IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Nella tua
grande bontà rispondimi, o Dio.
Per te io sopporto l'insulto e la
vergogna mi copre la faccia; sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno
straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli
insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi
annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di
uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geènna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà
a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo
sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del
Signore.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,1-5)
Togli prima la trave dal tuo occhio
e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello
22 Giugno 2020
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale
giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà
misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi
della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: "Lascia che
tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave?
Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per
togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello». Parola del Signore.
Il giudizio nasce spontaneo in ogni persona, ma con l'aiuto di Dio possiamo comprendere che si può correggere ed evitare questo infelice atteggiamento che arreca danni spirituali e spesso non solo a chi pronuncia il giudizio, anche a chi lo subisce.
"Non giudicate, per non essere giudicati". Gesù si riferisce al giudizio cattivo, prevenuto, temerario e mette in guardia da questo velenoso peccato. A tutti piace non essere giudicati, quindi, come regola morale non bisogna mai permettersi di giudicare gli altri.
Molti sono abituati a giudicare senza alcuna prova morale e questo si chiama giudizio temerario che equivale al peccato mortale.
A nessuno piace ricevere giudizi falsi e diffamatori, divulgati da persone cattive che presentano quasi sempre la componente della frustrazione dell'insuccesso personale, della delusione e di una insoddisfazione che brucia dentro.
Se queste persone incontrassero Gesù tutto cambierebbe nella loro vita.
Uno dei più gravi problemi di questa società è il giudizio sempre pronto e un modo di sentenziare con il piacere di dire qualcosa su qualcuno. Anche inventandola. È come un gioco per tante persone pettegole, sempre pronte a non considerare gli errori che commettono esse.
È una debolezza quando si giudica con spontaneità e senza la volontà di distruggere la buona reputazione degli altri, in questi casi il cristiano comprende l'errore, comincia a controllare le sue parole e si astiene dai giudizi temerari, imprudenti, azzardati, non provati.
Il cristiano che si sforza di migliorare il suo cammino per restare vicino al Signore, è consapevole che giudicare gli altri è un atteggiamento sbagliato, causa danni innanzitutto alla sua vita spirituale e disonora persone probabilmente innocenti. Inoltre, non è il giudizio a rendere migliore la persona che sbaglia, semmai la preghiera umile e i Sacramenti.
Il giudizio temerario non viene emanato solitamente dai cristiani che pregano e non hanno un cuore cattivo, sia per la vicinanza a Gesù Eucaristia sia per la buona spiritualità raggiunta. Anche dinanzi a motivi validi non si avventurano più come in passato nel rilasciare valutazioni inventate, quindi non provate.
Si consideri sempre che ogni cristiano è in cammino verso la perfezione e non bisogna mai abbattersi se si cade nel giudizio, l'importante è rendersene conto dell'errore e cercare di rimediare. L'immediato rimedio è il perdono interiore da chiedere a Gesù per quanto detto di sbagliato, poi occorre riparare il giudizio scusandosi o chiedendo perdono alla persona colpita.
Infine, si cercherà di trovare il tempo per ricorrere alla Confessione e ricominciare in modo nuovo questo meraviglioso cammino di Fede.
Il giudizio temerario viene emesso con facilità da quanti vivono lontani da Gesù e hanno un cuore acido, che hanno vissuto una vita amara, sono purtroppo aspri per natura. Sono persone che trasformano
in acido e amaro tutto quello che ricevono e mutano il giudizio che emettono in assenzio! Essi riescono a giudicare il prossimo solo con micidiale asprezza.
Vi sono innumerevole persone pieni di grande zelo e di sicura Fede pronti a dialogare con l'amore fraterno che ci ha indicato Gesù.
Però non dimentichiamo che il giudizio si sviluppa dalla facoltà di giudicare, di valutare, di distinguere persone o cose. Esiste un giudizio inteso come valutazione di qualcosa che esiste, e in modo estensivo si indica come senno, prudenza.
Un giudizio può anche implicare una presa di posizione distinta, un'opinione propria e non c'è alcuna relazione con la volontà di parlare male di qualcuno. Si ripetono spesso parole che indicano "il mio giudizio", "secondo il suo giudizio". Avviene quando ci si forma un'opinione che non intacca altre persone.
Formarsi un'opinione avviene spontaneamente, ma l'attenzione va posta sul preconcetto, normalmente formulato in base a pregiudizi.
«La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l'uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto.
È attraverso il giudizio della propria coscienza che l'uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge divina.
La coscienza è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza.
Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della Grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo».
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci,
perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:
questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che
conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è
la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la
trovano!». Parola del Signore.
Lot sceglie la fertile valle del Giordano e ad Abramo resta la parte montuosa, arida.
Anche qui possiamo vedere un'applicazione ante litteram dell'insegnamento che Gesù dà nel Vangelo di oggi: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione...; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita!". Lui è la via, via angusta verso la morte, ma per la vita; lui è la porta stretta del distacco, dell'abnegazione, che si apre sulla felicità.
E la storia darà ragione ad Abramo: la via larga portava a Sodoma e Gomorra, simboli della perdizione; la terra di Canaan sarà la terra promessa: "Alzati dice il Signore percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te e alla tua discendenza".
Meditiamo su questa pagina. C'è veramente più gioia nel dare che nel ricevere.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Mercoledì della XII settimana del Tempo Ordinario Anno A
Natività Di San Giovanni Battista
Dal Vangelo secondo Luca, (Lc 1,57-66.80)
«Giovanni è il suo nome».
24 Giugno 2020
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca, (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I
vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua
grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con
il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà
Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con
questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli
chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono
meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava
benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano,
le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero
la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte
fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,21-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi
diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo
nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse
compiuto molti prodigi?". Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai
conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a
un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma
essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie
parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha
costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi,
soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua
rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo
insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come
i loro scribi. Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore,
se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua
lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va' invece a mostrarti
al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè come testimonianza per
loro». Parola del Signore.
Così la prima lettura di oggi parla della risurrezione. Paolo nella lettera ai Romani spiega che Abramo, credendo all'annuncio della nascita di Isacco, credette senza saperlo nella risurrezione di Cristo, perché lui e Sara erano vecchi, "quasi morti", eppure egli credette che Dio, da due esseri così avanzati in età, poteva suscitare un figlio, Isacco, che è profezia e promessa della risurrezione.
Anche il Vangelo è un annuncio di risurrezione. Gesù tocca un lebbroso e lo guarisce: "Gesù stese la mano e lo toccò... e subito la lebbra scomparve". Quel toccare il lebbroso, considerato peccatore, impuro, tanto da rendere impuro chi venisse inavvertitamente in contatto con lui, è simbolo della passione di Cristo. Gesù, facendosi uomo, ha toccato veramente la nostra lebbra; si è presentato nella sua passione come "leprosum", peccatore per noi e in cambio, con la sua morte e risurrezione, sorgente di vita, ci ha dato la guarigione.
Avviciniamoci fiduciosamente all'Eucaristia con le nostre lebbre, con la nostra morte, perché Gesù ci vivifichi. Ogni Messa ci deve "rimettere in piedi", pronti al servizio dei fratelli, grazie alla risurrezione di Gesù.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato della XII
settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-17)
Gesù disse al centurione:
Va', avvenga per te come hai creduto.
27 Giugno 2020
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TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che
lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato
e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione
rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di'
soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un
subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un
altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità
io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io
vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno
saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E
Gesù disse al centurione: «Va', avvenga per te come hai creduto». In
quell'istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con
la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo
serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con
la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto
per mezzo del profeta Isaìa: "Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato
delle malattie". Parola del Signore.
Gesù è mosso a compassione per le sofferenze dell'uomo: nel suo amore e nella sua onnipotenza guarisce anche a distanza: ascolta la supplica del centurione che gli chiede di guarire un suo servo ammalato, poi ristabilisce in salute anche la suocera di Pietro, che prontamente si mette a servirlo (cf Mt 8,14-15) e infine risana gli ammalati che gli erano presentati (cf Mt 8,16). Egli dunque appare come l'inviato di Dio che si addossa le infermità per reintegrare le persone umane in salute.
Da sottolineare l'umiltà del centurione che afferma di non essere degno di accogliere il Cristo nella sua casa, ma è sufficiente che dica una parola e il suo servo sarà guarito.
La frase del centurione è ripetuta da noi cristiani ogni volta che ci accostiamo all'eucarestia: non siamo degni che il Signore entri sotto il nostro tetto, ma se Lui dice una parola noi siamo salvati. E' lo stesso Gesù che si avvicina a noi e ci rende degni di poterlo ospitare nel nostro cuore.
Anche la suocera di Pietro è guarita immediatamente appena Gesù la prende per mano (la mano era il simbolo della operosità) e subito dopo - con una delicata annotazione per la donna - l'evangelista afferma che ella guarita "si mise a servirlo" (Mc 8,15).
Anche a noi, oppressi dalla febbre, che è il peccato, possiamo essere guariti solo se Gesù si avvicina a noi, perché solo Dio può perdonare il peccato (cf Mc 2,7; cf anche Es 34,7; Sal 25,18) e se noi a nostra volta permettiamo che Lui ci venga vicino. Una volta guariti, anche noi possiamo metterci al servizio di Cristo e testimoniare il suo Vangelo.
Rinnoviamo la nostra fiducia in Dio, presentiamoci umilmente pentiti dei nostri peccati, per ricevere il suo perdono.
O Signore, avvicinati a me che sono peccatore e cancella i miei peccati, perché possa presentarmi degno e puro dinanzi al tuo altare.
"L'amore è fuoco che consuma, è vivo e, come il fuoco se non brucia, se non scotta, non è veramente fuoco. Così anche l'amore se non opera, se non soffre, se non si sacrifica non è amore. Chi possiede l'amore di Gesù non può stare quieto e tranquillo, ma è sempre disposto al sacrificio. Non si stanca, non viene meno e siccome ogni giorno scopre nella persona amata nuove bellezze, nuovi incanti, in ogni momento desidera sacrificarsi e morire per lei".