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         IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO SANTISSIMA TRINITA' E SETTIMANA ANNO B                  IL VANGELO NEL 21° SECOLO

TRINITA' SANTISSIMA
Rendici sempre consapevoli della tua presenza nella nostra vita, in modo da essere segno nel mondo della tua presenza

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,16-20
)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Nuovo Testamento fonda l'universalità della missione nello speciale rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo.
Il Vangelo dev'essere annunciato a ogni uomo, perché Gesù è la verità dell'uomo, ha ricevuto dal Padre ogni potere in cielo e in terra, perché ha fatto la volontà del Padre fino alla morte aprendo così per ogni uomo la via verso la pienezza della vita. Di qui le caratteristiche della missione:
- la forza che l'anima è lo Spirito Santo che da Gesù risorto viene promesso e trasmesso ai discepoli, come principio della vita nuova, che deve essere annunciata e comunicata a ogni uomo;
- il contenuto della missione è la sequela di Cristo, l'obbedienza al Vangelo, l'osservanza dei comandi di Gesù, l'adesione battesimale alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il distacco dalla vita incredula, implorando e accogliendo la remissione dei peccati;
- la speranza che sostiene i missionari nelle fatiche e nelle difficoltà è la certezza che Gesù è sempre con loro sino alla fine del mondo (da Partenza da Emmaus, in "Rivista Diocesana Milanese", sett. 1983, 814-815).

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,17-27)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

"Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!", dice Gesù al giovane ricco che gli
chiede la via da seguire per giungere alla vita eterna. È in grado di seguire Cristo solo l'uomo che ha capito che soltanto Dio è grande e che tutto il resto è piccolo ed effimero. Ma comprendere ciò è già una grazia e non dipende da noi.
Gesù chiama tutti noi, chiama ogni uomo a seguirlo, si rivolge a tutti i credenti della terra, così come ci insegna la Chiesa. Ma non tutti sono chiamati a seguire Gesù allo stesso modo: non tutti devono rinunciare ad ogni loro bene, non tutti devono subire il martirio.
Gesù dice al giovane che vorrebbe seguirlo: "Tu conosci i comandamenti". E, quando questi gli risponde di averli osservati fin dalla sua giovinezza, Gesù, "fissatolo, lo ama" e gli dice: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri... poi vieni e seguimi".
Gesù lo fissa. Lo sguardo divino, pieno di grazia, si posa su colui che egli chiama. È interessante rileggere l'incontro di Pietro e di Gesù, così come è narrato nel Vangelo secondo Giovanni. "Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: ''Tu sei Simone, il figlio di Giovanni...''" (Gv 1,42). Dio chiama gli eletti per nome, li conosce per mezzo del suo sguardo amoroso che tutto sa. Conosce gli uomini e gli uomini lo riconoscono. Gesù sa chi ha scelto e chiamato.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione del suo pellegrinaggio a Monaco, rivolgendosi ai giovani, ha esclamato: "Siate aperti all'ascolto della voce di Cristo in voi. La vostra vita terrena è un'avventura e un rischio a senso unico: essa può diventare benedizione o maledizione".

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 10,28-31
)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo ci invita a diventare discepoli di Cristo. A ciascuno di quelli che
vogliono seguirlo Gesù dà l'obbligo di rimanere fedele, per giungere alla meta ultima che è il cielo. E noi, pensiamo quanto costa a Gesù uno solo dei suoi discepoli? Sappiamo che il suo cammino porta a Gerusalemme, al Golgota? Siamo sicuri che riusciremo a camminare con lui fino in fondo?
Gesù ci presenta delle condizioni - ardue - per seguirlo: essere pronti a rinunciare alla famiglia, agli amici, all'onore, alla vita stessa. Rinunciare, insomma, a tutti i propri beni: "Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo" (Lc 14,33).
Una cosa è certa: seguendo senza alcuna riserva Gesù, restandogli fedeli, ci si procura la salvezza.
Bisogna tuttavia chiarire che Gesù non esige da tutti una rinuncia tanto radicale. Da nessuno esige l'impossibile. È così che Gesù chiama ciascuno di noi sul suo cammino. La più grande "rinuncia" chiesta a tutti è un amore più grande, al quale siamo tutti chiamati. Ripensando alla sofferenza e alla croce di Cristo, invochiamo lo Spirito Santo: chiediamogli l'amore che ha portato Gesù alla croce e che ha compiuto il suo sacrificio. Preghiamo per essere pronti a seguire fedelmente il Signore sulla sua strada.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,32-45)
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che Lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'Uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; Lo condanneranno a morte e Lo consegneranno ai pagani, Lo derideranno, gli sputeranno addosso, Lo flagelleranno e Lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che Tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che Io faccia per voi?». Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che Io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui Io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che Io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui Io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'Uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Nel Vangelo di oggi ascoltiamo il discorso della sofferenza, della morte e della risurrezione di Cristo. Gesù dice ai suoi apostoli che, salito a Gerusalemme, i sommi sacerdoti e gli scribi "lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno".
E, proprio qui, nasce la domanda: Il Salvatore doveva davvero soffrire e morire perché il mondo fosse riscattato dai suoi peccati?
Essendo Dio, poteva riscattarci senza sofferenza e senza morte. Ma ha avuto pietà di noi, che siamo destinati a soffrire e a morire per i nostri peccati. Sapeva bene, infatti, che ci avrebbe attirato a sé in questo modo, attraverso la sofferenza, per distruggere i nostri peccati. Da noi vuole solo questo: che ci abbassiamo e riconosciamo il nostro stato di peccatori. E ci grida: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime" (Mt 11,28-29).
La sofferenza di Cristo è un grande mistero, così come il suo amore per la creazione e per gli uomini, divenuti, con il battesimo, membra del suo corpo.
La sofferenza e la morte di Cristo sono ancora più grandi per il fatto che egli continua a soffrire nelle membra del suo corpo, nei suoi figli innocenti, poveri e abbandonati.
Nel sacrificio della Messa, egli si offre ogni giorno in sacrificio, per loro e per tutti noi, al Padre dei cieli.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-56)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La prima cosa che mi viene in mente meditando questa Parola, è la prudenza e il mantenimento dei segreti da parte di Maria e Elisabetta. Due Persone speciali che portano in grembo due Creature che avranno compiti soprannaturali e uno è il Figlio di Dio incarnato.
Sono due Donne che si comprendono più che con lo sguardo, con lo Spirito che ha operato mirabilmente in entrambe. Una è fanciulla e l'altra anziana, ma qui non conta l'età, ci si trova in una dimensione soprannaturale incomprensibile dalle due donne, anche se la Vergine Maria ha una consapevolezza e cognizione elevatissima del progetto di Dio.
Se la Madonna già in questa fase della sua età risulta irraggiungibile e mantiene il "segreto del Re" tanto da non parlarne neanche a Giuseppe, rischiando la lapidazione, Elisabetta riesce a conservare il segreto della maternità, "impossibile" per l'età, anche ai conoscenti per un pudore che conoscono le persone sante.
Non aveva nulla da rimproverarsi né da nascondere, era anziana e sterile.
Due miracoli ha ricevuto Elisabetta, ma neppure uguagliano il solo miracolo dell'Incarnazione del Figlio di Dio nella cugina Maria di Nazaret.
Oltre alla forza spirituale di queste Donne nel mantenere una riservatezza incantevole, trovo importante quanto avvenne in Elisabetta per la mediazione della Madonna. "Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo".
Elisabetta cominciò a profetizzare sulla Maternità Divina di Maria Santissima e a capire più nitidamente il miracolo dei miracoli avvenuto nella cugina. Non riflette su quello che dice ma le sue parole sono un inno soave ed estasiato che sale al Cielo e rallegra tutti.
Elisabetta rappresenta la donna che non può avere figli, mostra che la preghiera ottiene l'impossibile e che è una vittoria puntare su Dio.
Il miracolo della sua gravidanza fu tutto Divino, ma fu la vicinanza alla cugina Maria di Nazaret a trasformarla e a produrre in lei meraviglie di Grazie. "Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo".
Il suono della parola della Madonna produceva effetti soprannaturali e otteneva da Dio Grazie imprevedibili. Dio comunque da poco tempo si era incarnato in Lei, Ella era il Paradiso in Terra di Dio, la vera Mediatrice delle Grazie di Dio.
Elisabetta era una santa donna, l'incontro con Maria Vergine la rese ancora più spirituale, è stato sufficiente incontrare la cugina con tutto l'amore che portava dentro e venerare la Donna Beata. "Benedetta Tu fra le donne e Benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me?".
Ha detto una profezia su una Verità che neanche Giuseppe conosceva ancora, ed era necessario conoscere che la cugina Maria che si era recata da lei per aiutarla dopo la sua gravidanza in tarda età, non era più solamente la cugina Maria. Ella portava nel grembo il Figlio di Dio ed era diventata la Madre di Dio.
Ammiriamo l'amabile accoglienza che si scambiano loro due, questo è il modo amabile e leale di incontrarsi tra i cristiani, quelli che apprezzano i valori morali. Senza più finzione e conformismo, con la sola verità nelle parole e nel cuore.
Con pensieri sempre buoni nella mente e una lotta contro i doppi pensieri, quelli che si scelgono secondo la convenienza. Non sia mai più così.
La Madonna vuole visitare i cuori di tutte le persone del mondo e portare Gesù, donare il suo Spirito di
Madre Onnipotente per Grazia. Trova molti impedimenti anche tra gli stessi cattolici, ed appare inspiegabile la lotta contro la devozione alla Madonna anche da parte di vescovi e sacerdoti. È una triste realtà.
Chiediamo noi ogni giorno alla Madre di Dio di visitare chi odia Gesù, chi non Lo conosce, le Anime tutte e tutti gli ammalati.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 11,11-25)
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l'udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
"La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni"?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

UNA LUCE PER IL NOSTRO TEMPO. Il nostro secolo, che cerca un modello di santità vissuta nelle responsabilità quotidiane, potrebbe trovarlo benissimo in Giustino. Egli fu infatti un discepolo di Gesù Cristo, esemplare per la serietà della sua indagine intellettuale, come per la fedeltà alla sua fede. Sempre in cerca della verità, dopo averla scoperta in Gesù Cristo, non smette di approfondirla. Nel suo continuo cercare rende evidente il dono totale fatto di se stesso a Cristo, che lo porterà fino al martirio. Uomo retto e fedele, Giustino fu sale e luce per gli uomini del suo tempo.
FOLLIA DELLA CROCE (Colletta e L.). Giustino non arrivò alla "mirabile conoscenza del mistero del Cristo" soprattutto attraverso le sue ricerche intellettuali, bensì mediante la fedeltà alla fede che lo porterà sino al martirio. Coi libri che ci ha lasciato, ma più ancora col suo eroico sacrificio, egli proclama anche oggi che gli uomini non vengono salvati dalla loro saggezza, né dall'ostentazione di segni straordinari. Vengono salvati dalla Croce, follia e scandalo per gli uomini, potenza e sapienza di Dio.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 11,27-33)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: "Dal cielo", risponderà: "Perché allora non gli avete creduto?". Diciamo dunque: "Dagli uomini"?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore. 

RIFLESSIONI

L'evangelista Marco volle mostrare ai destinatari del suo Vangelo che, con la venuta di Gesù, il regno di Dio era già sulla terra. Ovunque Gesù lo proclama. Del resto le sue azioni mostrano, in modo ancora più evidente delle sue parole, che cosa significhi ciò per gli uomini: Gesù guarisce infatti molti malati, caccia molti demoni e compie tali azioni non solo a Cafarnao, ma in tutta la Galilea. Gli uomini troveranno così la santità dell'anima e del corpo.
Giovanni riassume quest'esperienza nelle seguenti parole, pronunciate da Gesù: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10).
Marco era convinto che chi avesse sentito parlare delle opere di Gesù, avrebbe dovuto riconoscere chi egli era; per questo l'evangelista mostra come rispondevano gli uomini alle azioni in cui Gesù manifestava i suoi poteri. Molti capivano che egli era il Messia, mentre i sommi sacerdoti e gli scribi non ci credevano. Del resto, costoro erano sempre stati e sarebbero sempre stati ostili a Gesù. In particolare, lo furono quando Gesù scacciò i mercanti dal tempio di Gerusalemme. In quell'occasione, Gesù "insegnò loro dicendo: Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!".
I sommi sacerdoti e gli scribi, come si dice nel Vangelo, allora gli chiesero con quale autorità facesse queste cose. Ma Gesù, con una sola domanda, li fece tacere. Essi cercarono allora un modo di farlo morire, ma lo temevano perché tutto il popolo andava a lui ed era ammirato del suo insegnamento.