IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 10,9-18)
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Sabato Della I
Settimana Di Avvento Anno A
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,35-10,1.6-8)
Gesù Vedendo le folle, ne sentì compassione.
Perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,35-10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando
nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia
e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come
pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è
abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe,
perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri
per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa
d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i
demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date.
Il Vangelo di oggi celebra l'amore gratuito di Dio. «Vedendo le folle stanche e
sfinite» a forza di seguirlo, Gesù «ne sentì compassione». Ritorna quel verbo
assai raro già trovato in Matteo (Mt 15, 32) e che esprime "le viscere di
compassione" di una madre verso il figlio. Gli uomini, afferma
l'Evangelista, sono apparsi a Gesù stanchi e sfiniti, «come pecore senza
pastore». Ma nello stesso tempo l'umanità sembra a Gesù come una messe
promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori,
perché gli «operai sono pochi». Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto,
ma l'umile e insistente preghiera: «Pregate dunque il signore della messe,
perché mandi operai nella sua messe!
Stiamo passando un periodo storico assai buio, dopo i recenti fatti tragici di
Parigi e del Belgio, come anche fatti all'interno della Chiesa stessa. Non
dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Nessuna epoca è troppo buia per la
misericordia di Dio, nessuna tempesta potrà scuotere la Chiesa fino a farla
sommergere. Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona: Egli rinnova sempre
il prodigio della sua gratuità salvando la Chiesa nel momento stesso in cui
essa pare che stia per affondare.
Dio, ci assicura Gesù, ha un cuore di Pastore e manda pastori al suo popolo
sfinito. Come il Salvatore, appena si rese conto della stanchezza della folla
che lo seguiva, inviò i dodici apostoli, così anche oggi, l'amorosa
misericordia di Dio è pronta a suscitare i profeti e i pastori di cui il suo
popolo ha bisogno. E infatti la divina Provvidenza ha inviato alla nostra
Chiesa tanti pastori santi nel nostro tempo, e in particolare oggi, un Pastore
saggio e sapiente che la guida e la sorregge: il nostro Papa Francesco. Egli ci
ha fatto un enorme dono indicendo il Giubileo della Misericordia.
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono
gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà
di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?».
Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga
per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi,
appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del
Signore.
RIFLESSIONI
Due ciechi lo
seguivano urlando. È un urlo che viene dal profondo come accade per chi non
può vedere la forma delle cose, quindi la loro bellezza e la verità che in esse
si cela. Solo un cieco può urlare per riavere la vista. È, la sua, una domanda
singolare di pietà, quasi violenta, tanto acuto ha il sentimento della perdita
che il non vedere implica.
I due non si peritano neppure di dire cosa vogliono: quell'urlo parla per loro
quando si sono accostati a Gesù. Ma avrebbero urlato se non fossero stati
assolutamente certi che ciò che chiedevano quell'uomo poteva compierlo?
Si può urlare per ricevere pietà, se si è mossi da un bisogno incontenibile, da
un desiderio insaziabile, solo quando ci si imbatte in uno che può compiere il
miracolo.
E Gesù esaudisce la domanda di fede.
Apre gli occhi ai due. Perché normalmente la nostra fede non ha la forza di
questo urlo? Perché si stempera nella dimenticanza annoiata? Perché si
affievolisce nella prova come un lucignolo fumigante? Forse perché il nostro
cuore si ottunde e non anela più a quella bellezza che commuove e a quella
affezione che edifica.
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Giovedì Della I
Settimana Di Avvento Anno A
"Signore, Signore"
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,21.24-27)
Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli.
Ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma
colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a
un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma
essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un
uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed
essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Poiché ci ama, il Salvatore ci mette in guardia contro
l'illusione; per entrare nel regno dei cieli non basta dire: "Signore,
Signore". Non si tratta qui di una condanna della preghiera. Noi dobbiamo dire:
"Signore, Signore", essendo però consapevoli che non basta sussurrarlo a bassa
voce, mentre ogni nostra decisione testimonia che Gesù non è per noi il
Signore. La preghiera, separata da un amore obbediente, è un illusione, se non
una menzogna.
Gesù sarà davvero il nostro Signore solo se il nostro cuore si fa simile al
suo, reso appassionato dall'amore per il Padre, capace di dire, senza
esitazione alcuna, che suo nutrimento è fare la volontà del Padre... fare
sempre ciò che gli è gradito.
Sarebbe rischioso affidare la nostra volontà ad un altro, se l'"altro" non
fosse Dio, il Dio di dolcezza e misericordia. Volere ciò che egli vuole
significa scegliere la felicità. Volere altro significa accettare il rischio di
una costruzione fragile ed effimera: si tratterà di una soluzione illusoria,
essa potrà resistere per un po', ma crollerà agli assalti delle varie prove cui
sarà sottoposta.
Proprio del buon cristiano è l'ascoltare Gesù, parola d'amore del Padre. E noi
dobbiamo allora lasciare che questa parola ci trasformi, che ci renda conformi
all'amorosa volontà del Padre, ascoltarla e farla vivere in noi!
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due
fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti
in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò
pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo
fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro
reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo
seguirono. Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Ed essi subito,
lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
Cosa abbiamo noi nella vita? Tutto: salute, affetti, lavoro, soldi, casa,
figli, genitori, vestiti, cibo e tutto in abbondanza. Forse qualcuno non ha la
salute, o non ha avuto figli o non ha più i genitori o ha perso il lavoro, ma
difficilmente c'è qualcuno che non ha nulla di tutto ciò, qualcuno che è così
povero da non aver né casa, né lavoro, né salute, né alcuno al mondo disposto
ad amarlo, ma se ci fosse qualcuno in
queste condizioni avrebbe comunque la sua anima che rappresenta il novantanove
per cento della sua esistenza perché in essa c'è racchiusa l'essenza della
vita, perché da essa si può ripartire e ricominciare ogni volta che si cade.
Siamo quindi e comunque persone che abbiamo tutto ed è proprio per questo che
siamo così poveri. Più abbiamo e più vorremmo avere, stringiamo forte i nostri
possedimenti, diventiamo possessivi, gelosi, legati alle cose materiali,
arrivisti ed egoisti. Così quando Gesù passa vicino e noi e ci chiama quasi non
lo ascoltiamo nemmeno, distratti da tutto ciò che abbiamo. Il Signore allora ci
chiama più forte e ci dice "seguimi" ma rispondiamo "no,
lasciami stare" che ho mille impegni, e poi "seguimi", si, ma
dove, quanto mi dai, quando ho le ferie, che tipo di contratto mi fai, quanta
sicurezza per il futuro mi puoi dare. Che tristezza prova Gesù davanti a tali
risposte, delusione, dispiacere che l'uomo non capisca che i valori della vita
non sono quelli che si decomporranno, ma quelli che costruiamo dentro di noi e
che nessuno potrà mai toglierci. Non è la casa, il nostro corpo, il cibo, il
lavoro, i soldi a fare bella una persona, ma i valori che porta dentro sé, quei
principi che riesce a condividere con gli altri, la vera eredità di un uomo. Di
mia madre ormai resta solo un pizzicotto di polvere e qualche foto sbiadita dal
tempo, ma i suoi principi sono dentro al mio cuore ed ogni giorno li propongo
ai miei ragazzi e a tutti coloro che in qualche maniera desiderano porgere
l'orecchio alle mie riflessioni. Badate bene, non un insegnamento, l'unico
Maestro è Dio, ma una semplice cassa di risonanza attraverso la quale
amplificare la chiamata di Dio "seguimi". Il nostro compito è solo
questo, captare l'attenzione delle persone e dire loro "il Signore ti sta
chiamando".
Gli apostoli lasciarono quel poco che avevano, la famiglia, la barca, le reti
per seguire Gesù e lo fecero "subito" senza esitazione, senza
pensarci due volte. Questo vuole il Signore da noi che lo seguiamo subito e
abbandoniamo tutto quello che di terreno, poco o tanto che sia, abbiamo
accumulato in questa nostra umile esistenza di uomini.
Se non risponderete alla Sua chiamata il Signore non si arrenderà e continuerà
a chiamarvi, a volere che lo seguiate senza esitazione e vi darà tanta di
quella gioia che tutti i soldi del mondo non potranno mai darvi.
E' così bello essere "pescatori di uomini", poter mettere a
disposizione di chi non li conosce i nostri principi e pian piano portare sulla
riva quelle persone che stanno affogando in un mare di aspetti terreni,
talmente ubriachi da esserne anche felici.
Dal Vangelo secondo
Luca. (Lc 10,21-34)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e
della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai
rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non
il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò
che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che
voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo
ascoltarono». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Quando coloro che
credono di poter risolvere tutti i problemi e rispondere a tutti i "perché"
dell'uomo con la sola forza della ragione, facendo un atto di suprema
intelligenza, piegano la mente di fronte
alla Mente Suprema che è il Logos, il Verbo di Dio, essi penetrano in una
dimensione spirituale in cui si partecipa della luce divina che arricchisce la
stessa mente umana.
Non è possibile conoscere il Padre, andare al Padre, se non si passa per
Gesù. Ora, fra le sue parole ce n'è una in cui si coglie il cuore del suo
insegnamento e si ha in mano la chiave della salvezza, perché è su quella che
saremo giudicati: "Qualunque cosa avete fatto al più piccolo l'avete fatta a
me" (Mt 25,40).
Egli si nasconde sotto le spoglie di ogni nostro prossimo, che diviene così -
come Gesù - via per andare al Padre, per conoscere il Padre. È così semplice da
essere quasi incredibile: per arrivare a Dio, passare per l'uomo con tutte le
implicazioni che la vita personale e sociale comporta.
È così semplice che Gesù ha voluto avvertirci. È una verità, egli ci dice, che
solo i semplici afferrano, i piccoli.
E con ciò la strada è aperta veramente per tutti, anche per gli adulti, gli
anziani, i sapienti, i furbi, se sanno farsi piccoli, accantonando per un
momento tutta la loro scienza ed esperienza di vita, per mettersi all'ascolto
del Signore, e vivere la sua parola.
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
Lunedì Della I
Settimana Di Avvento Anno A
Il centurione.
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-11)
Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente.
Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
***
Dal Vangelo secondo
Matteo. (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione
che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto,
paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo
anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli
va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed
egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità
io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io
vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore.
RIFLESDSIONI
Colui che sta per
venire non deluderà la nostra attesa. La storia del centurione romano ci
assicura in proposito. Colui che viene è
un "salvatore": questo significa il suo nome "Gesù"; questa è la ragione della
sua venuta fra noi, della sua Incarnazione.
Il centurione non ha chiesto esplicitamente la guarigione del suo servo. Si
è limitato ad un appello disperato e, insieme, confidente. Gesù non può restare
insensibile. Subito gli comunica la sua decisione: "Io verrò e lo curerò".
Allora il centurione mostra un bel senso di rispetto, cosciente della sua
indegnità: "Signore, io non son degno...". Come avrebbe reagito all'annuncio
del mistero eucaristico in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa
nostra? L'atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così belli
che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore nel momento della
comunione.
IL VANGELO DEL GIORNO I DOMENICA E SETTIMANA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A IL VANGELO NEL 21° SECOLO
I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Come furono i giorni di Noè.
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 24,37-44)
Mangiavano e bevevano.
E non si accorsero di nulla.
***
TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 24,37-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà
la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero
il diluvio mangiavano e bevevano,
prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò
nell'arca, e non si accorsero di nulla
finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio
dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro
lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra
lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte
viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò
anche voi tenetevi pronti perché,
nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo». Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Questo testo non fa parte di quelli che si scelgono deliberatamente per trovarvi un conforto e risollevarsi il morale. Eppure la Chiesa mette un tale ostacolo all'inizio dell'anno liturgico. Si tratta di abbandonare il trantran, le abitudini, le usanze, di convertirsi e ripartire da zero. Al di là della gioiosa novella del Vangelo che annuncia la venuta redentrice di Dio, si dimentica e si respinge facilmente l'eventualità del giudizio, anche se non la si contesta assolutamente "in teoria". È il pericolo che corrono i discepoli di tutte le epoche. Se non si aspetta ogni giorno la sentenza di Dio, non si tarda a vivere come se non esistesse giudizio. Di fronte ad una tale minaccia, nessuno può prendere come scusa lo stile di vita "degli altri": nessuno può trincerarsi dietro agli altri per sottrarsi al pericolo di essere dimenticato dal Signore. Salvezza e giudizio sono affini uno all'altro, ci scuotono nel bel mezzo della nostra vita: sia nel momento delle grandi catastrofi (la grande inondazione è qui evocata) sia nel corso del lavoro quotidiano nei campi o in casa. Uno è preso, trova scampo, è salvato; un altro è abbandonato. Ma non essere tratti d'impiccio non dipende chiaramente dal beneplacito degli altri. È l'uomo stesso che ha nelle sue mani la propria salvezza o la propria perdizione. Ecco perché, come spesso nel Vangelo, questo brano si conclude con un appello alla vigilanza.