IL VANGELO DEL GIORNO III DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Se ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 4,5-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al
terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe.
Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa
mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù:
«Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di
cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi
da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno
rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice:
"Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove
prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre
Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo
bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi
berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua
che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita
eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia
più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a
chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito».
Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque
mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri
hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in
cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su
questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non
conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai
Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il
Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo
adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e
verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo:
quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo
con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con
una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli
con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla
gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che
sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho
da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un
l'altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio
cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi
non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico:
alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.
Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi
semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il
proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui
non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro
fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna,
che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i
Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là
due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano:
«Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo
udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». Parola del
Signore.
Forma breve
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 4, 5-15.19b-26.39a.40-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al
terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di
Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era
circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice
Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista
di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo,
chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non
hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di
Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli
ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e
il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più
grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i
suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi
berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua
che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita
eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia
più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un
profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a
Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a
Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo
ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è
questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così
infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli
che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando
egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui,
lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più
credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi
discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che
questi è veramente il salvatore del mondo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul
tema dell'"acqua viva". Quest'acqua è indispensabile alla vita, e non è
sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa
sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell'uomo in
un senso più generale.
Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere
il dono di Dio. È questa la convinzione dell'antico Israele come della giovane
comunità cristiana. E l'autore dei Salmi parla così al suo Dio: "È in te la
sorgente della vita" (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: "Come la
cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio" (Sal 042,2).
La salvezza che Dio porta viene espressa con l'immagine della sorgente che
zampilla sotto l'entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in
giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez
47,1-12). Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per
calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. "Io, sono venuto
perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10).
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,16.18-21.24)
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato
Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù:
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del
Signore. Parola del Signore.oppure - Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-51)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.
Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo
che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero
a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in
cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li
ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore
per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose
loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore. Mt
1,24
Oggi onoriamo uno dei più grandi santi della Chiesa: San Giuseppe, sposo di
Maria. Giuseppe è l'uomo che sa abbandonare il proprio progetto di vita per un
bene maggiore. Egli aveva nel cuore il grande desiderio di sposare Maria e
insieme a lei formare una famiglia, ma la gravidanza misteriosa di lei infrange
tutti i suoi piani. Confusione totale! Nel sonno Giuseppe ha una forte
esperienza di Dio che lo convince che è il Signore che opera in Maria ed egli
comprende anche la propria missione: accogliere e custodire il disegno
impenetrabile di Dio.
È un impegno nobile ma gravoso che esige la rinuncia della sua visione
personale per diventare parte della visione stessa di Dio che, dopo tanti
secoli di attesa, è ormai in atto nel grembo di Maria. Giuseppe accetta e
compie la missione con amore, umiltà e coraggio, pienamente disponibile dinanzi
alle gioie e alle sofferenze di un compito così unico, irrepetibile.
Quanti sogni possiamo avere anche noi per la nostra vita! Come sapere quali
portano per la via giusta? Bisogna discernere con Dio e mai senza di Lui: così
impariamo a vederlo al centro della nostra vita e possiamo gradualmente
liberarci dalle nostre idee, abitudini ecc. e percorrere la via di salvezza che
ci procura gioia.
Consideriamo il nostro progetto di vita dentro il grande misterioso disegno di
Dio per l'umanità.Signore Gesù, insegnami a pregare, a dialogare con te per entrare con più
consapevolezza nel progetto d'amore della Trinità.
La croce della difficile situazione umana che Gesù ha preso su di sé non è
costituita solo dai nostri peccati personali. E' la nostra condizione di
peccatori - tutto ciò che fa sì che ci limitiamo a riflettere sulla visione
anziché farne esperienza.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 18,21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio
fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a
sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a
settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con
i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un
tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di
restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e
quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a
terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa".
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il
debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento
denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che
devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza
con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione,
fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono
a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare
quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito
perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così
come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli
aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno
al proprio fratello». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ancora una volta, Gesù insiste sulla pratica del perdono che
deve caratterizzare i suoi discepoli. Il nostro perdono deve essere
instancabile, ed è forse questo che ci costa di più. Molto spesso, riusciamo a
mala pena a perdonare nostro fratello o nostra sorella, facendo peraltro capire
che non deve però farlo un'altra volta. Ci risulta molto difficile perdonare
sempre di nuovo, come se fosse la prima volta; ci risulta molto difficile avere
abbastanza pazienza e abbastanza amore per guardare sempre con la stessa
fiducia quella persona a cui bisogna perdonare due volte, dieci volte, mille
volte una stessa cosa. Il nostro cuore è fatto così: noi poniamo sempre limiti
al nostro amore!
L'amore del Padre invece è infinito. Il Padre ci perdona sempre, e noi sappiamo
che ha diecimila occasioni di farlo! Il suo desiderio ardente è che noi, dal
momento che riceviamo continuamente la sua misericordia, possiamo diventare a
nostra volta misericordiosi nei confronti dei nostri fratelli. Le offese che
dobbiamo perdonare loro saranno sempre di poco conto di fronte a quelle che Dio
ci perdona senza contarcele!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono
venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non
siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino
della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli
altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi
invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei
cieli». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La pagina del Vangelo di oggi ci invita a seguire con
estrema fedeltà la legge di Dio, cioè la sua volontà manifestata nella sua
parola.
Gesù è venuto a compiere la legge antica: non solo riconosce ai precetti
dell'Antico Testamento tutta la loro importanza, ma realizza nella sua persona
ciò che i profeti avevano annunciato. È commovente leggere, dopo alcuni
particolari del racconto della passione fatto da Giovanni, quali la tunica
tirata a sorte, il colpo di lancia del centurione, queste parole: "Questo
infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura". Che rispetto infinito, che
amore dovremmo avere per questa santa Scrittura, che ci è stata trasmessa da
uomini, ma che viene direttamente dal Padre!
Secondo l'Antica Alleanza, la legge data a Mosè è strettamente legata ai
profeti che annunciano il Messia: non si tratta di un codice giuridico freddo e
astratto, ma di comandamenti d'amore che Dio dà al suo popolo perché viva.
Secondo la Nuova Alleanza, i comandamenti di Gesù nel Vangelo non possono
essere separati dalla sua presenza nella Chiesa e dallo Spirito Santo, che,
diffuso nei nostri cuori, ci rende partecipi della vita stessa della Santa
Trinità.
In questa Quaresima chiediamo una duplice conversione: che il nostro cuore sia
sempre rivolto a Dio, in ascolto di quanto ci chiede; e che impariamo, grazie a
ciò, a conformare il quotidiano delle nostre giornate a tutto quanto egli ci
domanda con la sua parola.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il
demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma
alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i
demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va
in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se
stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i
demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di
Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno
loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora
è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che
possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa
via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Parola
del Signore.
RIFLESSIONI
La Quaresima è un tempo di conversione. È anche un tempo di lutto. La lotta che dobbiamo affrontare si pone su diversi piani: dobbiamo lottare contro noi stessi, contro il nostro io, il nostro orgoglio; dobbiamo lottare contro il demonio e le tentazioni che fa nascere; dobbiamo infine lottare contro ogni realtà che ci allontana da Gesù, da ogni ostacolo che ci impedisce di essere con lui. "Chi non è con me, è contro di me": queste parole hanno un significato molto profondo e possono servirci di regola in ogni cosa. Essere con Gesù deve essere la nostra prima ed unica preoccupazione. Allora la mattina, non appena ci svegliamo, la nostra prima azione cosciente sia un atto di adorazione: mostreremo così a Gesù il nostro desiderio di essere con lui e questo sarà il modo migliore per uscire dal torpore, dal sonno dell'incoscienza in cui il demonio potrebbe farci cadere. Durante la nostra giornata, prima di ogni azione, ritorniamo così a Gesù, cerchiamo di restare sempre in sua compagnia. È così che noi "raccoglieremo con lui" mentre il demonio cercherà con ogni mezzo di "disperderci", di farci perdere tempo, di farci allontanare dall'essenziale.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il
primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico
Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo:
"Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande
di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è
unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta
l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più
di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano
dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita. Dio ci ha creati per l'amore. Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare. Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d'amore e grazie ad esse. Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo. Questo richiede ogni sorta di purificazione, e non lo si impara certo sui libri! Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c'è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l'unico Signore ed è Amore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai
Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli
darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e
il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ciò che colpisce, nell'Annunciazione, è che una "religione pura" esige un
dialogo vivente e costante fra Dio e ogni uomo. Qui Dio ha pronunciato la sua
ultima Parola a Maria, perché si compissero le parole che, nella storia di Israele,
erano state dette ad Abramo, a Mosé e ai profeti. Essi avevano ascoltato e
obbedito; lasciarono entrare nella loro vita la Parola di Dio, la fecero
parlare nelle loro azioni e la resero feconda nel loro destino.
I profeti sostituirono alle loro proprie idee la Parola di Dio; anche Maria
lasciò che la Parola di Dio si sostituisse a quelle che erano le sue
convinzioni religiose. Di fronte alla profondità e all'estensione di questa
nuova Parola, Maria "rimase turbata". L'avvicinarsi del Dio infinito deve
sempre turbare profondamente la creatura, anche se, come Maria, è "piena di
grazia".
Assolutamente straordinario è poi che questo Dio non solo si avvicina a Maria,
ma le offre il proprio Figlio eterno perché divenga il suo Figlio. Come è
possibile che il "Figlio dell'Altissimo" diventi suo Figlio? "Lo Spirito Santo
scenderà su di te". Come scese sul caos, in occasione della creazione, lo
Spirito Santo scenderà su Maria e il risultato sarà una nuova creazione.
L'albero appassito della storia fiorirà di nuovo. "Maria disse: Eccomi sono la
serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Nell'Annunciazione si
ha il tipo di dialogo che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo vorrebbe
avere con ciascuno di noi. L'esperienza di Maria a Nazaret sottolinea questa
verità per tutto il popolo di Dio. Il suo "sì" in risposta all'offerta divina e
il cambiamento drammatico di vita che ne sarebbe seguito, mostrano che la
venuta di Dio in mezzo a noi esige un cambiamento radicale.
Ma, cosa più importante, l'Annunciazione a Maria ci pone di fronte ad una
grande verità: ognuno di noi ha avuto un'"annunciazione" personale. Sto
esagerando? No di certo. Se esaminate la vostra vita passata, troverete
un'esperienza che è stata decisiva; forse non ebbe allora conseguenze immediate,
o almeno non vi sembrò, ma, ripensandoci adesso, vi accorgete che è stata
fondamentale, sia essa la scuola che avete frequentato, un libro che avete
letto, un discorso che avete ascoltato, una frase delle Scritture che vi ha
colpito, gli amici a cui vi siete sentiti uniti o un ritiro che avete fatto.
Era il Dio di Maria di Nazaret che si annunciava a voi. Voi avete dunque avuto
una "vostra" annunciazione. E se non avete risposto "sì", o se avete
pronunciato soltanto un "sì" timido? Basta riconoscere l'annunciazione ora e
cercare di recuperare il tempo perduto vivendo per Dio e per gli altri.
"Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".