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     IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO XX DOMENICA E SETTIMANA TEMPO ORDINARIO ANNO C       IL VANGELO NEL 21° SECOLO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a portare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Un dispiacere si fa sempre più pesante per Gesù in cammino verso la sua passione: lui che voleva raccogliere insieme tutto il popolo di Dio si vede sempre più isolato nel suo insuccesso. Eppure resta fedele: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra". Questo fuoco, immagine del giudizio di Dio, della sua parola ultima e definitiva, si accenderà attraverso di lui.
Ma, per realizzare questo, egli deve ricevere un battesimo, attraversare la sofferenza e la morte.
Il rifiuto dell'amore di Dio è divenuto estremo nel rifiuto della sua persona. In un certo senso la sua venuta provoca questo rifiuto. E Gesù non vuole nasconderlo con una pace facile, non può lasciare in pace un mondo che si rinchiude nella durezza del cuore. Ormai egli è pronto a prendere su di sé tutte le conseguenze del rifiuto di Dio, le divisioni tra gli uomini fino nelle loro relazioni più intime. È l'ultima prova già descritta dai profeti (Mi 7,1-17). Il Vangelo ci dice: nel momento del rifiuto totale di Cristo, il fuoco è acceso.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,16-22)
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Nel Vangelo una lezione complementare ci viene data mostrando che la fedeltà umana, quando c'è, ha bisogno di un complemento divino. Vediamo questo ragazzo che vuol sapere qual è la via buona per ottenere la vita eterna, e interroga Gesù. Gesù gli dice: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". È la fedeltà umana, richiesta per ottenere tutte le grazie di Dio. il ragazzo ha sempre osservato tutti i comandamenti e chiede: "Che cosa mi manca ancora?". Se la sua fedeltà è stata completa, cosa può mancargli?
La risposta di Gesù è paradossale, come spesso accade. "Non ti manca niente; hai troppo. Ti manca di farti povero di beni terreni per essere disponibile all'amore divino". "Va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".
"Beati i poveri" ha detto Gesù "perché di essi è il regno dei cieli". Distaccarsi da tutto per fare spazio ai veri tesori: ecco il segreto della vita in pienezza. Distaccarsi anche da se stessi per accogliere la vita di Cristo: "Vivo non più io, vive in me Cristo". E un cammino lungo, non facile, però pieno di speranza. Gesù vuole comunicarci la sua gioia, l'ha detto più volte: "La mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia piena".
Questo si ottiene con il distacco da tutti i beni materiali per accogliere l'amore generoso di Cristo.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
La ricompensa data da Gesù in questa vita e nell'altra che sarà eterna, è sempre proporzionata alla nostra conversione.
In questi tempi per i credenti è più facile ricorrere alla preghiera per tutto quello che succede nel mondo, ma non deve essere la paura a farci pregare di più, anche se rimane sempre uno stimolo efficace per ricordarci che Dio è il Creatore e noi piccole creature incapaci di fare il Bene senza il suo aiuto.
Dalle notizie che si ascoltano, nel mondo aumenta la confusione, si continua a perdere il rispetto verso il prossimo e in molti casi si vive sotto una maschera. Si sentono tante dichiarazioni che lasciano senza parole, sia per le contraddizioni sia per l'allontanamento dai veri valori, da una morale autentica.
Noi crediamo in una nuova civiltà, fondata sulla Persona di Gesù, seguendo gli insegnamenti del suo Vangelo, per fondare la società dell'amore, del rispetto, della tolleranza, del perdono, della verità e della giustizia.
Gesù e insieme a Lui gli Apostoli, addolorati, videro allontanarsi il giovane ricco che non aveva voluto abbandonare le sue ricchezze per seguire il Maestro. Lo videro partire con la tristezza tipica di chi non corrisponde a quel che Dio gli chiede.
È la tristezza che provano i credenti di oggi che non corrispondono al disegno di Dio e vivono nella confusione.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?".
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Amico, io non ti faccio torto
Il nostro Dio può essere compreso nel suo immenso, divino, eterno mistero di amore se ci lasceremo aiutare dal sole. Non appena esso si posiziona nella volta celeste, ogni uomo di questa terra può attingere tutto il calore, tutta la luce, tutti i raggi che vuole. Nessuno potrà dire all'altro: smetti di rubare i miei raggi e il mio calore. Se qualcuno così pensasse, attesterebbe di non essere in sé. Manifesterebbe stoltezza, insipienza, grande carenza di intelligenza. Tutti attingono tutto senza perdere nessuno qualcosa.
Questa verità va portata sul piano soprannaturale. Pensiamo per un attimo alla Santa Eucaristia. Tutti possono attingere tutto Cristo e anche due volte al giorno, senza che nessuno tolga nulla all'altro. Cristo si dona per intero, con tutto il suo mistero di morte e di risurrezione, di verità e di grazia, di luce e di carità, di santità e di vita, in un modo personalissimo senza privare alcuno di un qualcosa. È questo il grande mistero di Gesù Signore. Per tutta la durata dei secoli Lui è di ogni anima che lo riceve, senza che nulla venga tolto alle altre anime. Anzi ogni anima dal Cristo che si dona viene aiutata a crescere in santità e grazia anche attraverso il Cristo donato agli altri e nei quali produce veri frutti di vita eterna, di santità, di pace e di gioia.
Questa verità divina vale anche per ogni Presbitero della Chiesa di Dio, chiamato ad incarnare Gesù Signore nella nostra storia. Lui è il corpo vivente di Gesù. È quel corpo che deve essere a servizio di tutti, per amare tutti, in modo personale, particolare, unico per ogni persona, senza togliere nulla a nessuno. È questa la grandezza di un Presbitero. La sua perfetta somiglianza al sole, al Padre celeste, a Cristo Signore. Più che il sole, Lui deve illuminare, riscaldare, nutrire con l'amore di Cristo Gesù ogni altro suo discepolo. Se dovesse uscire da questa essenziale verità di amore universale per dedicarsi ad un amore individuale, egoistico, in questo istante non sarebbe più vero Presbitero. È venuto meno nella sua missione universale.
La parabola che Gesù oggi narra è carica di insegnamento. Nel regno di Dio ognuno entra secondo l'ora della sua chiamata. È grazia la chiamata della prima ora. È grazia quella dell'ultima ora. È grazia il salario per quelli della prima ora ed è grazia anche per quelli dell'ultima ora. Ogni chiamato deve essere gioioso che altri sono mandati nella vigna ad ogni ora del giorno. Devono anche saper gioire perché il Padrone dona loro un salario più che giusto. Invece l'uomo è rosicchiato dall'invidia. Non vuole che l'altro riceva un bene. Se si trattasse di un bene frutto di una privazione nei loro riguardi, in questo caso avrebbero avuto anche valide motivazioni per reclamare il proprio diritto. Nessun diritto è stato violato. Il Padrone ha voluto manifestare la sua magnanimità. Essa va rispettata. Perché sarà eternamente questa la legge del vero amore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse: «Il Regno dei Cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine: "Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: "La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze". Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Tutti siamo chiamati al banchetto nuziale, ognuno di noi in peculiari circostanze, ma la chiamata a vivere il Vangelo riguarda proprio tutti.
Oggi Gesù ci parla di un re che preparò un banchetto per celebrare le nozze di suo figlio, e inviò i suoi servi a chiamare gli invitati.
Dal racconto leggiamo che molte volte alla generosità di Dio corrispondiamo con freddezza e indifferenza. Inviò i suoi servi a chiamare gli invitati ma questi non risposero all'invito. Quante volte Dio chiama alla conversione con ispirazioni e con avvenimenti che fanno riflettere, ma si rimane insensibili, aggrappati all'unica certezza che è l'orgoglio?
Molti oggi intravedono il passaggio di Gesù nella loro vita, attraverso la sofferenza o di prove che tutti incontriamo prima o poi, ma non fermano il Signore e non Lo invitano a casa loro, nelle loro anime. E Gesù passa oltre...
Nel Vangelo vediamo che gli invitati al banchetto nuziale rifiutano di lasciare i loro impegni per onorare il re, come quelli che non riconoscono la regalità di Cristo e non Lo adorano, non Lo seguono. Però Dio continua ad invitare anche i non credenti, fino a quando ribadiscono il definitivo rifiuto.
"Quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero".
Gesù ha raccontato questa parabola con grande dolore, considerando quante scuse avrebbe ricevuto lungo i secoli I cibi preparati con tanta cura rimangono sulla mensa e la sala resta vuota, perché Gesù non costringe nessuno.
Dio è però un Padre paziente e rinnova fino a un certo limite l'invito a prendere parte alla festa nuziale di suo Figlio, invia nuovamente i suoi servi a convocare gli invitati: "Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!".
Gli invitati, però, non prestarono la minima attenzione all'invito che equivaleva la salvezza eterna e al miglioramento della loro condizione in questa vita: se ne andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari.
Così vivono quelli che hanno dimenticato Dio e si illudono di rimanere in questa valle di lacrime per millenni.
Non riescono a riflettere minimamente che tutto passa, solo Dio rimane eternamente e vuole renderci felici qui e beati in Cielo.
Gli altri invitati non si limitarono a respingere l'invito: si rivoltarono contro il re. Risposero con la violenza e sappiamo che questa profezia riguardava Gesù. Oggi nella Chiesa ci sono anche quelli che reagiscono alla Parola di Dio con atteggiamenti di rifiuto, come se si trattasse di una parola umana e cercano di stravolgerla. 

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Mt 22,34-40 Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
Soprattutto nei momenti di sconforto o quando qualche avvenimento induce a riflettere, molti si chiedono qual è il loro destino e la stessa ragione della presenza in questo mondo. Sicuramente è salutare riflettere su Dio e sulla propria vita, si acquisisce maggiore convinzione spirituale e la Fede si irrobustisce.
Molti non abbandonano la domanda sulla loro presenza sulla terra. Perché viviamo? Cosa dobbiamo fare qui sulla terra?
Non è solo la noia a produrre questi strani pensieri esistenziali, non sono neanche le sofferenze che un po' tutti affrontiamo, non è qualche fallimento che si patisce, dovuto a diversi fattori. La vera ragione è la mancanza di amore verso Dio, verso se stessi e verso il prossimo.
Come possiamo identificare l'amore presente in una persona?
La parola amore può intendere un'ampia varietà di sentimenti anche di atteggiamenti differenti, che comprendono segni di affetto, fino a riferirsi a forti manifestazioni di affetto, espressi con attrazione interpersonale e legame, una vicendevole dedizione tra persone.
L'amore cristiano indica un interesse profondo nei confronti di tutti gli esseri umani
Per amore si compiono azioni straordinarie, lecite ovviamente, in cui il sacrificio è spesso superiore alla capacità umana.
L'amore spinge a rinnegarsi, a cambiare comportamento, a compiere opere buone, a lavorare con intensità per soddisfare le preoccupazioni dei familiari, a compiere scelte di vita non molto gradite pur di salvare l'amore dei familiari.
Il più grande esempio di vero amore lo ha dato il Padre, inviando il Figlio per dare la vita a tanti infelici.
Lo ha dato il Figlio, accettando la volontà del Padre e assumendo un Corpo umano per rendersi visibile, subendo infamità e violenze.
Solo da Dio ci arriva l'esempio perfetto per comprendere il significato dell'amore, che comporta una donazione senza pensare mai a tornaconti personali. Donarsi significa dare spiritualmente il meglio di sé, anche prestando gratuitamente una disponibilità per piccoli lavori, che poi si scambiano vicendevolmente.
l'amore è donazione della parte spirituale migliore di sé, è la bontà che si espande di continuo dall'intera persona, è la dolcezza che accoglie tutti, la pazienza che sopporta, la pace che non si agita, la gioia che si esprime dal volto e da ogni opera esteriore.
L'amore cristiano non è solamente una virtù umana che esprime la gentilezza e la compassione, l'amicizia disinteressata, la fedeltà e la amorevole preoccupazione nei confronti di altri esseri viventi. Qui possiamo trovarci su una dimensione prettamente umana e non soprannaturale.
Tutto quello che facciamo deve scaturire dalla Parola di Gesù, per questo dobbiamo conoscere molto bene il Vangelo.
L'amore autentico desidera il bene di tutte le altre persone.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Rabbì, tu sei il Figlio di Dio
Natanaele è uomo dal cuore puro, senza inganno. È un cercatore di Dio. È infatti dei cuori puri cercare e vedere il Signore. Natanaele cerca e vede il Signore nella Scrittura, è il Libro nel quale lui cerca, perché sa che è in esso che Dio si è manifestato ed è per esso che Lui oggi e sempre si rivela nella sua più pura verità. Avendogli riferito Filippo di aver trovato ?Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazaret?, lui giustamente risponde che la Scrittura non annunzia che il Messia sarebbe venuto da Nazaret. Il Figlio di Davide necessariamente dovrà essere di Betlemme. Poiché però è puro di cuore e di mente, essendo lui vero cercatore di Dio, non mette in dubbio le parole di Filippo e va con lui, volendo conoscere Gesù. Ecco lo spirito del vero cercatore di Dio: anche se la storia ascoltata gli attesta una qualche contraddizione con la Scrittura, è giusto verificare di persona la storia. Come ascoltare la Scrittura a nulla serve, senza la verifica personale di essa, così anche ascoltare la storia spesso non è sufficiente, occorre la verifica personale. Questa procedura sempre deve essere operata quando la nostra scienza e coscienza ci avvisa di una qualche divergenza, contrapposizione, differenza tra ciò che noi conosciamo con certezza e quanto ci viene annunziato come purissima verità. Infatti nelle parole di Filippo c'è certezza di una verità incontrata. Nelle sue parole vi è però una verità e una apparenza. Può l'apparenza annullare la verità? Urge la verifica.
Natanaele ancora non ha neanche parlato con Gesù, quando giungono al suo orecchio parole che lo colpiscono nel cuore e nell'anima: ?Ecco davvero un Israelita in ci non c'è falsità?. Da vero conoscitore della Scrittura, lui sa che solo un profeta del Signore può parlare così. Esse non sono parole che nascono da un cuore di uomo. Quando Gesù aggiunge che Lui lo aveva già visto ancor prima che Filippo gli parlasse, allora la sua professione di fede si fa perfetta: ?Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele?. Dinanzi alla storia cadono tutte le apparenti contraddizioni con la Scrittura. Il Messia è dinanzi ai suoi occhi. Questo gli basta. Domani scoprirà che Gesù non è nato a Nazaret, bensì a Betlemme. La sua origine da Nazaret era solo un ?falso storico?. La fede sempre cammina tra Scrittura e storia. L'autore e l'interprete dell'una e dell'altra è solo lo Spirito Santo. Mai dovrà essere la mente dell'uomo. Natanaele ci insegna così che dinanzi alla verità storica, necessariamente ci si deve aprire alla sua accoglienza. Si accoglie, poi si comprenderà. Gesù è perfetto uomo che è da Dio. Questa è purissima verità storica. Poi si troverà anche il modo di collocarlo nella Scrittura.
Gesù rassicura Natanaele, dicendogli che Lui è infinitamente oltre la stessa Scrittura. L'antica Rivelazione lo contiene in modo velato, quasi nascosto. Quando Lui si manifesterà in tutta la sua verità, solo allora sarà possibile sapere chi è veramente, realmente è il Cristo di Dio. Loro vedranno il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scende sopra il Figlio dell'uomo. Già sono unite due profezie: quella sul Messia e l'altro sul Figlio dell'uomo. Il Figlio dell'uomo è il Messia. Il Messia è il Figlio dell'uomo. Il Messia è anche il Mediatore unico tra Dio e l'intera umanità, tra Cielo e terra. Per Lui Dio discende sul mondo. Per Lui il mondo va a Dio. Purissima verità di Gesù Signore!
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la verità di Gesù.