I DOMENICA DI QUARESIMA E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
Insegnami i tuoi sentieri. (Sal. 24)
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase
quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli
lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo
di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi
e credete nel Vangelo». Parola del Signore.
Giovanni Battista, che aveva annunciato la sua venuta come imminente, battezzò Gesù nel Giordano e in quell'occasione lo Spirito diede testimonianza di Gesù. Marco accenna soltanto al periodo nel deserto e alla tentazione. È il preludio all'inizio del ministero pubblico di nostro Signore. Il suo primo richiamo, che ci viene ripetuto questa domenica, è: "Convertitevi e credete al vangelo". Egli comincia proprio da quello che era stato il punto centrale dell'insegnamento di Giovanni Battista.
La Quaresima è soprattutto un periodo di riflessione sui misteri della nostra redenzione, al cui centro sono l'insegnamento e la persona di Gesù Cristo. Il Salvatore ha assunto forma umana, cioè quella che è la nostra condizione, e non è nemmeno stato risparmiato dall'esperienza della tentazione. Nella sua natura umana, Gesù ha vissuto in prima persona cosa significhi respingere Satana e porre al primo posto le cose divine. Il nostro Signore e il nostro Dio è in tutto nostra guida e modello.
Cercare di conoscere Cristo significa anche prendere coscienza di quel nostro bisogno di cambiamento di vita che chiamiamo "pentimento". In particolare è mediante la liturgia della Chiesa che ci avviciniamo a Cristo e facciamo esperienza della sua presenza in mezzo a noi.
Nella liturgia, diventiamo "uno" con Cristo nel mistero grazie al quale egli ha riscattato il mondo.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai
suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero:
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei
profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico:
tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore.
In San Paolo troviamo le grandi qualità dell'autentico apostolo di Gesù e potente servitore della sua Parola. Non si risparmiò né si preoccupò delle sue cose, anzi mise da parte ogni interesse personale per lasciare vivere Cristo nella sua vita.
"Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20).
La sicurezza di non avere corso invano nella sua vita, almeno dopo la conversione sulla via di Damasco, lo rendeva felice anche dinanzi a persecuzioni spaventose. Lo scriveva a Filemone: "Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato" (Fil 2,16).
San Paolo ha creduto pienamente in Gesù, ha meditato lungamente il Vangelo, ha obbedito e vissuto gli insegnamenti del Signore.
L'unica sua certezza era Cristo, nel suo Nome non aveva timori di predicare e la sua predicazione era sommamente coerente con il Vangelo, senza preoccuparsi del rispetto umano ed annunciava Cristo come Verità assoluta, sapendo di contrariarsi gli ebrei e tante fazioni pseudo religiose.
Così agiscono i seguaci di Gesù, sono i veri apostoli del Signore che non temono di affermare parole diverse dalle altre religioni, dai loro predicatori spesso fanatici, annunciatori di dottrine inventate dagli uomini e smaliziati nell'ingannare con abilità e menzogne illogiche.
La differenza tra un seguace di Cristo come San Paolo e un seguace delle religioni inventate dagli uomini, oltre ai valori che separano e li rendono inconciliabili, sta nell'amore, nel perdono, nella Verità che solo il cristiano possiede.
San Paolo subì persecuzioni indescrivibili per difendere Gesù Cristo e scriveva: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella Fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2,20).
È il progetto di vita abbracciato con grande fervore da quanti amano davvero Gesù e non si lasciano dominare dagli istinti, dall'amor proprio, dalla visione materialista della vita. Sono quelli che obbediscono alla Volontà di Dio e sono docili anche quando devono compiere qualcosa che umanamente fa provare avversione. Obbediscono. Leggiamo cosa ha scritto San Paolo sulle dolorose prove che ha affrontato per rimanere nel Cuore di Gesù:
"In quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch'io. Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte.
Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità.
E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?" (2 Cor 11,22-29).
È questa la vita che affronta il Prelato e il Sacerdote che hanno promesso piena fedeltà al Vangelo e con coraggio rinnovato perseguono esclusivamente la Volontà di Dio.
Chi invece si discosta di una parola dall'insegnamento di Gesù, non sta dalla parte di Dio, non è fedele al Vangelo e dovete stare accorti, senza lasciarvi soggiogare dalla simpatia o da comportamenti che appaiono sdolcinati e artatamente studiati per nascondere i cattivi insegnamenti.
San Pietro fu una delle colonne della Chiesa nascente e dopo un chiarimento con San Paolo sull'apostolato da intraprendere, obbedì solo a Gesù.
Superò con impegno la sua irruenza e la testardaggine per la costanza nell'amare Gesù.
L'amore facilita l'obbedienza al Signore e gradualmente c'è una elevazione spirituale. Si può cadere per debolezza ma San Pietro si è rialzato nelle lacrime, nel pentimento sincero e non era ancora nata la Chiesa. Da Papa lottò strenuamente nell'annunciare che solo Gesù Cristo è Dio e che solo in Lui vi è salvezza.
Gesù ha promesso a Pietro che la Chiesa non sarà mai distrutta, anche se tra breve sarà come disgregata, Essa però risorgerà più bella di prima!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole
come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate
dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima
ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei
cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il
Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore.
***
IL PADRE NOSTRO (Mt.6,7-13;Lc.11,1-4)
Dal poema di A. F.
Ai dodici che
un dì glielo avevano chiesto, Gesù come pregare rendeva manifesto;
e se pure altre volte Lui lo aveva detto, ancora a tutti quanti ne ribadì il
concetto:
<Usate parole
le più semplici e piane, e soprattutto poche, senza espressioni vane.
Lasciatele ai pagani Le frasi a dismisura, che credono in tal modo ricever
maggior cura.
Invece il Padre
vostro Lassù nei cieli sa, la più segreta vera vostra necessità:
infatti prima ancora che voi glielo chiediate, Lui già sa quanto voi da Lui
desiderate
DIRETE:-
Padre Nostro,
che su nei cieli stai, sia santificato il nome che Tu hai,
e venga il Regno Tuo, sia fatto il Tuo volere, così qui sulla Terra, come in
cielo tra le sfere.
Donaci ogni
giorno Il pane quotidiano, e grazie per la pioggia da cui germoglia il grano;
rimetti a noi le colpe, perdona i nostri errori, come noi perdoniamo i nostri
debitori.
Fa che la
strada giusta Non lasciamo per la via. Liberaci dal Maligno Per sempre e così
sia-.
Tenete bene a mente Questo mio insegnamento, lo andrete a dire a tutti, ovunque
soffi il vento...>
Ogni volta Che
voi lo recitate, pensate che Gesù lo declamò una estate.
Tutte le volte che Lo recitate voi pensate a Lui quel giorno che lo insegnava
ai Suoi.
Queste frasi
che voi Recitate a memoria Son certo le parole, più note della storia.
Di certo c'è qualcuno, giallo, mulatto o nero che ora mentre leggete, lo sta
dicendo intero.
Dai ghiacci
all'equatore, dai poli alla savana, vien detta in ogni lingua questa preghiera
cristiana.
Ora tu che lo
reciti Pensa che non sei solo, ma con altri milioni dall'uno all'altro polo...
Ma Gesù precisa subito: Padre "Nostro". Egli sottolinea così la fratellanza tra tutti gli uomini che egli è venuto a consacrare per mezzo del suo sangue sulla croce.
Il "Padre nostro" è una preghiera filiale, ma è anche la preghiera fraterna per eccellenza. È il motivo per cui Gesù insiste tanto sul perdono. Possiamo essere grandi peccatori, possiamo essere criminali, e dire il "Padre nostro". Ma a condizione di voler cambiare vita, chiedere perdono e perdonare tutti, a condizione di non voler serbare nessun risentimento nel fondo del nostro cuore. Così, così solamente, saremo veramente figli del Padre.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le
sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno
per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa
generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di
questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini
della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più
grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si
convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,7-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede
un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà
cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro:
questa infatti è la Legge e i Profeti». Parola del Signore.
Il Vangelo di questo giorno va letto, interpretato, compreso, prendendo come principio ermeneutico quanto scrive Luca nel brano corrispondente o sinottico. Sappiamo che per Gesù la preghiera è la sorgente di ogni bene che da Dio discende nel cuore dell'uomo, fonte di ogni grazia, verità, misericordia, compassione, commiserazione, pietà. Ogni bene per l'anima e per il corpo discendono dalla preghiera.
Il Vangelo secondo Luca apporta però un cambiamento che deve essere ritenuto essenziale, sostanziale, che da solo basta a dare luce a tutto il mistero della preghiera. Gesù in questo Vangelo ci dice che di una cosa sola l'uomo ha bisogno: dello Spirito Santo. Chiesto e ottenuto lo Spirito Santo, l'uomo è nella pace perfetta, in ogni momento, condizione, situazione, evento della sua vita. Quando è lo Spirito Santo che muove cuore, mente, anima, corpo dell'uomo, tutto l'uomo è nella verità e nella grazia. Non manca più di nulla. Ha lo Spirito Santo che è il Bene sorgente di ogni altro bene.
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Lc 11,1-13).
Se vogliamo comprendere il Vangelo secondo Luca dobbiamo lasciarci aiutare dalla rivelazione di San Paolo. La troviamo nella Lettera ai Romani così espressa.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,26-39).
Questo è il vero fine della nostra preghiera di richiesta: consegnare per intero la nostra vita nelle mani dello Spirito Santo. Lui che è il Datore di ogni vita, il Datore di Cristo e del Padre. Con Lui alla guida della nostra vita tutto avviene per il nostro più grande bene. Lui è infinitamente più che l'Arcangelo Raffaele per Tobia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci lo Spirito Santo di Dio.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
"Stupido", dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà
destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire
il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu
venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». Parola del Signore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto:
"Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri
nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre
vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e
fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno
così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che
cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola
del Signore.