IL VANGELO DEL GIORNO V DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce
IL VANGELO DEL GIORNO V DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
V DOMENICA DI
QUARESIMA ANNO A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,1-45)
Chiunque vive e crede in me,
non morirà in eterno.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,1-45)
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta
sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e
gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le
sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è
malato».
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per
la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga
glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era
malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai
discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco
fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non
sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa,
perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché
la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s'è
addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli:
«Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di
lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse
loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere
stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato
Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.
Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano
venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì
che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta
disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà
nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione
e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me,
non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che
tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le
disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò
da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta
gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a
consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando
che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi
dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!».
Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano
venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo
avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto.
Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero:
«Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non
morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era
una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la
pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo
odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se
crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò
gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo
che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce:
«Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e
il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo
andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva
compiuto, credettero in lui. Parola del Signore.
Forma breve:
TESTO:
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45)
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco,
colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non
porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il
Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro.
Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava.
Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.
Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta
in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la
concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che
risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e
crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore,
io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete
posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto.
Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero:
«Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non
morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era
una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la
pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo
odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se
crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò
gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo
che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce:
«Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e
il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo
andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva
compiuto, credettero in lui. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il racconto della risurrezione di Lazzaro è una delle
"storie di segni" che racconta san Giovanni. Si tratta qui di presentare Gesù,
vincitore della morte. Il racconto culmina nella frase di Gesù su se stesso:
"Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morrà in eterno" (vv.
25-26).
Che Dio abbia il potere di vincere la morte, è già la convinzione dei racconti
tardivi dell'Antico Testamento. La visione che ha Ezechiele della risurrezione
delle ossa secche - immagine del ristabilimento di Israele dopo la catastrofe
dell'esilio babilonese - presuppone questa fede (Ez 37,1-14). Nella sua
"Apocalisse", Isaia si aspetta che Dio sopprima la morte per sempre, che
asciughi le lacrime su tutti i volti (Is 25,8). E, per concludere, il libro di
Daniele prevede che i morti si risveglino - alcuni per la vita eterna, altri
per l'orrore eterno (Dn 12,2). Ma il nostro Vangelo va oltre questa speranza
futura, perché vede già date in Gesù "la risurrezione e la vita" che sono così
attuali. Colui che crede in Gesù ha già una parte di questi doni della fine dei
tempi. Egli possiede una "vita senza fine" che la morte fisica non può
distruggere. In Gesù, rivelazione di Dio, la salvezza è presente, e colui che è
associato a lui non può più essere consegnato alle potenze della morte.
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Lunedì Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato,
getti per primo la pietra contro di lei.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò
di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise
a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio,
la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante
adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come
questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere
motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché
insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza
peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo,
scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando
dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse:
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno,
Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare
più». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù Cristo insegna sul monte degli Ulivi e, in seguito, nel tempio. Raduna attorno a sé persone diverse, alcune che lo ascoltano volentieri e attentamente, altre che tentano a loro modo di raggirare la legge e l'autorità. Gli uni e gli altri ricevono una lezione. Gli scribi tendono una trappola a Gesù conducendo da lui una donna sorpresa in adulterio, ma Cristo ribadisce il valore e l'immutabilità delle leggi e delle esigenze divine, mostra come ci si deve comportare col peccatore, di cui rispetta la dignità umana: "Neanch'io ti condanno, va' e d'ora in poi non peccare più". Ecco le premesse del Vangelo di oggi: il male è male, il peccato è peccato, ma l'uomo è chiamato costantemente alla santità. Deve continuamente operare in sé il passaggio dall'uomo vecchio, cioè dal peccatore, all'uomo nuovo, rigenerato dall'acqua e dallo Spirito. Non c'è nessuno al mondo che sia senza peccato. Dobbiamo tutti impegnarci in modo solidale sulla via del ritorno a Dio. Chi di noi è senza peccato, scagli per primo la pietra. Molte pietre vengono scagliate e non perché sono in molti ad essere senza peccato. Quante persone invece, incontrando la misericordia di Cristo, si allontanano per non peccare più? Impariamo ad ascoltare attentamente Cristo, senza nasconderci dietro le leggi. L'insegnamento da seguire è l'amore!
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Martedì Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,2130)
Colui che mi ha mandato è con me
non mi ha lasciato solo.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,2130)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete
nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i
Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non
potete venire"?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo
mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati;
se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi
dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato
è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che
egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora
conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il
Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato
solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole,
molti credettero in lui. Parola del Signore .
RIFLESSIONI
Gesù pronuncia una strana sentenza, in contraddizione con
tutto il Vangelo, se tolta dal suo contesto: "Dove vado io, voi non potete
venire". In altri termini, non possiamo seguire Cristo se siamo nel peccato,
cioè se rifiutiamo Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo. Secondo san
Giovanni, il rifiuto di Cristo è il peccato più grande. Come Mosè nei confronti
del suo popolo, Cristo parla in nome di Dio. Mosè nel tempo in cui era il
pastore del popolo di Israele, aveva ascoltato le seguenti parole: "Io-Sono mi
ha mandato a voi... Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il
Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi" (Es 3,14-15). Il nome di
Dio bastava agli Ebrei perché avessero fiducia in Mosè, per fuggire dalla
schiavitù e partire verso la terra promessa. Questo nome celava in sé la
potenza e il dinamismo dell'Esodo. Grazie a questo nome, s'è compiuta la Pasqua
in cui non è mancata né manna né acqua. Ci furono le quaglie e il serpente di
rame a salvare dalla morte.
Evocando questo nome, che è il suo nome, Gesù ricorda tutta la strada percorsa
dalla schiavitù alla libertà, perché ciascuno di noi deve intraprendere questo
cammino dalla morte alla vita. Per provare in sé questa Pasqua, bisogna credere
in Gesù, credere a Gesù. Credere che egli è l'inviato, il Messia, e credere
nelle sue parole. Allora si impara a seguirlo nel mistero pasquale, nella
passione, nella morte sulla croce e nella risurrezione.
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Mercoledì Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,31-42)
Disse loro Gesù:
Se Dio fosse vostro padre, mi amereste.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete
nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non
siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il
peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa;
il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete
liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di
uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che
ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal
padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di
Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un
uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi
fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo
padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché
da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha
mandato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Essere libero o essere schiavo del peccato, ecco il dilemma
che ogni uomo deve affrontare. Essere libero significa appartenere
completamente a Dio, fare la sua volontà, poiché egli desidera la nostra
salvezza. Essere libero compiendo il bene è fare piacere a Dio. Al contrario,
essere schiavo significa andare per la propria strada, essere signori di se
stessi. Impariamo a perseverare nell'insegnamento di Cristo. Perseverare
significa perdurare sempre, costantemente. Perseverare significa credere anche
a scapito della logica umana e delle convinzioni universali. Ciò significa
avere il coraggio di dare fiducia a Gesù, rimanere sempre nella casa del Padre.
Abramo ha mostrato di avere del tutto fiducia in Dio. La patria, verso la quale
per tutta la vita non ha smesso di incamminarsi, è Dio. Se fossimo davvero
figli di Abramo, le nostre vite prenderebbero un'altra piega. Il Figlio di Dio
è venuto sulla terra per cercare e per salvare ciò che era perduto. Se il
Figlio vi libera, sarete davvero liberi. Il tempo di Quaresima ha questo senso:
con l'ascolto della parola divina e con le azioni dettate da una fede profonda
noi vogliamo ottenere la liberazione operata per noi da Gesù Cristo. Essere un
discendente di Abramo non ha un significato carnale, ma spirituale: continuare
lo spirito del patriarca, cioè avere una fede sempre più forte.
Nella fede Abramo ha obbedito all'appello di Dio e si è recato nella terra di
cui doveva entrare in possesso.
Prima di arrivare alla terra promessa ha peregrinato molto, aspettando la
costruzione, su solide fondamenta, della città il cui architetto e costruttore
sarebbe stato Dio stesso. E noi siamo capaci di camminare fino alla città
costruita da Dio?
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Giovedì Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,51-59)
Se uno osserva la mia parola,
non vedrà la morte in eterno.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,51-59)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: "Se uno
osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno"». Gli dissero allora i
Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i
profeti, e tu dici: "Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in
eterno". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i
profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi
mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!", e non lo
conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi:
un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre,
esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto
Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo
fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e
uscì dal tempio. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Per non morire, basta osservare l'insegnamento di Gesù, osservarlo per intero. Eppure quante volte per far bella figura ci scusiamo, davanti all'opinione pubblica e davanti a noi stessi, dicendo che rispettiamo quest'insegnamento, ma in parte! Facendo ciò, non conosciamo Dio, perché non consideriamo le sue esigenze. Il Nuovo Testamento è il complemento e, insieme, il compimento dell'insegnamento dell'Antica Alleanza. Non possiamo capire del tutto l'Antico Testamento se non lo leggiamo con il Nuovo Testamento come un tutto. Ma il Nuovo Testamento non sarà comprensibile in tutte le sue implicazioni se lo leggiamo separatamente. Gesù ricorda oggi l'unità dei due Testamenti. Gli interlocutori di Gesù non vogliono prendere atto di ciò. Ne hanno semplificato la prospettiva, e si sono trovati in errore. Abramo ne possedeva invece la prospettiva globale, perché, grazie alla sua fede, guardava verso l'avvenire, verso il Messia. Gesù è il Messia promesso, atteso, colui che salverà Israele, ma gli Ebrei non ci credono. Si ostinano a guardare soltanto alla vita terrena, nel suo circolo chiuso che va dalla nascita alla morte, mentre la vita eterna, di cui parla Gesù, comincia con la nascita nell'acqua e nello spirito ed è infinita. Per giungere a questa vita eterna, bisogna osservare per intero l'insegnamento di Gesù.
IL VANGELO DEL GIORNO V DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,31-42)
Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre:
per quale di esse volete lapidarmi?
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse
loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di
esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera
buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi
siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola
di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha
consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono
Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le
compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e
conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente
di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni
battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha
compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era
vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Una volta ancora Gesù sta per essere lapidato, e le parole
che scambia con i suoi persecutori mettono in rilievo il vero motivo del suo
martirio ormai prossimo. Gesù non è stato condannato a morte, come Giovanni
Battista, perché predicava la giustizia e nemmeno perché i suoi miracoli
preoccupavano i potenti, ma piuttosto perché si dichiarava Figlio di Dio e, per
la legge di Mosè, una simile affermazione meritava la morte. Durante tutta la
vita, egli ha voluto conoscere nella sua sensibilità ardente questa sofferenza
di essere rifiutato perché era Figlio del Padre, mentre il suo solo desiderio
era di donarci suo Padre.
Alcuni l'hanno riconosciuto e sono venuti a lui. Sono quelli che, attraverso la
sua parola dolce e pacata, ma affilata come una spada, attraverso le sue opere
di misericordia, i miracoli, le risurrezioni che manifestavano la gloria di
Dio, oppure attraverso la testimonianza del suo precursore, hanno percepito lo
Spirito del Padre che li toccava nel più profondo del loro cuore e sono stati
abbastanza umili, abbastanza poveri per aprirsi all'adorazione. Allora costoro
sono stati rinsaldati nella fede e hanno riconosciuto che Gesù è nel Padre e
che il Padre è in lui.
In questi ultimi giorni prima della Passione, la Chiesa ci spinge ad
attaccarci, con una fede amorosa e piena, a "colui che il Padre ha consacrato e
mandato nel mondo".
IL VANGELO DEL GIORNO V DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato Della V
Settimana Di Quaresima Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,45-56)
Molti dei Giudei
credettero in lui.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò
che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui.
Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva
fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa
facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti
crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la
nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non
capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo
muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non
lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che
Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per
riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque
decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella
regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i
discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme
prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio,
dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
I sommi sacerdoti e i farisei diedero l'ordine di arrestare
Gesù. Erano molto invidiosi, in seguito a tutto quello che era successo a
partire dalla risurrezione di Lazzaro. Troppe persone avevano creduto e avevano
seguito Gesù.
Il sommo sacerdote "profetizzò" che la morte di un solo uomo era preferibile
alla schiavitù dell'intero popolo, deportato a Roma.
In realtà non era ancora giunto il tempo in cui i Romani avrebbero temuto
qualcosa da parte degli Ebrei, come testimonia il processo di Gesù: il
procuratore della Giudea diede poca importanza al fatto che Gesù si proclamasse
re dei Giudei. Ordinò anche di preparare un cartello con questa iscrizione: "Re
dei Giudei".
Ma, trent'anni dopo, la "profezia" di Caifa avrebbe avuto un senso molto reale,
quando i Romani sarebbero giunti a disperdere l'intero popolo e a distruggere
il tempio.
Ma Gesù non era un pericolo! Egli muore per il suo popolo, per riunire in un
solo corpo i figli di Dio che erano dispersi. Prima della morte, Gesù prega il
Padre suo, perché tutti possano essere "uno" come lui con il Padre.
Molte persone cercarono Gesù nel momento dei preparativi della Pasqua. Molti
chiesero: "Non verrà egli alla festa?". Certamente Gesù verrà per la festa
pasquale, perché, senza di lui, essa non avrebbe un senso molto profondo.
Allo stesso modo, nella nostra vita, una Pasqua senza Cristo non ha senso. Oggi
dobbiamo porci la stessa domanda dei sommi sacerdoti e dei farisei: "Che
facciamo? Quest'uomo compie molti segni".
E noi che cosa vogliamo fare di Cristo nella nostra vita?