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il
vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di
Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse
loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito
lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo
fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed
essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono
dietro a lui. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Come vivere questa Parola?
Inizia il "tempo ordinario".
Questo tempo è detto "ordinario", perché in esso noi celebriamo,
liturgicamente, il mistero del Cristo nella sua globalità lungo il ritmo
quotidiano delle settimane e delle Domeniche, attraverso la Sua Parola, i
fatti, le parabole e i miracoli del Vangelo. Celebrare il mistero di Cristo
nell'ordinario significa, dunque, vivere da veri suoi discepoli nella fedeltà
di ogni giorno, significa incontrare e ascoltare il divino Maestro nel
quotidiano scorrere del tempo.Ed è molto bello e significativo che all'inizio di questo tempo ordinario la
liturgia metta davanti a noi un invito pressante di Gesù, che ripete nella
chiamata dei suoi primi quattro Apostoli nel Vangelo di oggi: «Venite dietro a
me». Ad esso segue una duplice risposta: «E andarono dietro a Lui»: Simone e
Andrea, Giacomo e Giovanni: «Subito andarono dietro a Lui».Per noi questo invito del Maestro è assai prezioso: in questo Anno Nuovo
dobbiamo andare dietro a Gesù. È Lui che deve tracciare il cammino, non noi!
Chi stabilisce autonomamente il proprio cammino, vive nella solitudine più
profonda, anche se è attorniato dalla folla. Chi invece "va dietro a Gesù"
è sempre con Lui, con l'Amico per eccellenza, col Signore.Termino sottolineando un altro particolare interessante. Si noterà come il
Maestro chiami i suoi primi quattro discepoli non nel tempio, o in qualche
evento particolarmente solenne e sacro. Al contrario, la loro chiamata avviene
durante lo svolgimento del loro mestiere quotidiano e feriale: erano dei
pescatori intenti al proprio lavoro di tutti i giorni. Ecco il "tempo
ordinario" nel quale il Signore chiama anche noi e ci rivolge il suo
invito amorevole e imperioso: «Vieni dietro a me».Di fronte a ogni fatica, gioia, tristezza d'ogni giorno, chiediamoci: "A
chi vado dietro, oggi?". Se seguo il Signore, sono nel cammino giusto, che
porta alla gioia definitiva; se vado dietro a me stesso, sono solo e triste,
come quel giovane ricco, che si allontanò da Gesù «triste, perché aveva molte
ricchezze»
(Mt 19,22).
"Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del
tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di
compiere ciò che ha veduto". Amen.
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Martedì della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Che è mai questo?
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,21-28)
Un insegnamento nuovo.
Dato con autorità.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava.
Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che
ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e
cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a
rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì
da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai
questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti
impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
La Sacra Scrittura ci presenta i due aspetti di Gesù,
l'umano e il divino.
E bene capire. Agli inizi della Chiesa si sottolineava
l'aspetto divino; qualche secolo dopo, con l'arianesimo, si mise in rilievo
l'umanità, negando la divinità di Cristo. La Chiesa non poteva rimanere in una
visione parziale e insistette sulle due nature in una sola persona, quella del
Figlio unico di Dio. L'epistola agli Ebrei sottolinea i due aspetti e il passo
di oggi insiste su quello umano: "Che cosa è l'uomo perché ti ricordi di
lui? Di poco l'hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore lo hai coronato
e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi".
Gesù è l'uomo ideale, in cui la vocazione dell'uomo al dominio dell'universo si
attua in modo perfetto. Nel racconto della creazione si legge che Dio ha
costituito l'uomo signore di tutte le creature, ma allo stato attuale delle
cose questa vocazione non può essere pienamente realizzata. Soltanto Cristo,
con la sua morte e risurrezione, ha ottenuto una umanità rinnovata e può avere
il dominio su tutta la creazione.
Nel Vangelo vediamo che Gesù all'inizio della sua predicazione dimostra questa
sua autorità, provocando lo stupore della gente. San Marco racconta nel suo
modo caratteristico: vede le cose come se stessero allora accadendo sotto i
suoi occhi e tutte avvengono "subito": subito di sabato Gesù entra
nella sinagoga, subito un uomo che vi si trova si mette a gridare, subito la
fama si diffonde... Qui Marco mette in evidenza due' tratti importanti del
ministero di Gesù. Il primo è proprio questo: "Insegnava come uno che ha
autorità, e non come gli Scribi", non come i rabbini, che sempre si
appellano all'autorità delle Scritture, dicendo: "Nella Bibbia è scritto
questo e questo", oppure a quella di un antico maestro, o della
tradizione. Gesù parlava con autorità: è il Figlio di Dio e può parlare come un
maestro che sopra di sé non ha nessun altro maestro. Questo è chiarissimo nel
Discorso della montagna: "Avete sentito che fu detto agli antichi... Ma io
vi dico..." e Gesù dà un comando diverso, più perfetto.
L'altra cosa che colpisce la gente è che davanti a Gesù i demoni, gli spiriti maligni
si sentono in pericolo e perciò si sforzano di combattere e si smascherano:
"Un uomo posseduto da uno spirito immondo si mise a gridare: "Che
c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci". Davanti a Gesù
non ha potuto fare meno di smascherarsi e Gesù allora può scacciarlo "Gesù
lo sgridò: "Taci, ed esci da costui!.", anche qui con grande
autorità. Non possiede quindi soltanto l'autorità di un maestro che insegna una
dottrina, in l'autorità sopra gli spiriti maligni e la gente è sbigottita:
"Che è mai questo?".
Chiediamo al Signore Gesù di manifestarsi anche per noi con questa duplice
autorità. Chiediamogli cioè di rivelarci sempre più la sua dottrina, di aprire
il nostro cuore quando ci svela, come ai discepoli di Emmaus, il senso delle
Scritture, e di smascherare in noi tutto il male che c'è ancora. Il Battesimo
ci ha liberati dal demonio, certamente ma in noi ci sono ancora molte cose
cattive: lo spirito di discordia, lo spirito di vana compiacenza, lo spirito di
egoismo... Bisogna che la presenza di Gesù le smascheri e le scacci,
liberandoci dal male.
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Mercoledì della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio.
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,29-39)
E, uscito, si ritirò in un luogo deserto.
E là pregava.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di
Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a
letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece
alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli
indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai
demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un
luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero
sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse
loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là;
per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i
demòni. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Questo Vangelo mette
in evidenza le due dimensioni della vita terrena di Gesù e la loro strettissima
unione. La dimensione che appare più chiaramente all'inizio è la sua
misericordia. Gesù si avvicina a tutte le miserie e la misericordia è proprio
questo: essere accessibile a tutte le sofferenze e portarvi rimedio. Un
rimedio, prima di tutto, della compassione, dell'interessamento. Gesù lascia
che i malati prendano tutto il suo tempo: "Dopo il tramonto del sole gli
portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti
alla porta". Egli prende per mano gli ammalati: è il suo corpo che
comunica la potenza di sanazione di Dio.
Ma noi vediamo anche che Gesù al mattino, molto prima dell'alba, si alza e si
ritira lontano dalla gente, "in un luogo deserto", per pregare: è
l'altra dimensione della sua esistenza umana, la ricerca del Padre. Egli deve
essere nelle cose del Padre suo, deve essere unito a Dio e prega lungamente.
Ma questo desiderio di unione a Dio non gli impedisce di darsi agli altri;
anzi, quando vengono a cercarlo, Gesù non risponde: "Devo usare il tempo
per pregare", ma: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché
io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". La preghiera gli
dà il massimo slancio di misericordia e di bontà, egli cerca nel cuore del
Padre la sorgente dell'amore che deve trasmettere agli uomini.
Le due dimensioni si ritrovano nei due aggettivi che la lettera agli Ebrei
applica a Gesù "sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose
che riguardano Dio". Degno di fede per il rapporto unico esistente tra lui
e Dio; misericordioso verso gli uomini e specialmente verso i peccatori, perché
è venuto a portare il perdono, è venuto a togliere i peccati, è venuto a donare
agli uomini la vittoria nelle prove, lui che "per essere stato messo alla
prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli
che subiscono la prova". Tutta l'esistenza terrena di Gesù non ha altro
scopo, secondo la lettera agli Ebrei, che di portare a perfezione nel suo cuore
l'apertura agli altri, la misericordia e l'unione con Dio che lo rende
"degno di fede".
Gesù non si è messo al di sopra di noi, ma al nostro livello, ha preso la
nostra natura di carne e di sangue, non solo, ma le nostre sofferenze, le
nostre prove, persino la nostra morte, per poterci aiutare così come siamo.
Egli attinge la misericordia dalla sua unione con Dio, sorgente della
misericordia, e dal suo contatto con noi. E questa la grande rivelazione
dell'incarnazione. L'AT parlava già della misericordia di Dio, ma
l'incarnazione di Gesù dimostra che Dio ha voluto aver bisogno di prendere la
natura umana per aver maggior compassione: Gesù si è commosso, ha pianto, si è
adirato, ha sofferto per poter veramente patire con noi.
Questo è per noi un grandissimo motivo di conforto e di riconoscenza; sappiamo
che il Signore è sempre vicino a noi, che qualunque sofferenza, difficoltà, pena
non è mai un ostacolo tra noi e lui, anzi è un mezzo di unione. Per questo
dobbiamo guardare tutte le cose che nella nostra vita ci sembrano negative non
come un ostacolo, ma come un mezzo per crescere nella unione con Dio e nella
apertura agli altri. E un grande dono di luce capire che le difficoltà che
facilmente ci scoraggiano devono invece aumentare la nostra fiducia, perché
sono accompagnate da una grazia di unione particolare con la gloriosa passione
di Cristo e nello stesso tempo ci rendono concretamente solidali con tutti i
sofferenti. D'altra parte i due aspetti sono inseparabili, perché è unendoci
alla passione di Gesù che noi possiamo essere di aiuto a chi soffre, ed è nella
solidarietà con chi è nel dolore che ci uniamo davvero a Cristo, che ha voluto
soffrire con tutti i sofferenti e i peccatori.
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A BATTESIMO DEL SIGNORE IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
«Se vuoi, puoi purificarmi!».
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,40-45)
Tese la mano, lo toccò e gli disse:
«Lo voglio, sii purificato!».
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e
gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo
toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve
da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non
dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua
purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che
Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in
luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Noi possiamo
accogliere veramente la volontà di Dio soltanto se abbiamo fede nella sua
promessa, che dà senso a tutti i comandamenti. Dio vuol farci vivere nella
carità, vuol farci entrare nel suo amore e farci rimanere in esso. Ci promette
che questo non soltanto è possibile, ma è già realizzato in Cristo Gesù. E noi
continuiamo a dire che è difficile, che ci sono troppe difficoltà. Ora, le
difficoltà sono reali, ma non devono renderci increduli di fronte alla promessa
divina. Noi siamo con il Signore e sappiamo che egli trasforma tutti gli
ostacoli in occasioni di crescita, perché l'ha promesso, perché ci ama.
"Noi abbiamo creduto dice san Giovanni all'amore che Dio ha per noi".
Siamo dunque pieni di gioia e nelle difficoltà facciamo come il lebbroso del
Vangelo: avviciniamoci al Signore e diciamogli: "Se tu vuoi, puoi. Io sono
impotente, ma tu, se vuoi, puoi". Ripetiamoglielo, sapendo che è
perfettamente vero e che questa è la preghiera che egli aspetta da noi, per
ripeterci la sua promessa e l'assicurazione del dono di Dio.
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Venerdì della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Gesù disse al paralitico.
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,1-12)
Alzati, prendi la tua barella.
E va' a casa tua.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,1-12)
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in
casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti
alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non
potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto
nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui
era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico:
«Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla
così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù,
conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché
pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico
"Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e
cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: àlzati,
prendi la tua barella e va' a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne
andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto
nulla di simile!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo ci dà un
esempio della efficacia immediata della fede. "Gesù, vista la loro
fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi
peccati"". Non ha detto: "I tuoi peccati ti saranno rimessi
nell'ultimo giudizio", ma "ti sono rimessi", vista la loro fede:
la fede fin da ora ottiene il dono di Dio, anche quando le circostanze
direbbero il contrario. La fede è possesso anticipato delle cose che si
sperano.
Noi siamo sempre invitati a entrare nel riposo di Dio, specialmente nella
Messa: "Beati gli invitati alla cena del Signore". La cena del
Signore in un certo senso è nel futuro, nella definitiva, e il banchetto
celeste. Ma in un altro senso partecipiamo in ogni Eucaristia, nella fede, al
banchetto celeste, siamo invitati a essere con Dio: nella gioia di Dio,
nell'amore di Dio, nella pace di Dio. E in ogni momento della giornata dobbiamo
sentire questo invito: "Entrate adesso nel mio riposo".
I tre giovani non erano certo m una situazione tranquilla in apparenza, ma il
racconto di Daniele dice che spirava un vento leggero e che nel martirio erano
come in cielo, e cantavano: "Benedite il Signore, lodatelo ed esaltatelo,
perché ci ha liberati!". Anche noi siamo invitati allo stesso canto, anche
in modo paradossale, che è proprio il modo della fede, perché attraverso le
difficoltà, al livello più profondo raggiungiamo Dio.
Siamo Stati posti per sempre nell'amore di Cristo, ed egli ci ripete:
"Rimanete nel mio amore".
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Sabato della I
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori.
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,13-17)
Io non sono venuto a chiamare i giusti,
ma i peccatori.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a
lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al
banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano
a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo
seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e
i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai
pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico,
ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Oggi vediamo due
aspetti della persona di Gesù, che fondano la nostra speranza: da una parte
la sua autorità, dall'altra la sua misericordia. La sua autorità è grande: egli
è "il sommo sacerdote che ha attraversato i cieli", la cui parola
"è spada a doppio taglio... e scruta i sentimenti e i pensieri del
cuore". Per questa autorità parla alle folle e impone ordini:
"Seguimi", ottenendone l'immediata esecuzione: "Egli, alzatosi,
lo seguì". E questa sua autorità è ancora più evidente dopo la
risurrezione: abbiamo un sommo sacerdote Figlio di Dio, assiso alla sua destra.
Ma questa grandissima autorità non rende Gesù duro, perché egli è
misericordioso e non può non compatire le nostre infermità. Lo vediamo
accogliere i peccatori, mangiare con loro, in un rapporto familiare che provoca
le critiche dei farisei e degli scribi. Mette la sua autorità a servizio dei
peccatori e alle critiche risponde: "Non sono i sani che hanno bisogno del
medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i
peccatori". I farisei non ricorrevano alla sua misericordia perché non ne
sentivano il bisogno; i cristiani invece lo conoscono autorevole e
misericordioso e questo forma la loro gioia e la loro pace, perché sanno di
potersi sempre "accostare con piena fiducia al trono della grazia, per
ricevere misericordia ed essere aiutati al momento opportuno".
Testimonianza di ciò è il dono di sua madre, piena di grazia, rifugio dei
peccatori, consolatrice degli afflitti, la più perfetta espressione umana della
misericordia. Ella, madre di misericordia, contribuisce a svelarci il volto di
Dio, che resiste ai superbi e dà grazia agli umili. Riceviamo con gioia, umiltà
e fiducia questa rivelazione.