IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
OSANNA AL FIGLIO DI DAVIDE OSANNA AL REDENTORE
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
DOMENICA DELLE PALME
ANNO A
Passione di Gesù secondo Matteo. (Mt 26,14-27,66)
In verità io vi dico:
Uno di voi mi tradirà.
***
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo. (Mt
26, 14-27,66)
- Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei
sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli
gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione
propizia per consegnare Gesù.- Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:
«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli
rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo
è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come
aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.- Uno di voi mi tradirà
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In
verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono
ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che
ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio
dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il
Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai
detto».- Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e,
mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio
corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene
tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per
il perdono dei peccati. Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto
della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre
mio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.- Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge
Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo.
Sta scritto infatti: "Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del
gregge". Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò
mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo
canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi
morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.- Cominciò a provare tristezza e angoscia
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai
discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro
e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse
loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».
Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio,
se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come
vuoi tu!».Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non
siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non
entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò
una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare
via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di
nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si
allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi
si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l'ora
è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi,
andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».- Misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono
Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una
grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli
anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che
bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve,
Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si
fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di
quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del
sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la
tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada
moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito
a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si
compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello
stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a
prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non
mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le
Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.- Vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa,
presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo
aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava
seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza
contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero
presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che
affermarono: «Costui ha dichiarato: "Posso distruggere il tempio di Dio e
ricostruirlo in tre giorni"». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi
nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il
sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei
tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l'hai detto - gli rispose Gesù -; anzi io
vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della
Potenza e venire sulle nubi del cielo».Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che
bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve
ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in
faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa' il profeta per
noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».- Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si
avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a
tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l'atrio, lo
vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma
egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell'uomo!». Dopo un poco, i
presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro:
infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a
giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si
ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi
rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.- Consegnarono Gesù al governatore Pilato
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero
consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero
via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato,
preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e
agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma
quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le
monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei
sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro,
perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il "Campo
del vasaio" per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato
"Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. Allora si compì quanto era stato detto
per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d'argento, il prezzo di
colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d'Israele, e le diedero per il
campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».- Sei tu il re dei Giudei?
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò
dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i
capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di
te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase
assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per
la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato
famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse:
«Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato
Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che
fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa
sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere
Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi
due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero:
«Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato
Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha
fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese
dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono
responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per
loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.- Salve, re dei Giudei!
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono
attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello
scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli
misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo
deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano
la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del
mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che
significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele.
Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le
sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra
del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re
dei Giudei».Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu,
che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu
sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con
gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e
non può salvare se stesso! È il re d'Israele; scenda ora dalla croce e
crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha
detto infatti: "Sono Figlio di Dio"!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo
insultavano allo stesso modo.- Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che
significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo,
alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse
a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da
bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù
di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra
tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi,
che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,
entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che
con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che
succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio
di Dio!».Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito
Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria
madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.- Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nel suo sepolcro nuovo
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui
era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo
di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il
corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che
si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata
del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di
Màgdala e l'altra Maria.- Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete
Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi
dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che
quell'impostore, mentre era vivo, disse: "Dopo tre giorni risorgerò". Ordina
dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i
suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: "È risorto dai morti". Così
quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro:
«Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete».
Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi
lasciarono le guardie. Parola del Signore.
Forma breve
TESTO:-
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo. (27, 11-54)
Sei tu il re dei Giudei?
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo
interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E
mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di
te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase
assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per
la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato
famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse:
«Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato
Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che
fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa
sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere
Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi
due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero:
«Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato
Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?».
Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese
dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono
responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per
loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.- Salve, re dei Giudei!
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono
attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello
scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli
misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo
deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano
la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del
mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che
significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele.
Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le
sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra
del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re
dei Giudei».Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu,
che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu
sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con
gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e
non può salvare se stesso! È il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo
in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto
infatti: "Sono Figlio di Dio"!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo
insultavano allo stesso modo.- Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che
significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo,
alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse
a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da
bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù
di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra
tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi,
che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,
entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che
con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che
succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio
di Dio!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
È allo stesso tempo l'ora della luce e l'ora delle tenebre.
L'ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato
istituito, ed è stato detto: "Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il
Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la
volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha
dato, ma lo risusciti l'ultimo giorno" (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata
dall'uomo così anche la risurrezione è arrivata dall'uomo, il mondo è stato
salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto.
Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che
non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma
della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro
dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l'incarnazione demoniaca e disumanizzata del
male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era
un brav'uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito
che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai
profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché
altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l'ha forse
allattato perché si dicesse di lui: "Sarebbe stato meglio per quell'uomo se non
fosse mai nato!"? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue
monete d'argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la
disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro
che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non
restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al
pentimento di Giuda? Gesù l'ha chiamato "amico". È veramente lecito pensare che
si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro,
il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa
ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l'averlo chiamato
"amico"? L'amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci
affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato
per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non
può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più "complice" di nessuno.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì Della
Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,1-11)
Maria prese del profumo di puro nardo, assai prezioso,
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli.
***
Lunedì Della
Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,1-11)
Maria prese del profumo di puro nardo, assai prezioso,
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli.
***
Lunedì Della
Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,1-11)
Maria prese del profumo di puro nardo, assai prezioso,
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro,
che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta
serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si
riempì dell'aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse:
«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati
ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era
un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della
mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete
me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e
accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva
risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche
Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di
Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto
quello che succede durante questi "ultimi" giorni ha un valore simbolico e
oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli:
all'inizio della settimana della Passione, Gesù è l'ospite di Marta, di Maria e
di Lazzaro, in Betania. L'amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa
significa parlare della "vita" e della "morte" quando si tratta di Gesù.
Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini.
Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell'epoca - come per la
nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi
capelli. Onora Gesù nell'innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle
altre persone riunite: l'odore del profumo riempie tutta la casa.
La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo "sperpero".
Ma, in realtà si adombra dell'abbandono senza misura di questa donna. Giuda
parla in nome degli scontenti. Egli vuole trasformare in molteplici piccole
razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma
Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli
stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta
la vita del mondo.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Martedì Della
Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 13,21-33.3638)
In verità, in verità io vi dico:
uno di voi mi tradirà
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 13,21-33.3638)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente
turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora
uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di
Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui
parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E,
intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.
Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei
commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che,
poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci
occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli,
preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e
Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo
glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco
sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche
a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado,
tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore,
perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai
la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo,
prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, è l'esempio per
eccellenza della cattiveria umana. Nel corso della storia, molti uomini hanno
tradito i loro amici, coniugi, genitori, figli, concittadini o altri uomini
fratelli. Questi uomini hanno stimato cosa da poco la solidarietà e la
comunione umana. Ora, nella persona di Giuda, quest'ondata di indifferenza e di
cattiveria si alza e si rovescia contro Gesù stesso, che in quanto Logos -
Verbo - è il fondamento di ogni relazione positiva.
Durante la Settimana Santa, la sorte terrena del mediatore sarà decisa dal
bacio del traditore. Ma il tradimento e la consegna di Gesù ai suoi nemici
sarebbero impossibili senza l'azione, ad un livello più profondo, del Padre
eterno che, attraverso le circostanze dell'Ultima Cena e della preghiera al
Getsemani, si consegna lui stesso nella persona del Figlio. Compie così, nel
tempo, il dono totale di sé che, nell'eternità, egli compie con la discesa
dello Spirito Santo, il cui essere è Amore. La Passione di Gesù esprime nel
tempo ciò che il Padre è nell'eternità. Così il tradimento di Giuda, colmo
com'era della perversità del peccato, diventa il mezzo attraverso cui lo
Spirito d'amore viene mandato in questo mondo, per salvarlo.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Mercoledì
Della Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 26,14-25)
Quanto volete darmi
perché io ve lo consegni?
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 26,14-25)
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei
sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli
gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione
propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:
«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli
rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo
è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come
aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In
verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli
rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi
tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a
quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo
se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli
rispose: «Tu l'hai detto». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù, vedendo che la sua ora si avvicina, fa preparare la
Pasqua. Durante la cena, annuncia il tradimento di Giuda. Il salmista aveva già
previsto il tradimento dell'amico (Sal 041,10). Il popolo di Giuda condanna
Gesù e lo consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i
servitori, uccidono anche il figlio del padrone. "Popolo mio, che cosa ti ho
fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi" (Mi 6,3). Giuda vende Gesù per
trenta monete d'argento. Il valore di un servo era di trenta sicli d'argento
(Es 21,32). Si valutò con lo stesso valore il profeta che era decaduto (Zc
11,12s). Ed è ancora questa somma che il sinedrio dà per Gesù.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano. Tutto,
da sempre, era presente agli occhi di Dio. L'azione dell'uomo era prevista, ma
non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la responsabilità a
colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del
Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché
possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua,
come membra vive della sua Chiesa.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
GIOVEDI SANTO (MESSA
DEL CRISMA) Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Gv 13,1-15)
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Gv 13,1-15)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo
solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il
rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l'anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga,
gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si
è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In questa messa che si svolge nella cattedrale, si manifesta
il mistero del sacerdozio di Cristo, partecipato dai ministri costituiti nelle
singole Chiese locali, che rinnovano oggi il loro impegno al servizio del
popolo di Dio.
Il Vescovo, circondato dagli altri sacerdoti, benedice gli oli che verranno
adoperati nei diversi sacramenti: il crisma (olio mescolato con profumi), per
significare il dono dello Spirito Santo nel Battesimo, nella Cresima,
nell'Ordine; l'olio per i catecumeni e quello per i malati, segno della forza
che libera dal male e sostiene nella prova della malattia.
Attraverso una realtà terrena, già trasformata dal lavoro dell'uomo (l'olio) e
un gesto semplice e familiare (l'unzione), si esprime la ricchezza della nostra
esistenza in Cristo, che lo Spirito continua a trasmettere alla Chiesa sino
alla fine dei tempi.
Nella nuova ed eterna alleanza tutto ha valore perchè tutto procede dall'Unto
per eccellenza, da Gesù Cristo.
In lui, come egli stesso dichiara, si realizza in pieno il testo di Is 61,1-2.
Gesù dimostra attraverso le opere la sua missione (Atti 10,38).
GIOVEDI SANTO (MESSA
IN CENA DOMINI) Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 13,1-15)
avendo amato i suoi che erano nel mondo,
li amò sino alla fine.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 13,1-15)
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare
da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino
alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di
Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto
nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose
le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò
dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli
con l'asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a
me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai
dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose
Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro:
«Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù:
«Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto
puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per
questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse
loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il
Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho
lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho
dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù trascorre le ultime ore della sua vita terrena in
compagnia dei suoi discepoli. Il Maestro manifesta un amore straordinario per
gli apostoli, impartendo loro insegnamenti e raccomandazioni. Durante l'ultima
Cena, Gesù ha mostrato - con le sue parole - l'amore infinito che aveva per i
suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l'Eucaristia, facendo
dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e
di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro
corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava
quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli
apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i
piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di
appoggiarsi al suo petto. Nella sua vita pubblica, Gesù ha raccomandato più di
una volta ai suoi discepoli di non cercare di occupare il primo posto, ma di
aspirare piuttosto all'umiltà del cuore. Ha detto e ripetuto che il suo regno,
cioè la Chiesa, non deve essere ad immagine dei regni terreni o delle comunità
umane in cui ci sono dei primi e degli ultimi, dei governanti e dei governati,
dei potenti e degli oppressi. Al contrario, nella sua Chiesa, quelli che sono
chiamati a reggere dovranno in realtà essere al servizio degli altri; perché il
dovere di ogni credente è di non cercare l'apparenza, ma i valori interiori, di
non preoccuparsi del giudizio degli uomini, ma di quello di Dio.
Nonostante l'insegnamento così chiaro di Gesù, gli apostoli continuarono a
disputarsi i primi posti nel Regno del Messia.
Durante l'ultima Cena, Gesù non si è accontentato di parole, ma ha dato
l'esempio mettendosi a lavare loro i piedi. E, dopo aver finito, ha detto: "Voi
mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il
Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi
gli uni gli altri" (Gv 13,13-14).
La Cena si ripete nei secoli. Infatti Gesù ha investito gli apostoli e i loro
successori del potere e del dovere di ripetere la Cena eucaristica nella santa
Messa.
Cristo si sacrifica durante la Messa. Ma, per riprendere le parole di san
Paolo, egli resta lo stesso "ieri, oggi e sempre" (Eb 13,8).
I credenti che partecipano al Sacrificio eucaristico cambiano, ma il loro
comportamento nei confronti di Cristo è più o meno lo stesso di quello degli
apostoli nel momento della Cena. Ci sono stati e ci sono tuttora dei santi e
dei peccatori, dei fedeli e dei traditori, dei martiri e dei rinnegatori.
Volgiamo lo sguardo a noi stessi. Chi siamo? Qual è il nostro comportamento nei
confronti di Cristo? Dio ci scampi dall'avere qualcosa in comune con Giuda, il
traditore. Che Dio ci permetta di seguire san Pietro sulla via del pentimento.
Il nostro desiderio più profondo deve però essere quello di avere la sorte di
san Giovanni, di poter amare Gesù in modo tale che egli ci permetta di
appoggiarci al suo petto e di sentire i battiti del suo cuore pieno d'amore; di
giungere al punto che il nostro amore si unisca al suo in modo che possiamo
dire con san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal
2,20).
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Venerdì Della
Settimana Santa Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 18,1-19,42)
Catturarono Gesù
e lo legarono.
***
TESTO:-
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni. (Gv 18,1-19,42)
- Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron,
dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il
traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i
suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e
alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne,
fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si
fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno».
Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena
disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di
nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho
detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché
si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli
che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori,
colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo
si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il
calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».- Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù,
lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa,
che era sommo sacerdote quell'anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai
Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo
discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del
sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora
quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla
portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non
sei anche tu uno dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e
si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo
insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre
insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non
ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che
hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena
detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così
rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male,
dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora
Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.- Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno
dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del
sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio,
disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e
subito un gallo cantò.- Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non
vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro
quest'uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te
l'avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo
la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a
morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di
quale morte doveva morire.Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il
re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno
parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei
sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio
regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei
servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio
regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose
Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto
nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta
la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?».E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in
lui colpa alcuna. Vi è tra voi l'usanza che, in occasione della Pasqua, io
rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi
il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!».
Barabba era un brigante.- Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata
una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di
porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli
davano schiaffi.Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché
sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la
corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo!
Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui
non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la
Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel
pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli
disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in
libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti
alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi
mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».- Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono:
«Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro
Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in
tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève
della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in
croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che
Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.- Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del
Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da
una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione
e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei
Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu
crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: "Il re
dei Giudei", ma: "Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei"». Rispose Pilato:
«Quel che ho scritto, ho scritto».- Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero
quattro parti - una per ciascun soldato -, e la tunica. Ma quella tunica era
senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra
loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la
Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica
hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.- Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre
di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il
discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi
disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse
con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse
la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò
una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla
bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo,
consegnò lo spirito.(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)- E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla
croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero
a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero
dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati
crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non
gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco,
e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua
testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato
alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo
a colui che hanno trafitto».- Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di
nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù.
Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche
Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa
trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di
Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per
preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un
giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora
posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il
sepolcro era vicino, posero Gesù. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione,
consiste nell'insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell'amore,
che glorificano il Padre.
Spesso, è la "tentazione" di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare
progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la
sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza "santa".
Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova dell'amore
infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel
cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa
esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte,
ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo
che esista una morte "santa": la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite
alla sua.
Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci
capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il
coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo
trovare la pace del suo amore.
Nel cuore di Gesù c'è un'unione perfetta fra amore e sofferenza: l'hanno capito
i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù.
Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo
vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma,
se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù
chiede di viverle, coloro che continuano la missione di Maria: sono più deboli
e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.
IL VANGELO DEL GIORNO DOMENICA DELLE PALME E SETTIMANA SANTA ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato
Della Settimana Santa Anno A
Veglia Pasquale Nella Notte Santa
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,1-10)
Gesù il crocifisso. Non è qui.
È risorto, infatti, come aveva detto.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 28,1-10)
Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e
l'altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal
cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo
aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che
ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il
crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate
il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È
risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve
l'ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a
dare l'annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si
avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro:
«Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi
vedranno». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro
Signore passò dalla morte alla vita, la Chiesa, diffusa su tutta la terra,
chiama i suoi figli a vegliare in preghiera.
Rivivremo la Pasqua del Signore nell'ascolto della Parola e nella
partecipazione ai Sacramenti; Cristo risorto confermerà in noi la speranza di
partecipare alla sua vittoria sulla morte e di vivere con lui in Dio Padre.
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici fa' che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore.