XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO E SETTIMANA ANNO B. IO SONO LA LUCE DEL MONDO IL VANGELO DEL GIORNO. IL VANGELO NEL 21° SECOLO.
O Padre, che chiami tutti gli uomini a essere tuoi figli in Cristo,concedici di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava
loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio
nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di
calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate
in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo
non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere
sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti,
proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano
con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore.
Solo una piccola parte del popolo di Israele ha creduto in Gesù e in quelli che egli ha mandato. Dopo la sua risurrezione, Gesù ha di nuovo mandato i suo discepoli e accresciuto la loro missione e i loro poteri. Da allora gli inviati di Dio si recano presso tutti i popoli per offrire agli uomini il perdono di Dio e la vita nuova.
Ma non vi è che una piccola parte dell'umanità che ha sentito l'offerta divina e ha trovato la fede nell'amore di Dio e nella sua salvezza. Oggi che sono state smascherate le false ideologie moderne, che si sono rivelate false dottrine di salvezza, si è operata una nuova apertura per il Vangelo presso molti popoli e molti uomini. E noi cristiani siamo tenuti, in modo nuovo, a portare la nostra testimonianza al nostro prossimo: per mezzo della nostra preghiera e del nostro impegno personale. Da questa testimonianza dipende non solo l'avvenire dell'umanità, ma anche quello della comunità ecclesiale ed il destino di ogni cristiano.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 10,34-11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a
portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono
infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la
nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più
di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è
degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la
propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha
mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e
chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi
piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua
ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli,
partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore.
Noi proviamo innanzi tutto una profonda ripugnanza per queste parole di Gesù. Gesù capovolge totalmente le nostre speranze di felicità. Oppure dovremmo dire che le corregge? Forse ci fa un gran bene che i piani della nostra vita vengano rettificati?
Colui che non vede altro che se stesso, che cerca la propria felicità, che persegue i suoi scopi personali, che vuole concretizzarli a qualunque prezzo, costui non troverà quello che cerca così disperatamente. Lungi dal realizzarsi, egli si perderà. Ma colui che impara, durante tutta la sua vita, a non girare tenacemente intorno alla propria felicità, ma al contrario a dimenticarsi per potersi offrire generosamente, se stesso e le sue proprie facoltà, se stesso e il proprio tempo, costui troverà la vita, per quanto strano ciò possa sembrare. Alla fine, potrà dire: sì, la mia vita è stata buona!
Gesù in persona ha vissuto così. Egli si è chiesto: Di cosa hanno bisogno gli altri? In che cosa posso rendermi utile? È andato appunto verso i malati, gli handicappati, gli emarginati. È stato attento e sensibile alla loro miseria. Non si è sottratto alla sofferenza quando gli si è imposta. Anche se è stato nelle lacrime e nella paura, Gesù ha acconsentito al proprio dolore. Ha accettato e portato la sua croce fino in fondo. Tutto questo lo ha fatto con questa fiducia profonda: Dio solo può veramente dare alla nostra vita il suo compimento.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la
maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero
avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite
di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel
giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi
precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati
in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del
giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Parola del
Signore.
In queste due immagini Gesù sottolinea l'opposizione: in realtà le città che hanno una reputazione particolarmente cattiva non sono così corrotte come quelle che non accettano il suo insegnamento e rifiutano di credere in lui nonostante i molti miracoli. Gesù è deluso perché gli abitanti di queste città non vogliono riconoscere le manifestazioni della sua potenza come segni voluti da Dio, né come la conferma della sua onnipotenza e della sua missione. Essi non vogliono semplicemente credere che Gesù sia il Messia promesso, il Salvatore definitivo degli uomini. Poiché essi gli rifiutano la loro fiducia, nel giorno del giudizio saranno in una posizione ben peggiore di quella degli empi. Ciò significa che, quando si manifesterà il regno di Dio, alla fine dei tempi, la mancanza di fede di quelle persone che sono state testimoni della potenza di Gesù meriterà loro una condanna peggiore.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,25-27)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è
stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e
nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo.
Non è sufficiente essere solo buoni, nel senso che non si causano danno ad altri, mentre si vive di bugie e si compiono opere disoneste.
Peggio ancora quando uno si illude di essere buono d'animo perché non uccide i suoi nemici... o non compie rapine in banca...
Non sono solo questi due reati a certificare la mostruosità della persona, purtroppo ci sono tantissimi peccati che si compiono con i pensieri carichi di superbia e orgoglio, con le parole maliziose e con altre parole piene di bugie per non rivelare le scelte contrarie alla volontà di Dio.
Gesù non può accettare tra i suoi amici quanti rimangono in questo stato, non comunica nulla ad essi, non esiste una vera comunione.
Chi sono i piccoli per il Signore?
Questa domanda deve essere oggetto delle nostre meditazioni, dobbiamo sforzarci di capire se Gesù è contento di noi oppure c'è qualcosa da rivedere nella nostra vita. Abbiamo adesso la possibilità di cambiare e migliorare, non è opportuno rimanere con le miserie che conosciamo ma abilmente rimuoviamo per cadere sempre in piedi...
Adesso Gesù ci chiama a vivere con sincerità la nostra Fede, a dare una autentica e definitiva svolta alla nostra vita, e occorre un piccolo ma costante sacrificio di rinnegamento per dargli la possibilità di regnare in noi. "Venga il tuo Regno in noi".
Per regnare Gesù in noi e scoprire veramente la gioia e una felicità intima in tutte le circostanze, è indispensabile liberare il cuore da tanti attaccamenti umani, materiali, orgogliosi. Lui attende di entrare nella vita del cristiano ma non può se quel cristiano vive di bugie e di pensieri orgogliosi!
Rimanendo in questo stato, il cristiano non riuscirà mai a diventare piccolo, continuerà a illudersi con la Messa anche quotidiana e a venerarsi con atti di autocompiacimento opposti alle Beatitudini. Non riuscirà mai ad elevarsi spiritualmente e le negatività che porta addosso diventeranno sempre più dominanti. Fino al punto di rimanerne schiacciato.
Molti cristiani hanno una fortuna straordinaria e non ne approfittano.
La conoscenza di Gesù e le parole del Vangelo sono la benedizione di quei cristiani che veramente hanno
deciso di vivere come
vuole Dio e nei fatti rinnegano i pensieri di altezzosità. In questo modo
diventano semplici e allontanano dalla loro vita le falsità che utilizzano
spesso.
La semplicità indica la purezza interiore, per questo tra gli attributi di Dio
c'è anche la semplicità.
Tutti i cristiani sono chiamati a raggiungere la purezza della mente, del
cuore, del corpo. Ed è la purezza della mente che rifiuta ogni piccola
ipocrisia a guidare la volontà e a rivestire l'intera persona della Grazia di
Dio.
La semplicità è verità in ogni circostanza, l'essenzialità della vita come
guida sicura per vivere il Vangelo!
Senza questo impegno il cristiano si illude di fare un cammino di Fede, rimane
sempre lontano dalla vera spiritualità e non se ne rende conto. Questo è il
dramma di milioni di cristiani, è l'incapacità di conoscersi a fondo.
"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto
queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli".
Gesù si rivela esclusivamente ai piccoli, e può essere piccolo davanti a Dio
anche chi ha due lauree, un professionista famoso, uno ricco ma molto generoso,
insomma tutti quelli che curano con serietà la loro vita spirituale e mettono
al centro la verità in ogni circostanza, l'onestà come regola di vita, la bontà
come bussola per fare sempre del bene a tutti.
I piccoli sono le anime buone, sincere, oneste, semplici.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e
il mio peso leggero». Parola del Signore.
La prima opera è quella di iniziare ad imitare Gesù, comporta l'assunzione di un comportamento come il suo in tutte le circostanze e per compierlo è indispensabile conoscere molto bene la Vita del Signore.
Molti parlano di Gesù senza però mostrare con le opere di imitarlo, si direbbe che non Lo conoscono, oppure ne hanno una conoscenza teologica, da studiosi. Questa è una conoscenza intellettuale che non si applica se è assente un vero interesse per la causa del Vangelo.
Significa diventare realmente soldati di Cristo e diffondere ovunque la Verità di Cristo, perché la Verità è una sola.
Sappiamo che la vita è piena di sofferenze che si alternano, di prove che arrivano anche dagli insospettabili, di persecuzioni in quanto essendo brave persone, gli invidiosi non sopportano la nostra Fede e la nostra vita priva di contraddizioni.
Chi non ha avuto sofferenze fisiche o morali della vita?
E quando queste sofferenze perdurano per lunghi anni, in quale modo sarà possibile rimanere sereni? Insieme a Gesù. Lui ce lo ha detto: "Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro". Solo il Signore è in grado di donare sollievo, conforto, consolazione e riposo nel suo mite Cuore.
Solamente Gesù Cristo può sollevarci dai carichi più pesanti della vita.
Uno dei principali mezzi per sollevarci è la Confessione. Ogni Confessione è liberatrice, perché i peccati -compresi quelli veniali- sono un peso che schiaccia ed opprime. Da questo Sacramento usciamo restaurati, pronti a lottare ancora, pieni di pace.
Come se Gesù dicesse: tutti voi che camminate tormentati, afflitti e carichi sotto il peso delle vostre preoccupazioni e dei vostri appetiti, liberatevene venendo a Me, ed Io vi ristorerò: voi troverete per le vostre anime quel riposo che le vostre bramosie vi tolgono.
Il Signore, in cambio di questo carico costituito dal peccato, dalla superbia, dalla poca generosità, ci invita a spartire con Lui il suo giogo. Parla di giogo come di un peso che si porta su di sé, il giogo era ed è un attrezzo che permette di arare o di trainare.
Il giogo è un dispositivo, concepito fin dall'antichità per la trazione animale. Questo giogo viene applicato alla parte anteriore del corpo di uno o più animali da tiro (buoi) e permette l'attacco di un attrezzo e la manovra da parte di un operatore, tipicamente posizionato posteriormente o a lato.
Il giogo che ci offre Gesù non è un peso per chi se lo accolla, bensì sono ali per spiccare il volo ed elevarci dalla mentalità vecchia.
Inoltre vicino a Gesù le difficoltà e i normali ostacoli presenti nella vita di ogni uomo acquistano un significato ben diverso. Non sono più la "nostra croce" ma la Croce di Cristo, attraverso la quale diventiamo corredentori, purifichiamo le nostre colpe e accresciamo le virtù.
E, tuttavia, spesso risuona attorno a noi la voce di gente buona, ma non animata da Fede viva, immersa nella comodità, e che non capisce il sacrificio. Il cammino cristiano è impegnativo ma ci permette di restare in comunione con il Creatore di tutto ciò che esiste, ci facilita l'acquisizione di Grazie ordinarie e di miracoli impossibili.
Dobbiamo proclamare ai quattro venti che la via che ripercorre le orme di Cristo è una via piena di gioia, di ottimismo e di pace, benché sempre vicina alla Croce. È proprio da queste sofferenze, vissute per amore di Dio, che coglieremo i frutti maggiori, abbondanti.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo, (Mt 12,1-8)
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo
quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i
suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani
dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli
sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti
nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che
qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi:
"Misericordia io voglio e non sacrifici", non avreste condannato persone senza
colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato». Parola del Signore.
Rimproveravano Gesù perché i suoi discepoli mangiavano qualche chicco di grano, spigolando in giorno di sabato.
Secondo la Legge era lecito spigolare ma non mietere. I farisei molto maliziosi allora equiparano lo spigolare al mietere, azione questa certamente illecita in sabato. Gesù ricorda cosa fece Davide e li zittisce, dinanzi a ragioni di forza maggiore, come la fame si può passare sopra a certe cose.
Gli stessi sacerdoti ebrei lavoravano di sabato nel Tempio per offrire i sacrifici al Signore. I farisei in difficoltà non sapevano cosa dire ma trovano la risposta: il lavoro dei sacerdoti è in certo modo sacro perché inerente al culto divino. Qui Gesù indicò se stesso come più grande del Tempio, affermazione che suonava come una bestemmia per i farisei.
Chi poteva essere più grande del Tempio? Solo Colui che vi abitava, solo Dio.
Ma loro non comprendevano che proprio Gesù era Dio. Non si è fermato a quella parola, ha aggiunto la citazione di Osea 6,16: "Misericordia voglio e non sacrificio". Voleva dire: non si può dunque perdonare a questi uomini che hanno fame, che in giorno di sabato colgono qualche spiga di grano?
La misericordia indicata da Gesù era più grande del sacrificio di animali nel Tempio, in questo caso chi moriva era l'animale, ma per usare misericordia l'uomo deve morire a se stesso ed agire con spirito di umiltà e di amore.
Se trasportiamo nel Cristianesimo questa logica, vediamo che sono inutili tanti atti devozionali se non c'è misericordia e amore.
Quando Gesù si dichiarava Signore del sabato, in questa affermazione si identificava uguale a Dio che aveva istituito il sabato.
Gesù si definiva anche Figlio dell'Uomo, a quel personaggio che compare davanti all'Altissimo con aspetto d'uomo, nella visione del Profeta Daniele, a cui fu dato, appunto, "potere, gloria e regno... e il suo potere è un potere eterno" (Dn 7,14).
In quel potere eterno era inclusa la signoria sul sabato, data all'uomo per onorare Dio e non perché l'uomo se ne rendesse schiavo.
Lo stesso vale per i beni materiali, i sentimenti, il lavoro, la fedeltà, l'amicizia, la verità, la giustizia.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,14-21)
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo
morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed
egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che
era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni». Parola del Signore.
La Parola di oggi ci mostra l'intenzione criminale dei farisei contro Gesù, avevano progettato di ucciderlo per un'invidia che non riuscivano a trattenere, anzi, proprio la Persona del Signore era l'argomento che li faceva incontrare come zombie nelle caverne e non riuscivano a trovare pace al solo pensare ai miracoli e alla bellissima predicazione di Gesù.
Succede l'identica persecuzione a quei cristiani che hanno scelto di rinnegarsi per lasciare vivere Cristo in essi e hanno risposto all'invito di Dio dimenticandosi e dimenticando ogni attrattiva del mondo. Uomini consacrati a Dio che hanno lasciato anche i divertimenti più innocenti per dedicarsi pienamente alla salvezza delle anime.
In questi duemila anni molti milioni di cristiani sono stati perseguitati nel Nome di Gesù Cristo, senza aver commesso un solo errore o avere arrecato danni ad alcuno. Perseguitati perché hanno imitato il Signore nei comportamenti esteriori e hanno amato intensamente anche i loro nemici nella vita interiore.
Di questi cristiani ci sono quelli canonizzati, molti altri hanno vissuto e vivono nel nascondimento proprio perché la maggiore vicinanza a Gesù comporta una grande padronanza di sé, la forza di praticare bene l'umiltà, la mitezza e la bontà.
Quante sorprese ci saranno nell'aldilà!
Non è tanto l'esteriorità che permette di avvicinarci a Gesù, è quello che siamo dentro, come l'amore, la verità, la pazienza, la mancanza di giudizi, l'amabilità, la pace, la gioia, il perdono sincero, la piena fedeltà al Vangelo, quindi e non per ultimo, l'obbedienza a Dio.
Questo brano ci ripropone la mansuetudine e la misericordia di Gesù.
Questo breve estratto cita una profezia di Isaia, vissuto circa 700 anni prima del Signore, e lo Spirito gli ha preannunciato le caratteristiche del Servo di Dio, Egli "non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia".
Isaia aveva profetizzato il Messia non come un re conquistatore, ma come Colui che serve e guarisce. La sua missione avrebbe avuto caratteristiche di mansuetudine, di fedeltà e di misericordia. Gesù ama ciascuno di noi con un Amore che non possiamo comprendere, è irraggiungibile per noi e incapaci di immaginarlo.
Gesù è il Medico che guarisce e che non dà mai irrimediabilmente per spacciati coloro che sono malati nell'anima. Non considera nessuno irrecuperabile. Il più incallito peccatore, chi più volte è caduto e nelle mancanze più gravi, il Maestro non lo abbandona mai. Ha anche per lui la medicina che guarisce.
In ogni uomo Gesù sa riconoscere la capacità di conversione che c'è sempre in un'anima. Non si deve mai perdere la speranza della conversione degli incorreggibili, ostinati nel condurre una vita priva di senso, anche se per la loro cecità è quella soddisfacente.
La pazienza del Signore e il suo Amore non danno nessuno per perduto.
Questo Amore di Gesù e la sua continua ricerca della conversione dei peccatori, vengono offuscati dal messaggio sbagliato che circola riguardo la sua misericordia. La salvezza eterna non è automatica come dicono molti cristiani, ma richiede corrispondenza e accettazione della volontà del Signore come hanno fatto i Santi come Padre Pio, Papa Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Natuzza Evolo, Teresa Neumann e tanti altri?
Proponiamoci un comportamento nuovo nei confronti degli altri.