XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Gesù
interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?».«Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 8,27-35)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a
Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La
gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista;
altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu
sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed
essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire
ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a
rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò
Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma
secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché
chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita
per causa mia e del Vangelo, la salverà». Parola del Signore.
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Lunedì Della XXIV
Settimana del Tempo Ordinario Anno B
San Giovanni Crisostomo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,1-10)
Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto.
Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!
13 Settembre 2021
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,1-10)
Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che
stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione
l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni
anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro,
giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda
quello che chiede - dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a
costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il
centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono
degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono
ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito.
Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di
me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e
al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».
All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva,
disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E
gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del
Signore.
Pensiamo spesso di essere super uomini, parliamo con Dio permettendoci di brontolarlo perché ha lasciato che accadesse una guerra, un terremoto, un omicidio. Lo insultiamo quando non ci concede immediatamente tutto quello che chiediamo. Non ci rendiamo conto che piccoli esseri imperfetti e pieni di peccati siamo. Dovremmo ringraziare Dio per ogni cosa che ci dona e capire che con i nostri limiti non saremmo nemmeno degni di alzare gli occhi al cielo. "Non saremmo" se non fosse che il Signore misura con parametri ben diversi dai nostri. Per noi una persona degna di stare alla presenza di Dio è chi non fa peccati, chi compie il proprio dovere con rettitudine, chi prega tutti i giorni e va sempre in chiesa, anche se poi se ne vanta e fa pesare la sua grande rettitudine morale. Ma Gesù ci ripete spesso nel Vangelo che ama coloro che sono umili, che capiscono i propri difetti e chiedono perdono, chi ha il coraggio di chinarsi davanti a Lui e dire "sia fatta la Tua volontà" credendo fermamente che basti una Parola di Dio, un Suo cenno, per cambiare ogni situazione, per ottenere ciò che chiediamo, specie quando preghiamo per gli altri, per coloro che soffrono.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 3,13,17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non
colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il
serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché
chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore.
Con questa festa la Chiesa ci invita a ricevere questa sapienza divina, che Maria ha vissuto pienamente presso la Croce: la sofferenza del mondo, follia e scandalo, diventa, nel sangue di Cristo, grido d'amore e seme di gloria per ciascuno di noi.
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Mercoledì della XXIV
settimana del Tempo Ordinario Anno B
Beata Vergine Maria Addolorata
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 19,25-27)
Gesù disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio!
Poi disse al discepolo: Ecco tua madre!
15 Settembre 2021
***
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. Parola del Signore.
Sequenza
Stabat
Mater dolorosa
iuxta Crucem lacrimosa,
dum pendebat Fílius.
Addolorata,
in pianto
la Madre sta presso la Croce
da cui pende il Figlio.
Cuius
animam gementem,
contristátam et dolentem,
pertransívit gládius.
Immersa in
angoscia mortale
geme nell'intimo del cuore
trafitto da spada.
O quam
tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigeniti!
Quanto
grande è il dolore
della benedetta fra le donne,
Madre dell'Unigenito!
Quae
maerebat, et dolebat,
Pia Mater, dum videbat
Nati poenas íncliti.
Piange la
Madre pietosa
contemplando le piaghe
del divino suo Figlio.
Quis est
homo, qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplício?
Chi può
trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?
Quis non
posset contristári,
Christi Matrem contemplári
dolentem cum Fílio?
Chi può
non provare dolore
davanti alla Madre che porta
la morte del Figlio?
Pro
peccátis suae gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis súbditum
Per i
peccati del popolo suo
ella vede Gesù nei tormenti
del duro supplizio.
Vidit suum
dulcem natum
moriendo desolátum,
dum emísit spíritum.
Per noi
ella vede morire
il dolce suo Figlio,
solo, nell'ultima ora.
Eia Mater,
fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.
O Madre,
sorgente di amore,
fa' ch'io viva il tuo martirio,
fa' ch'io pianga le tue lacrime.
Fac, ut
árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam.
Fa' che
arda il mio cuore
nell'amare il Cristo-Dio,
per essergli gradito.
Sancta
Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.
Ti prego,
Madre santa:
siano impresse nel mio cuore
le piaghe del tuo Figlio.
Tui nati
vulneráti,
Tam dignati pro me pati,
poenas mecum dívide.
Uniscimi
al tuo dolore
per il Figlio tuo divino
che per me ha voluto patire.
Fac me
tecum pie flere,
Crucifíxo condolere,
donec ego víxero.
Con te
lascia ch'io pianga
il Cristo crocifisso
finché avrò vita.
Iuxta Crucem
tecum stare,
et me tibi sociáre
in planctu desídero.
Restarti
sempre vicino
piangendo sotto la croce:
questo desidero.
Virgo
vírginum præclára,
mihi iam non sis amára:
fac me tecum plángere.
O Vergine
santa tra le vergini,
non respingere la mia preghiera,
e accogli il mio pianto di figlio.
Fac, ut
portem Christi mortem,
passiónis fac consórtem,
et plagas recólere.
Fammi
portare la morte di Cristo,
partecipare ai suoi patimenti,
adorare le sue piaghe sante.
Fac me
plagis vulnerári,
fac me Cruce inebriáriet
cruóre Fílii.
Ferisci il
mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce,
inebriami del suo sangue.
Flammis ne
urar succensus,
per te, Virgo,
sim defensus in die iudícii.
Nel suo
ritorno glorioso
rimani, o Madre, al mio fianco,
salvami dall'eterno abbandono.
Christe,
cum sit hinc exíre,
da per Matrem me veníre
ad palmam victóriæ.
O Cristo,
nell'ora del mio passaggio
fa' che, per mano a tua Madre,
io giunga alla meta gloriosa.
Quando
corpus morietur,
fac ut animæ donetur
paradísi glória.
Quando la
morte dissolve il mio corpo aprimi,
Signore, le porte del cielo,
accoglimi nel tuo regno di gloria.
Ai piedi della croce, presso Gesù morente, sono rimasti Maria Santissima e Giovanni, il discepolo che, nell'Ultima Cena, aveva posato il capo sul Cuore di Cristo Dio.
Quel "convenire" insieme, lì accanto a Gesù, quando tutti se ne sono andati, li ha certamente uniti in quelle profondità spirituali a cui si giunge, purificati da tanto amore e altrettanto dolore.
Ecco, Gesù ha colto nel segno e, coinvolgendoli entrambi, nel "dono supremo" dell' "ora suprema" li ha resi essi stessi dono l'uno per l'altro: Maria è diventata Madre di Giovanni e l'apostolo prediletto è divenuto figlio di tale Madre.
Radicato in queste profondità, il dono si è amplificato quasi all'infinito. Generazioni e generazioni di cristiani, come Giovanni hanno ricevuto in dono Maria: Madre della loro appartenenza a Gesù. Uno sterminato numero di credenti, lungo i secoli, ha potuto, come Giovanni, introdurre nella casa del proprio cuore Maria Santissima: madre e maestra di cristianesimo vissuto.
Signore Gesù, ti ringrazio perché donando anche a me Maria per Madre proprio nell'ora più alta della Tua Passione, mi rendi consapevole che nell'ora del dolore non sarò solo. Tienimi desta in cuore la memoria di Maria tua Madre. Mi sia AIUTO prezioso a vivere con te anche quello che, a volte piangente di dolore, mi fa maturare e crescere in amore
"Confidate per ogni cosa in Gesù Eucaristia e Maria Ausiliatrice, e vedrete cosa sono i miracoli"
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di Lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di
profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo
tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti
qualcosa». Ed egli rispose: «Dì pure, maestro». «Un creditore aveva due
debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi
di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà
di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più».
Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a
Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato
l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da
quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con
olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo Io
ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece
colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati
sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui
che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha
salvata; va' in pace!». Parola del Signore.
Il Vangelo è molto ricco, ma vorrei sottolineare soltanto un punto che di solito non viene messo in risalto perché non si capisce bene la parola del Signore, ed è che l'amore di Dio viene sempre prima di ogni cosa che l'uomo possa fare.
il fariseo è pieno di sé, non riconosce i doni del Signore, anzi è convinto di essere lui a dargli qualcosa: egli non ama Dio. Invece la peccatrice sa di aver ricevuto molto perché il suo debito era grande: perdonata dal Signore ha potuto amare molto. Questo è il senso della parabola raccontata da Gesù. Chi ama di più? Colui al quale il Signore ha perdonato di più. Questo non vuol dire, come si sente spesso spiegare, che la peccatrice ottiene il perdono dei suoi molti peccati per aver molto amato, ma al contrario: il suo amore è segno che ella ha ricevuto il grande dono di Dio: il "perdono". IL problema del fariseo era:
"Dovrebbe sapere, se fosse profeta, che questa donna è una peccatrice!". Ora Gesù non ha riconosciuto in lei semplicemente "una peccatrice": ha riconosciuto "una peccatrice perdonata", proprio constatando il suo grande amore. Prima c'è sempre il perdono di Dio, che ci fa capire il suo infinito amore e suscita in risposta il nostro.
"Quello a cui si perdona poco, ama poco". Questa seconda affermazione conferma la prima. Non siamo noi ad amare per primi, ma è Dio. il nostro primo dovere è riconoscere il suo amore in tutti i doni che egli ci fa, in tutti i perdoni che ci elargisce. Questa è la condizione per il nostro amore. Altrimenti siamo come il fariseo che crede di essere lui a dare a Dio, non vede il suo amore e, alla fin fine, non lo ama.
Chiediamo al Signore la grande grazia di saper riconoscere che il suo amore per noi è il primo, la sua generosità è la prima. Nell'Offertorio della Messa la Chiesa lo riconosce sempre: "Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, abbiamo ricevuto questo vino...", per questo ora te li possiamo offrire. Ci inganniamo se pensiamo orgogliosamente di poter dare qualcosa a Dio senza averlo prima ricevuto da lui; il vero amore cristiano verso Dio è sempre un amore riconoscente.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona
notizia del regno di Dio.
C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti
cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti
sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e
molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore.
Com'è bella questa itineranza di Gesù! Non se ne sta dentro le mura protettive di una fissa dimora. Se ne va in cerca di quelli che è venuto a salvare. E, appunto, annuncia loro che la salvezza è il Regno di Dio: Lui stesso e il Vangelo che il Padre gli ha detto di far conoscere come vero progetto di vita e salvezza.
L'evangelista annota che erano con Lui i 12 apostoli e alcune donne. Non precisamente delle santarelline' ma persone al femminile che Gesù aveva reso libere, nuove e fervide. Gli spiriti del male e le infermità (ogni genere di rifiuto e impedimento della vita) era stato vinto da Colui che ha proclamato e dimostrato di essere, per eccellenza, Vita e Risurrezione (cfr. Gv 3,16).
E' un Gesù che, nella Fede, anch'io incontro. Oggi. Sulle strade di questa mia vita, di questa nostra storia.
Devo solo sollecitarLo a farmi attenta e consapevole della Sua Presenza, della sua volontà di guarirmi da desideri non buoni, da pensieri e sentimenti d'invidia, gelosia e da quell'acquiescenza che è distruttiva della vita: quella vera che è, invece, in modi svariati, dono di sé!
Signore Gesù, come le donne che ti seguivano sulle strade della Palestina, anch'io ti seguo, nel desiderio di essere continuamente toccata e guarita in profondità dalla tua Parola. In tal modo potrò correre, libera e lieta, cercando di vivere il tuo Regno che già qui e ora si esprime negli insegnamenti del tuo Vangelo.
"Maestro nostro, una volta ancora, mettici in cuore e sulle labbra la tua preghiera: venga il tuo Regno, sia fatta sulla terra la tua volontà".
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15)
Poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù
disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre
seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del
cielo la mangiarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata,
seccò per mancanza di umidità. Un'altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi,
cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno
buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha
orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli
disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo
con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi
caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il
diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo,
siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono
la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel
tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che,
dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni,
ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno
buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con perseveranza. Parola del Signore.
I semi della parabola erano buoni, non stava nei semi il mancato sviluppo della pianta. I semi sono la Parola di Dio e chi accoglie in sé e protegge questa Parola, cresce non come una pianta selvatica, la sua crescita è straordinariamente bella.
Da quanto afferma Gesù è possibile anche per i credenti non raggiungere la salvezza eterna. Non è certamente una novità, il Signore questo lo spiega in molti altri discorsi e nelle parabole. Non è sufficiente credere, perché anche i diavoli credono nell'esistenza di Dio ma non Lo servono!
I veri credenti non solo credono ma vivono la loro Fede, la praticano con le buone opere.
Rileggiamo cosa ha scritto l'Apostolo San Giacomo sulle opere e sulla Fede.
"Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la Fede ma non ha le opere? Forse che quella Fede può salvarlo?" (Gc 2,14).
"Così anche la Fede: se non ha le opere, è morta in se stessa" (Gc 2,17).
"Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la Fede ed io ho le opere; mostrami la tua Fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia Fede" (Gc 2,18).
"Ma vuoi sapere, o insensato, come la Fede senza le opere è senza calore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?" (Gc 2,20-21).
Molti cristiani eliminano quanto non conviene e contrasta la loro mentalità. Non è un'operazione corretta, la coscienza così si svuota della morale e rimane solo una parvenza di spiritualità.
Da ciò ne conseguono scelte sbagliate, spesso l'adorazione degli idoli e molte immoralità.
Molti credenti non conoscono la dottrina e si formano concetti indeterminati e una religiosità imprevedibile.
Questo spiega la parabola di oggi: pochi credenti sono terreno buono per far crescere il buon seme, ma tutti gli altri che non lo sono ancora, devono impegnarsi per diventarlo. Tutti siamo in cammino e non c'è alcuna ragione valida per chi ancora brancola nell'oscurità, di abbattersi e indietreggiare.
Gesù invita tutti ad incontrarlo, nessuno si deve considerare escluso e se adesso non riesce a lasciare i vizi perché troppo radicati, continui a pregare e a chiedere preghiere ai conoscenti. La Confessione è indispensabile ma se non riesce a farla per l'attaccamento ai peccati, preghi intensamente davanti al Tabernacolo, perché Gesù è lì per i volenterosi, quelli che riconoscono le loro colpe e vogliono iniziare una vita integra e retta.
La conversione porta alla salvezza eterna, ma come arrivare alla vera conversione?
Con il Santo Rosario, recitatelo spesso e la Madonna vi ricolmerà di Grazie particolari, vi darà la forza per vincere le battaglie.