IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venite a me, voi
tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Il giogo del Signore è leggero, poiché egli lo porta per noi.
IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
XIV DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è
stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e
il mio peso leggero». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù prega. Si rivolge a suo Padre. La sua preghiera è un'azione di grazie. Egli loda suo Padre, non in quanto tale, ma per ciò che fa. Si meraviglia di vedere la spontaneità dei bambini e la gente senza cultura rispondere alla sua predicazione. Come, d'altra parte, si dispiace di vedere allontanarsi da sé coloro che avevano tutte le possibilità di riconoscerlo (Gv 9,40-41). Qui la gioia di Gesù esplode. Nessuno lo mette in discussione, nessuno lo fa passare al vaglio di una critica saccente. Vi sono anche coloro che lo accolgono semplicemente, che spontaneamente intuiscono che non si tratta di capire tutto, ma di accettare d'essere amati. È veramente necessario assomigliare a quei bambini che Gesù ama e accarezza (Mc 10,16), e che sono felici di essere amati, perché non sono discussi. È veramente necessario abbassare le armi davanti a lui, a rischio di passare di fianco al più bell'incontro che un uomo possa fare senza accorgersene. E per colui che lo accoglie in tal modo Gesù serba le rivelazioni più grandi, quelle che nessuno può conoscere (Mt 11,27) e che trattano del mistero di Dio stesso. C'è di più. Coloro che pregano ne fanno l'esperienza. Dio parla loro quando essi si confidano a lui. Essi comprendono quando non sono sulle difensive. Essi amano veramente quando accettano di essere amati, poiché Dio ci ama sempre per primo (1Gv 4,10) ma noi ci difendiamo, non vogliamo essere sensibili, e facciamo fatica a lasciarci andare. Noi ci complichiamo la vita spirituale. Cerchiamo il difficile dove le cose sono semplici. Il giogo del Signore è leggero, poiché egli lo porta per noi.
IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,18-26)
Coraggio, figlia,
la tua fede ti ha salvata.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò
dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano
su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò
alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se
riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la
vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante
la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione,
Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo
deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano
e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
La lettura di oggi deve suscitare in noi il desiderio di una
fede più grande. Gesù dice a questa donna: "La tua fede ti ha guarita".
La fede ha fatto sì che il contatto fisico con lui ("Se riuscirò anche
solo a toccare il suo mantello, sarò guarita") fosse un contatto ben
diverso da quello ordinario: "In quell'istante la donna guarì". La
fede vede nella realtà nuove possibilità, invisibili nell'assenza di fede. Gesù
stesso esprime ciò che vede la fede, quando dice: "La fanciulla non è
morta, ma dorme". Sembra morta, ma la fede vede che può rivivere. Per
quelli che non hanno fede queste sono parole senza senso e, dice il Vangelo,
"si misero a deriderlo". Vedono la realtà concreta e dicono: "E
evidente, è morta, ne siamo ben sicuri, non può certo vivere di nuovo",
perché non vedono la nuova possibilità che la fede mette in quella realtà.
Noi che crediamo in Gesù siamo chiamati a vedere queste nuove possibilità e a
trasformare anche realtà di morte in realtà di vita.
Quante volte noi vediamo soltanto difficoltà, fermandoci all'aspetto più
immediato della realtà: qualche difficoltà, la malattia, le contrarietà,
qualche dissenso sul lavoro o in famiglia, li vediamo solo come tanti ostacoli
sul nostro cammino. Se abbiamo fede viva scopriamo che questi ostacoli,
concreti, non sono la realtà totale. Noi vediamo l'apparenza ma nel profondo
c'è l'amore del Signore, che ci offre la possibilità di un rapporto più vivo
con lui, di una trasformazione della realtà quotidiana.
Chiediamo al Signore la grazia di avere gli occhi aperti e di aumentare la
nostra fede, perché possiamo vedere le cose nella loro vera, profonda realtà.
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Martedì della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
San Benedetto
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,27-29)
Cento volte tanto
e la vita eterna.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti
abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il
Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del
mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù
d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o
madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in
eredità la vita eterna». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Noi potremmo facilmente tenere il Vangelo a distanza
pensando: "Sono i discepoli ad essere coinvolti, o, tutt'al più, i santi come
Benedetto, che Dio ha chiamato a realizzare una grande opera". Ma il Vangelo
non è solo un libro di storia. Non si accontenta di raccontare gli avvenimenti.
Gli apostoli, i santi e i missionari rimandano a me. Guardate Pietro che ha
accompagnato Gesù e gli altri discepoli che hanno abbandonato tutto; o guardate
Benedetto che, giovane studente, rifiuta la vita brillante di Roma per
ritirarsi nella solitudine! Tutti sono implicati nella storia. Noi saremmo
semplici spettatori? Il Vangelo non ci riguarderebbe?
Eppure il Vangelo parla dell'avvento di un nuovo regno, del segreto inaudito
che fa sì che Dio permetta che nasca un regno senza fine. Ciò significa dunque
che Dio ha delle aspettative su di noi. È il dramma dell'amore. E la mia storia
con Dio. La storia del regno dei cieli è già cominciata. Bisogna continuare a
raccontare la storia come storia di Dio e del suo mondo. In questo Vangelo, è
la sua storia che Gesù racconta quando dice: "Nella nuova creazione, quando il
Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria..." (Mt 19,28).
Per Gesù, ciò vuol dire amore fino alla croce.
Egli sa: "Mio padre mi manda nel mondo per amore e dice: Tu genererai un popolo
nuovo. La tua missione è di diffondere l'amore nel mondo intero". Dio vuole che
il suo amore si riversi nel mondo. Si tratta del dramma dell'amore. Noi
possiamo parteciparvi lasciando che Dio ci mostri il nostro posto. Poiché egli
si indirizza a noi, personalmente. Quante volte abbiamo rifiutato questo
invito: eppure la redenzione ha luogo qui e ora, oggi. Non è in teoria, ma
nell'istante stesso che Gesù ama, agisce e parla. Ciò che importa è che io alzi
gli occhi per vedere cosa accade. A cosa serve, se qualcuno mi perdona in
teoria ma non nel suo cuore, né ora? La pratica di Gesù ci mostra una cosa:
egli è andato incontro a tutti. Il suo invito valeva per tutti. Non debbo,
dunque avere paura. Non sono tenuto a diventare prima un uomo a posto, posso
venire quale sono. E, per una comunità, ciò significa semplicemente poter
esistere anche con le proprie debolezze.
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Mercoledì della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,1-7)
I nomi
dei dodici apostoli.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere
sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo
fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e
Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo;
Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e
non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore
perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno
dei cieli è vicino». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Chiamati a sé i dodici discepoli, Gesù diede loro il
potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e
di infermità". Non manda quindi i suoi Apostoli soltanto per predicare, ma
anche per guarire. Soltanto dopo il Vangelo dice: "Strada facendo,
predicate che il regno dei cieli è vicino". Anche Gesù faceva la stessa
cosa, cioè non si limitava a predicare, ma guariva. Così il Vangelo è completo,
nel senso che non è una legge, non è soltanto un insieme di precetti dati da
Dio per la nostra salvezza, è realmente un dono di Dio che ci salva. La
predicazione del Vangelo deve dimostrare che esso è realmente un regalo di Dio
e non prima di tutto una esigenza. Per questo Gesù dà agli Apostoli il potere
di guarire, come segno della presenza fra noi di Dio che salva.
I cristiani noi devono agire anche ora così. Non dobbiamo soltanto
"predicare", insegnare che questo si fa e quest'altro no; dobbiamo
prima di tutto dare testimonianza della bontà di Dio verso l'uomo, anima e
corpo. Dio ci ha creato anima e corpo e non disprezza il corpo. il Signore Gesù
non ha disprezzato i corpi ammalati, anzi, si è chinato su di loro con
predilezione. Poteva dire e l'ha detto, non agli ammalati ma a tutti che è
necessario portare la propria croce, e questo è vero ed essenziale, però ai
malati, a tutti coloro che avevano una sofferenza, un bisogno, si avvicinava
non con un precetto, ma con la sua infinita bontà e la sua potenza di sanazione
e di consolazione. Anche noi dobbiamo con le nostre azioni far vedere che Dio è
buono, che è qualcuno che si dona, portando sempre e a tutti la sua pace e la
sua gioia.
IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,7-15)
Strada facendo, predicate il Vangelo,
dicendo che il regno dei cieli è vicino.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo
che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né
argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né
sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e
rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la
vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a
voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole,
uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi.
In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà
trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La vostra pace scenda
su di essa.
Accoglienza dell'inviato di Gesù e pace sono una cosa sola. L'accoglienza non
riguarda però il suo corpo, bensì il suo spirito, la sua anima, la ricchezza
divina e spirituale che lui porta con sé. "Chi accoglie voi, accoglie me.
Chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato". Le parole di Gesù sono
di chiarezza divina, eterna. Non accoglie il missionario chi gli dona un tozzo
di pane o un letto per riposare. Lo accoglie, chi accoglie la ricchezza di
grazia, di verità, di Spirito Santo che lui nasconde nel suo cuore. Nel cuore
del missionario vi deve abitare una sola ricchezza: Cristo Signore.
O i missionari sono i contenitori e i portatori del solo Cristo Signore, o non
sono affatto suoi missionari. Chi porta se stesso e dona se stesso agli altri,
mai potrà dirsi vero missionario del Vangelo, della grazia, della verità. Non
può, perché non porta nel suo cuore l'Autore vivo di questi doni divini.
Essendo lui distaccato dalla fonte della grazia e della verità, è anche
separato dalla sorgente della pace. Lui può anche essere accolto per ragioni
umane. Lui però non potrà mai assolvere al fine per cui è stato mandato. Mai
potrà portare e lasciare la pace in quella casa. Non può, perché il suo cuore è
spoglio, privo del Principe della pace che è Cristo Signore.
Una verità deve essere chiara al nostro cuore e alla nostra mente e con
chiarezza deve essere anche annunziata. La pace non è per preghiera. Dio non
dona la pace perché gliela chiediamo. Se Lui ce la desse per sola preghiera,
non avremmo bisogno di Cristo Gesù. Dio la pace all'umanità l'ha data. È il suo
Figlio Unigenito. Cristo Gesù la pace agli uomini l'ha donata. Sono i suoi
missionari. Sono essi che devono farla scendere nella casa del mondo. Cosa
potrà scendere attraverso di essi? Divenendo essi una cosa sola con Cristo
Gesù, un solo mistero di grazia, verità, santità.
I missionari di Gesù sono questo mistero. Se si separano da esso, non sono più
datori del mistero e quindi neanche sono datori di pace. L'umanità rimane nella
sua guerra eterna. Anche se l'umanità volesse la pace, non potrebbe ottenerla
in alcun modo, perché il solo modo possibile è il missionario. È lui la via e
il dono della pace. È lui la via e il dono di Cristo. Ma Cristo Gesù non è un
pacco da portare con sé. Lui si dona in un solo modo: divenendo una cosa sola
con il suo missionario. Se una casa è priva di pace, la responsabilità è tutta
del missionario. Lui in questa casa è andato solo. Non ha portato con sé Gesù
Signore. Ha dato se stesso, ma non Lui, il Principe della pace.
Ogni discepolo di Gesù è un missionario, un portatore e datore di Cristo, il
Principe e il Dono di Dio della pace. È giusto allora che ci chiediamo? Porta
Gesù nel suo cuore chi usa un fucile, un cannone, una mitragliatrice? Porta
Gesù chi sgancia bombe atomiche o di qualsiasi altra natura? Porta Gesù chi
dichiara guerra ai popoli e alle nazioni? Porta Gesù chi è nemico dei suoi
fratelli? Porta Gesù chi vive solo per se stesso e fa della sua vita un tesoro
da conservare nello scrigno della sua ricchezza, benessere, agi di questo
mondo? Porta Gesù chi dice falsità, calunnie, inganna i fratelli, li tradisce,
li accusa, li condanna? Porta Gesù chi è invidioso, geloso, superbo, arrogante,
prepotente, insolente, avaro, senza alcuna pietà? Il mondo è senza pace perché
senza veri discepoli di Gesù. È lui, solo lui, il portatore e il datore della
vera pace.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri datori di
Cristo Gesù.
IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,16-23)
Chi avrà perseverato fino alla fine
sarà salvato.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in
mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi
flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e
re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi
consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà
dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è
lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si
alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un'altra; in verità io vi
dico: non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che venga il
Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai
loro tribunali, vi flagelleranno nelle loro sinagoghe... E quando vi
consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi.
Non è certo facile quello che Gesù chiede ai suoi discepoli, mentre predice
persecuzioni di ogni specie, anzi sul piano puramente umano è addirittura
impossibile. Ma questo è l'atteggiamento positivo dell'amore, fondato sulla
fede. Non siamo forse suoi? Ed egli ha detto che nessuno potrà mai strapparci
dalla sua mano. "Se Dio è per noi scriverà Paolo chi sarà contro di
noi?".
La preoccupazione è atteggiamento naturale, che ci angustia; che, se ci
lasciamo andare ad essa, ci mette sulla via dell'egoismo; che, oltre a tutto, è
inutile e sterile. E' saggezza cristiana non preoccuparci in anticipo delle
cose che temiamo. Forse non accadranno mai e, se accadranno, avremo allora il
dono che il Signore ci farà della sua forza per viverle come egli vuole.
La vera fiducia respinge decisamente tutte le preoccupazioni personali circa la
propria sorte.
Chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere fedeli oggi, che aumenti la nostra
fede e la nostra speranza, così che ci abbandoniamo lietamente alla sua
volontà, nella certezza che egli ci aiuterà sempre molto di più e molto meglio
di quanto noi possiamo immaginare.
IL VANGELO DEL GIORNO XIV DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato della XIV
settimana del Tempo Ordinario Anno A
San Bonaventura
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,24-33)
E' sufficiente per il discepolo
diventare come il suo maestro.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del
maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il
discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se
hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua
famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di
uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà
a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo
sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Uno potrebbe essere tentato, per paura della persecuzione,
di farsi discepolo nascosto di Gesù Signore. È discepolo, senza però che alcuno
ne sappia niente. In questo modo la sua vita mai sarà esposta al martirio, alla
derisione, allo scherno, a tutte quelle parole e azioni malvage da parte degli
uomini. Chi cade in questa tentazione attesta al mondo intero di essere ricolmo
nel cuore e nella mente di una indicibile stoltezza.
Il cristianesimo non è un teorema matematico che si può nascondere nella mente
e nel cuore. Esso è un vero sistema di vita concreta, reale, pratica, che
abbraccia non solo la nostra mente, la nostra anima, il nostro spirito. Essa
investe tutto il nostro corpo, la nostra terrena esistenza, tutta la nostra
visibilità, le nostre scelte, le nostre quotidiane abitudini, ogni parola che
esce dalla nostra bocca, ogni operazione delle nostre mani. Poiché l'uomo è visibilità
ed essendo il Vangelo un sistema di vita, mai si potrà essere discepoli
nascosti di Gesù Signore. Si può essere discepoli nascosti solo se non si è
discepoli affatto. Se si è discepoli necessariamente lo si è anche nella
visibilità.
Questa tentazione oggi si sta scatenando con una furia mai conosciuta prima. Si
vuole che ogni discepolo di Gesù viva la sua fede in Cristo solo quando è nella
sua casa, nel privato delle sue mura domestiche. Anche scegliere di recarsi in
Chiesa la domenica reca molto fastidio, perché obbliga a dichiarare non
percorribili certe vie oggi ritenute indispensabili al moderno progresso e
all'attuale società. Si parla dell'apertura dei negozi che obbliga a rinnegare
la Domenica come vero giorno del Signore. La fede deve essere esclusa dalle
scuole, dagli uffici, dalla politica, dalla scienza, dalla tecnica, dallo
sport, dal tempo libero, dai giorni feriali e anche festivi. Si vuole un
cristiano senza alcun segno visibile che riveli la sua appartenenza a Gesù
Signore.
La Parola di Gesù, che il discepolo di Gesù segue, non riguarda la sua anima.
Riguarda invece tutto il suo corpo. È il suo corpo che parla cristiano. Finché
il corpo non parlerà cristiano, nessuno potrà dirsi, professarsi discepolo del
Signore. Ma cosa significa per il nostro corpo parlare cristiano? Significa che
ogni azione che esce dal nostro corpo, sia come parole sia come opere, sia come
decisione e sia come consiglio, sia come impegno politico e sia come impegno di
qualsiasi altra natura, devono respirare di Vangelo di nostro Signore Gesù
Cristo. Dinanzi ad un invito a portare il mio corpo nella falsità, nella
menzogna, nell'approvazione dell'iniquità e di ogni altra nefandezza, io debbo
conservare il mio corpo nella verità di Gesù Signore.
Se devo conservare il mio corpo nella verità di Gesù Signore, mai potrò vivere
segretamente il mio essere suo discepolo. Sarebbe oltremodo impossibile
dichiarare non conforme alla mia natura il portare il corpo nella falsità e poi
rimanere nascosto come discepolo del Signore. L'uomo è persona inscindibile,
inseparabile. Anima e corpo sono una cosa sola. Per questo motivo è solamente
inconcepibile quanto la moderna società propone al cristiano: vivere la sua
fede nel segreto della coscienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci visibili discepoli
di Gesù.