IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XVIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Ciò che
abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,24-35)
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi
discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca
di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto
qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché
avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete
saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane
per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il
Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».
Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha
mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale
opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta
scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In
verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è
il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è
colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io
sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non
avrà sete, mai!». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Vangelo secondo san Giovanni ci offre vari discorsi che
Gesù ha tenuto nella sinagoga di Cafarnao per spiegare ai credenti il
significato della manna ricevuta nel deserto.
Queste spiegazioni devono aiutare i credenti del tempo della Chiesa a vivere in
modo giusto. Il Vangelo di oggi riferisce il discorso che parla dell'importanza
della fede in Gesù Cristo. Gesù Cristo è l'inviato di Dio, egli porta l'ultima
rivelazione ed apre la via che conduce a Dio. Colui che segue Gesù con fede,
che entra con Gesù nella comunità mediante il battesimo, che prende Gesù come
modello e lo ascolta, troverà attraverso di lui la verità che calma la fame di
vita. Perché questa verità è Dio stesso che, attraverso Gesù Cristo, offre a
tutti gli uomini la possibilità di condividere la sua vita.
Quello che hanno cercato, presentito, e in parte riconosciuto i pensatori, i
profeti e i nostalgici di Dio di tutte le nazioni e di tutti i tempi, raggiunge
attraverso Gesù la chiarezza e la verità di Dio. Questa verità è presente e può
essere colta nella parola e nell'esempio di Gesù, ma soprattutto nella sua
persona. Perché egli è la verità, egli è la via, egli è la vita di Dio in
persona! E ci è offerto di vivere con devoto rispetto in modo assolutamente
diretto, oggi, nella festa liturgica della sua Chiesa.
IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XVIII DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B IL VANGELO NEL 21° SECOLO
6 Agosto 2018 Lunedì
della XVIII settimana del Tempo Ordinario Anno B
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,2-10) La trasfigurazione
Pietro disse a Gesù:
Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse
su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti,
bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E
apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro
disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per
te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché
erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube
uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E
improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo,
con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che
avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed
essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai
morti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La Trasfigurazione non era destinata agli occhi di chiunque.
Solo Pietro, Giacomo e Giovanni, cioè i tre discepoli a cui Gesù aveva
permesso, in precedenza, di rimanere con lui mentre ridava la vita ad una
fanciulla, poterono contemplare lo splendore glorioso di Cristo. Proprio loro
stavano per sapere, così, che il Figlio di Dio sarebbe risorto dai morti,
proprio loro sarebbero stati scelti, più tardi, da Gesù per essere con lui al
Getsemani. Per questi discepoli la luce si infiammò perché fossero tollerabili
le tenebre della sofferenza e della morte. Breve fu la loro visione della
gloria e appena compresa: non poteva certo essere celebrata e prolungata perché
fossero installate le tende! Sono apparsi anche Elia e Mosè, che avevano
incontrato Dio su una montagna, a significare il legame dei profeti e della
Legge con Gesù.
La gloria e lo splendore di Gesù, visti dai discepoli, provengono dal suo
essere ed esprimono chi egli è e quale sarà il suo destino. Non si trattava
solo di un manto esterno di splendore! La gloria di Dio aspettava di essere
giustificata e pienamente rivelata nell'uomo sofferente che era il Figlio
unigenito di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 14,22-36)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire
sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la
folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la
sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde:
il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro
camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti
e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro
dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te
sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a
camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte,
s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito
Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai
dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si
prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo,
riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti
i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E
quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Le Sacre Scritture presentano in modo veritiero Mosè come
l'uomo più umile della terra: egli riconobbe la sua totale dipendenza dal
Signore Dio nell'adempimento del ministero di salvatore del suo popolo, al
quale era stato chiamato.
Tale umiltà è però superata, sotto ogni punto di vista, da quella di Gesù. Mosè
fu solo un lontano modello di Gesù, il Messia, il vero Salvatore non solo del
suo popolo, ma di tutta l'umanità, passata, presente e futura. Gesù infatti,
dopo aver rinnovato il miracolo della manna nella moltiplicazione dei pani,
avendoli fatti distribuire alla folla dagli apostoli, lasciò in silenzio quel
luogo per evitare le acclamazioni della folla, che avrebbe voluto farne il
proprio re, perché li liberasse dalla tirannia dell'Impero Romano, cosa che,
certo, sarebbe stata in suo potere.
Ma, nonostante fosse il creatore del mondo e dell'intero universo, egli tenne
nascosto il suo infinito potere sotto l'apparenza di un artigiano proveniente
da un villaggio sconosciuto, e questo perché aveva scelto di fare a meno di
tutti quegli attributi temporali che danno agli uomini prestigio e potere.
Anche se manifestò la sua autorità sulla natura (moltiplicando i pani per dare
da mangiare ad una folla di diecimila persone o camminando sulle acque), Gesù
considerò del tutto "normali" questi prodigi.
Suo solo scopo era quello di convincere i discepoli che, credendo in lui ed
osservando i suoi comandamenti, avrebbero potuto sottomettere il mondo intero
all'autorità del Padre affinché venisse il regno di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 15,21-28)
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.
Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare:
«Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un
demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila,
perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non
alle pecore perdute della casa d'Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!».
Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le
briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come
desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Domenico di Guzman (Caleruega, Spagna 1170 - Bologna , 6
agosto 1221) è, con Francesco d'Assisi, uno dei patriarchi della santità
cristiana suscitati dallo Spirito in un tempo di grandi mutamenti storici.
All'insorgere dell'eresia albigese si dedicò con grande zelo alla predicazione
evangelica e alla difesa della fede nel sud della Francia. Per continuare ed
espandere questo servizio apostolico in tutta la Chiesa, fondò a Tolosa (1215)
l'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani). Ebbe una profonda conoscenza
sapienziale del mistero di Dio e promosse, insieme all'approfondimento degli
studi teologici, la preghiera popolare del rosario.
Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto
1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna,
in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Gregorio IX, a lui
legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e
uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le
stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo
sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora
tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte
dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si
spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi;
andate piuttosto dai venditori e compratevene".
Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che
erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi
arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore,
aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Edith Stein nacque nel 1891 a Wroclaw - Breslau in Germania.
Nata e formata nella religione giudaica, insegnò egregiamente per diversi anni
filosofia, tra grandi difficoltà. Accolse la vita nuova in Cristo attraverso il
sacramento del Battesimo e, preso il nome di Teresa Benedetta della Croce, fece
il suo ingresso tra le Carmelitane scalze di Colonia, dove si ritirò nella clausura.
Durante la persecuzione nazista, esule in Olanda, venne catturata e nel 1942
deportata nel campo di concentramento di Oswiecim - Auschwitz presso Cracovia
in Polonia, dove venne uccisa nella camera a gas.
Nel 1998 viene canonizzata da Giovanni Paolo II e, nel 1999, dichiarata, con S.
Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell'Europa.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 12,24-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non
muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo,
la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio
servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
Poche parole per rivelare una grande verità: non si può seguire Gesù se prima
non si muore al proprio egoismo.
Non è una morte spirituale immediata, è progressiva e lunga ma deve però
iniziare.
Dal momento in cui si decide di cambiare vita e di mettere al centro Dio,
inizia la vera conversione e tutto viene visto con occhi nuovi, la stessa
considerazione personale cambia e diventa più realistica. Questo è il percorso
autentico che permetterà di vivere nella verità.
Senza questa introspezione o esame spirituale, la persona non incontra mai se
stessa, vive come fuori di sé nella continua ricerca di appagamenti che non
potranno mai arrivare dall'esterno. Non è una vita felice senza Dio, Lui solo
può rendere veramente felici quelli che Lo cercano interiormente.
Molti vivono senza Dio e contano sulle loro qualità, si fidano ciecamente delle
loro idee e considerano solo come innocui incidenti di percorso le scelte di
vita sbagliate, come anche gli errori al lavoro e in famiglia, gli insuccessi
personali.
Questi vivono una dimensione egoistica della vita e non guardano oltre la punta
del naso.
Gesù oggi invece ci parla di morire a noi stessi, di sottoporre a Lui ogni
iniziativa e di ascoltarlo per non sbagliare scelte.
L'egoismo è una brutta malattia spirituale e chi ne soffre non sa di avere
questo germe infettivo che corrompe ogni idea, trasformando sempre la realtà a
suo vantaggio, nel proprio interesse. L'egoista si preoccupa solo di sé e non
vede che esistono i familiari, i colleghi e gli altri, non si rende conto
perché non prega e non vuole lasciare quella condizione degenerata.
Solo la Grazia di Dio può guarire dall'egoismo, permette di fare il passaggio
che guarisce da questa malattia, passando quindi dalla troppa considerazione di
sé e delle sue cose, ad agire con altruismo e amando gli altri, a cominciare
dai propri familiari.
L'egoista è uno che ama troppo se stesso e considera la sua vita e le sue cose
come il centro dell'universo.
È troppo sicuro delle sue soluzioni e cade sempre in contrasto con la realtà
che interpreta sempre a senso unico. Tanti egoisti nel mondo hanno deformato la
società. La società si allontana sempre più da Dio e l'egoismo è la loro
maschera.
La società è entrata in sofferenza proprio per l'esaltazione dell'egoismo, ha
perduto il controllo a causa di questa malattia spirituale che deforma ogni
cosa ed esalta l'amor proprio. La società è entrata in una profonda agonia
esistenziale e per illudersi della sua sanità, camuffa i dati ma scivola sempre
più giù nella degradazione.
La ricetta per guarire è una sola e ce la offre il Signore: morire a se stessi.
Non tutto ciò che arriva alla mente è veritiero e può arrivare anche dai
diavoli, i deboli invece ne fanno una verità dogmatica e si esaltano all'idea
di avere capito tutto della vita. Non possono capire di essere un nulla dinanzi
all'onnipotenza di Dio, Lui sì che vede tutto e conosce perfettamente ogni
cosa.
L'egoista non può amare né cercare Gesù, si considera sufficiente e non ritiene
necessario ricorrere a Dio. E non riceve aiuti da Dio.
Il lavoro che bisogna fare per vincere l'egoismo è la riflessione giornaliera
sulle azioni che si compiono, sui pensieri che si elaborano, sulle parole che
si dicono. Il lavoro personale e interiore è indispensabile per conoscersi e
controllare l'egoismo, apprezzando tutte le persone che si incontrano e agendo
sempre con umile altruismo.
Quando i pensieri vi spingono all'egoismo, pregate, chiedete aiuto a Gesù e
agite con altruismo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 17,14-20)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e
disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade
spesso nel fuoco e sovente nell'acqua. L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non
sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con
voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e
il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché
noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra
poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape,
direte a questo monte: "Spòstati da qui a là", ed esso si sposterà, e nulla vi
sarà impossibile». Parola del Signore.
È un atteggiamento di abbandono in Dio, si rivolge a Lui con la certezza dell'ascolto.
Quando si ricorre al Cuore misericordioso di Gesù si è sempre ascoltati. Il figlio sarà guarito, cosa che poco prima non erano riusciti a fare gli Apostoli. Il motivo dell'insuccesso dei Dodici si trovava nel ragionamento umano, ma chi deve agire con Fede non può fermarsi a ragionare.
Quando gli Apostoli, "in disparte", chiesero al Signore perché non avevano potuto guarire il ragazzo indemoniato, Egli rispose: «Per la vostra poca Fede. In verità Io vi dico: se avrete Fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: "Spostati da qui a là", ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Quando la nostra Fede è profonda partecipiamo all'Onnipotenza di Dio, a tal punto che Gesù arriverà a dire in un'altra occasione: "Anche chi crede in me, compirà le opere che Io compio e ne farà di più grandi, perché Io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel Nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò".
Questa Parola di Gesù si adempie tutti i giorni nella Chiesa, e il miracolo è ben superiore dal spostare le montagne da un luogo a un altro...
Alcuni Padri della Chiesa fanno notare che il prodigio di spostare una montagna si ha tutte le volte che qualcuno, con l'aiuto della Grazia, arriva dove le sue forze umane non sono in grado di farlo giungere.
È quel che accade nell'opera della nostra santificazione personale, che lo Spirito Santo va realizzando nell'anima e nell'apostolato; fatti più sublimi che non spostare le montagne, e si verificano ogni giorno in tante anime sante, sebbene passino inosservati ai più.
I Santi sono quelli che agiscono con una grande Fede e tutto quello che chiedono di utile per le anime, lo ottengono.
Lungo i secoli gli Apostoli e molti Santi hanno realizzato miracoli meravigliosi nell'ordine naturale. Ma i miracoli più grandi e più importanti sono stati, sono e saranno quelli delle anime che, immerse nella morte del peccato e dell'ignoranza, o nella mediocrità spirituale, rinascono e crescono nella nuova vita dei figli di Dio.
Questo ci dice che alle volte una sofferenza che si presenta come una vera malattia, accompagnate da analisi, radiografie ed altro, in realtà può essere causata da una forte presenza dei diavoli e sono pure bravi a non manifestarsi. Come potranno perdere forza i diavoli e manifestarsi, indicando così l'inizio della loro sconfitta?
Con il Santo Rosario recitato con amore e devozione.
La Santa Messa rimane il Sacrificio infinito di Gesù e i diavoli fanno di tutto per allontanare i cristiani dal parteciparvi, ispirando impegni, stanchezza, noia, desideri mondani, divertimenti che sicuramente rallegrano più di una partecipazione ad un rito di cui non si conosce nulla e che arreca fastidio.
Per partecipare alla Santa Messa bisognerebbe fare la fila, come avviene nelle discoteche, negli stadi e in tutti i divertimenti mondani.
Ma è difficile entrare nella dimensione soprannaturale a coloro che sono usciti dalla dimensione umana...
Cosa avvenne poi al figlio considerato epilettico dal padre? Innanzitutto si conobbe il fallimento dei discepoli che non erano riusciti a guarirlo ma bisognava liberarlo con un esorcismo. Di questo si lamentò il padre: "L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo". Hanno fatto fare "brutta figura" anche a Gesù, hanno manifestato la sua dottrina con molta superficialità.
Anche noi facciamo fare "brutta figura" a Gesù quando non ci comportiamo da cristiani e diamo scandalo nel linguaggio, nelle opere, nelle scelte di vita. Gesù non può essere contento dei discepoli che prediligono i vizi e i peccati, mentre ha molta comprensione verso coloro che peccano per debolezza e si rialzano.
Dopo la manifestazione della sua delusione, il padre si affida totalmente a Gesù.
Prima di preoccuparsi del malato, il Signore rimprovera i discepoli: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me". Parole un po' severe ma doveva scuoterli dopo la figuraccia, perché essi non avevano agito con molta Fede.
Portarono il giovane davanti a Gesù e non si preoccupò della malattia, anche se essa era presente, scaturiva però dalla possessione diabolica. "Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito".
È chiarissimo l'intervento di Gesù sui diavoli e non sulla malattia.
Noi dobbiamo riflettere su questo episodio e quando arriva una malattia bisogna utilizzare l'acqua santa, pregare più Corone del Santo Rosario e chiedere benedizioni al Sacerdote per capire la causa del male. Comunque, le medicine si assumono secondo le prescrizioni mediche anche se c'è una possessione diabolica.
Se il male è solo fisiologico bisognerà seguire le indicazioni mediche e assumere le medicine prescritte. Senza allentare la preghiera perché le Grazie di guarigione sono possibili.
La differenza tra la malattia causata dai diavoli e la malattia fisiologica che concerne le funzioni organiche di un essere vivente, viene intuita dagli esorcisti che conducono una buona vita spirituale e da quei Sacerdoti che vivono nella preghiera contemplativa.