V DOMENICA DI QUARESIMA E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
V
DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)
Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo.
Se invece muore, produce molto frutto.
17 Marzo 2024
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TESTO:-
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa
c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di
Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In
verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non
muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo,
la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove
sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma
proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri
dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per
me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo
mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti
a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
"Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece
muore, porta molto frutto". Non è il solo insegnamento che Gesù trae dalla vita
dei contadini. Il Vangelo è pieno di parabole, immagini e spunti tratti
dall'agricoltura che era a suo tempo (ed è ancora oggi per diversi popoli) la
professione che occupa il maggior numero di persone. Egli parla del seminatore,
del lavoro dei campi, della mietitura, di grano, vino, olio, del fico, della
vigna,
Ma Gesù non si fermava naturalmente al piano agricolo. L'immagine del chicco di
grano gli serve per trasmetterci un sublime insegnamento che getta luce, prima
di tutto, sulla sua vicenda personale e poi anche su quella dei suoi discepoli.
Il chicco di grano è, infatti, anzitutto Gesù stesso. Come un chicco di
frumento, egli è caduto in terra nella sua passione e morte, è rispuntato e ha
portato frutto con la sua risurrezione. Il "molto frutto" che egli ha portato è
la Chiesa che è nata dalla sua morte, il suo corpo mistico.
Potenzialmente, il "frutto" è tutta l'umanità, non solo noi battezzati, perché
egli è morto per tutti, tutti sono stati da lui redenti, anche chi ancora non
lo sa. Il brano evangelico si conclude con queste significative parole di Gesù:
"Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".
Ma la storia del piccolo chicco di grano aiuta anche, per un altro verso, a
capire noi stessi e il senso della nostra esistenza. Dopo aver parlato del
chicco di grano, Gesù aggiunge: "Chi ama la sua vita la perde e chi odia (un
altro evangelista dice perde) la sua vita in questo mondo, la conserverà per la
vita eterna" (cfr. Mt 16, 25). Cadere in terra e morire, non è dunque solo la
via per portare frutto, ma anche per "salvare la propria vita", cioè per
continuare a vivere! Che succede al chicco di grano che rifiuta di cadere in
terra? O viene qualche uccello e lo becca, o inaridisce e ammuffisce in un
angolo umido, oppure viene ridotto in farina, mangiato e tutto finisce lì. In
ogni caso, il chicco, come tale, non ha seguito. Se invece viene seminato,
rispunterà e conoscerà una nuova vita, come in questa stagione vediamo che è
avvenuto dei chicchi di grano seminati in autunno.
Sul piano umano e spirituale ciò significa che se l'uomo non passa attraverso
la trasformazione che viene dalla fede e dal battesimo, se non accetta la
croce, ma rimane attaccato al suo naturale modo di essere e al suo egoismo,
tutto finirà con lui, la sua vita va ad esaurimento. Giovinezza, vecchiaia,
morte. Se invece crede e accetta la croce in unione con Cristo, allora gli si
apre davanti l'orizzonte dell'eternità.
Ci sono situazioni, già in questa vita, sulle quali la parabola del chicco di
grano getta una luce rasserenante. Hai un progetto che ti sta sommamente a
cuore; per esso hai lavorato, era diventato lo scopo principale nella vita, ed
ecco che in breve lo vedi come caduto in terra e morto. Fallito, oppure tolto a
te e affidato a un altro che ne raccoglie i frutti. Ricordati del chicco di
grano e spera. I nostri migliori progetti e affetti (a volte lo stesso
matrimonio degli sposi) devono passare per questa fase di apparente buio e di gelido
inverno, per rinascere purificati e ricchi di frutti. Se resistono alla prova,
sono come l'acciaio dopo che è stato immerso in acqua gelida e ne è uscito
"temprato". Come sempre, costatiamo che il Vangelo non è lontano, ma
vicinissimo alla nostra vita. Anche quando ci parla con la storia di un piccolo
chicco di grano.
Alla fine, questi chicchi di grano che cadono in terra e muoiono, saremo noi
stessi, i nostri corpi affidati alla terra. Ma la parola di Gesù ci assicura
che anche per noi ci sarà una nuova primavera. Risorgeremo da morte e questa
volta per non morire più.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò
di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise
a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio,
la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in
flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne
come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per
avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché
insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza
peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo,
scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando
dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse:
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno,
Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare
più». Parola del Signore.
RIFLESSIONII
E' vicino il momento in cui Cristo farà la rivelazione più radicale - e la più
incomprensibile per l'uomo - della sua potenza: morire sulla croce. È uno
"scandalo per gli Ebrei, follia per i popoli pagani" (1Cor 1,23).
Già prima Gesù aveva parlato ai suoi discepoli della croce, che li stupì e
confuse. Quello che osservavano, nel comportamento sociale, è che l'uomo utilizza
la debolezza degli altri per affermare il proprio potere. Ma Gesù diceva loro:
"I re delle nazioni... e coloro che hanno il potere su di esse si fanno
chiamare benefattori. Per voi però non sia così" (Lc 22,25). E i farisei che
pretendono di usare una povera donna, colta in flagrante delitto di adulterio,
per compromettere Gesù, gli danno in effetti l'occasione di insegnare con un
esempio i suoi nuovi metodi.
In primo luogo Gesù mette in evidenza l'ipocrisia dei farisei: "Chi di voi è
senza peccato scagli per primo la pietra. Dopo, toglie loro qualsiasi
argomentazione. Mette in evidenza la loro ignoranza colpevole della legge che
insegna che Dio, essendo potente sovrano, giudica con moderazione e governa con
indulgenza, perché egli opera tutto ciò che vuole (Sal 115,3). Infine - e
questo è il punto più importante del Vangelo -, Gesù insegna alle folle che non
esiste più grande manifestazione di potere che il perdono. La morte stessa non
ha un così grande potere. In effetti, solo il potere di Cristo, che muore
crocifisso per amore, è capace di dare la vita. E soltanto il potere che serve
a dare la vita è vero potere.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,16.18-21.24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un
angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei
viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai
Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore
per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi".
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del
Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Sposo di colei che sarebbe stata Madre del Verbo fatto carne, Giuseppe è stato
prescelto come "guardiano della parola". Eppure non ci è giunta nessuna sua
parola: ha servito in silenzio, obbedendo al Verbo, a lui rivelato dagli angeli
in sogno, e, in seguito, nella realtà, dalle parole e dalla vita stessa di
Gesù.
Anche il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione
dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto;
ha fatto quello che Dio ha detto. La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto
ciò che può dare un padre umano: l'amore, la protezione, il nome, una casa.
La sua obbedienza a Dio comprendeva l'obbedienza all'autorità legale. E fu
proprio essa a far sì che andasse con la giovane sposa a Betlemme e a
determinare, quindi, il luogo dell'Incarnazione. Dio fatto uomo fu iscritto sul
registro del censimento, voluto da Cesare Augusto, come figlio di Giuseppe. Più
tardi, la gioia di ritrovare Gesù nel Tempio in Giuseppe fu diminuita dal suo
rendersi conto che il Bambino doveva compiere una missione per il suo vero
Padre: egli era soltanto il padre adottivo. Ma, accettando la volontà del
Padre, Giuseppe diventò più simile al Padre, e Dio, il Figlio, gli fu
sottomesso. Il Verbo, con lui al momento della sua morte, donò la vita per
Giuseppe e per tutta l'umanità. La vita di Giuseppe fu offerta al Verbo, mentre
la sola parola che egli affida a noi è la sua vita.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete
nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non
siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il
peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa;
il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete
liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di
uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che
ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre
vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di
Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un
uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi
fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo
padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché
da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha
mandato». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gesù dialoga con alcuni giudei convertiti, non è sicuramente una conversione
simile a quella degli Apostoli, comunque mostrano buona volontà, vogliono
seguire la Verità introdotta dal Signore. Ci sono diversi inconvenienti, anzi
sono impedimenti che non avvicinano a Gesù. Perché Gesù non si segue solo
fisicamente, andando a Messa o ritenendosi cristiani, la vera conversione,
quindi, il cammino autentico nasce quando si rimane fedeli alla Parola del
Vangelo.
È un brutto colpo per chi si è sempre limitato ad una partecipazione
superficiale o a frequentare incontri di preghiera senza mai rientrare in sé.
Chi vive la preghiera fuori di sé, solo esteriormente, non ha mai incontrato
Gesù, come dice Lui non si rimane nella sua Parola. Quindi, si segue un'altra
parola, forse prende spunto da quella biblica ma poi viene manipolata o
aggiornata secondo le proprie convenienze.
Gesù è molto chiaro, per diventare discepoli autentici è indispensabile
rimanere nella sua Parola. Noi ogni giorno la commentiamo, la adoriamo,
vogliamo che si incarni in noi, ci sforziamo di viverla in ogni circostanza.
Questo è il nostro impegno giornaliero.
Gesù ci dice che è assolutamente necessario rimanere nella sua Parola,
conoscere i suoi insegnamenti per arrivare alla Verità. Tutto trova spiegazione
nella Persona di Gesù, è Lui la Verità, chi trova questa Verità diventa libero
dai vizi, dai peccati, dalle dipendenze, da ogni laccio infernale.
Andiamo a trovare Gesù davanti nel Tabernacolo, facciamo l'Adorazione
Eucaristica, perché la vicinanza del Signore ci riempie della sua Grazia e ci
trasfigura in creature nuove.
Avvicinarsi a Gesù comporta arrivare alla Verità, in questa Verità tutto avrà
una spiegazione e la nostra mente la intuirà con facilità.
Chi è lontano da questa Verità "è schiavo del peccato", la
ripetizione e la ricerca dei peccati allontana inevitabilmente dalla Verità
La sapienza viene dall'alto, è un dono di Dio che bisogna meritare ogni giorno
con una vita onesta e fedele al Vangelo. La Grazia di Dio che ci arriva dai
Sacramenti e dalle preghiere, ci rende persone nuove, con una intelligenza
sapienziale in grado di discernere il bene dal male e di dare ad ogni cosa il
giusto peso: senza eccessi, senza esaltazione.
Il cammino che facciamo insieme, deve allontanarci dalle miserie umane per
rivestirci sempre dell'Amore e della Grazia di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 8,51-59)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: "Se uno
osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno"». Gli dissero allora i
Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i
profeti, e tu dici: "Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in
eterno". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i
profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi
mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!", e non lo
conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi:
un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre,
esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto
Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo
fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e
uscì dal tempio. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Per non morire, basta osservare l'insegnamento di Gesù, osservarlo per intero. Eppure quante volte per far bella figura ci scusiamo, davanti all'opinione pubblica e davanti a noi stessi, dicendo che rispettiamo quest'insegnamento, ma in parte! Facendo ciò, non conosciamo Dio, perché non consideriamo le sue esigenze. Il Nuovo Testamento è il complemento e, insieme, il compimento dell'insegnamento dell'Antica Alleanza. Non possiamo capire del tutto l'Antico Testamento se non lo leggiamo con il Nuovo Testamento come un tutto. Ma il Nuovo Testamento non sarà comprensibile in tutte le sue implicazioni se lo leggiamo separatamente. Gesù ricorda oggi l'unità dei due Testamenti. Gli interlocutori di Gesù non vogliono prendere atto di ciò. Ne hanno semplificato la prospettiva, e si sono trovati in errore. Abramo ne possedeva invece la prospettiva globale, perché, grazie alla sua fede, guardava verso l'avvenire, verso il Messia. Gesù è il Messia promesso, atteso, colui che salverà Israele, ma gli Ebrei non ci credono. Si ostinano a guardare soltanto alla vita terrena, nel suo circolo chiuso che va dalla nascita alla morte, mentre la vita eterna, di cui parla Gesù, comincia con la nascita nell'acqua e nello spirito ed è infinita. Per giungere a questa vita eterna, bisogna osservare per intero l'insegnamento di Gesù.
V DOMENICA DI QUARESIMA E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Venerdì
Della V Settimana Di Quaresima Anno B
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,31-42)
Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre:
per quale di esse volete lapidarmi?
22 Marzo 2024
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse
loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di
esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera
buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi
siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola
di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha
consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono
Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le
compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate
che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di
catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni
battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha
compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era
vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
"Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio,
anche se non credete a me, credete alle opere." Gv 10, 37-38°
Quel che Gesù ha chiamato "la mia ora" sta ormai per venire nella sua
vicenda terrena. Il Signore ne è pienamente consapevole, ma non si affievolisce
né il suo coraggio né la sua franchezza.
A due passi dalla Sua Passione e Morte, con il volto luminoso della Verità
sostanziale, Gesù pone i suoi nemici di fronte a una prova che spiazza la loro
sicumera. E la prova sono i segni (o miracoli) che ha compiuto senz'aria di
mistero, fuori da ogni sceneggiata che lo portasse a farsi ammirare dalla
gente.
Li ha compiuti. E basta! Così ha fatto uscire Lazzaro dal sepolcro. Ha
restituito, vivo e lieto, il figlioletto a sua madre, una vedova di Naim. Ha
asciugato tante lacrime e ha restituito la vista a chi era cieco.
La sua vita stessa è stata un segno di bontà infinita nel succedersi delle
opere compiute in assoluta gratuità, solo per dar gloria al Padre e infondere
vita autentica e gioia limpida dentro le vene dell'umanità.
Eppure, il cuore indurito degli avversari rimane ermeticamente chiuso. No, non
credono neppure alle sue opere tutte di luce.
Signore, questa costatazione dovrebbe aprire bene gli occhi anche a noi.
Anch'io, anche tu e tutti noi che crediamo, siamo chiamati a vivere, alla
maniera di Gesù, compiendo - pur nel nostro piccolo - opere buone, cioè intrise
di amorevolezza e bontà.
Signore, fa' che perseveriamo nel far questo, senza meravigliarci quando
nessuno si accorge del nostro ben operare. Donaci d'essere contenti e partecipi
di quel che tu hai vissuto.
"Le tue opere: quelle si mi raggiungono. Esse parlano così forte che io
non riesco a sentire quello che dici."
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 11,45-56)
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò
che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui.
Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva
fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che
cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così,
tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e
la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non
capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo
muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non
lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che
Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per
riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque
decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella
regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i
discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme
prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio,
dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quest'uomo compie molti segni
Il miracolo di Lazzaro ha scosso il mondo intero. È un'opera che non si può
negare. È un fatto che va ben oltre il possibile umano. Né Mosè e neanche i
profeti hanno mai operato qualcosa di simile: chiamare in vita dalla tomba un
uomo già in putrefazione. Il corpo compatto dei Giudei comincia a sgretolarsi.
Molti dopo questo evento si aprirono alla fede in Cristo Gesù. Per i capi dei
sacerdoti e per i farisei è questo un momento fortemente drammatico. Se Gesù
verrà lasciato libero di agire a suo piacimento è la loro fine. Si deve
scegliere chi deve morire: i Giudei o Cristo Gesù? Se vive Cristo il loro mondo
sarà travolto. Esso potrà vivere solo se muore Cristo Gesù.
È questo un ragionamento di somma stoltezza. È dal peccato che nasce questa
argomentazione. Dio è sempre per l'uomo, mai contro l'uomo. Vedere Dio contro
l'uomo lo si può vedere solo in una religione artificiale, inventata dall'uomo,
mai nella religione vera, viva, quella religione che passo dopo passo è
edificata dallo stesso Dio per il bene dell'uomo. Tutta la Scrittura Santa è la
storia di un uomo che viene preso per mano dal suo Creatore e Signore e
condotto nel pieno possesso della sua vera umanità. Una religione nella quale
l'uomo rimane nella sua disumanità, nella sua cattiveria e malvagità, nel suo
odio e invidia, nella sua superbia e arroganza, nella sua sete di sangue e di
vendetta, nel suo terrore e nelle sue stragi, questa non è la vera religione.
Questa è una religione artificiale, come artificiali sono molte filosofie
dell'era moderna, nelle quali Dio veniva identificato come il più grande nemico
dell'uomo.
Chi nel sinedrio dona la soluzione che convince tutti è Caifa, che in
quell'anno era sommo sacerdote. Le sue parole vanno lette con somma attenzione:
«Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un
solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Lette
secondo la lettera, le parole di Caifa avvisano che un grave pericolo incombe
sul popolo dei Giudei. Se Cristo viene lasciato libero, la sua azione sarà
destabilizzante. Si romperanno gli equilibri che attualmente essi con tanta
abilità e diplomazia riescono a costruire ogni giorno e per il popolo sarà la
fine. Verrà distrutto dai Romani, i quali non tollerano alcuna insurrezione.
Preso alla lettera il suo è un discorso di non fede. Se però lo si legge
secondo lo spirito della vera profezia, Caifa proclama necessaria la morte di
Gesù per la salvezza del mondo intero. Gesù è l'agnello di Dio che porta la
vera salvezza al popolo dei Giudei e al mondo. Giovanni legge queste parole
secondo la profezia.
La morte di Gesù è decisa. O prima della festa o immediatamente dopo la festa
Gesù dovrà essere ucciso. Non si tratta più della volontà di questo o di
quell'altro Giudeo. Ora è il sinedrio che ha preso formalmente la decisione.
Essa è irrevocabile. Gesù deve morire subito. Lo richiede la salvezza del suo
popolo. È questa la grande saggezza, l'infinita sapienza di Dio: raggiungere il
suo fine percorrendo vie umane, a volte di peccato e di totale cecità. Ora Gesù
sa che la sua ora è venuta.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la scienza della
Croce.